venerdì 5 novembre 2010

Il rumore della nebbia

Mi vedo "The Mentalist" (due puntate) e continuo ad essere innamorata come una lisca di Patrick Jane. Mi sa che è ora di andare a nanna, però.
Esco in terrazza per controllare che tutto sia a posto e resto paralizzata dal silenzio perfetto della notte: non un rumore, un cane che borbotti ringhioso nel sonno, un uccello notturno con il suo canto ingiustamente luttuoso (il verso di un animale è un verso, al solito sono gli umani a fare e disfare le situazioni), solo il lento, metodico plic plic della nebbia che si condensa nelle grondaie, sotto i portici, sotto i terrazzi. Un silenzio assordante, si sentono quasi i respiri della gente nei letti, il fruscio delle piume delle galline nelle stie, lo schiocco secco del pelo elettrico dei gatti, in qualche angoletto tiepido nei garage, a dormire.
Il mondo dorme e io sono ancora sveglia, io controllo le cose, io vedo ancora tutto, attraverso il lenzuolo caliginoso - anzi, mi sembra di vedere le cose con maggior chiarezza.
L'umidità è una carezza bagnata e pesante, tutto sommato tenera, avvolgente e protettiva.
E' un sonnifero naturale, ti dice vai, ti proteggo, mi occupo di te, ti copro.
Sono qui fuori al freddo mentre tu sei lì dentro, nella luce e al caldo.
Senza di me, cosa saresti?

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Bellissimo Vale :-) Io nella nebbia ci son nato e cresciuto, l'ho mangiata a colazione, pranzo e cena fin da piccolissimo :-) è un elemento misterioso...fa incazzare se per caso sei obbligato a girare in macchina come osservatore artificiale, ma è affascinante, avvolgente, "totalizzante" se la puoi vivere come elemento naturale, da indiviudo naturale che percepisce con naturalità :-)...i suoni nella nebbia diventano spessi e "puffosi" :-) e questo ti fa perdere l'orientamento, forse ancor più della "privazione di campo" causata dalla nebbia...

Bello, Vale: hai scritto un inno molto profondo alla nebbia e alle sue contraddizioni :-)

Vanessa Valentine ha detto...

E' proprio così!
Ma proprio quando sei immerso, visto che la ami, senti tutte quelle piccole dita fredde sul viso, e non hai paura di abbandonarti.
Le cose cessano di esistere, definite, e tu vedi la realtà, per quello che è.
Certo, girare in macchina è meno divertente...:)))