lunedì 15 febbraio 2010

E poi dicono che quelli con i capelli bianchi bisogna starli a sentire

Eh, sì, ci sono persone che se vedono sul giornale la foto di un gatto bastonato da un maledetto bastardo (il quale, se le mie maledizioni vanno tutte a buon fine, in serata dovrebbe essere solo un mucchietto di cenere, attorniato da parenti stupiti, atterriti e ammutoliti) si mettono a piangere pensando a quanto carogna possa essere l'umanità al suo peggio, e rimpiangendo di non essere il Padreterno in uno dei suoi momenti iracondi, tanto per fare un po' di chiaro, come si dice in Veneto.
E ci sono persone che in televisione si mettono a raccontare della guerra, quando toccava mangiare i gatti perché c'era poco da mettere sotto i denti (qua vicino abbiamo Vicenza, ragazzi, loro lo sanno cosa vuol dire sentirsi chiamare "magnagati" fin dalla notte dei tempi...).
Non è il genere di argomento che solleverei se venisse il fidanzato della figlia a prendere il tè, tanto per capirsi. Sono cose che, se successe, uno è pregato di tenersele per sé.
E invece il Beppe Bigazzi, la buona forchetta de "La prova del cuoco", trasmissione anche carina, distensiva, mangereccia e perciò piacevole ha provocato il classico saccassan tirando fuori la ricetta per cucinare il gatto. Ebbene sì, proprio il miciotto coi baffi e gli occhi verdi che quel ragazzaccio di Baudelaire venerava, che quella birichina di Colette adorava, e via cantando le lodi di uno degli animali più belli del mondo (il più bello, per me). Sinceramente, non ho avuto il coraggio di andarmela a leggere o di sentirla, questa ricettina dell'ostrega, perché il furore mi avrebbe accecato, temo.
Ordunque, è lodevole che il nonnino sia stato sospeso dalla trasmissione perché gli animalisti, a ragione, si sono incazzati. Ma come, fai campagne e spendi i milioni per dire alla gente di non maltrattare gli animali d'affezione, e 'sto qua salta su e ti dice come marinare il micio per farlo diventare più tenero? Ma dai, che ti dice il cervello? Ma perché non lo tieni acceso, Beppe?
Che poi, non so se la cosa ti è sfuggita, ma noi non mangiamo la carne dei carnivori proprio perché è pericoloso, potrebbero ospitare batteri o parassiti che saltabeccano da un animale all'altro, per poi passarli a noi. Se da che mondo è mondo la gente mangia gli erbivori, (la mucca pazza transit inutilmente, a quanto pare) ci sarà un motivo, ti pare? Già non mi stanno simpaticissimi i cinesi perché mangiano tutto a parte le persone ( e poi perché trattano male i tibetani, anche, ma è un altro discorso), e quindi l'ultima cosa che voglio sentire è la tua balenga ricetta per la fricassea di Felix.
Uno che in tempo di guerra è stato costretto a fare cose indicibili, ripeto, se non strettamente legate ad atti di eroismo o a favore della patria, è pregato di custodirle nei meandri della sua anima. A nessuno preme essere turbato o disgustato, e sapere che non te ne penti, Beppe, rafforza solo il nostro desiderio di vedere che tipo di spezzatino potrebbe saltare fuori con te come ingrediente principale. Del genere, "lo spezzatino di nonno Beppe": per 16 persone. Prendere una caterva di carote, sedano, cipolle e preparare un soffrittino da leccarsi i baffi. Marinare il nonno Beppe per una settimana in acqua e aceto (l'età, sapete, è fibroso), aggiungere le patate, raccontare che c'è la crisi, che bisogna riscoprire le carni alternative, che non è colpa vostra, ma che siete vittime delle circostanze. Non pentirsi, aggiungere sale, pepe e olio d'oliva q.b.
Io metterei anche un sospetto di maggiorana.
Ora sì che è perfetto.
Ma va' a ciapà i ratt, Beppe, va'. Fatti la ricetta con quelli.:(

23 commenti:

Jenny ha detto...

Auguramogli un aldilà, sicuro e duraturo, in cui un Ugolino sotto le forme di felix lo divora fino a consumare, riprodurre e consumare ancora la brodaglia cerebrale contenuta nella sua carcassa.
la Magnifica non si trattiene e ci dà sotto conto su di te V.V. per fondare il club-anti-str...Jenny

Gillipixel ha detto...

Grande Vale e grande Magnifica :-)
Quando ci vuole ci vuole...un po' lo sapete già, anche per me il gatto è l'animale più bello del mondo, e sentire un Beppe 'Sticazzi qualunque che si mette a sfornare simili perle mi ha fatto proprio schifo...
Vale, vista la tua delicatezza narrativa non ti sei concessa di andare oltre, e allora mi prendo io la parte di lavoro sporco :-) e dico: oltre che a ciapà i ràt, mi permetto di aggiungere che quel rintronato di Beppe 'Sticazzi se la deve andare anche a "ciapà in d'al cül" :-)

Visir ha detto...

E' curioso come in questo mondo annoiato si cerca sempre l'estrosità per sollecitare una coscienza, un sapore ormai sopito.
Spesso con ricette di cattivo gusto.

Mi pare ancora più strano che questo chef abbia avuto il placet della produzione, del regista e della commissione esaminatrice che approva il palinsesto della puntata.
Non è tanto grave che un vecchietto rincoglionito faccia una cazzata, ma è certo indicativo di un’ottusità diffusa che un sacco di gente ci va dietro.
Poi, che paghi il povero sclerotico mi sembra riduttivo rispetto alla catena delle responsabilità.

Il criterio di giustizia delle persone è per me un mistero. Spesso è un’incognita che si abbatte sul soggetto più evidente senza mai voler andare oltre la superficie.
Si condanna l'esecutore (quando va bene), quasi mai il mandante e ancora meno i fiancheggiatori. Questi ultimi correi con il loro silenzio che apre la strada altrimenti impossibile da percorrere per l'autore dell'azione riprovevole.

Si tace dunque sui molti che tacciono.

Chiamandoci fuori da un senso di responsabilità più alto e più personale che invece ci vede tutti sempre responsabili di ciò che accade in un modo o nell'altro.

La vita non ammette ignoranza, mi verrebbe da parafrasare il noto detto leguleio, ma non vorrei essere troppo manicheo.
Ecco perchè non credo che una persona in cuor suo possa giudicare un altro, ma mi rendo conto anche che questa società abbisogna di regole, di limiti e di perimetri per trovare soluzioni.

Ignorando o volendo ignorare che ogni soluzione è sempre una trappola.

Vanessa Valentine ha detto...

Magnifica e crudelmente dantesca donna, nonno Beppe secondo me tremola dalla testa ai piedi. Non sa che s'è tirato addosso, l'ignaro.
Penso solo che i gatti, da creature superiori, lo snobbino leccandosi la zampetta con fare aristocratico - povero vecchio, bisogna avere pietà...
Il club mi ispira, fondiamolo!

Vanessa Valentine ha detto...

Ecco, hai visto che hai fatto anche, semo de un nonno Beppe? Hai fatto imbufalire anche Gilli, un ragazzo notoriamente educato, mite e rispettoso...:)))))
La variazione sul cognome è deliziosa :))))))))) e molto pertinente!
Speriamo che lo mandino a fare tot ore di volontariato in un gattile, ma teniamolo d'occhio, questo nonnetto dall'appetito insaziabile è capace di mangiarsi anche i volontari...:((((
Tocca a noi gattofili pareggiare i conti con tutti quelli che trattano male i mici..non so te, Gilli, ma a me prudono le mani e quasi quasi rispolvero la katana...

Vanessa Valentine ha detto...

Mi sono guardata il filmato su Youtube, Visir, e la ragazzetta che gli stava vicino non sapeva che pesci pigliare (tanto per restare in tema gastronomico). E' chiaro che il nonno in questione è un citrullo che potrebbe starsene in panciolle a casa e lasciare in tv qualcun altro, magari più simpatico e/o sveglio, penso se ne trovino. Questo qui campa su 4-5 pensioni piuttosto sontuose e a 73 anni che cavolo vuoi che gli serva quel botto di soldi che guadagna?Avrei apprezzato che lei lo zittisse, tipo ma che c....stai dicendo, ti stai ascoltando? Probabilmente è chiedere troppo. (Ti viene il sospetto che in trasmissione ce l'abbia infilato un amico, co' sti chiari di luna...)
Questo paese poi ha una triste storia di pesci grandi e pesci piccoli (oddio, un po' tutto il mondo forse, ma mi preme l'Italia, ovviamente di più) e temo che si possa protestare ma le soluzioni sono lunghette da aspettare. però arrivano, oh, se arrivano.
E non sono del tutto d'accordo con te, abbiamo il diritto di giudicare una persona se ha detto o fatto una cosa che ci ha ferito o fatto star male; non sono io che son fatta male se sono sensibile, la magagna è sua, se è un bastardo senza cuore. Ogni parola pesa tantissimo e va meditata, sempre.
La cosa positiva è che tanti non sono stati zitti, quindi la gente per fortuna spesso è migliore e assai meno tonta del previsto.
Al solito tocca tirare in ballo uno dei tuoi amici santoni: "prima di parlare, taci". :))))
Ma tu credi che Beppe stia a sentirci, Visir?
Naaaaa. Lui è troppo sveglio e saggio....

Salazar ha detto...

Embeh? Io, a volte, metterei Bianca nel forno con estreme soddisfazione: 300 gradi, ventilazione al massimo.
Bianca è un metro cubo di pelo spacciato per gatto persiano, e si chiama Bianca perché è bianca, tutta bianca.
La metterei nel forno quando piazza il ‘suo’ augusto deretano sul ‘mio’ cuscino, e piazza il ‘suo’ muso a tre centimetri dal ‘mio’ muso. E ronfa. E mi sveglia perché quasta cosa la fa sempre in ore pre-alba.
Allora io apro il ‘mio’ occhio stanco e vedo ‘sta paurosa roba gialla con pupilla bislunga a distanza ravvicinatissima e invece di gridare “aiuto!!, sono arrivati i Visitors!!” mi limito a sospirare un “cazzo vuoi Bianca?”.
Perché mica è affetto, macché, qualcosa la vuole sempre.

Spiegati i miei rapporti con i gatti, dico: embeh, il tipo ha solo riportato una ricetta, mica ha obbligato nessuno a mangiare gatti in diretta tivvù, mica i telespettatori sono obbligati ad usarla, quella ricetta: cos’è, il famoso processo alle intenzioni?, apologia di gatticidio?, noi mammiferi umani gli altri animali li mangiamo, mangiamo bambi e mangiamo i coniglietti bianchi e carini, e mangiamo anche gli agnellini con i campanellini: finora non credo che nessuno sia mai stato arrestato per ave letto pubblicamente la ricetta dell’abbacchio. E allora perché con i gatti non si può e con i coniglietti si: esistono animali di serie A e animali di serie B? Va bene amare gli animali e amare i gatti in particolare, e va bene indignarsi quando qualcosa di malvagio viene fatto ai suddetti. Qualcosa di fisico, non qualcosa di teorico come in questo caso nel quale l’estremismo della reazione mi sembra diabolico.
Eppoi Bigazzi, da quel che mi ricordo della tivvù italiana che non vedo dal millennio scorso, mi sembrava uno (uno dei pochi) abbastanza preparato nel suo campo, che poi con l’età gli si sia rivoltato qualche neurone e abbia fatto qualcosa di non politicamente corretto per qualcuno va bene, ma licenziarlo mi sembra una reazione spropositata anche per un non-vicentino.
Ultimamente vi vedo tutti abbastanza nervosetti e per niente tolleranti lì in Italia: rilassative, andate in spiaggia a vedere il tramonto, a contare le nuvole, a bervi un cocco gelato appena forato.

Gillipixel ha detto...

@->Vale: la katana sarebbe perfetta, ma visto il tema e i riferimenti a periodi storici di austerità e miseria, andrebbe benissimo anche la vecchia falce del nonno :-D

Gillipixel ha detto...

@->Salazar: per me il vecchio Bigazzi può starsene al suo posto, niente licenziamento, la cosa non mi tocca nemmeno...credo però solo che se licenziamento sarà, questo avverrà non tanto per intolleranza, ma per motivi ben più subdoli e miserandi...ossia perchè la sua immagine in tv è ormai abbastanza "bruciata" e farebbe calare l'audience in futuro...come vedi, altro che intolleranza in Italia...magari fosse quella...siamo messi ben peggio :-)

Visir ha detto...

Penso che sia nelle nostre possibilità reagire, difenderci, magari punire per un torto (presunto o reale che sia) subito.
Giudicare no, poiché il giudizio è sempre una spada a doppio taglio, mentre colpisce l'oggetto del nostro giudicare taglia anche noi.

Se avrai modo di osservarti, quando sorge dentro di te il giudizio non potrai che convenire con me su questa constatazione.

Giudicare crea sempre una frattura, in primis in noi stessi.
Non mi interessa convincere nessuno, ma è un dato di fatto, come la gravità, la notte dopo il giorno, la pioggia che segue il sereno.
Siamo comunque chiamati dall'Esistenza a schierarci, a prendere posizione, a dire qualche cosa.
E' un paradosso che va riconciliato con una saggezza che non è facile realizzare, lo riconosco, ma non c'è altro da fare.
Non credo che abbia senso altro nella vita se non questo.

Penso anche, ma sono solo mie opinioni, che noi non possiamo giudicare perchè non possiamo conoscere se non in forma parziale, soggettiva, spesso non libera dai pregiudizi.

Così come non possiamo "fare" veramente per lo stesso motivo, non siamo liberi di esercitare una volontà scevra da noi stessi cioè dai condizionamenti cui diamo l'aspetto di un simulacro egoico.

Concludo questa dissertazione forse noiosa con un aneddoto.


Un giorno un mio amico parlava proposito della sua produzione artistica con un mio conoscente di Istambul e questi gli disse:
Sai perchè è vietato nell'Islam rappresentare le immagini degli esseri viventi?
Perché, mi disse, nel Giorno (del Giudizio), vi sarà richiesto di dare un'anima alle vostre.
immagini.
E voi non potrete farlo. Soltanto Dio ha il potere di creare.

Solo Lui (o qualunque nome o pensiero tu dia alla vita) può creare, giudicare e conoscere il fine di ogni cosa.
Ma questa è, naturalmente, un'altra storia...

Gillipixel ha detto...

@->Visir: bellissime parole, Visir...l'atto del giudicare implica sempre lo scadimento in una condizione di debolezza (anche se l'apparenza indicherebbe ingannevolmente il contrario...)
In qualche modo dobbiamo trovare un orientamento nella vita, quindi non è possibile astenersi in assoluto dai giudizi, "sporcandosi l'anima" con la realtà...ma è sempre importante essere consapevoli della parzialità e della fragilità del nostro osservare il mondo, è importante essere sempre pronti alla rettifica e all'integrazione della conoscenza, che non può mai essere considerata un dato acquisito, ma sempre un percorso in itinere...
"Non guardare la pagliuzza nell'occhio del tuo amico, ma la trave che hai nel tuo" diceva una volta un Tale :-) e diceva bene, per quanto mi riguarda cerco sempre di stare attento alle mie travi :-)
Alla fine della fiera, dunque, riguardo a Bigazzi, la questione non è tanto esprimere giudizi su di lui...è semplicemtne dire che quell'infelice uscita se la poteva risparmiare, tutto qui...poi le altre cose che si dicono, sono un po' iperboli ironiche, ma è sottinteso che nessuno vorrebbe scatenare una crociata contro un innocuo gastronomo :-)

Visir ha detto...

Giusto per amore di chiacchiera aggiungo che l'Inferno dell'uomo è dentro di lui, quando con arroganza si appropria di un diritto (il giudizio) che non merita.
Sono solo mie personalissime opinioni ma penso altresì che
non siamo noi i padroni di questo mondo. Siamo ospiti ed è buona educazione comportarci come tali. Il corpo tornerà alla terra, l'anima (se esiste) dovrà essere prima conquistata per essere reclamata come nostra davanti ai nostri antenati che ci attendono sulla soglia dell'Indifferenziato, ma dobbiamo meritarci il diritto di oltrepassarla, con Onore.

Parole che appaino anacronistiche in questo presente e che pronuncio sottovoce.
Nel cosidetto uomo primitivo questa separazione tra Ego e Vita era meno evidente.
Le culture animiste, nella loro apparente semplicità, propongono un essere umano in una condizione paritaria rispetto alle piante, agli animali, al Tutto.
Questi uomini vivevano (ed uso il passato perché ormai non credo che ne esistano quasi più) in un rapporto simbiotico con la Natura.
Fluivano nel grande "Manà", "cantavano" la realtà che si creava grazie a questo innanzi a loro.
Essi, non vivevano così l'angoscia della separazione dal mondo che ci porta per mano a fare tante stupidate.

Per quanti soldi, sesso, beni uno possa credere di possedere non possono riempire il Vuoto sotteso in questa cesura.

Almeno io la penso così.
Magari appaiono parole deliranti, ma forse solo perchè abbiamo smarrito la ragione.
Mi rendo conto che si è persa, forse per sempre, la capacità di percezione di realtà più ampie. L'eco però di questo canto antichissimo risuona ancora dentro di noi, sommerso nella cacofonia di domande senza senso.
Non è sufficiente coglierne il senso all'ultimo momento.
Tutti di fronte al baratro cambiano, ma potrebbe non bastare il tempo.
Personalmente cerco di affrettarmi, ma lentamente. :)))

Vanessa Valentine ha detto...

Suvvia, Salazar, sei un gattofilo come noi, ammettilo;)))))...sennò perché terresti una gatta con te, permettendole di spadroneggiare sul tuo destino? Chi ama i gatti sa che apparteniamo al loro territorio e loro ci fanno il privilegio di tenerci attorno, mettendoci l'odore addosso e in definitiva possedendoci. Io personalmente adoro anche i cani, quindi non sono manichea nel senso di "persona che ama il gatto e basta". Sono semplicemente innamorata di loro da sempre, perché sono bellissimi e affettuosi, e molto, come ben saprai. Ma tutti gli animali lo sono, e sfamarli e tenerli al caldo mi sembra un prezzo piccolo considerato con quanto ci ripagano. Certo, non possono sostituirsi alle persone (temo che se lo facessero, ci accorgeremmo dell'enorme miglioramento, e diventeremmo tutti dei gran solitari...):)))))
Dubito che metteresti nel forno Bianca...
Poi, che ci si cibi di animali molto carini (coniglietti, anatroccoli, puledrini) è indubbio,posso solo parlare a titolo personale e, pur avendo tentato, non sono riuscita a diventare vegetariana - però mangio "solo" pollo, maiale, manzo (pochetto) e i pesci, ai quali francamente non so rinunciare. Certo, se dovessi spezzare il collo direttamente al pollo o mazzettare sulla fronte il manzo temo fallirei (i ragni li salvo, con gli insettoni più grossi me ne vado io), quindi si può ben capire che sono la tipica carnivora "vigliacca"...ammetto la mia fallibilità. E' anche vero che Madre Natura non è vegetariana e le proteine piacciono a tutti e fanno comodo se vuoi continuare a stare in piedi.
L'uscita di Nonno Beppe non è stata felice, ribadisco. Dobbiamo pensare molto di più alla sensibilità degli altri che alla nostra, credo. Il gatto è l'animale più diffuso nelle case italiane, bastava pensarci un attimo. Poi se un vecchiotto vuole fare il ganzo raccontando che in giro ha mangiato coccodrillo o serpente, si accomodi. Immagino che quando i neuroni cominciano a morire, essere interessanti diventi sempre più difficile...:))))
E sapessi quanto ci piacerebbe stare rilassati, qua in Italia...:))) ma non sono gran bei tempi, credimi. Le spiagge ci sono, ma stare sereni è un'impresa, con il cocco o senza.
Certe volte viene da pensare, beati quelli che sono migrati verso lidi più lussureggianti!:)))))
Una grattatina dietro alle orecchie a Bianca.Miao!

Vanessa Valentine ha detto...

E se usassimo il falcetto del buon druido Panoramix, Gilli? :)))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Insomma, Visir, tu vuoi un mondo dove nessuno giudica mai nessuno..! E perché mai dovremmo vivere così? Io non ho paura di giudicarmi e di essere giudicata, non ho problemi a farmi guardare e smontare e rimettere insieme, se qualcuno vuole farlo. So quello che sono, magari non ne sarò sempre fiera, ma cercherò di smussare gli spigoli, se ci riuscirò e se la cosa farà piacere a qualcuno. Tutti definiamo noi stessi giudicando gli altri, cercando di capire i confini, vedendo fin dove si può arrivare a comprendere ciò che uno è. Capisco che sospendere il giudizio sia un atteggiamento orientale sensato...sapessi quante volte cerco di vuotare la mente e penso di essere la superficie di un lago che il vento può solo increspare appena appena...però certe volte ci sono mulinelli, e correnti, ed ho un gran bel daffare a tenere le acque calme, oh, sapessi se ci provo!:)))) Giudicare mi smuove e mi agita, e allora?Non sarebbe male distaccarsi da tutto, ma così facendo patiamo anche meno e viviamo di meno...
Penso che se Dio, o l'Energia là sopra (comunque si preferisca chiamarla) non avesse voluto che noi ci si spacchi il cranietto in quattro su queste cose non ci avrebbe dato la scintillina divina che c'è in tutti noi, chi più chi meno. Liberi di giudicare, di decidere, di aiutare e di fare il bene. La scelta di non nutrirsi di animali del tutto è ovviamente la cosa che avvicina di più una persona al Divino - non uccidere, non nuocere. Probabilmente difficile da attuare come il non giudicare, in effetti...
Invece penso che a Dio piaccia e molto che noi si crei immagini, penso che ci voglia fantasiosi. Metto sempre in dubbio le religioni e i loro precetti. Non è ben chiaro chi ha messo il copyright per primo, quindi preferisco vedere le cose dalla mia prospettiva...:))))Sono secoli che gli uomini dicono che Dio ha detto questo e quest'altro e Lui, che è un galantuomo, non ha mai smentito...;)))))))
Quindi...

Vanessa Valentine ha detto...

Come puoi notare, Visir, sono una pagana osservante...:)))))
E come i primitivi, mi piace trovare il Divino nel cielo e nella terra, nelle pietre e nell'acqua.;)

Gillipixel ha detto...

@->Vale e Visir: anche se in apparente contraddizione, ho trovato stupende tutte le cose che avete scritto sul giudicare, il mangiare carne e altri massimi e minimi sistemi :-)
Sono belle anche le parti in contraddizione, perchè la vita stessa è una continua contraddizione...e poi, Vale, vada per il falcetto di Panoramix :-)

Visir ha detto...

Dolce Vivì, tu sfiori temi che andrebbero toccati probabilmente in una discurssione più ampia, magari davanti ad una bottiglia di buon rosso. Avendo però a disposizione il tempo di parlare e soprattutto di ascoltare le parole ed i silenzi.
Non è forse la sede giusta e non è certo una questione di torto o ragione.
Semplicemente è una realtà che integra un'altra, magari appaiono contradditorie, ma solo perchè la nostra mente fatica non poco a vivere situazioni paradossali, come spesso lo è la vita.
Per chiarire e non volendo lasciare dietro di me fraintendimenti ti dico solo che sono cose ben diverse: giudicare e prendere posizione.
Come già scritto siamo necessariamente chiamati dall'esistenza a dire qualche cosa e conseguentemente agire.
Quello di cui io parlo non è affatto una posizione "orientale" ne "buonista" della serie: Nessuno mi può giudicar...come cantava Caterina Caselli.
Se abbiamo voglia di comprendere un discorso bisogna fare per forza un piccolo salto nell'altro, altrimenti facciamo solo prendere aria ai denti.

In definitiva è l'assolutismo delle idee e delle prospettive personali che trovo un impedimento all'avvicinarsi al reale.
Non è però un atteggiamento rinunciatario nei confronti del mondo, anzi...E'una sfida, la sfida di conciliare un paradosso.
Per esempio nella lotta, nel confronto forse anche nel conflitto l'essere umano comprende l'insensatezza di questo comportamento. Proiettiamo in nostri disagi sull'altro e alla fine odiando, odiamo solo noi stessi.
Siamo così stupidi che impariamo solo con gli errori.

Il giudizio su se stessi (di cui parli) è necessario, ma parimenti inutile e forse senza senso.
Oggi le circostanze ti hanno sorriso e ti senti un grande uomo, domani il mondo è contro di te e ti senti un fallito.
Quale genere di Uomo può chiamarsi tale se vive in balia delle conferme?
Quale forza, quale dignità, quali punti fermi ha raggiunto una persona così?
E non assomigliamo forse a questo piccolo uomo? Tutti fragili di fronte alla vita?
Cosa vuoi mai giudicare se basta che non trovi parcheggio per l'automobile per perdere il buon umore?
Vedi intorno a te come tutti si vada in giro con la mano tesa in cerca di amore e dell'applauso che ci fa sentire importanti; Quale Dio può ascoltare una preghiera di un essere tanto insicuro eppure così arrogante da giudicare il suo simile e il mondo?

Quanto lontano siamo da quel semplice: "Ah si?",
che apprezzavi tanto solo qualche post fa...ed ora sembri aver già dimenticato.
:)))))

Gillipixel ha detto...

@->Visir: Caro Visir, se ti candidi al governo ti voto senza un millisecondo di dubbio :-D
A parte gli scherzi, veramente notevoli le cose che hai detto...sono rimasto incantato nel leggerle...grande!!!

(...e scusate l'intrusione fuori tema :-)

Visir ha detto...

Caro GP, Lei è un entusiasta naturale ed è una bellissima qualità quando è accompagnata da una sana capacità critica.

Per eventuali candidature ero disponibile ad occupare il posto vacante in Italia di Re. Poi qualche anno fa sono tornati i Savoia e ho perso interesse a questa carica.
Anche come Papa direi che non sarebbe male (anche se si lavora la domenica mattina ed a me in quel giorno piace riposare in Santa pace), ma lo scoglo principale sarebbe la castità che non è fra le mie virtù.

Non mi resta che essere me stesso, nel bene e nel male (sigh!)
;))))

Gillipixel ha detto...

@->Visir: ahahahhaha :-) rimarrebbe vacante un posto da Imperatore, c'hai mai fatto un pensierino? Tra l'altro, a meno di leggi ad personam di recente promulgazione, mi pare che lo jus primae noctis non sia mai stato abolito...ecco un altro vantaggio per perseguire la carica :-)
Ossequi: è sempre un piacere leggerti :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, la tua dialettica è sopraffina e temo che con te io uscirò sempre battuta (purtroppo la logica mi difetta totalmente, me lo fanno notare in continuazione, per fortuna procedo a salti con l'intuito, faccio la carina, sorrido e in genere mi salvo le retrovie in questo modo...)
Credimi, davanti ad un gotto di buon rosso i miei ragionamenti diventerebbero ancor più nebulosi.:)
E vada allora per la presa di posizione, viscerale ed intuitiva. Mi arrabbio con chi tratta male le cosette tenere e indifese, meglio se con baffetti e grandi occhi. Mi incazzo a morte con chi tratta male i bambini, le donne, i gay, i disabili, anche se l'idea era solo di fare una battuta. Le parole hanno un potere molto grande e noi blogger lo sappiamo, il confine è sottile sottile.
Se trovi l'auto-giudicarsi discutibile perché soggetto a troppe variabili, ohimè, questo mondo non ti sconfinfera e non ti sconfinfererà mai. Auto- giudicarsi e prendere posizione su sé stessi è un ottimo esercizio, valido da ovest ad est, direi da inserire tra lo yoga e il tai chi. Guardati, cosa pensi vedrai? Se fatto con modestia, penso che anche il Padreterno lo apprezzerà...;)
E credimi, non ho dimenticato il famoso "ah, sì?", anzi, quell'atteggiamento è alla base del mio vivere serena, e distaccata, quando a coinvolgermi sono avvenimenti che riguardano la mia inutile persona, vista nell'ottica dell'universo.
L'ah sì? va però a farsi benedire quando certe cose fanno pizzicare il naso della mia anima, quando mi prudono le mani, quando giudico qualcosa negativamente perché mi indispone. Mi dispiace, non ci posso fare niente. E' il mio istinto da animale mordace e ringhiante.
Non ho mai detto di essere del tutto umana...:)))))

Visir ha detto...

Bella lì ViVì, vai "bionda" guerriera! :)))