sabato 8 novembre 2008

Ma perché, perché perché?

Naturalmente, c'era da aspettarselo.
Con il tempismo svizzero che solitamente la contraddistingue, la sfiga sfigosa ha bussato al mio uscio, recando ricchi premi e cotillons, tra cui spicca l'influenza del sabato.
E infatti quando mai ti colpirà il morbo con tosse, un pezzo di ferro in mezzo al petto, la gola lastricata di lamette, starnuti ovunque effetto onda d'urto? Ma è ovvio, nel fine settimana! Quando finalmente pensi che sarà bellissimo ballare un po', bere un pochetto, tirarsi fichi e uscire. E ti ritrovi con questo senso di fastidio, come se un cricetone di due chili corresse sulla rotella, all'altezza dello sterno. Appetito zero, gambe molli, voglia di vivere e di fare scarsissima.
Se poi ci aggiungi una vicina che si mette a fare bricolage alle otto e mezza della mattina, e continua a montare uno scaffale Ikea grande come l'Antartide, la gioia è al completo.
Il tuo corpo ti guarda con gli occhioni grandi e ti dice: fai qualcosa, non vedi che sto male?
Il mio primo impulso è quello di scatenare una desert storm di farmaci, per spazzare via i virus in grande stile, ma i piccoli bastardi hanno già innalzato il vessillo sul torrione.
Mi riduco a nutrirmi di miele, confidando nelle sue virtù antibatteriche (funzionerebbe meglio, penso, se me ne mangiassi un barattolo da 4 chili, il vasetto ormai è bello che andato).
Dall'altra stanza sento attacchi di tosse canina, starnuti, lamentazioni... è un lazzaretto manzoniano, ecco come ci siamo ridotti.
Fregati totalmente.
La febbre di lunedì mai, eh? Non so se l'avete notato, ma state sempre benissimo, di lunedì. A parte l'umore vischioso, e il fatto che lì fuori ci sia un pianeta freddo, ostile, beffardo.
Ma i valori sono quelli di un astronauta, il fisico è oliato, perfetto, una Maserati lucida di cera, con i sedili che profumano di lusso e voluttà.
Anni fa, mi ricordo, ho avuto il privilegio di avere sotto le lenzuola con me la Cinese.
Che trip. Sono arrivata a 39° e mezzo, vedevo tutto viola, morbido, in movimento, sentivo delle vocine (forse era la Mama che mi raccontava qualcosa, può essere) e non era poi così male, sì, viaggiare. Se non ci fosse stato il rischio di friggere un paio di organi importanti, più di tanto non mi sarei preoccupata. Ma in quel caso l'idea di avvolgermi con asciugamani bagnati non era poi così idiota.
La febbretta di oggi è solo una seccatura, una dilettante, una perditempo.
Guardiamo i bambini che giocano in cortile, invidiosi.
A quasi quarant'anni la Mama che ti proibisce più di uscire, non ne ha più l'autorità.
Realizzi che, fatti dieci passi, crollerai. E preferisci risparmiarti l'umiliazione.

3 commenti:

Gillipixel ha detto...

Guarisci presto :-) hai provato con latte caldo e cognac?...non ho mai capito bene se funziona, ma di certo, se le dosi sono ragguardevoli, dopo si vede il mondo con più serenità :-) a parte gli scherzi, auguri di prontissima guarigione...

farlocca farlocchissima ha detto...

è lunedì, mi sa che ti è passato tutto... a me succede sempre :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie per gli auguri! E per le dritte cognacchesche.
Comunque ho bruciato al lavoro, quindi il lunedì non è stato poi così orrendo...
Coff coff coff...;)))