venerdì 28 gennaio 2011

Tramduzioni

Il tram che gira per Padova è stata una bella invenzione (secondo me), poi vi sono state anche scuole di pensiero diverse, ma insomma.
Ha un bel giro di utenti, molti stranieri, come è naturale per una città che ha un santuario piuttosto rilevante (il Santo è un edificio davvero magnifico e imponente - mette d'accordo fedeli e amanti dell'architettura- e la zona attorno è da visitare estasiati, tra Prato della Valle, Orto Botanico, Santa Giustina, le viuzze medievali e austere con i portici ombrosi...
Il tram di Padova ha anche un sito (a questo punto se a qualcuno interessa se lo va a vedere:www.trampadova.it, così tasta con mano). Per rendere più chiaro a tutti il significato delle fermate, le hanno tradotte col traduttore automatico (grande e involontario autore comico).
Padova ha una certa predisposizione nell'abbondare di santi, sante, cuori immacolati e Madonne.
Così la fermata San Gregorio è stata tradotta con l'informale Gregory, e non si capisce perché San Carlo, santo di parimenti conclamata fama venga omaggiato col St. Charles. Carlo sì e Gregorio no? Dazio viene giustamente indicata come Duty (fremebondi i passeggeri pieni di roba legalmente acquistata, in attesa di altri esborsi e balzelli, immagino, un po' tipo la scena di "un fiorino" con gli ineffabili Troisi e benigni.
Il mattino ha fatto un articolo molto carino al riguardo. In effetti ci si chiede perché certe cose vengano fatte così con i piedi, certe volte.
Il Santo diventa un imprecisato Holy, Sacchetti, lo scrittore del Trecento, diventa meritatamente e correttamente Bags (semplice eppure così geniale!) e Cuoco (Vincenzo) diventa Cook. Più altre perle che vi lascio degustare in accidiosa pace.
In uno dei negozi di arredamento che frequentiamo a caccia di cose belle dal mondo (mugs, ciotoline messicane, pupazzetti di stoffa et similia) ci siamo presi delle tovagliette per la prima colazione con motivi vari (si vede New York, Londra, sono cosette un po' turistiche ma non abbiamo resistito, come sempre, di fronte alle tentazioni).
Quelle di Londra sono fieramente mie, così mentre prendo il tè e i biscotti (sempre nuova gestione gastrica, speriamo di rientrare presto col latte e il maritozzone intinto) mi gusto anche il disegnino della metropolitana, quello con le linee colorate e i pallini degli snodi.
Quando riusciamo a visitare Londra prendiamo un alberghetto vicino a Victoria, tranquillo e pulito, con un sacco di pub attorno, tattico per treni, bus e metro. Poi vedo scritto Pimlico, e penso ai bei negozi che ho visto quella volta girando lì attorno, e ai romanzi sulle ragazze che vanno ad abitare a Pimlico...
Sogno il lusso con Knightsbridge e la lussuosa inglesità di South Kensington, vedo scritto Kew Gardens e mi dico sempre che ci dobbiamo andare, perché li visitava Virginia Woolf.
In realtà non li vorrei mai vedere tradotti e storpiati per rendere tutto più facile ai visitatori (ehi, ragazzi! ci siamo noi sul tram! chiedete e vi sarà detto! ho visto vecchiette padovane spiegarsi in dialetto e a motti con i forestieri che volevano andare al Santo, tipo "vago là anca mi", seguirla e scendere con tutto il gruppone. Momenti grandissimi!) Fa parte del fascino di un posto capire poco o niente di quello che ti circonda (e perdersi a Padova è, francamente, impossibile. Ha tre piazze centrali e tre strade, quasi. E poi è un buchetto!, se sbagli fermata te ne fai un pezzo a fette, mica muori. Non è come prendere sonno e trovarsi all'aeroporto.
Sennò che atmosfera è? Vuoi mettere quanto ridi quando sei in compagnia e cappelli con i nomi delle fermate, e poi vedi posti nuovi e magari anche interessanti, chiacchieri con la gente seduta vicino che ti spiega il momento esatto in cui hai sbagliato a non scendere, ti fa anche il blando cazziatone che ci può anche stare e poi ognuno riparte con la sua vita?
Se non è viaggiare questo dimmelo tu cos'è!
Non vedo l'ora di salire sul tram e sentire: Prossima fermata Sacchetti. Next stop Bags.
Il sogghigno che mi scapperà!
Sarebbe la fermata da sogno anche per quella borsettomane di Sophie Kinsella.

4 commenti:

Salazar ha detto...

Non solo inglese, anche le altre lingue sono spassose: che ne dici di “il biglietto deve essere mantenuto durante tutta la gara”? Oppure: “i tempi da aspettare nei paraggi del camion”? E questa è la migliore: “è assolutamente proibito viaggiare dentro alle automobili in movimento”.

Vanessa Valentine ha detto...

Ah, ah! Mi sembra giustissimo, ha più senso viaggiare dentro alle automobili da ferme, in effetti.
Fai vrum vrum con la bocca e scassi le marce...
Chissà perché non fanno la cosa più semplice: chiedono ad un madrelingua cosa converrebbe fare. Come la tradurreste, voi? e soprattutto, la tradurreste, questa cosa? Se la fermata è Riviera Ponti Romani, che senso ha chiamarla Roman Bridges? Uno si aspetta di vedere fior di ponti, poi.
E' fuorviante.
Mah.:)))))

spillo ha detto...

Beh, che sia impossibile perdersi a Padova però non direi. Hai presente la "sindrome da via San Francesco"? Quel fenomeno per cui molte vie partono con una direzione e virano (impercettibilmente, si capisce) dai 45 ai 90 gradi? Abituato al reticolato più regolare e ortogonale di Verona, all'inizio qualche problemino l'ho avuto... per altro perdersi in una città che si conosce parzialmente è una delle esperienze più liberatorie che io conosca: parti dalle zone conosciute, cammini a caso, cominci ad assaporare le zone incerte finché non ti trovi completamente smarrito e senza riferimenti, con il piacere della scoperta e la mente leggera.
Capita solo a me? Che dici, ho qualche problema? :)

Vanessa Valentine ha detto...

No, Spillo, non capita solo a te...perdersi in una città è un'esperienza molto bella ma anche parecchio terrificante, in certi momenti vai fuori di testa per il panico (spesso immotivato, devo dire).
Padova ha quella forma medievale, si vede che una volta erano più svegli e si perdevano di meno, o forse semplicemente non si muovevano mai.
Confesso che mi sono persa pure io qualche volta, sbucando a caso in vie deserte (ottima occasione per essere aggrediti, tra l'altro).
Per fortuna il casino delle piazze mi ha salvato, e sono risbucata nel bordello dello spritz serale.
All'estero, per fortuna, ho sempre un fracco di mappe, dietro...;)))))