lunedì 28 maggio 2012

Must be the season of the witch



E' stato come mi aspettavo, burtoniano, farsesco, tonitruante. Un pasticcino gotico con la glassa nera, delizioso.
L'abbiamo visto l'altra sera, in compagnia di Serena, anche lei rivelatasi un'amante delle atmosfere darkettone del Nostro, nonché un'appassionata fan di Johnny.
Il telefilm originale non l'abbiamo mai visto, quando io ero piccola al massimo in Italia arrivava il rassicurante "Happy Days", o la "Addams Family" forse sdoganata perché fumettosa. Su questo, il buio totale.
Posso dirlo subito, così mi tolgo il pensiero?
Io tengo per la strega.
Eva Green è una creatura meravigliosa, una tentazione anche per le etero più incallite. bella oltre ogni soglia lecita, bella in modo doloroso. Come chiodi nel cuore.
Infatti non si capisce come il Depp/Barnabas Collins si innamori della biondina dolce dagli occhi azzurri, come ce ne sono a scaffali (forse perché gli uomini amano star tranquilli, dopo le procelle? può essere) e non voglia la crudele, instabile e innamoratissima Angelique (angelo molto caduto). Bah.
Ad ogni modo, lei lo punisce come fanno le donne respinte, annientandolo.
Facendo di lui un orfano, prima, e un mostro succhiasangue, dopo.
Distruttore di giugulari di innocenti operai negli anni '70, dopo un letargo di due secoli in bara regolamentare, con catene.
E quando Barnabas torna trova la casa in rovina, il casato depresso, i famigerati '70 sessuallibertari e la reincarnazione della morosa gettatasi dalla rupe sotto sortilegio gelosino. Ancora attratta da lui, ovvio.
Deve combattere, perché anche per i vampiri non c'è un momento di pace e la famiglia è sempre la famiglia. E l'amore, oh, l'amore, bussa e suona anche per i vampiri.
C'è un bimbetto orfano di madre, morta sempre via rupe e via strega, piccino, con le occhiaie e la luccicanza.
C'è il padre anaffettivo e obliteratore di fanciulle di paese.
La matriarca trista, compita e bionda, la Pfeiffer, altra fan della saga, che, unica, lo prende sotto l'ala familiare sforacchiata.
Con l'altra figlia quindicenne, molto hot, adolescente inquieta e con un segreto...
La cosa che colpisce, oltre al Mostro burtoniano meno pericoloso della Borghese Strega che cavalca i secoli e il demonio con disinvoltura, sono gli orfani che popolano il film, figli di genitori scomparsi o assenti, con figure sostitutive come la psichiatra alcolizzata di Helena Bonham-Carter, aspirante al sangue 2.0 vampiresco onde poter conservare al meglio la giovinezza che fa ciao con la manina.
Con scarso successo.
Tutti si aspettano l'esca alla fine e infatti eccola lì. Inizia la saga, ufficialmente.
Ah, e c'è anche una rimbambitissima vecchia cameriera che lucida gli occhiali del vampiro col Vetril, dopo che la strega gli ha vomitato addosso il di tutto di più. Da sola merita il biglietto.
Che dire, poi, del cameo di Alice Cooper, già decrepito nei '70, ma non importa?
Nomato così in onore di strega original secentesca o settecentesca, who cares, e osservato da lontano da Barnabas, che con gli occhialini al volto commenta "E' la donna più brutta che io abbia mai visto in vita mia!", equivocando sull'Alice. Con Serena, le lacrime agli occhi, non riuscivamo a smettere di ridere.
Sceneggiatura carina, dai. Quando succede, succede.
Alla fine, il rovello: per amore si può diventare vampire, perdere l'anima, prendere vite, dimenticare la luce? Perché questo è, una maledizione, un distacco dall'umano consorzio, un farsi mostro ancora una volta cattivo ma senza volerlo essere, Pinguino o cane Frankenstein o Cavaliere Senza Testa o Mani di Forbice.
La risposta è sempre alla Molly Bloom, sì, ho detto, sì.
Perché dobbiamo farci sempre mostri, sempre e comunque, per sorridere con mostruosi, tristi sorrisi, al mostro della realtà che sorride nel sole, sempre, prima di divorarci.

6 commenti:

Visir ha detto...

E' veramente curioso come l'uomo cerchi sempre una via di fuga dalla realtà.
Inventarsi storie incredibili è così perfettamente in linea con questa "grande fuga", grande solo perchè universalmente condivisa.

Da cosa fugge questo strano bipede che ospita da pochissimo questa sfera ruotante in un universo immenso?
Probabilmente da se stesso e dal suo destino ineluttabile.

Ecco che allora dipinge davanti a se stesso una scenografia di paesaggi e un caleidoscopio di personaggi che, ahimè, non esistono; Volendo in tal modo esorcizzare la fossa che lo attende sin dalla nascita su cui è già scritto il suo nome.
Fa ridere poi che i modi per arrivare a questo mesto traguardo egli li percepisce come "l'illusione della scelta".

Nella fantasia cinematografica questi mostri sono affascinanti e attraggono il nostro interesse distogliendolo dalla vera mostruosità di molte esistenze normali.
I "non morti" sono tra noi, anche se, più esattamente, dovrebbero chiamarsi "non vivi".
Anche i vampiri ci sono e non parlo solo dei dipendenti di Equitalia, ma della pletora di esistenze parassite che traggono il loro nettare vitale dalla infelicità altrui spesso determinandola direttamente.

Le streghe e gli stregoni? Sono tra noi anche loro e gettano la loro visione e percezione di modi paralleli e multi-dimensioni, ma restano inascoltati, alcuni di loro divengono i cosiddetti grandi comunicatori del nostro tempo e come in una malia ipnotizzano le masse per farle muovere a loro piacimento e all’unisono in guerre e scelte economiche come gli stormi di uccelli. L’uomo è una specie gregaria può seguire chiunque basta fagli credere di essere un protagonista, guai a rivelargli la sua condizione di comparsa.

Non potendo comprendere la massa semi addormenta dunque crede.
Talvolta la realtà è così evidente che abbaglia questo simulacro di essere senziente che ci si ritrae però spaventato con una smorfia attonita.
Il risultato è lo stesso: l'ignoranza.

Aggiungo che non è completamente vero che questi racconti siano del tutto di fantasia, ma indicano con l'allegoria una realtà che riconosciamo ma che non ammettiamo a noi stessi.
Il racconto dunque addita senza accompagnare verso uno specchio che appare ai più come una finestra su un mondo fantastico.
Questo è il motivo della seduzione e dell'interesse che suscitano.
Ci si riconosce senza offendersi trasponendo le nostre miserie su una rappresentazione feticcio.

Sono caramelle per tenere buoni i bimbi, nella attesa che essi possano crescere, ma senza lasciarli divenire mai adulti; così che possano giungere sereni e inconsapevoli al mattatoio.
Che dire di Dio se non che è in definitiva il più grande serial killer, alla fine ci uccide tutti.

Sogno invece un programma televisivo dove tre concorrenti anziani si ritrovano in una stanza con una pistola carica.
A turno raccontano con onestà la propria vita, le illusioni disattese, i propri dolori generati dall’incomprensione, gli amori mai completamente ricambiati, la futilità di ogni velleità umana.
Vince chi non si spara un colpo alla tempia. Il premio?
Un frigorifero. Risate, applausi…sipario.

Salazar ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Salazar ha detto...

Va bene, mi hai convinto, lo vado a vedere, anche se la mia politica cinematografica non vede di buon occhio storie di vampiri, lupi mannari, zombie e altre creature della notte assortite.

Vero, Eva Green è il test vivente della Sindrome di Stendhal. Ma non bisogna dimenticare che la mamma è Marlene Jobert (L’uomo venuto dalla pioggia, Ultimo domicilio conosciuto, etc), mica cosa da poco: la mela non è caduta lontano dall’albero in questo caso, in più ci sarebbero da fare i complimenti al Signor Green, dentista londinese, per le virtù migliorative dei suoi cromosomi.

Vanessa Valentine ha detto...

Devi, Salazar!:)))))
Non che Burton sia al top della forma, a dire il vero, Alice non era male ma non era il Batman (o Big Fish...), forse lui soffre più di altri lo strapotere del produttore, comunque Dark Shadows è molto godibile...se sei un vecchio darkettone, nel cuore. ma anche no.:))))))
Su Eva Green anch'io ragionavo sui cromosomi, fin dai tempi di The Dreamers di Bertolucci, piaciuto, al tempo.
Alla controparte maschile, piaciuto all'eccesso...:)))))))
E' il genere di bellezza femminile mantidea, letale, splendida. Chi non soggiace?;))))

Squilibrato ha detto...

A me è piaciuto moltissimo. Adoro Burton e le sue atmosfere.

Vanessa Valentine ha detto...

Sì, Squilibrato, Burton è il genere di regista che ti piace o no, ma è per tutta la vita! :))))
Parola di dark, eheh....:)))))
E in autunno uscirà "Frankenweenie" in stop-motion.
Wow! Ci vizia!!:))))))))