mercoledì 14 gennaio 2009

La solita recensione piena di entusiasmo

Non potevo farmelo scappare, "Un matrimonio all'inglese". E infatti me lo sono pappato sabato sera, pur con l'arietta gelidina che faceva fremere l'orlo della sottana, calze scafandrate e sciarpa a 18 giri, più vari pastrani sormontati.
Visto che nel mucchio c'erano l'Inghilterra anni '20, Noel Coward con le sue sigarettine ciniche e fumate con noncuranza, battute feroci e Colin Firth che risulta trastullante anche se ormai ben maturo, anzi forse proprio perché è così stagionato, il film me lo sono proprio gustato.
La trama è presto narrata: fanciulla americana turbolenta ed emancipata, vincitrice di gare automobilistiche e squalificata perché femmina, si sposa giovane rampollo spiantato di aristocratica famiglia british, con conseguenti scontri sessisti/classisti/cultural/nazionali, il tutto nel maniero di famiglia con Kristin Scott Thomas più occhiuta e sgranata che mai (e senza botulino!!) nel ruolo della medusea madre del ragazzo, e lui, l'uomo che popola lussuriosamente i miei sogni belli, Colin Firth, il Darcy storico, qui in versione malinconica e sradicata, causa Grande Guerra che ha falciato i fiori della gioventù nel villaggio, e così via. Con contorno di cinici maggiordomi, sorelle cretinette, performance teatrali imbarazzanti, e tentativi della ragazza dalla chiacchierata vedovanza di inserirsi nella famiglia che, palesemente, non ne vuole sapere.
Il regista è quello di "Priscilla la regina del deserto", film di drag queen ambientato se non ricordo male in Australia, uno schioppettone pure quello.
Gli occhioni maschili si sono lustrati alla vista di Jessica Biel, devo dire una delle donne più strepitose mai viste, che potrebbe far vacillare i propositi per una consolidata e serena eterosessualità femminile. Che figliola, la cloche le donava, decisamente.
E pure il finale, moderno, menefreghista, perfetto.
L'amore è meraviglioso soprattutto quando ti offre una seconda occasione, più ghiotta. E si può trovare la persona giusta, quella che nel momento d'imbarazzo fatale ti salva (guardatevi la scena del tango, così sensuale, disperata, coraggiosa e sublime). Quando si comprende che delle convenzioni non si sa davvero che farsene. E che purtroppo per amore bisogna compiere gesti cattivi, ma salvifici. Da gente coraggiosa.
Che bel film. Ha fatto tacere pure la sfilza di ragazzetti accanto a me. 
Grande Noel Coward!

2 commenti:

Galatea ha detto...

Quindi passati i microbi in famiglia, deduco.
Ciao.
:-)

Vanessa Valentine ha detto...

Galatea, i microbi sono transitati. La situazione sta precipitando! :)
A presto!