giovedì 13 novembre 2008

Padri

L'altro ieri, in pausa postprandiale, col mio caffettino forte forte sul divano.
La solita trasmissione carina, liscia liscia, con argomenti sicuri, le conduttrici bionde, i truccatori opinionisti, i naufraghi, le miss, le psicologhe. La figura della psicologa, o se l'argomento deraglia verso la tragedia, lo psichiatra in carne, occhialetti e ossa, è fondamentale per far ben capire alla casalinga che stira le mutande alle 15 quanto è fortunata ad essere quello che è, e non una fanciulla rovinata dall'eccesso di bellezza e fama. Adesso sì che mi sento rinascere. Signore grazie.
Ad ogni modo, la psicologa che in fin dei conti deve portare a casa la pagnotta, ed è gentile, carina, sorridente e vestita benissimo, dice una profonda verità, ovvero che le donne affamate d'amore, con caterve di storie sventurate alle spalle, senza pace come un cavaliere errante, sempre alla ricerca dell'uomo che le ami e le porti nel castello for ever and ever e infili al loro piedino la scarpetta di cristallo, altro non ricercano che la proiezione dell'uomo che nella realtà è clamorosamente mancato nella loro vita. Un papà pieno d'amore, che avrebbe dovuto farle sentire le principesse che sono. E invece.
Morale: se tuo padre ti ha amato troppo, sei diventata una tipina capricciosa e piena di grilli, abituata ad avere tutto. Se invece tuo padre ti calciava via come uno strafanto sempre in mezzo ai piedi, ecco nascere i problemi. Il padre normale, che amministrava salomonicamente carezze e sberloni, però ti amava da morire, sembra una vera rarità.
Le donne sono costole delicate, cadute da varie ossature, alcune buone, altre meno. A seconda dell'inclinazione, della sorte, delle vicissitudini, le cose vanno o bene o male o così così.
Una donna per tirarsi fuori da un pantano simile dovrebbe essere fatta di adamantio, come Wolverine, e invece cerca di metterci una pezza, replicando la figura paterna, incontrandola continuamente, cercandola, tentando di mutarla. Chiaramente senza successo. Perché non vuole avere successo, altrimenti la figura paterna e il suo doppio svaporerebbero, e verrebbe meno tutta la costruzione, tutta la motivazione fondante.Soffrire e avere un senso o non soffrire ed essere fatti di nebbia felice? Chi può dirlo.
Al solito possiamo solo tentare di avvicinarci un pochetto ai nostri simili, di sentire con loro, di aiutarli, se possiamo (spesso, no).
Possiamo solo pensare alla nostra buona sorte che ci ha fatto incontrare un uomo che ci ha desiderate prima ancora che nascessimo (anche se il mio Papa, quando ha detto al Nono in ospedale "è una femmina, papà" si è beccato un sonoro "bon da niente", ma il Nono è una saga a parte, ed è stato il secondo uomo che mi ha amato di più), un uomo che ci ha educate con disciplina e rigore, ma che adesso ci vizia come bambine perché ha capito che ne abbiamo bisogno...
Uno che ci dice che siamo belle da una vita, anche se noi la cosa l'abbiamo sempre presa con blando scetticismo.
Uno che però quando mi deve dare torto lo fa, e spesso, perché sbaglio spesso.
E insomma un uomo che ha sempre avuto bisogno di me, ma non me l'ha mai detto chiaramente, perché non voleva disturbarmi. E che mi ha amato tanto, guardandomi dall'altra stanza, perché non me ne accorgessi.
Ma io l'ho sempre saputo, caro il mio papà, a una donna non la si fa.
Adesso chiacchieriamo di politica, e ci beviamo un bel bicchiere di fragolino, e siamo simili e sereni. Ascolto il jazz, e lo capisco anche.
Ce l'ho fatta, papà.

5 commenti:

Gillipixel ha detto...

trasmetti sempre un gran senso di bellezza...questo scritto in particolare è molto dolce, che non vuol dire sdolcinato, ci tengo a sottolineare...fa stare bene il poter leggere cose scritte con un senso della frase e con una padronanza delle parole così profondi...molto bello...sembra di entrare in un mondo speciale, che pur pescando spunti da quello vero, si trova in una dimensione tutta sua, parallela, molto più preziosa di quella reale...bello, bello...

Unknown ha detto...

io farei leggere al tuo papà questo post e alla tua mamma quello in cui parli di lei. ma lo sanno quanto sono fortunati? (e tu pure..) bacioni a te e all'altro inquilino della casa.

Vanessa Valentine ha detto...

:)))))
Io felice!
Li sto rendendo eterni, e loro non se ne rendono conto!
Scherzi a parte, sono contenta di farvi contenti, un pochino!
Ciao!!!

farlocca farlocchissima ha detto...

bel modo di raccontare un padre, se non glielo fai leggere pure tu lo ami dalla stanza accanto... :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Farlocca, se glielo facessi leggere minimizzerebbe, e si girerebbe solo per non farmi vedere il suo sorriso che tremola, il mio papottone... poi però dovrebbe farmi fuori, come quelli della CIA.