lunedì 10 maggio 2010

E si corre!

Dopo un fine settimana di relax, con visioni barnabesche e fringesche (ah, la sottile delizia...), il lunedì presenta il conto, e ti rimette in moto, con il suo impagabile stile. A calci nel derriere.
Qui si dovrebbe cominciare a buttare due cose nel trolley in vista della tre giorni a Dublino, ma le perplessità si fanno sentire. Il vulcano Sputacchino si mette in moto con la meticolosità di un esattore delle tasse, bloccando le persone in giro per il mondo, e infatti ci viene il dubbio non tanto se riusciremo a partire quanto se riusciremo a tornare. Forse resteremo a Dublino a ingrossare le fila dei disoccupati, io potrei provare come aiuto cuoca in qualche ristorante italiano, o darci al facchinaggio, o cercare per un po' lavoro da braccianti o pecorari nelle campagne. Siamo italiani, qualcosa ci inventeremo.
Il tutto condito da un tempo infame, freddo e piovoso, Mestre sembra allegra come Gotham City, in questi giorni. Andare al lavoro è una pizza, una barbarie, una tortura. Noia!
Se dovessi restare due/tre mesi a Dublino causa forza maggiore, sappiate che vi ho amati:)
O torneremo in qualche modo su un peschereccio norvegese pieno di stoccafissi, magari perdendoci in mari lontani, chissà...
Comunque, spero, a presto.

6 commenti:

Alberto ha detto...

Buon viaggio!
“ May the road rise to meet you.
May the wind be always at your back.
May the sun shine warm upon your face.
And rains fall soft upon your fields.
And until we meet again,
May God hold you in the hollow of His hand. „

Gillipixel ha detto...

Non dimenticare le babbucce di lana, Vale :-)
Buon viaggio e torna presto...ora che son diventato anche io adepto barnabesco, vorrei discettare un po' con te sul tema :-)

Visir ha detto...

"Chi viaggia vive due volte", diceva mia nonna.
Pare proprio vero, sia che si trascorrano ore liete, sia che i contrattempi e le difficoltà del trasferimento ci tormentino.

Paesaggi nuovi, voci, sapori e suoni diversi ci rendono più attenti, quindi più vivi.
Questo forse è il senso di un viaggio.
Nella mia vita ho viaggiato molto, a volte verso mete inconsuete e altre in località amene e ridenti (non si dice, chissà poi perchè, così?).
Sempre quel leggero languore nello stomaco accompagna la mia partenza.
Emozioni, piccole paure, speranze.

Poter mantenere la stessa apertura d'animo nel quotidiano sarebbe degno del migliore di noi.
Parlando per tutti direi che il baratro della routine purtroppo ci ingoia.
Prigionieri degli oggetti che crediamo di possedere.
Le cose di tutti i giorni ci suggeriscono sempre gli stessi pensieri. A volte passa un intero giorno senza un’intuizione veramente originale, senza aver imparato nulla, senza un anelito autentico. Che spreco.
Le emozioni poi...Sovente della consistenza di uno spray, colorano l’aria di fronte a noi e subito si dissolvono. Pare poterle afferrare e subito scivolano via fra le dita.

Allora il viaggio talvolta ci libera da noi stessi, dalle nostre abitudini, ma trascorrere "un'ora d'aria" rende spesso più consapevoli della prigione in cui si vive.
Parole dure, me ne rendo conto, che pesano sul cuore, ma mi paiono vere e mi fanno superare il pudore di parlare di argomenti spesso taciuti per buon gusto, educazione, conformismo.
Per chi ha la sensibilità di cogliere questa visione è un dolore nascosto in fondo all'anima che sprona però a non rassegnarsi ad un destino senza un perché.

Il mio augurio? Vivi come se fossi sempre in viaggio perché, in realtà, è così. :)

Vanessa Valentine ha detto...

Caspita, Alberto, grazie!:))))))
Spero che il tuo augurio funzioni contro nubi da vulcani matti e tempo infame...;)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, sempre felice di ciacolare su Barnaby (e scoprire adepti, chiaro...;) )
Grazie mille, e anche per la raccomandazione...infatti sto buttando in valigia il piumino, le calze spesse e i calzettoni, più il pigiama con le pecore, ovvio.:)
Speremo ben!

Vanessa Valentine ha detto...

Giusto, Visir, mettersi sempre in viaggio ci mantiene vivi e sereni, tutto sommato meglio muoversi che stare fermi (pigrizia da sconfiggere a parte, ma quello è un altro discorso...)
Noto comunque che se devo viaggiare, l'accidia per un po' si prende una vacanza, pure lei. Quindi...
Bisognerebbe volare nella vita, sempre, liberi e leggeri come uno spensierato passero, vedere tutto, sentire tutto, senza patemi.
Almeno tentare, dai.;)