mercoledì 4 novembre 2009

L'ora della nanna

Il cervello stasera è così spento che i riflessi tardano ad arrivare, mi scivolano le cose di mano, ho la sabbietta negli occhi, ci vedo fosco. Tutti chiari segnali che una mente intelligente dovrebbe interpretare nella maniera corretta, ovvero VATTENE A LETTO!!! scritto a caratteri cubitali da qualche parte sulle pareti della mente. E invece niente, persevero. Trovo sempre qualcosa da fare all'ultimo minuto, programmo il dvd, sbaracco la cucina, metto da parte articoli di giornale che si accumulano nella borsona nera che mi porto dietro ormai ovunque (con all'interno creme, deodorante, svariate riviste, un pacchetto di Fonzies ormai smolfi, una brioche, dei post it ancora sigillati, il libro di Julian Fellowes, e chi volesse buttare dentro ancora qualcosa, prego mettersi in coda e avere pazienza). Incasinare è genetico, e io quel gene ce l'ho, e anche bello grosso.
La cosa ridicola è che nel casino trovo tutto, nell'ordine niente, e vado in panico. Uno degli avvocati dello studio ha una scrivania nera, un monolite tipo 2001 Odissea nello Spazio, ed è talmente ordinata che nemmeno la polvere ha il coraggio di appoggiarsi (infatti è sempre pulita. Allora, o è fatta di un materiale dotato di campo elettromagnetico che allontana l'intrusa sgradita, o di notte lui torna in studio e la pulisce amorevolmente col Vetril fino a consumarsi le mani. E' l'ennesimo mistero degno di Voyager).
Ad ogni modo stasera sono proprio lessa, bollita, stramolla come le carote nel brodo. Sono così stanca che mi metterei a dormire qui, dove mi trovo, al massimo appoggiata alla poltrona sacco di Topolino, come Fantozzi, tutta piegata a fisarmonica.
Colpa delle case che visitiamo, credetemi, non c'è attività più stancante di vedere tutte quelle stanze, salire tutte quelle scale, e cercare di capire se la casa è quella buona. Dannatamente faticoso.
Scrivo poco perché il tempo non mi basta, e quando il tempo mi scappa via dalle dita divento nervosa. Da buon Acquario ho l'ossessione del tempo, da organizzare, da ammaestrare, da ammazzare, da amare. Non mi basta mai, vorrei 36 ore per dormirne 12 e nelle altre fare tutto, ma immagino non si possa. Perciò, come tutti, faccio i salti mortali, da gatta equilibrista.
Però una persona saggia potrebbe anche dire, ma perché stai qui a scrivere scempiaggini anziché metter su il tuo bel pigiamino coi pupazzetti e via in branda?
E io in tutta onestà non saprei che dire.
Quando si è grandi è difficile prendere tutte le decisioni. Specialmente le più facili.
Se sei piccola, ti portano in bagno, ti costringono a lavarti i denti e ti strofinano il musetto, poi ti asciugano, sei sei raffreddata ti fanno sniffare un po' di Vicks Vaporub (apripista, credo, per tutte le dipendenze a venire) e mentre fluttui in una nube di mentolo ti raccontano la fiaba dei tre cagnetti che volevano girare il mondo, e tu chiedi a gran voce un bis, con la voce già sonnacchiosa...non hai un singolo pensiero che occupi la tua mente. La tua vita è puro presente che danza.
Adesso invece sei grande, i giorni sono adulti, sono passato (bello) e futuro (boh), sono estranei che ti entrano in casa senza salutarti, mettono i piedi sul tavolino e ti chiedono che c'è per cena. Sembrano non ascoltarti mai e non conoscere né fiabe né risposte. Sanno fare solo domande, e nessuna ti piace.
Se ne fregano se dormi truccata e se ti svegli con gli occhi gonfi, per loro non sei niente, sei solo un riempitivo. I giorni adulti sono cattivi e indifferenti, più raramente ti portano fuori a cena o ti coccolano. Danno per scontato che tu te la sappia cavare. Ti vedono metter su le prime rughe e sorridono. Ti dicono, adesso sei vecchia come noi. Sono malevoli e vestiti bene.
Dei giorni bambini senti la mancanza quando ormai è troppo tardi.
Osteria, che piega malinconica!
Vicks Vaporub, mio loto, mio oblio, arrivo.

7 commenti:

Visir ha detto...

Questo tuo post "intimista" è uno dei più belli che hai scritto.
Bello non solo per la scorrevolezza con cui si legge, ma anche perchè vero nel tuo sentire e senza troppi fronzoli.
Tocchi (o rintocchi) un tema caro a qualunque essere umano intelligente, cioè il tempo;
Continuità scorrevole o salto come sostengono i fisici moderni, ma comunque un dato estremamente soggettivo.
Da bambini ogni giorno è una fiaba. Per noi, che pretenziosamente ci definiamo adulti solo perchè sappiamo riempire il frigorifero, è spesso un macigno che rotola velocissimo sulla nostra cervice.
E' normale che scrivi, anche se sei stanca, sei stanca, infatti, di fare cose noiose e utili.
La dimensione del gioco (come scrivere) è invece il vero piacere dell'uomo.
Il gioco è l'azione senza scopo di profitto, non è altro che fare e nel fare trovare il senso della propria azione. Finalmente sgravati dall'ansia di ottenere sempre qualche cosa.
Almeno così mi piace pensarla.

E' forse l'unico modo che abbiamo di essere di nuovo innocenti e sentirsi felici come quando da piccoli si andava a letto contenti.

Gillipixel ha detto...

Mi associo a Visir nel dire che stavolta ti sei veramente superata, Vale...e approfitto anche per dire che leggo sempre molto volentieri anche i commenti di Visir, che sono sempre molto puntuali, interessanti e piacevoli...
Vorrei fare un commento più degno, ma vado di fretta :-) spero prossimamente....

Salazar ha detto...

Vero. Non ci avevo mai pensato, ma è vero. Posso decidere (ho deciso) in tre secondi cose che rivoltano la mia vita come la proverbiale calza, ma sto venti minuti davanti all’espositore degli oli. A scegliere.
Che poi di tutti quei numeri e di quelle cose scritte dietro mica ci capisco molto, e faccio strane facce nel decifrare, e allora mi vergogno di stare lì impalato con ‘sta bottiglia in mano, ne prendo una a caso e me ne vado, deciso, come uno che l’olio d’oliva lo conosce bene. Anzi, benissimo.

Vanessa Valentine ha detto...

E' ben vero, Visir, che la dimensione del piacere è purtroppo circoscritta, nelle nostre vite. Il dovere tocca farlo, tedioso, eterno. E il divertimento si distilla goccia a goccia...Però ad esempio ora, mentre sto scrivendo, ballicchio con Mozart e lavo i piatti (donna naturalmente multitasking, come si dice oggidì), quindi cerco di divertirmi comunque, anche facendo cose da grandi. Io sono fortunata perché la bambina Vanessa è ben viva e desta e di solito mette su un casino della madonna quando non le fanno fare le cose che vuole. Adulta e seria da piccola, una cazzara totale da grande, ecco il senso della vita...
Se smetti di giocare, comunque, è finita.;)
Grazie per le tue parole gentili e vellutate, anche...:)))))))

Vanessa Valentine ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Vanessa Valentine ha detto...

Giusto, Gilli, i commenti di Visir mi fanno sempre piacere (e devo dire che, temendo le sue bacchettate sulle mie femminee dita a causa della mia congenita e frequente cialtronaggine, mi costringe a scrivere bene, io sarei mooooolto più sciatta di così:))))))))
Quando passi di qui, sei sempre un ospite graditissimo (e anche i tuoi commenti mi fanno montare la testa, perciò ocio, io al mio profilo basso ci tengo;)))

Vanessa Valentine ha detto...

Benvenuto, Salazar!
In effetti, scegliere le cose solo apparentemente senza importanza sembra più difficile (oltre che più comodo, comunque), se sei un tipo decisionista e senza rimpianti la vita è tutta in discesa. E invece c'è gente che si blocca su ogni cosa, ma così non si va avanti. Ci sono momenti in cui scegliamo comunque, anche se non sembra (a me piace lasciare spesso che sia il destino a scegliere per me, mi può dire bene come male, chi può dirlo, il destino è di poche parole, una specie di Clint Eastwood più sgarbato)...
Riguardo all'olio, e amando cucinare pure io, posso solo dirti che sceglierlo buono è indice di saggezza (basta non spendere tropo poco, si sa, e che non sia di un verde strano, chessò, fluorescente).
;)