martedì 19 febbraio 2013

Che settimana!

La prima forchettata di tagliatelle al ragù provoca uno spasmo lupesco ed ansioso da parte dello stomaco, una sorta di gemito, se lo stomaco sapesse gemere.
Dopo una settimana di digiuno quasi da santa anoressica appena si apre lo spiraglio di una fregola d'appetito colgo la palla al balzo e schiaffo nel tubo un piatto di pasta tutto intero.
Alla fine della tenzone le forze cominciano a tornare e io all'influenza faccio tiè col gesto dell'ombrello.
Mi ha messo ko una settimana intera, lunga come un mese filato: mi sono ammalata il giorno del compleanno e mi sono alzata la domenica dopo, con una bella panza piatta, un umore schifosetto e la casa onta da paura.
Naturalmente tutti quei giorni in giro col ghiaccio hanno scatenato il virus che sogghignava nascosto, aggiungici lo stress e la progenie di Satana a cui ho fatto da supplente e alè, ecco il risultato.
Adesso sono leggermente risorta, leggo qualcosa per l'esame di giovedì, spero di levarmi tutta l'enorme rottura di balle di torno in fretta e che la vita torni leggermente normale.
Che voglia di buone letture in terrazza, gemme, sole e aria tiepida.
Sarò anche in seggio a Poultryville e quindi spero la salute non mi tradisca. Quando dico che non vedo l'ora finisca la settimana potete comprendermi, immagino.
Che poi, ne sono successe di tutti i colori: il Papa che se ne va, gli asteroidi, Sanremo, le tangenti e gli arresti, una metrata di neve, non so, mancavano lo sbarco da Marte e la pioggia di rane. Il cielo oscurato dagli uccelli in America c'è stato, secondo me i Maya hanno solo sbagliato di qualche mese. Mai dire mai.
E io me ne stavo nel mio lettino a tremare con le ossa rotte con la Bagi che dormiva accanto e la neve che si squagliava piano in terrazza, plic plic plic. E il tempo non passava mai, lo stomaco vuoto borbottava.
Ho visto un sacco di tv, incluso il Festival (per forza, dove andavo), non così orripilante.
Se questo sole timidino durasse, ma nell'inverno del nostro malcontento ci siamo dentro fino al ginocchio...e mio padre che mi fa, dai, fatti coraggio, e io, papà, ho la febbre, non sono mica spaventata, c'è poco da farsi coraggio, qua finché non mi passa sto da cani, e lui, eeeehh, ti passo tua madre, e lei, guarda mangiare, eh!, che sennò ti tocca fare le flebo in ospedale!, e io, ecco, perfetto, ma non è che non mangio perché faccio la dieta, è che proprio non va dentro niente, e lei, guarda mangiare, eh!, si va beh, mamma, ciao.
Poveracci, sono venuti anche qui a portarmi il brodo, ho saltato a piè pari anche i dolcetti e le tortine, miiii, che festa del menga.
Giuro, appena mi rimetto 'sti chili li riprendo tutti.
'Sta pancia piatta...non ci sono più abituata.

6 commenti:

Visir ha detto...

E' curioso che gli umani hanno sempre un sacco di desideri, poi quando si ammalano ne hanno solo uno: stare bene.

Gillipixel ha detto...

Ben guarita, Vale :-) Rassegnati, le mamme hanno una missione prioritaria nella vita: rimpinzare i loro figlioli :-) se non li vedono belli satolli e straboccanti, non si sentono bene loro :-)

I babbi invece sono sempre rassicuranti nella loro incrollabile saggezza universale...poi, pazienza se non si attaglia perfettamente alla fattispecie: in ogni modo, loro te la garantiscono sempre :-)

Allora a presto, con una bella panzetta rinnovata :-) io l'ho sempre pensato: una leggera e calibrata pinguedine dona molto al fascino femminile :-)

Vanessa Valentine ha detto...

E il congiuntivo??
Mi hai preso la congiuntivite anche tu, Visir??

Vanessa Valentine ha detto...

Mi rimpinzerei da sola, Gilli, credimi...se soltanto ci riuscissi. Ho ancora il fisico in sciopero, muoio dalla voglia di un bel ristorante con piattini elaborati...ho appena recuperato gusto e olfatto, quanto mi sono mancati!:))))))
Grazie ancora per il sostegno, spero tu riesca a fuggire a questo giro di influenza, davvero perniciosa.

Visir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Visir ha detto...

Dolce Vivì, mi puoi spiegare? Non ho capito l'errore.