giovedì 30 dicembre 2010

Smetto quando voglio (PS non è vero)

Mentre i preparativi per il Capodanno si fanno febbrili (coinvolgendo gente ignara di ciò che sta per capitarle, come Vittoria, che l'ultimo voleva stare a casa a guardare Harry Potter e invece verrà assorbita da una bolgia coi fiocchi), le visite si susseguono in un crescendo indiavolato, ed io brancolo nel buio riguardo ancora allo strabenedetto vestito da mettere (oggi giro in centro, forse, alla ricerca di un barlume di luce), il tempo restante è totalmente occupato dalla sfrenata passione che ci ha contagiati, l'Epic Mickey per la Wii (Ossignùr, che regalo meraviglioso!).
Non sono mai stata una patita di videogiochi, e infatti tutto è cominciato con la Wii. Né sono stata mai una fan di Topolino (sempre preferito Paperino, ovvio, con la sua amaca, il suo divano, la sua pelandronaggine). Topolino è il perfettino che io tendo ad aborrire. Argh, vade retro.
Preferisco i paperi, sempre, e i drop out disneyani in particolare (Paperoga e Pippo, gente stramba che probabilmente ha le piante di maria in terrazza).
Epic Mickey è ambientato in un mondo vagamente burtoniano, Wasteland (ah, che belle le terre desolate/rifiutate/gettate via, così piene di prospettive e possibilità) che va ricostruito e salvato, con l'arcinemico Macchia Nera che mette i bastoni tra le ruote e il misterioso coniglio Oswald, proto-Topolino fregato a Disney che poi s'è messo in proprio ideando il Topo e benvenuti i quattrini, si diceva Oswald, del quale non si capisce bene al momento né personalità né intenzioni.
Io, quando entro nel gioco, mi perdo. Già di mio ho la tendenza a vivere in una dimensione che non è la stessa degli altri terrestri, con risultati eclatanti ma indubbiamente irritanti sui miei simili...diciamo che mi perdo volentieri. Anche se poi mi tocca uscire un minimo dai mondi alternativi e tornare nel sedicente mondo reale, ho sempre una certa nostalgia dell'immaginario che mi piace abitare. E in Wasteland è tutto un saltare ed aprire porte sempre diverse, bloccare o attivare ingranaggi, salti nel solvente o pitturate che creano, siamo costruttori/dissolutori, in parte divini, se vogliamo. Il gioco ti mette anche di fronte alle scelte: vuoi andare avanti e conquistare più punti o più soldi o vuoi rinunciare a qualcosa per aiutare un amico in difficoltà? (ci sono un sacco di gremlins, non proprio come quelli del film che se li bagnavi succedeva il finimondo, e sono sempre imprigionati e vanno liberati). Io me ne frego del successo e mi godo il trip, come faccio anche nel mondo reale, e come potrei fare diversamente? Noi siamo quello che immaginiamo di essere, io sono una pallina che rimbalza giù per la collina.
L'unico neo è la perdita della percezione del tempo. Giochiamo due ore e mezza, saltiamo la cena, sono le dieci e venti di sera quando sentiamo lo stomaco che bofonchia costernato. Ci mettiamo a ridere e diciamo, bisogna giocare meno.
E sappiamo che è una bugia grossa come una casa.
Buttiamo giù un pezzo di formaggio e il panettone. Ricominciamo.
Quando sei in un locale guardi i soffitti e le sporgenze nei muri e pensi: con un doppio salto potrei anche arrivarci.
Ecco, quando cominci a pensarla così forse è il caso di lasciar perdere il gioco per qualche giorno, e dedicarti al romanzo inglese che langue sul comodino.
Un po' di sana realtà ottocentesca non fa mai male.

4 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ahahahahaha :-) che strepitoso articolo spumeggiante di fine anno, Vale :-) Concludi col botto un'annata di scritti sempre divertenti e deliziosi...

A proposito di gente stramba e un po' perdente, hai mai visto il film d'animazione di Bruno Bozzetto "Vip - Mio fratello superuomo"? :-)

C'è il personaggio di Minivip che è portentoso per gli appassionati di poetica perdenza :-)

E' sempre bello leggerti, Vale...grazie per i sorrisi e la bellezza che ci regali :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Gilli!:))))))divertirsi allo stremo è il mio motto! (insieme a "dove ho parcheggiato la macchina?"):)))))
Stai parlando con una grande fan di Bruno Bozzetto (del film da te citato abbiamo il dvd, insieme a "West and Soda", un mito!)
Bozzetto l'ho anche incontrato qualche anno fa durante una rassegna di cinema e fumetti ad Asolo, una persona squisita e gentilissima...eravamo seduti vicini sullo stesso pulmino! ero così in aceto e ammirata che non sapevo che dire! e sì che farmi stare zitta è difficile!:)))))))

Gillipixel ha detto...

Ahahhaha :-) bellissima la tua mini-avventura con Bruno Bozzetto, Vale :-)
Mi pare quasi di vederti sul pulmino, mentre ti mini-vippizzi andando persino contro la tua naturale ciacoleria :-)

A me succedeva una cosa del genere quando facevo il micro-corrispondente per la stmapa locale :-) Va beh che io non faccio testo, perchè per me il problema è il contrario, ossia farmi parlare :-) Ma una volta mi capito "l'intervista della mia vita" :-) faccia a faccia con Fabio Treves, il bluesman milanese...non mi veniva una cippa da dire :-D
Per fortuna che lui fu così affabile e simpatico che in pratica parlò solo lui, e l'articolo era bell'e che fatto :-)

Ciao ciao :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Grande, Gilli!:))))anche al mio papà sarebbe piaciuto incontrare Treves...considerati mooooolto invidiato!
Parlo da ex timida (drammaticamente timida, dovrei dire) miracolosamente baciata dal demone della ciacoleria...ad un certo punto passa, quindi direi che non c'è niente di cui preoccuparsi!
E poi il mondo è pieno di gente interessante da incontrare, famosi e non, giusto?;)
Basta solo avere un po' di pazienza...
Spotty oggi mi dice una parola all'orecchio bellissima...alcho! una vocale ed una consonante in più ed era perfetta, praticamente il resoconto delle festività passate!;))))))