giovedì 3 settembre 2009

Traslocare è un po' morire

Sono le cose che non vorresti mai fare, i traslochi: eppure ti toccano, come la psoriasi, le piattole e il colpo della strega. Ti travolgono e ti lasciano per morto, come dopo un tornado, come dopo la fine di un amore particolarmente virulento. Tu puoi solo passare tre, diconsi tre settimane a imballare, dividere, cestinare una montagna di cose di cui ignoravi financo l'esistenza. Dio, quanto pesa la carta, e quanto ti tocca trascinartela dietro, sistemarla mentre frana inesorabile, mentre ti taglia le dita a tradimento e malignamente sbuca da ogni angolo.
Ho preparato per la ditta dei traslochi ottanta scatoloni. Credetemi, sono un botto di spazio rubato, camminavo lungo un corridoietto largo 30 centimetri, attenta a non far crollare tutto.
Ieri finalmente abbiamo spostato mobili e affini, e ora lo studio affaccia sulla sontuosa Piazza Erminio Ferretto di Mestre, in una splendida palazzina d'epoca. Beh, lo spazio vitale è triplicato, i pavimenti sono in meravigliosa palladiana, i balconi ti tranciano le dituzze per non parlare di quante cavallette schiaccerò, comunque è la fine del mondo. Vicini di pianerottolo, altri avvocati. L'unica nota stonata è il gradino d'ingresso di 4 centimetri, posizionato chissà perché solo da noi. Quando esci e arretri per chiudere la porta, puntualmente ti capotti all'indietro, infarti un attimo visto che a strapiombo c'è la scala ripida più o meno come una salita alle Cinque Terre, poi appena ti riprendi un minimo ti ritrovi nell'androne più buio dell'universo, in grado di spaventare anche Mr Hyde se fosse colà appostato...
Insomma, tutta la manfrina valeva comunque fottutamente la pena.

9 commenti:

Gillipixel ha detto...

Eheheheheh :-) è vero, Vale...ci si affeziona ai posti, ma la cosa più strana è che ci si affeziona anche se non erano particolarmente belli, e se pure vai a stare in uno nuovo molto più lussuoso ecc., l'antico posticino è sempre lì pronto in un angolo del cuore a procurarti magoni feschi a prezzo modico :-)
Non parliamo poi dei pigri :-) Per loro l'effetto è amplificato...ti capisco proprio, guarda :-)
Niente...così...ciao :-)

Vanessa Valentine ha detto...

L'unica cosa bella del vecchio ufficio era il giardino spelacchiato di fronte, con delle alte magnolie un po' sofferenti per via dello smog mestrino...ma quando pioveva o nevicava diventavano tutte lucide e scintillanti. Invece adesso vedo solo piccioni ciccioni che tubano e ronfano in bilico sugli stecchini di metallo (io li chiamo gli "antipigeons"), mentre in effetti la piazza è carina e piena di gente e casino.
Sulla malinconia dei posti lasciati o perduti c'è da scrivere...
Questa settimana però la pigrizia non l'ho incontrata neanche di sfuggita, purtroppo...mi rifarò le settimane prossime...;)

Galatea ha detto...

Appena ho un attimo corro a vederlo. Tu nuovo ufficio, io nuova scuola. Ce ne conteremo delle belle. :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Galatea cara! Sono stata talmente presa con le mine che non sono riuscita a chiamarti per il nostro pranzo del rientro!! Ti chiamo la prossima settimana o comunque prestissimo, di cose da raccontare ce ne sono! Baciotti!

Anonimo ha detto...

Ah, cavolo, è l'ufficio! Pensavo ti fossi permessa popo' di casa e mi ero detto ma guarda te la Valentina è ricca.

Anonimo ha detto...

Sì, ciao, la "Valentina"... Ho fatto una crasi (più o meno), che detta così sembra tipo "ho fatto una sincope"...

Anonimo ha detto...

Ma, sta sita valà, geri gò fato na crasi e gò tuta ea schiena blocada...

Anonimo ha detto...

Ah, ma ecco perché avevo scritto "Valentina", nella URL c'è scritto infatti "valentinagi". Mazza che confusione che sto facendo, non commento più (per oggi).

Vanessa Valentine ha detto...

Ah, ah, ah! Sogliadiattenzione, la battuta in vernacolo sulla crasi è carina assai:)))))) Orbene, hai disvelato l'arcano nome machiavellicamente occultato dal "Valentine", e cioè che io mi nomo Valentina, anche detta Vale, direi che va benone uguale!:)))))
Commenta pure a manetta, qua di spazio ce n'è a carrettate...e io in genere ho poca voglia di far bene, come penso sia chiaro, quindi preferisco leggere quello che scrivete voi e scrivere quello che leggete voi.
Magari fossi ricca!, lavorerei anche meno di così, in pratica vegeterei come Proust in vestaglia e occhiaie...
E invece mi tocca lavorare, un minimo diciamo, però al momento in un posto charmant, almeno quello, illudendomi che tutto ciò che mi sta d'intorno sia mio..in fin dei conti cosa chiedo, così poco...:))))