lunedì 26 aprile 2010

Che bello cenare in compagnia

Che dire della splendida cena di sabato sera organizzata dalla radiosa e somma Galatea? Direi che poco ho da aggiungere, lei è stata una piacevolissima anfitriona, la compagnia era rilassata e divertente/divertita (mix paradisiaco e ineguagliabile), sono stata davvero felice di conoscere di persona la dolce Arianna (la quale ha dimostrato la pazienza di Giobbe, restando ad ascoltare per l'intera serata i miei sproloqui...;) ) mentre contemplavamo tutti la vertiginosa scollatura che sfoggiava Galatea (notti agitate per i commensali maschi, temo).
Il locale si è rivelato una gran bella sorpresa e ci ritorneremo, bella atmosfera, molto parigina e decadente...
I blogger sono tipi pieni di risorse, gente con la quale vien facile ciacolare di tutto, e il tempo è passato davvero in fretta.
Ben fatto Galatea! Disgraziatamente, noi accidiosi latitiamo un po' sul versante organizzativo...ma a mangiare e a fare casino siamo bravissimi...;)

17 commenti:

Visir ha detto...

Della scollatura, ahimè, ne dovrà fare a meno la memoria di noialtri commentatori.
Sono però con voi in spirito, perchè le belle serate rendono bella la vita.

Galatea ha detto...

@vizir: Oddio, Vizir, se vuoi qui http://www.flickr.com/photos/galateaeilsuomondo/4550332694/ trovi le foto... ;-)

Galatea ha detto...

Grazie, cara, mi fai sempre sembrare meglio di quello che sono, eh.
(Peraltro, solo tu puoi pensare che io sia un genio dell'organizzazione!)

Arianna ha detto...

Anche per me è stato un piacere conoscerti!!!
E poi mi sono piaciuti troppo i tuoi sproloqui...:)))

Vanessa Valentine ha detto...

Sacrosante parole, Visir...
però, in effetti, la scollatura di Galatea era davvero notevole ;))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Va là, Galatea, sempre modesta...;))))
il vestito che avevi era bellissimo e ti stava d'incanto...corteggiatissima!:)

Vanessa Valentine ha detto...

Ah, ah, Arianna, sei proprio un tesoro! Ma se ti ho ammorbato la vita con una marea di baggianate!:)))
Ribadisco: hai la pazienza di una santa...;)

Gillipixel ha detto...

Galatea è proprio una bella ragazza :-)

Visir ha detto...

Della bella istantanea che ritrae due Veneri non posso che rimanere incantato.
Il mio innato spirito deduttivo rileva che la dama con i capelli corti è certamente Galatea, mentre la pulzella che sorride dietro un paio di occhiali (trandy) sia, con buona probabilità, la nostra Vivì.

Se mai avesse senso per me dispiacersi delle occasioni mancate questa cena sarebbe a buon diritto una di queste.

E' mio costume essere un uomo riservatissimo e se mai, un giorno, dovessi giungere nelle contrade salmastre della Serenissima non potreste riconoscermi se non per il piccolo manipolo di suonatori, ballerine, nani e giannizzeri che precedono il mio elefante con baldacchino sul quale amo pascermi durante i lunghi viaggi (e che mi da notevoli difficoltà di parcheggio).

Immagino così una notte come la vostra simile alle Mille, in cui i racconti di queste adamantine Sherazade si confondo con i profumi del tramonto e si adagiano su cuscini multicolori di foggia orientale.
Un paesaggio bucolico che fa da contorno ad un’atmosfera di magia dove sarebbe naturale desiderare che la vita si possa fermare per almeno cento anni.

Ecco, ora però la pianto di fare il lumacone. ;)

Galatea ha detto...

@visir: No, l'altra non è "Vanessa", ma un'altra amica intervenuta alla cena. Ho le sue foto, ma mi ha minacciato di morte se le pubblico. E la conosco troppo per non sapere che sarebbe capacissima di farlo. ;-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, sei proprio galante...:))))
e penso che Galatea, sublime fanciulla, apprezzi;))))

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, sono estasiata dal tuo chiamarci "veneri" ma (e parlo SOLO a titolo personale, oeh!) mi sa che pecchi un tantinello di ottimismo...;)))))
Galatea l'è sì una bella figliuola, piuttosto procace anzichenò, ma come direbbe un concorrente da quiz "no, la ragazza con gli occhiali accanto a Galatea non sono io"...:)))))))
i miei sono viola e in realtà penso di essermi occultata all'uopo mentre Galatea scattava mimetizzandomi da paravento o da pizzaiolo...:)
Quando passerai dalle contrade venete, allora, ti riconosceremo dal pachiderma 4x4...perfetto!:))))))))
Al solito, sei soave come un nobile d'altri tempi!
Maggggico Visir!

Vanessa Valentine ha detto...

Ih, ih, Galatea, hai proprio ragione...dopo quelle di Roswell le mie immagini sono quelle che la CIA tiene nel cassettino più segreto...e ci sarà anche un perché (mucche da latte svizzere improvvisamente a secco causa visione, tornadi e tifoni, piaghe bibliche...non mi dilungo, ma insomma il concetto è chiaro. Meglio se il mondo non incrocia il mio sguardo da basilisco...) :)))))))))))))))))))

Salazar ha detto...

Pizza, eh? Cioè voi lì andate in pizzeria a mangiare la pizza. Quella vera, quella con due Z in mezzo. Quella che comincia con PI e finisce con A.
Caspita, per una pizza vera darei persino l’elefante di Visir: io vivo in pieno “feeding gap” fra primo e terzo mondo, per cui qui la pizza non c’è.
Oddio, esistono molteplici supposti succedanei che variano da un quasi accettabile pezzo di pane con formaggio ad una entità anomala, sfuggente e letale composta da uova sode, cipolla, piselli, salsiccia, tonno, mais, olive, carne, patate, carote, formaggio (che assolutamente non sia mozzarelle, per favore) e svariati altri associati, più o meno contundenti, tutti assieme, in assoluta mancanza di pomodoro.
Queste cose vengono servite ad un pubblico estasiato e pagante in luoghi chiamati “pizzeria”, dove non esiste nessuna affinità, ma solo una interiezione poco logica, fra nome del luogo e oggetti in vendita.
Alcuni individui, sprezzanti del pericolo e della gastronomia, titolano “pizzeria napoletana” i loro luoghi di spaccio, e ci accludono addirittura un tripudio di strisce bianche, rosse e verdi.
E questo è un dolore, un dolore forte, perché io a Napoli ci ho passato tre mesi da militare, e se penso a quello che la Signora Bruna (titolare della pizzeria di fronte alla caserma) mi metteva nel piatto quando chiedevo una pizza e guardo quello che mi mettono nel piatto qui quando chiedo una pizza alla “pizzeria napoletana”, piangere lacrime pomodoro e basilico tipo statuina della Madonna sarebbe troppo poco.

Visir ha detto...

E' certo il mistero che rende una donna (ed un uomo) interessanti.

Troppo spesso ci si manifesta agli altri togliedo così il piacere di scoprire, immaginare e sublimare.

Trovare e costruire uno specchio, grazie ai frammenti rinvenuti lungo la via, in un angolo o magari all'ombra dell'albero dell'amicizia è un piacere che oramai si è dimenticato.
Richiede tempo, pazienza, attenzione, tutte qualità che scarseggiano in questi tempi moderni.
E'vero anche che in questo specchio (sempre parziale) è il solo modo di scorgere il volto dell'altro ms che curiosamente rimanda anche l'immagine del nostro volto .
Nel cercare si trova, è evidente, ma cosa si trova non lo si puà mai prevedere.
A volte cose belle, altre che non piacciono ma si sa...La bellezza è nell'occhio di chi guarda.
Almeno a me piace pensarla così.

Vanessa Valentine ha detto...

Eeeeeeh, caro Salazar, mi sembra un minimo giusto, tu lì in Brasile infradito e tepore tropicale e noi qua con su ancora gli impermeabili...lo sapevo che un minimo soffrivi anche tu!:)))))
Già, la mancanza di pizza colpisce l'italiano dopo circa sei/sette ore di permanenza all'estero (sindrome ben nota e studiata dagli scienziati), gli italiani infatti senza pizza cominciano a sentire la mancanza drammatica della serotonina in circolo, diventano intrattabili, costipati e lamentosi. Ma immagino tu sia di una pasta più darwinianamente robusta.:)))))))
Però vuoi mettere la tua pizza brasilian style, fatta alla "fantasia del pizzaiolo", ovvero reperendo tutti gli avanzi e mettendoli insieme (comunque lo fanno in tutto il mondo, e il risultato è sempre commestibile, o quasi). mah, sarà la base ad amalgamare tutto, chissà. O la fame.
La cucina napoletana è un modo di Dio per dirci che ci ama...non ho fatto il militare ma se l'avessi fatto mi sarebbe piaciuto stare nella caserma di fronte alla pizzeria della signora Bruna (dal tuo tono commosso immagino sia un'istituzione). Almeno la naia è servita a qualcosa.:))))))))
Oltreché a forgiare il tuo virile carattere, ovvio.;)

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, wildiano amico...parole sublimi.