martedì 19 luglio 2011

Constatazioni

Ti rendi conto di essere stata stanata, mappata, scovata ancora una volta anche qui, nel cuore della tenera campagna poultryvilliana, dove mai avresti pensato potessero arrivare.
E invece ti hanno suonato il campanello, mostrando allo schermino del tuo avveniristico citofono il loro testone guarnito da una capigliatura leonina.
Prima ha suonato il rappresentante della Folletto e la prima domanda che ci siamo fatti, guardandoci stupiti, è stata: ma c'è ancora la Folletto?
C'era quando le nostre madri erano giovani, snelle, ragazze degli anni '70 (pure prima!, credo), suonavano quando una assertiva Mama aveva i bigodini in testa, si stava depilando ululando e aveva la cicca in bocca, in bagno, mentre io ero seduta sul vasino e sfrantoiavo una rivista (senza capirci molto, ma aiutava in quel frangente difficoltoso). Proponevano aspirapolvere con cento pezzetti da smontare e rimontare, il meccano da sogno delle massaie, tutto quello che volevate scoprire sulla polvere e non avete mai osato chiedere.
Mia madre, comunque, il Folletto l'ha comprato. Abbiamo già dato (al solito si faceva irretire dalla beltà del venditore, davanti agli uomini belli ha sempre fatto la svenevole).
Io il mio aspirapolverino l'ho comprato in uno di quei negozi di casalinghi che vendono di tutto, dalle statuine della Thun alle guarnizioni per lavandini, dai pagliacci in vetro di Murano alle sciccose liste nozze per 36 persone. E' un Siemens piccino picciò, perfetto per tirarselo dietro come un cagnetto le rare volte che ne ho abbastanza di peli, capelli e acari grossi come conigli per casa. Si fa tironare dalla sottoscritta senza pietà, dovrei prenderlo per la maniglina ma non ho mai abbastanza balle o pazienza, così lo trascino per il tubo. Finora non mi ha mai tradito.
Devo dire che a parte i tironamenti lo tratto bene, gli pulisco il filtro e lo lucido pure col vetril.
Certi Folletti che ho maneggiato...o altre macchinazze, specialmente di manifattura tedesca...brrrrr. Era come spostare una portaerei da una stanza all'altra. Sbam, sbadabam, e ti saluto porte e mobili. Tremendo, pesantissimi, come trascinare un corpo morto, un amico che ha fatto il pieno e ti sviene in salotto.
Per questo ammiro i rappresentanti della Folletto, lo dico col cuore in mano. Resistono alla spietata concorrenza, ai Rromba che puliscono le case da soli, alle ciliciose fanciulle che preferiscono swifferare a mano, ai single che preferiscono non pulire per niente.
Li vedo come i giapponesi che resistono nella giungla, come i panda che sgranocchiano il bambù, come i dodo, come tutti quelli che in qualche modo la storia o l'evoluzione maltratta e loro non si arrendono mai.
Questo è coraggio.
Prendersi in faccia una sequela di no e crederci ancora.
Questa è forza d'animo.

7 commenti:

trivigante ha detto...

Il fatto è che, in effetti, i rappresentanti della Folletto sono un po' i testimoni di Geova del mondo della pulitura aspirata, e la loro pervicacia nei secoli è senza dubbio da ammirare, concordo con te.

Vanessa Valentine ha detto...

Vero, Trivigante, il parallelo aveva attraversato anche la mia mente. Deve esistere un paradiso deluxe per pochi anche nel campo della pulizia, e magari sei predestinato e non lo sai, comunque loro hanno il dovere di provarci con te.
Ma di questi tempi ti tiri in casa un giovanottone sconosciuto, pieno di aggeggini strani da maniaco seriale?
Mmmmmm...fammici pensare.
Meglio di no.
Comunque hanno una loro bellezza.

Gillipixel ha detto...

Vale, mi ha fatto molto sorridere il tuo modo di destreggiarti con l'aspirapolverino :-) il verbo "tironare" è assoluto :-) mi ripeto, ma ogni volta inventi delle piccole perle linguistiche che andrebbero segnalate all'Unesco come patimoni mondiali dell'umanità :-)

Non so se essere stati stanati dai follettisti è un fatto negativo o no...in fondo, è una sorta di riconoscimento del tuo status sociale di moderna signora di casa :-) chissà, magari ci sono certe donne che, non visitate dagli addetti folletto, soffrono di crisi d'identità :-)...o no? :-D

Anche per me il Folletto è stato una delle icone degli anni '70 :-) insieme all'enciclopediina per ragazzi "I quindici", sulla quale ho letto tantissime favole e storie :-)

Vanessa Valentine ha detto...

I Quindici, Gilli!:)))))))
Mi citi un'icona della nostra infanzia! Li ho ancora su in soppalco in casa dei miei, li ho visti l'altra sera e ho pensato di scriverci su qualcosa...con quelle copertine in similpelle e i fregetti dorati, così...old fashioned, nati già vecchiotti e quindi dei classici!
Tra l'altro, pure quella volta il venditore ha bidonato mia madre...
Quanta nostalgia, a quarant'anni!:)))))
Tironare è, come spesso capita, verbo venetoso che si presta all'ironica deformazione di vocaboli altrimenti seri e normali...che poi, chiaramente, è il bello di tutti i dialetti.
Perché fargli il torto di volerli trasformare nella lingua principale? E la loro bellezza garibaldina dove la mettiamo?;))))))
Io sarò finalmente una "sciura" appagata quando potrò riportare in auge a Poultryville i party Tupperware o Avon...allora la mia casalinghitudodisperazione sarà completata!:)))))))))
Altro mito dei '60, '70, '80...

Anonimo ha detto...

L'altro giorno, mentre trascinavo da una stanza all'altra un folletto da un quintale, ti ho pensato. Secondo me non è che i venditori di folletto si prendano così tante sequele di no eh. I folletti sono legione.
E poi, ommioddio, i Quindici! Naturalmente facevano bella mostra anche a casa mia, quanto li avrò avuti tra le mani, chissà se in soffitta da qualche parte uno scatolone li cela. E anche i miei hanno avuto problemi con le rate da pagare, tant'è che a partire da quella volta mio padre ha sparato da lontano ad ogni venditore porta a porta che entrasse nel raggio visivo dalle finestre di casa. A parte, probabilmente non era a casa, il venditore del folletto, che la fece franca. Mia mamma invece riuscirebbe a comprare anche Geova se i testimoni lo vendessero a rate, anche se lei giura di essere diventata col tempo assolutamente impermeabile alla suggestione portaportese.

Vanessa Valentine ha detto...

Ahahahah, Soglia, che consolazione le tue parole!
La presenza dei Quindici in casa è vissuta ancora come quella Caporetto economica che è stata per le finanze dei Valentine...il fatto è che eravamo fregati in partenza, io ero troppo piccola, mia madre schiava della beltà del venditore e mio padre schiavo dei libri. Eravamo bestie da macello predestinate....;)
Spero almeno che il Folletto ti consoli nei momenti duri della vita, tipo le pulizie dell'ultimo prima dell'ispezione Onu di parenti o fidanzate.:))))
Almeno portarsi dietro quel piombo avrà un senso.
Acquistare Geova a rate, poi, suona programmaticamente interessante. Io mi limito a professare ogni volta una religione diversa (spero non ne tengano conto in qualche loro agenda), perciò sono stata scintoista, protestante, buddista - spessissimo - con qualche puntata nel culto del dio Mitra.
Il culto del folletto mi sembra uno dei meno peggio, alla fine.
:))))))

paolodeck ha detto...

Scusate l'intromissione, ma non posso esimermi dal citare il testo sacro, alla voce folletto:
http://eiochemipensavo.diludovico.it/2006/12/19/la-dimostrazione-del-folletto/
Ovviamente, bisogna prendersi un giorno di ferie e leggere i commenti, sono quelli il vero racconto.
È la sceneggiatura perfetta di questi anni del dopo Thatcher.
Enjoy.
Saluti.