lunedì 9 novembre 2009

Correre

E' evidente che non ci sono tagliata, per questo genere di cose.
Io sono una tipa calma, riflessiva, atrabiliare, mi dipingessero adesso i preraffaeliti mi metterebbero in mano una clessidra, il vestito di velluto e broccato sontuoso e carezzevole, lo sguardo dolce e stracco mentre contemplo il fiume della vita, Ofelia senza intenti suicidi ma un sacco di tempo da perdere. Mollemente adagiata contro un tronco di salice, a fare flanella e a mettere su trippa finché il vestito non inizia a tirare sul panzino. Il ritratto dell'accidia, della melancolia, della poca voglia di fare bene.
Eppure viene un momento in cui ti chiedi se le arterie siano ancora aperte, se il cuoricino stia battendo al ritmo giusto, se alla fine della fiera tutte le birre ingerite non abbiano in qualche modo intaccato lo smalto gagliardo del muscolo instancabile. E quindi fai la cosa più insensata di tutte, conoscendoti. Ti metti a correre.
Però, badate bene, abbiamo a che fare con una donna che si metterebbe a saltellare sui piedi ritmando il passo solo se inseguita da un giaguaro con la rabbia, per tutto il resto c'è il dialogo.
Una donna che guarda fuori dalla finestra, vede che è buio patocco e le passa del tutto la voglia di uscire e farsi stanare e sbranare dal Mastino di Carturaville, tanto per dirne uno (le zone di Padova, qui attorno, sono famose per ville, villini e villotte con muri bassi e cani tignosi all'interno, che tendono a saltare il muretto e a fare a gara con te nello sgranocchio della tibia, specialità outdoor). Non che io sia uscita molto nemmeno nelle placide sere estive, quando gli argini erano un incanto di brezze e corpi tonici e correre sarebbe stato intenso e delizioso come farsi fare un massaggio con l'olio profumato da Gerard Butler... indovinate perché. (Risposta: ma fa troppo caldo! Ma che afa! Eppoi non ho voglia, e d'estate il trippino cala perché si mangia meno - falso, falsissimo).
E ora siamo alla resa dei conti, e se voglio un minimo di muscolo sulla gamba e possibilmente continuare a reggerci su il resto della baracca, sarà meglio darsi una mossa.
La scena, vista dal terrazzo della palazzina di fronte, mostra una tizia con le braghe rosse che tirano in modo imbarazzante sul derriere (il rosso ingrossa sempre, comunque, non è una novità), scarpotte da corsa, maglietta di H&M con le maniche lunghe (scelta di cui mi pentirò non appena il fisico avrà iniziato a scaldarsi, cosa che ogni volta dimentico puntualmente) che corre scoordinata su di uno scolorito tappeto rosso, preso al Brico anni fa, col telecomando della Wii infilato nell'elastico della braga, in precario equilibrio, onde captare il movimento della corsa, trasmetterlo al sensore in cima al tv e far muovere in avanti il mio avatar vestito di viola, col capello lungo e la faccia da pampe. Il quale corre lungo una strada inesistente, ma molto carina, su di un isola inesistente ma bellissima, più bella della realtà, con attorno tutti gli avatar degli amici, inclusi quelli che abitano in Inghilterra e le ex morose dei soliti Cavalieri dell'Apocalisse - ci sono anche loro, carini, pulitini e somiglianti. I loro avatar però non stanno broccolando nessuna femmina, nel mondo Wii il sesso è qualcosa di cui si ignora l'esistenza, una complicazione inutile in un mondo gentile ed educato (e il sesso non è né l'uno né l'altro, quando va bene).
Quindi corro per una decina di minuti (lo so, sono pochi, ma già così ho i polmoni sfiatati), cercando di respirare col naso (stretto!, entra poco ossigeno e respirare con la bocca non si fa, no no) mentre il familiare dolore al collo, indice dell'incazzatura del corpo costretto a fare movimento quando in realtà avrebbe voluto aprirsi una Peroni ghiacciata e leggersi Larsson mi martoria. I polpacci bruciano e si guardano tra di loro chiedendosi, ma dove ca...stiamo andando?!
Le cosce dovrebbero dire qualcosa ma sono silenti come il Kilimangiaro. Parleranno domattina, facendomi camminare disinvolta come Zed. Il derriere rimbalza allegrotto come sempre, la sua vita è un eterno Oktoberfest.
Non si sa come, la tortura ha una fine. La vocina nella tv mi ha detto che avevo un buon ritmo, che sono stata brava, che sono un fuoco ardente. L'unico fuoco che sento è il bruciore sotto la pianta dei piedi.
Quantomeno la Wii Balance Board non ti tratta come una caccola se fallisci, ma ti dà sempre un incentivo a fare meglio (è uno dei pochi pregi del virtuale), tanto che se la tratti male e le dici che non vuoi sapere per l'ennesima volta come si fa a pesare il tuo cane tenendolo in braccio (un San Bernardo, per esempio, che potrebbe aver appena cenato), la Wii si deprime e crollando le spalle (immaginarie, peraltro, è un rettangolo con i quattro angoli che fungono da braccine e gambette) ti dice, va bene, quando vorrai un consiglio sai dove trovarmi ( e tu ti senti una...beh, è chiaro. Alla prossima volta che mi chiede se voglio un consiglio, clicco subito "sì", per tenerla contenta. Non sopporto quando si intristisce. Sembra mia madre quando dice "ma che te li do' a fare i consigli, tanto...). Uguale.
Poi faccio un po' di step (divertente!) e la boxe (menare rilassa sempre, senti come si distendono i muscoli delle braccia. Uargh).
Crollando sul divano, col corpo caldo e fremente come quello di un purosangue che ha galoppato lungo una spiaggia col mare in tempesta, mi sbafo una Kinder stragrassa e cioccolatosa.
Oggi dieci minuti.
Domani venti.
Ma zitti, che il corpo non lo sappia.

6 commenti:

Visir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Visir ha detto...

Oggi un passo. Domani un miglio. Dopodomani: finché ci sarà un orizzonte.
Personalmente mi alleno con autistica determinazione, tre volte la settimana. Non salto mai una lezione. Forse perchè sono l'istruttore? Mah!

Credo che il mio inconscio, astuto come un cervo, abbia organizzato la mia esistenza affinché la pigrizia connaturata al mio essere non abbia mai modo di uscire.
Così creandomi impegni trovo il modo di essere impegnato.
Quando corro, corro fino a sfinirmi, così, quando combatto in palestra, così, quando amo una donna.
Pure quando esco con gli amici e ritorno all'alba in uno stato pietoso sono posseduto dalla voglia di spremere tutto come se non avessi un domani.
Esaurisco completamente le mie pile. Raschio il fondo del barile dell'energia. Evito così l'effetto memoria delle mie batterie.
Mi piace bruciare la mia candela da entrambe le parti, se poi (come dice il Signor Tayler, papà del replicante Nexus) durerà la metà del tempo concesso: chi se ne fotte.
Lungi dal voler esportare questo modello "kamikaze" sulla tua femminea rotondità corporea, apprezzo come la tua Wii il tuo impegno.
Poi, se scivoli su un Kinder stracolmo di grassi insaturi idrogenati, che sarà mai?
Anche io mi fumo una sigaretta dopo aver ossigenato i polmoni.

Siamo contradditori, paradossali e perchè no, belli perchè umani.
Angeli caduti, ma che non semettono mai di rialzarsi.
Con questa caparbietà sfidiamo a volte dio, che ci sorride certamente, riconoscendo nelle nostre debolezze la virtù di poterle superare.

E se, come viene detto nell film Blade Runner (che cito solo in onore del tuo gesto atletico): "Alla fine tutto si perderà come lacrime nella pioggia", che senso ha risparmiarsi?

Galatea ha detto...

devo predermi la wi, cacchio. pare divertente...

Vanessa Valentine ha detto...

Beato te che hai un inconscio che ti mette nel sacco, Visir! Il mio, se mai c'è stato, si è sempre dimostrato un fancazzista fenomenale, un tirapacchi cosmico e un bastardo in generale. Mi salvo solo perché ho un etto di disciplina, e con quella devo fare tutto.
Non mi piace sfinirmi o finirmi, poco ma sicuro, però se comincio una cosa la porto a termine, a costo di prendermi a sberle. E se mi arrabbio sparisce tutta la fatica fisica e divento una Furia, classica, travolgo tutto. Mi fermo quando le Duracell sono vuote.
In genere, però, evito di arrivare a quei livelli. Poi pago dazio, severamente.
Ho smesso di fumare tanti anni fa, al massimo mi ossigeno con il sano monossido patavino.;)
Ah, essere un replicante instancabile, eppure destinato a fine certa...piango sempre, alla fine di "Blade Runner".
Essere umani, Prometei senza una causa ma molto cool...e intanto Dio si dondola nella sua rocking chair, e sorride della sua invenzione più stramba.

Vanessa Valentine ha detto...

Galatea, vieni a giocare qui da me con la Wii!
Intanto preparo il tuo Mii (sto dialogo sembra un po' da demente, ma chi ha la trappoletta in questione capisce).
Ho anche la Wii Music!
Insomma, vieni quii.
:)))))

Visir ha detto...

Penso a volte che le nostre vite non siano altro che un programma dei miliardi di canali della televisone di Dio.
Palinsesti cosmici, mentre Lui, spaparanzato sul divano fa zapping osservando le nostre esistenze che si arrabattano. Siamo così un riempitivo, ogni tanto appoggia il telecomando e cambia la sceneggiatura a qualche inconsapevole comparsa.
Si diverte, il ragazzaccio, mettendo un cervello da gallina in un corpo da dea, un pisello enorme ad un nano da circo; a quello cava un occhio ad un altro storta una gamba, giusto per vedere poi che succede.
E' un gran burlone, ma in fondo, il suo, è solo un tentativo di lenire la solitudine siderale che lo accompagnia dalla nascita del tempo.