giovedì 19 giugno 2014

Ferie

Definiamole così, se una disoccupata cronica, precaria, turista dell'esistenza può dire, sono in ferie.
In teoria sì, e pure in pratica, avendo finito tutta la manfrina scolastica da un po', con solo un collegio congiunto/plenario/disgiunto (? aho', ce credi che so' tre anni che sto in mezzo a 'ste cose e ancora nun ce capisco ggnente?),  per questo motivo mi ricolloco nella fascia turistica del vivere, flaneuse scioperata.
Il divano fatto a conchiglia mi aspetta sempre in terrazza, se non fosse per le bestiole mordacchine che paiono zanzare ma se le guardi bene sembrano mostriciattoli zannuti da film horror che ti spolpano viva appena ti assopisci. Il caldone è arrivato e sparito ma tornerà, lo so, torna sempre.
Siamo stati a Strasburgo per la tre giorni di Strasboulles in compagnia di amici vecchi e nuovi, temperatura folle al solito, 38°, la città più calda di Francia. Dentro una buca, come Firenze, come Trento. E d'inverno -20°. Ah, beh, lì sì che ci sono tutti i comfort.
Ho ritrovato Shirley, maestrina appassionata di fumetti con la quale abbiamo parlato (in inglese, io rinnego la lingua gallica, piuttosto parlo italiano, visto che loro si ostinano a parlare solo francese, vedo che ci capiamo superato il primo sgomento, loro), scoprendo con costernazione che la scuola da loro finisce ai primi di luglio e inizia il 1° di settembre. Roba che in Italia pigliamo forconi e roncole e via con la rivoluzione.
Ho mangiato così così, purtroppo la perfida choucroute mi aspettava al varco, arghhhh, era uno dei motivi per cui ero diventata vegetariana, per essere sicura di non mangiarla mai più in vita.
Ah, mi par di averlo detto: ho fallito, su quel fronte. Una mattina mi sono scofanata tre etti di carne cruda direttamente dalla vaschetta, mangiando con le dita come una bestia.
Non ce la faccio. Punto.
Vivo nel caos. Inciampo nelle cose posate a terra, l'accumulo compulsivo che fa nidi di ragno nel mio dna sta uscendo allo scoperto, comincio cento cose e ne finisco zero. Fossi un ragazzino, mi autocertificherei a manetta.
Sono proprio messa male.
Per fortuna Bagi dorme sul mio cuscino, la notte, mi appoggia il sederone sui capelli e ronfa beata il suo canto notturno, buddista pelosa.
Ruba gli incubi e li divora, apre porte oniriche di onice e zolfo e sorride, ma io non la vedo.

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Il tuo scrittino mi ha fatto commuovere semi-sghignazzando, Vale :-) è la tua grazia scrittoria, non c'è niente da fare :-)

Non ti crucciare per la sconfitta nella battaglia vegetariana...come diceva quel tale? L'importante non è vincere, ma partecipare :-) anche io partecipo spesso in varie cose della vita, e quasi sempre la cosa meno importante, non la faccio...ossia, non vinco :-)

Stupenda la chiusura con quel pensiero sulla Bagigia :-) piccoli sprazzi di letteratura vera...

Buona estate, Vale...bacini bagigi :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Pura filosofia, Gilli...vincere come la cosa meno importante...che meraviglia...:))))
Ma è vero, perché smaniare quando ci sono delle cose incredibili là fuori, piene di candore e grazia, fiori che si aprono al tocco di una mano?
Siamo fortunati a goderci la vita così, fetta d'anguria, dolce e piena di semini, arrivando a rosicchiare anche la parte rosa e già meno gustosa, però...che bel viaggio, la vita, pur con tutto il casino dei bagagli, le code in tangenziale, i biglietti persi...vero? ;))))))
Buona estate a te, adesso spero proprio di aver più tempo e tranquillità, per scrivere e ridacchiare, eheh...
La Bagi sfrizza i baffetti e si strofina sugli stinchi gillipixelliani.:)))))))))))