lunedì 18 novembre 2013

Doris e il paradiso dei gatti



Quando alcuni scrittori muoiono ci restiamo davvero male, anche se, vista l'età, un po' dovevamo aspettarcelo.
Ma, come si dice sempre in questi casi, comunque non eravamo preparati. Perché a morire non si riesce a prepararsi proprio mai. Schifosamente, egoisticamente noi, noi, noi, ma proprio per niente.
Quando di un'autrice abbiamo letto praticamente tutto (a parte gli sviluppi fantascientifici, diciamo, però è anche vero che leggiamo così tanto che può anche capitare, il tempo non fa sconti nemmeno a noi, quindi tocca scremare) e ci ricordiamo "Il taccuino d'oro" e "Il diario di Jane Somers" e "Amare, ancora" come le più belle letture notturne, quando ero un'universitaria piena di illusioni e con vent'anni di meno sul groppone, quindi stare piegata a letto fino alle tre di notte non lasciava danni residui vertebrali, e la casa dei miei, di notte, era un'arca di legno incantata leccata da un mare di nebbia, con i topi ballerini nel sottotetto, i gatti sul letto, i miei ronfanti e russanti una porta più in là, con la notte campagnola sorniona, buia e lucente, come un dispotico felino dalla coda troppo lunga.
Leggevo Doris e ascoltavo le sue storie, viaggiando lontano, a Londra, in Rhodesia, in un mondo enorme e seducente e luccicante, il mondo perfetto che la letteratura crea nelle nostre menti, fatto di perla, come i sogni, cristallino e immortale.
E la sentivo così vicina, così amata, quando mi parlava dei gatti nella sua vita. "Gatti molto speciali", vecchia edizione La Tartaruga del '99, un libro piccolino e soffice. Portato in giro nelle mie varie vite, in traslochi, sempre al posto d'onore, letto, riletto. Un librino che mi ha fatto piangere e sorridere e desiderare ardentemente che, più di un paradiso d'anime umane, lassù, da qualche parte, si possa trovare un paradiso di felini (e anche di cani, lo ammetto, altrimenti non ci si diverte del tutto), pieno di giardini e dondoli e portici e alberi e divani e poltrone comode, cuscini, plaid, pile di vestiti odorosi, insomma di tutti i posti che i mici amano per dormirci sopra, dentro e intorno. E i cani anche.
Di gente, diciamolo, fatte le debite eccezioni per qualche parente, nella vita ne abbiamo avuto a bizzeffe. Mi par giusto che l'eterno riposo sia tale e vada vissuto con la giusta compagnia.
Doris, grazie per tutta la meraviglia che il tuo talento ci ha regalato. Di donne come te il mondo ha ed avrà sempre un gran bisogno.
Spero tu ti stia godendo l'ombra eterna e fresca di un bel giardino con Rufus, dall'anima bella, in salute e lucente, a farti le fusa e quel miagolio da micetto, tenero e fiducioso.

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Non la conosco, Vale, come scrittrice, nel senso che non ho letto le sue cose, la conosco solo di fama, da tempo, e poi ancor di più da quando vinse il nobel...qualche tempo fa in libreria, mi capitò proprio in mano il libricino sui suoi mici...me lo presi senza esitare :-) da gattaceo quale sono :-) ma poi è rimasto fra le letture ancora da fare, per un motivo o per l'altro...ora mi vien voglia di rispolverarlo, e anche di esplorare magari altre sue opere...doveva essere una donna in gamba e la tua bella recensione è per me un ottimo invito a conoscerla meglio nei suoi libri...

Vanessa Valentine ha detto...

Leggila, leggila, Gilli!:))))
Parti pure da "Gatti molto speciali". E poi leggiti il resto: è una scrittrice che tratta il mondo "femminile" in maniera piuttosto asciutta, senza smancerie...e quindi dovrebbe piacere senza problemi agli uomini svegli.;))))) "La brava terrorista", "Se gioventù sapesse"... non saprei che consigliare, mi sono piaciuti tutti. Sennò prova con "Racconti londinesi", c'è un'atmosfera inglese deliziosa, così ti fai un'idea generale.
Spulciando su Wikipedia mi sono accorta di avere letto un casino, di lei... scherzi della memoria, quando leggi per quasi trent'anni non ti rendi conto di quanta bellezza hai accumulato, con le tue letture...:)))))