martedì 9 agosto 2011

Venezia è un pesce

In un momento di lucidità sporadica mi rendo conto di essere rimasta indietro con lo mio narrare e di non aver raccontato un bel po' di cose.
Beh, poco male, diranno i miei piccoli lettori, ce ne faremo una ragione.
Mi sembra giusto.
E invece io vi tedio lo stesso, perché ho una mezzorata buca e non ho voglia di stirare (ovvio).
Con la Magnifica abbiamo fatto una scappata a Venezia, dieci giorni fa e siamo andate a vedere il Museo di Arte Moderna, Ca' Pesaro (c'è quel Klimt meraviglioso, Giuditta, un sacco di pittori che non conoscevo e sopra, all'ultimo piano, c'è pure il Museo di Arte Orientale, bellissimissimissimo).
Dopo aver ciondolato per la città e per i negozietti fantastici che riempiono Venezia, e ce n'è da rovinarsi, dalla roba bella, con la Magnifica ci siamo gustate finalmente un sacco di quadri notevolissimi che la gente come me, spesso, non va a vedere perché stanno a km 20, quando invece c'è chi macina migliaia di km dal resto del mondo per venirseli a vedere. E' sempre così, quando hai le cose sotto il naso le dai sempre per scontate.
Lei, devo dire, è un vero Capricorno serio e studioso, prende nota dei pittori sul block notes e poi se li va a cercare su internet, mi dice nomi che io memorizzo grazie al neurone segretario che però va a farfalle dieci minuti dopo lasciandomi in braghe di tela quando devo ricordarmi tutto - meglio se comincio a scrivermi le cose pure io...- e meno male che lei ha sempre materiale sottomano.:)
E insomma vagolando e ciacolando e ridendo di certi quadri, personaggi di passaggio e imitazioni - sue - di Daverio, il quale le viene piuttosto bene, va detto, la mattina adolesceva nel meriggio. Ci veniva sempre in mente il film "Dove vai in vacanza?", l'episodio con Sordi "Le vacanze intelligenti" , uno dei caposaldi della mia esistenza e vita sociale. Buttiamo là l'idea di andare alla Biennale, tanto per vedere l'effetto che fa.
Visto che avevamo a disposizione ancora un sacco di tempo, ci siamo gustate l'arte orientale fatta di lance, katane, katanette (non chiedetemi i nomi giusti, vi prego), portakatane e affini, armature da samurai e tutta la paraphernalia squartapersone che i giapponesi, i cinesi e i limitrofi si sono inventati nei secoli.
C'erano anche una pacca di vasi cinesi, teiere con sopra il topino (fichissime!), paraventi molto ecolocigi in avorio e tartaruga di pregiatissima fattura comunque, perché va detto, gli orientali a far le cose bene sono proprio portati, buffi e fantasiosi.
Dentro le vetrinette ci saranno stati una miliardata di netsuke, in pratica dei gingillini che servivano a un sacco di cose, tipo tenere fermo il kimono, ma magari ci giocavano o se li mettevano al collo come ciondolini, come faccio io. Incredibili, bisognava guardarli uno ad uno tanto erano pieni di dettagli ed eseguiti a puntino, c'era un pescatore minuscolo accanto ad una carpa gigantesca, scimmiette, topini, piccole, misteriose divinità sorridenti ed imperturbabili. Da perderci gli occhi. E poi anche un teatro delle ombre giavanese, i kriss salgariani e mortiferi, tutti fatti a ondine...occhi ricolmi di meraviglia.
Scendendo le scale abbiamo ribeccato la mostra di un certo artista nomato, se non erro, Calzolari. Benché la Magnifica non sia una patita dell'arte Quattro Tubi, definizione coniata da un avvocato del vecchio studio eoni fa, ancora turbato da quello che aveva visto alla Modern Tate ovvero tubi per terra, a suo dire, e altre cose messe là alla c di cane, eravamo comunque lì e tanto valeva vedere anche quella.
Bieco ritorno della Sindrome Alberto Sordi, ovvero coglionamento dell'artista incomprensibile (e anche non tanto fantasioso, se le chiami tutte "Senza Titolo" non è che mi aiuti tanto, amico...sforzati un pochetto, ecchecacchio).
Dopo una parata di acque gocciolanti, uova bianche su tavolini bianchi, drappi neri di cartapesta che sinceramente mi facevano abbastanza miseria, manco fossimo ancora alle elementari durante l'ora di creatività, ne avevamo avuto sinceramente abbastanza dell'estro artistico del maestro e stavamo per levare le tende a caccia di un trancio di pizza e altre artisticità gastronomiche.
I nostri vellutati sguardi di dame sono stati però catturati dall'opera il cui titolo era, casualmente, "Senza titolo", una vasca di plastica di una metrata per trenta cm e profonda più o meno lo stesso con un pescione bianco che stava là immobile a fissarci, sembrava.
Di primo acchito ci è parso che fosse finto, non si muoveva e anzi oscillava un po' come in certi portaspazzolini da denti che compri dai cinesi e che hanno dentro dei minidelfini galleggianti in un'acquetta bluette strana strana. L'effetto era quello.
Quando ci siamo avvicinate l'occhio del pescione si è un po' mosso per studiarci, e da lì si capiva che era vivo quanto noi. Con una certa flemma si è nascosto dietro alla tela, bianca, che stava immersa nell'acqua, come nascondendosi dietro ad un paravento, e ti saluto.
Da quel momento abbiamo fatto partire, in gergo, la cagnara.
La Magnifica, agguerritissima, ha chiamato i custodi di sala, due poveri sventurati che si sfrantoiavano le animelle dalla noia i quali, solerti, hanno risposto al fuoco delle nostre domande con una notevole cortesia, anzi, sembravano timorosi che noi ci si trasformasse in emissari di Greenpeace e gli sbombolettassimo di colore tutto il biancume della sala.
Confermavano che c'erano state delle legnanze circa il vivacchiare del pesce, una carpa koi candeggiata geneticamente, da parte di parecchia gente. Assicuravano che il pesce mangiava come un lupetto due volte al giorno, che l'acqua era strapulita e filtrata, che erano venuti a vederlo i veterinari più quotati del Veneto e avevano decretato che la carpa stava come un papa nella vaschetta e che non si ravvisavano gli estremi per toglierla da lì.
La Magnifica manifestava una certa insofferenza alla quale, ovviamente, mi associavo.
Io non sono una carpa koi, a meno di non esserlo stato in una vita precedente, ma non mi farebbe piacere starmene immersa in una vasca lunga poco e stretta altrettanto in compagnia di una tela monocolore, che maroni. Almeno mettetemi le ninfee di Monet, osteria.
Sono sola come un cane, niente carpe koi all'orizzonte, non c'è nemmeno lo straccio di una piantina finta o di quattro sassi tra i quali nuotare. Lo so che voi veterinari dite che sto bene e per carità, certi miei colleghi ittici se la stanno passando sicuramente peggio di me in uno qualsiasi dei ristoranti veneziani, al momento, ma sono un essere vivente pure io, diamine.
Non di sola arte vive una carpa koi. Stateci voi in una metrata d'acqua alta così e poi ne ridiscutiamo.
Artisti, dai, fate le opere d'arte che vi renderanno eterni, ma fatele senza creature viventi, senza impagliarle, metterle in formaldeide, costringerle in spazi ristretti. Se non siete capaci di dipingere un gatto, o un pesce, o almeno di farli di balsa, cambiate mestiere.
Agli animali ne facciamo già tante di cose antipatiche, farli morire di noia come noi fuori dalla vasca è troppo, dai.

13 commenti:

Jenny ha detto...

Semplicemente ....GRAZIE...anche a nome della carpa che prima o poi, in una forma o nell'altra, con un karma o l'altro...capirà e ci farà capire che gli umani non sono tutti come quello lì. Spero che altri si uniscano al nostro sdegno.
Magnificamente....

Vanessa Valentine ha detto...

De nada, Magnifica!:)))))))
E, al solito, forever Burberry!

stealthisnick ha detto...

pensavo che la storia finisse con la carpa arrosto al posto del trancio di pizza

Vanessa Valentine ha detto...

Steal, sei un cinico inguaribile...:)))))))))vabbè che mi magno di tutto, ma pure io ho i miei limiti etici.
E poi un pesce candeggiato mi fa impressione. Meglio la frittura di trotine dell'altro giorno.
:)))))))))

Humberto Dib ha detto...

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Gillipixel ha detto...

Vale, questa volta ti sei superata :-) e senza mettere la freccia, nemmeno :-) ehehehhehehhe...no, a parte le gillivaccate, hai scritto un articolo delizioso al massimo, nel tuo stile più bello fatto di tanta grazia, ironia, riflessioni importanti...bello bello :-)

Ci sono un'infinità delle tue invenzioni più belle...il neurone segretario è stupendo, ti fa pensare a tutta una gerarchia neuronale para-aziendale, col neurone capo ufficio, i neuroni impiegati, il neurone fantozzi e il neurone filini :-)

"...la mattina adolesceva nel meriggio...", questa espressione è meravigliosa, delicata, gentile...dove le vai a trovare poi...:-)

Mi sono piciute un sacco anche le "katanette" :-) sembrano le armi di un samurai talmente pigro e ingentilito che non aveva cuore di affettare nemmeno il tonno che si taglia con un grissino :-D

Ho apprezzato tanto anche la citazione del film di Sordi, un capitolo fondamentale della cinematografia :-) non c'è niente da fare, quando si va nei musei, soprattutto se d'arte moderna, scatta quel tipo di "sordità" :-) anche se si parte premuniti di tutti i più buoni propositi culturali...al louvre coi miei amici, iniziammo dalle prime sale in cui analizzavamo anche il più minimo sassolino assiro-babilonese, ma dopo un paio d'ore, passavano a razzo quasi ignorando dei Veronese e dei Tiepolo, così, quasi fossero dei Teomondo Scrofalo :-) e per di più, senza badare ormai all'artisticità delle opere, ma divertendoci a riconoscere, nei volti dipinti, la somiglianza con personaggi buffi del nostro paese :-D

Poi c’è il gran finale, la cagnara imbastita con la Magnifica :-D…bellissimo :-) Non si possono sopportare questi artisti che cercano di fare il botto di meraviglia sulla pelle delle povere bestiole, avete fatto bene a fare un po’ di casino…uno dice, ve beh, e le bestiole che ci mangiamo allora? Sì, vero, ma quello è un altro discorso…nel caso dell’arte è proprio accanimento gratuito, tanto per titillare la velleità culturali di quattro scorreggioni che poi si faranno belli nei loro salotti vantando di conoscere questo o quello degli ultimi provocatori alla moda…no, no, è proprio come dici, Vale: se uno è un vero artista, se ne va al colorificio, si compra la sua bella latta di colore, e dai giù di pennello, come s’è sempre fatto da che mondo è mondo, e le bestiole lasciamole vivere nel loro ambiente naturale, che già lì sono delle opere d’arte viventi, non c’è bisogno di aggiungere niente a come sono già…

Ecco…niente, Vale…volevo solo dirti che questo tuo scritto mi è piaciuto assai assai :-)
Ciao :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Ne sono felice, Gilli!:))))))))
Penso che anche la carpa "artistica" ne sia un po' contenta, per tutte queste persone che la pensano e maileggiano minacciose i musei che espongono artisti un po' "indelicati"...del resto in arte e altrove la critica è fondamentale.
Certo che criticare certi "capolavori" con la faccia alla Sordi è fantastico...io ammiro tantissimo l'arte e gli artisti ma certi soggetti che se la tirano senza avere alcun talento e sono solo boriosi palloni gonfiati si meritano il cazzeggio, puro e semplice.
Il Louvre mette a dura prova anche l'animo artistico più bendisposto, ad un certo punto avresti voglia di lasciarti cadere dietro ad una statuona greca o romana e passarci la notte. A forze recuperate, un altro giro. A vederlo tutto bene ti ci vuole una settimana...
L'episodio di Sordi comunque si merita un post, è troppo ghiotto.:)))))
Riguardo al neurone segretario, forse è più giusto dire che l'unico neurone che mi gira in testa è il neurone Fantozzi, è in linea col mio personaggio...eheh...
:))))))))))

stealthisnick ha detto...

ma sbaglio questo Humberto dall'Argentina ha infestato tutti i blog del mondo con lo stesso commento fotocopia?

Vanessa Valentine ha detto...

O gli piacciamo molto o la pubblicità è l'anima del commercio...:)))))))
chi può dirlo?
In qualche oscuro recesso della mia mente mi illudo che arriveranno la gloria e i soldi...:))))))))))))))))))))))

stealthisnick ha detto...

hai provato a mettere un pesce vivo candeggiato nel blog?
per i soldi e la gloria intendo

Vanessa Valentine ha detto...

All'ultimo minuto mi è venuto lo scrupolo, facevo fatica a farlo star fermo contro lo schermo e attraverso l'USB non ci passava...e si lagnava che lo schiacciavo chiudendo il laptop. Mai contente, le carpe koi.
:))))))))))))
Steal, meglio rassegnarsi, tirerò le cuoia povera in canna e misconosciuta.

Visir ha detto...

Anche in Giappone nelle vicinanze dei templi Shinto ci sono vasche con enormi carpe sonnecchianti.
E' un animale propiziatorio, uno psicopompo (scusate la parola) pregno di significati per gli orientali.
Certamente di buon augurio, si sa...Nella vasca la carpa canta e fuori dalla vasca la carpa crepa. Penso che si possa intentere anche così. E' un significato che pare anche un monito.
In fondo anche noi fuori dal nostro acquario cosa mai saremmo?