domenica 13 dicembre 2009

La pigrizia uccide

Notizia ferale letta ieri su Repubblica.
La pigrizia uccide, in Italia, 28.ooo persone all'anno (un po' meno del mio popoloso comune d'origine, perla della fulgida Riviera del Brenta).
Che posso dire, mi sento in parte responsabile, decantando le virtù dell'otium sul negotium a tutti i costi, della paciosità dell'osservare quieti alla frenesia del fare tutto a tutte l'ore a tutti i costi.
E' vero che la pigrizia ti arrotonda i fianchi e ti ammorbidisce lo spirito ma è una deliziosa inclinazione personale, come ce ne sono tante. Di gente stra-attiva ne ho conosciuta tanta, e giammai si sarebbe arenata su di un sofà con la tisana alla melissa, i calzettoni di lana e un bel giallone sostanzioso. Queste cose o ti piacciono o ciccia, sarebbe come pretendere che io mi dedicassi al paracadutismo o al rafting, proprio fuori questione.
L'articolo, comunque, ricordava che spesso la sedentarietà è legata all'abuso di fumo, alcol e cibi grassi, un mix indigesto per chiunque, anche per quelli nati col sangue pulito e scorrevole come un torrente d'alta quota. E dai e dai che ci scappa la magagna.
Io continuo a portare avanti la mia idea di una pigrizia pacifica, ecologica, serena: piuttosto che girare in tondo come sconsiderati polli senza testa, meglio, a volte, stare un po' fermi, guardare e pensare, stare in silenzio con sé stessi, imparare a sopportarsi, anche. Smettere di fuggire da sé stessi fa approdare in porti calmi, sicuri, silenti.

13 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ovviamente mi schiero in assoluto accordo con la tua Tesi, Vale :-)
Parafrasando quel tale, mi viene da dire "la pigrizia logora chi non ce l'ha" :-)
Aggiungo poi che si tratta di uno strumento di alta complessità esistenziale e non fa per tutti: bisogna saperla maneggiare come si deve, ci vogliono alle spalle anni di teoria e pratica...non è che un efficentista qualsiasi mi si sveglia un mattino e dice: oggi voglio fare il pigro :-)
eh no, signori miei, sarebbe troppo facile :-)
E concludo ancora dicendo: il gatto è il nostro maestro di vita :-)

Galatea ha detto...

Sono assolutamente d'accordo. Unico esercizio fisico consentito, ogni tanto, un giro di shopping. Possibilmente assieme, che ci si diverte sempre. :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, non avevo il minimo dubbio di poter contare sul tuo appoggio...:)))))
E ovviamente anche la Magnifica sarebbe d'accordo con noi sull'elezione del gatto come supremo guru della pigritudine zen!
Un giorno saremo così tanti, noi pigri, che il mondo sarà di sicuro un posto migliore (quantomeno più tranquillo...) :))))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

E tu ben ce lo insegni, o Somma Galatea...grazie ancor per la tua splendidosa compagnia!;)

Salazar ha detto...

Wow!, è una rivelazione. Ringrazio sentitamente e da domani cambio vita perchè da sempre il lunedì è il giorno giusto: smetto di giocare a rollerball e do forfait al corso di astronauta a cavallo.

Visir ha detto...

In controcanto rimando invece al motto della mia nonna: "Se non hai nulla da fare è perché non ti stai guardando bene attorno".

Solo la stanchezza ci può regalare il riposo, altrimenti rimane in sottofondo quel leggero tremore che non è queite perfetta.
Non parlo della stanchezza della mente, perché quella è eccitazione, parlo di quella sacrosanta del corpo.
La quiete dopo la tempesta.
Essere totali non è facile.

Spesso si vedono persone che si agitano quando dovrebbero essere calme e viceversa in una commistione di sentimenti che non è mai genuinamente sana.

Un mio caro amico, avventuriero e forse un po'folle, mi raccontò una volta di essere stato ospite di due suoi amici nel Borneo, erano della tribù dei famosi tagliatori di teste, i daiachi.
Una sera in loro compagnia scoppio una rissa nel bar. Intervenirono senza esitazione con dei minuscoli coltelli che portavano sempre con loro e uccisero due stranieri che avevano sparato ad un indigeno.
Azione ampiamente giustificata nel loro contesto sociale.
Giunti a casa presero in braccio i loro figli che facevano i capricci e li cullarono dolcemente finchè non si addormentarono.
Nessuna traccia di tensione era rimasta in loro, magnifici nel loro modo primitivo e semplice di essere guerrieri e padri amorevoli: vita o morte.

C'è da imparare da persone così, ma certo non sappiamo nè vogliamo e soprattutto sappiamo imitare un mondo che è talmente vero da non appartenerci più.

Vanessa Valentine ha detto...

:))))) Salazar, perché abbandonare abitudini così sane???

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, il tuo amico ospite dei Daiachi ha due attributi come comodini, lasciamelo dire (io penso che a cena con i tagliatori di teste, benché genitorialmente teneri e affidabili uno stia seduto un po' in pizzo alla sedia, e si innervosisca se qualcuno gli si mette alle spalle per mettergli la roba nel piatto - e comunque hai un giro di amici favoloso.
Tu sei un rutilante guerriero, se mi permetti l'ardire di dirlo, forse meno amante di altri di pigrizie, mollezze e divaneschi piaceri (niente di equivoco, intendo plaidino di pile e tisana alla melissa, più eventuale gatto ronfante e filmetto pacioso a volume basso). Stima incondizionata alla tua gagliarda nonna:)))))
L'importante è che di tanto in tanto anche tu possa buttarti su di un divano e dire, ah! come si sta bene, qui!
Giuro, è una rivelazione...:)))))))

il mio nome è mai più ha detto...

Ricapito qui dopo un po' di tempo.
Io sono accidiosa: di tanto in tanto sono colta da attacchi improvvisi di iperattività che mi fanno girare come una trottola.
Se ai miei tempi ci fosse stato il Ritalin forse oggi riuscirei a godermi la mia pigrizia senza sensi di colpa, chè tanto la vita è una sola e sprecarla è da imbecilli.
Ciao.

Visir ha detto...

Per citare ancora mia nonna (che resterà sempre il mio grande guru) a proposito delle amicizie et similari: "Chi si somiglia si piglia". E con questo già non ci sarebbe altro da aggiungere.

In merito a quello squinternato del mio amico (Nicola) non ho mai capito se le sue storie furono reali o colorate dalla sua personalissima visione del mondo.

Spesso ci capitava, sul far del giorno, che ammorbiditi dall'alcol e con ancora le risate della festa appena passata nelle orecchie ci raccontavamo le nostre avventure. Scrivevamo entrambi l’uno sull’altro una sorta di diario vivente ed esorcizzare il tempo che stinge ogni ricordo.

Vi sono alcune sue avventure al limite dell'incredibile. Come quando attraversando il triangolo delle Bermuda rimase colpito da un’emiparesi e fu curato da uno sciamano a forza di sputi e fango.
Una volta mi raccontò che si era innamorato di una splendida inglese che era l'amante di un boss del triade cinese in Thailandia.
Indelebile resta nella mia memoria l'ingresso di questo "padrino" con gli occhi a mandorla nel bar dove lui consumava usualmente le sue serate mondane per decidere della sua vita o della sua morte. Una scena cui servirebbe lo spazio di un almeno una buona mezz'ora di lettura.

Nicola ha vissuto in tutto il mondo, non lavorando quasi mai. Dava del tu al Dalai Lama, ma non poteva tornare a Napoli per certi debiti che lo inseguivano come segugi.
Tra i suoi incontri al limite del sovrumano vi fu una volta un personaggio, il suo nome era "Chato".
Un essere attorniato da una moltitudine di donne di cui era l'amante e certamente il protettore. Viveva in un’isola dell'arcipelago indonesiano in cui scorazzava con un’harley davindson presa chissà dove.
Fu suo ospite per qualche mese.

Capitava spesso così che, nelle loro notti insonni, si godessero dopo divertimenti inenarrabili l'alba di un giorno nuovo davanti alla risacca.
Una volta il mio amico chiese a Chato che cosa stava mai facendo, fermo e silente mentre guardava l'orizzonte mosso dalle onde.
"Parlo con il mare", gli aveva allora risposto.
Nicola mi assicurò che da come lo disse pareva proprio che fosse vero.

Vanessa Valentine ha detto...

Ciao, enne, è un piacere rivederti!
Accolgo sempre a braccia aperte gli accidiosi che approdano su questi lidi, con un aloha e una bella ghirlandona di fiori al collo :)))
Pure io soffro di attacchi di iperattività, in genere legati a momenti d'ira in cui è meglio mettersi a passare l'aspirapolvere piuttosto che uccidere qualcuno...;)))
però durano poco, per fortuna.Poi mi stravacco di nuovo sul divano, sbollita la frenesia. E in più ci ho pure la casa pulita...;)))))

Vanessa Valentine ha detto...

Beh, Visir, se il tuo amico Nicola ha girato il mondo ha visto anche di sicuro gente strana ( io, poi, sono il genere di persona alla quale potesti raccontare di aver lasciato l'astronave in seconda fila, e ti crederei).
Il pappone filosofo in riva al mare si meriterebbe un romanzo solo lui.
Anche a me piacerebbe dare del tu al Dalai Lama...sono seria.
Ribadisco: hai un giro di amici fa-vo-lo-so.:)))))))

Visir ha detto...

Parli così perchè non li inviti a cena, questi avventurieri mangiano come lupi del Caucaso. :)))