lunedì 13 luglio 2009

Quello che le donne invidiano

Ci sono cose che invidio, degli uomini, lo ammetto. No, Nonno Freud c'entra poco, non rosico per niente di anatomico (dai, ragazze, perché dovremmo? Sarebbe come ciccare per i vestiti nelle vetrine, se un vestito ti piace, entri e provi a vedere come ti sta, poi, casomai).
Invece un film carino che ho visto qualche giorno fa, "Una notte da leoni" (ma il titolo originale è più bello, "The Hangover", ovvero il doposbornia, quella meravigliosa terra di nessuno cerebrale che ti circonda materna il mattino dopo una notte di stravizi, quando il cervello è ancora a bagno in un mare di gin, vodka, Martini e lime. Quando, letteralmente, non sai nemmeno di che sesso sei) è riuscito proprio nell'intento di farmi desiderare un radicale cambio di prospettiva, di abiurare insomma la mia dolce e magnifica femminilità in cambio della vacanza all male dedita al cazzeggio puro (le donne non sanno cazzeggiare bene come gli uomini, è scientifico. Ci ubriachiamo anche noi, probabilmente finiamo col fare sesso con qualcuno che non guarderemmo nemmeno se tra noi e lui ci fosse un microscopio e lui fosse tra due vetrini, però in linea di massima non riusciamo a svaccare con la squisita eleganza buzzicona dell'altra metà del cielo, e magari finiamo a smaltarci le unghie, a guardare "Fiori d'acciaio" per la centesima volta e a parlare di Lui, che ci ha rubato ancora una volta il cuore, il maledetto, e non solo. Ci frega il sentimentalismo, ecco.
Ma comunque, dicevo, il film racconta l'addio al celibato organizzato da un paio di amici per il nubendo amico, un ragazzo dolce, pulitino e carino, insomma il sogno di ogni madre e suocera. I ragazzi partono per Las Vegas (terra di sogni e di chimere, piena così di capinere dalla chioma bruna, etc etc), e la brigata si porta dietro anche lo scoppiatissimo fratello della sposa, un freak da primo premio. C'è il padre di famiglia, l'americano solido come una quercia e con l'occhio verdazzurro cangiante d'ordinanza, e si capisce che è anche il più papabile a cornificare la moglie appena messa la seconda, e girato l'angolo. E poi c'è il dentista bruttino ma d'animo gentile con una virago per morosa, una occhialetta che lo mena pure (ma me lo sono meritato, dice lui), una tizia che conferma la teoria che i denti non si trovano solo in bocca. Qualche cliché ci scappa, è pur sempre un regista maschio.
Ad ogni modo, i nostri eroi sono belli freschi e docciati e pronti per la notte brava a Vegas, salgono sul tetto del lussuoso hotel e brindano con l'amaro. Dopodiché, è il buio.
Il mattino dopo li vede infatti divelti come pali della luce dopo un tornado e disseminati qua e là per la stanza, messa a ferro e a fuoco. Un'apocalisse. Uno è senza mutande, tracolla e travolge lattine e suppellettili, uno è senza un dente, uno ha un bracciale di ricovero all'ospedale. Il futuro sposo è scomparso. In secondo piano, una figura femminile taglia l'angolo, filandosela all'inglese. Il problema è che nessuno ricorda niente, quindi non sanno nemmeno spiegare perché nel bagno ci sia una tigre che ha voglia di fare colazione, o perché nello sgabuzzo ci sia un bambino, e una gallina che gira becchettando. Quindi la storia vede lo spettatore all'oscuro di tutto esattamente come i personaggi, che cercheranno di ricostruire gli eventi onde fare luce su quello che è successo, e soprattutto riuscire a trovare lo sposo prima della cerimonia, prevista per il dopodomani.
Nel frattempo le cose si ingarbugliano sempre di più, i tre smemorati scoprono di essere tornati all'albergo con una macchina della polizia, che nel bagagliaio c'è un cinese nudo e incazzatissimo, che un matrimonio è stato celebrato in una di quelle assurde cappelle che hanno lì, che Mike Tyson li aspetta in camera al loro ritorno, incavolato perché gli hanno portato via la tigre. La spiegazione per il loro essere Fate Smemorine risiede nel drink offerto dal futuro cognato, che credendo di squagliare nell'amaro un zinzino di affidabile mdma ha invece sciolto una roba chiamata rufis (più o meno, non ricordo, ah ah) una droga da violenza che lascia la vittima con un leggero buco mnemonico. Errore da pusher pirla, in definitiva.
Mi fermo qui per non guastare la visione.
Intendiamoci, non è Fassbinder, ma francamente chissenefrega.
Amicizia maschile che vince sempre, il ritorno alla bella sposina fiduciosa, gli americani amano i finali giusti e rassicuranti. Però c'è di buono che questo film è anche sgarbato, stronzetto il giusto e un sacco volgare, e mi è piaciuto.
I macelli sfracellosi compiuti dal quartetto vengono resi noti solo sui titoli di coda, dopo che è stata fortunosamente recuperata la fotocamera, da sotto il sedile della bella macchina del suocero, distrutta. Non sono immagini che un'anima bella possa contemplare in serenità.
Ecco, poi a casa ripensavo, mah, piacerebbe anche a me partire e combinare i disastri, ed eccedere, e fare cazzate grandiose, e arrivare tanto così al punto di rottura, all'abisso, al Nulla. E nel frattempo, divertirmi come una matta, con le mie amiche matte che non avrebbero paura di niente, nemmeno di buttarsi nel fuoco per me, e io per loro. Forse è questo che ci frega, a noi femmine. I maschi si dissipano più facilmente, il testosterone li rende probabilmente convinti di essere fatti di titanio, e che avranno la meglio su tutto, e che comunque vada sarà bellissimo. Le femmine invece ci provano a fare le cose pericolose, ma i preziosi ovetti che portiamo dentro di noi tintinnano minacciosi, come animaletti di vetro sulla mensola, e scuotono i capini e dicono, no no, non devi. Noi siamo più importanti.
E la nube di estrogeni ci avvolge mentre piangiamo su "Fiori d'acciaio", per la centesima e una volta.
Sarà per un altro viaggio.

7 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ma no, Vale :-) quelle sbalconate lì di melone tutte virilacce e cameratesche non credo siano poi quel granchè...magari viste in un film posso dare quel tocco di esaltazione eccitata...ma penso che nella vita reale alla fine si rivelino solo una tristezza immane...oh, questa è la mia impressione...mica lo so per certo, non ci ho mai partecipato,io :-)...forse è solo invidia la mia :-)

Visir ha detto...

Mi piacciono sempre i tuoi commenti ai film.
Viene sempre voglia di vederli e l'ANICAGIS te ne renderà merito prima o poi.

In merito all'amicizia virile ed ai modi di abusarne parlo per partito preso, non sapendo poco o nulla del mondo femminile, notoriamente inviolabile e inviolato ai maschi.
E' una sorta di confraternita estrogena quella delle donne che non lascia trapelare che aneddoti stereotipati. La realtà resterà sempre un segreto, è così da millenni.
Per gli uomini è diverso, forse non hanno nulla da nascondere.

Mi ricordo a proposito, di notti brave con i miei compagni di merenda di alcune notti folli, piene di risate, avvolte dal fumo dell’incoscienza e forse per questo più belle.
Alla fine, all'alba, mentre rientravo a casa pallido di “vizio e cipria”, di solito facevo la pipì insieme agli amici superstiti nel giardinetto vicino al portone di casa.
Mi ricordo che una volta la macchina di uno di loro era accesa e le portiere aperte pronta a riaccompagnare a casa gli altri, in quella occasione mi è successo di guardare la prima timida luce del far del giorno che scacciava la notte e mentre la facevo in piedi, pensavo: "Che bello è essere uomini!". Alla fine è questo senso di libertà e di onnipotenza che veramente stupisce.
Dopo, di solito, solo un gran mal di testa mi stava vicino al mio risveglio.

Visir ha detto...

Ah! Mi sono dimenticato di dire che la strada era leggermente in discesa e l'auto cominciò a muoversi giù verso la piazza.
Non so descrivere la nostra faccia quando ci girammo e non trovammo più la macchina e nemmeno il nostro amico (il proprietario dell'auto) che, con il birillo di fuori ancora inaffiante, correva dietro all'autovettura e cercava di infilarsi dentro al volo per tirare il freno a mano.
Fu veramente un momento topico, non privo di una certa suspance.
Il lieto fine ci rovinò la serata che altrimenti sarebbe stata magnifica.

Galatea ha detto...

Sì, ogni tanto anche io invidio agli uomini la capacità di essere cazzoni. Hai l'impressione che, in fondo, si divertano di più, c'è poco da fare. :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Oddio, esagerare non è male, almeno quando invecchi puoi dire che sei stato giovane d eccessivo...è anche vero che è meglio fare le notti sballose quando il fisico è al meglio, poi a 40 il recupero è arduo, e faticoso...senza contare che stai meglio coi pop corn e Barnaby su La7, in divano, mentre fuori il mondo impazza...;)

Vanessa Valentine ha detto...

Spero davvero che i soldi promessi dall'Anicagis arrivino presto, allora, Visir...;)
Sull'episodio della pipì e della macchina che scivola via ho riso un casino, splendida scena in stile Salvatores...:)))))))
Amiche femmine comunque confermano che con gli uomini ci si diverte di più, e non solo per i motivi più ovvi...;)
Si svacca spensieratamente, ecco.

Vanessa Valentine ha detto...

Galatea, allora l'unica è mettere su una compagnia di maschietti e noi due che scendiamo lo scalone tra due file di boys, come la Wandissima, lanciando rose e cantando "Sentimentaaaaal...";)))
Fammi sapere se aderisci al progetto!