lunedì 11 agosto 2014

L'arte di correre

Ebbene sì, mi lascio coinvolgere da Magda e Sara in una di quelle manifestazioni estive, quelle in cui si corre e si beve e poi alla fine della serata c'è la sagra sul sagrato della pieve e tutti mangiano le piadine sotto le tende e le lampadine, e si beve un sacco.
Valsanzibio è un posto bellissimo, ma giuro, davvero bello, sui colli fuori Padova, un borghetto di quelli di una volta, con la gente che si conosce tutta e tu ti presenti lì solo perché sei l'amica di.
Ti sciroppi sei chilometri a piedi solo perché ti hanno dato quattro pezzetti di carta per quattro degustazioni di vino (il Serprino, bono, davvero, fresco e frizzoso e va giù che è una maraveggia), anche se la giornata è di un afoso apocalittico e dopo dieci metri sei già sudata come una cavalla da tiro e i primi due bicchieri di vino sono già in circolo a far danni ai neuroni, comunque vai avanti anche perché fermarsi è una sconfitta e poi ti tocca dormire sotto un albero sui colli, di notte, col rischio di ritrovarti un cinghiale vicino non tanto amichevole e profumato.
Una serata meravigliosa, un leggero venticello che alla fine spazza via l'afa, un mucchio di gente appassionata di corsa (li guardo come se fossero alieni, io non ho mai corso in vita mia, al massimo nuoto/sguazzo, quello sì che mi piace, cavolo) che parlano di chilometraggi e minuti e trail e allenamenti, giuro, non ci capisco un tubo. Mi sento come Jim Carrey in "Yes Man", in questi giorni dico sì a tutto, stasera serata con balli sudamericani, in teoria non dovrei ballare ma dopo una caipiroska chi può mettere limiti, dico io. La vita va presa al volo, senza pensarci due volte. Se stai lì a ponderare sei un bel pezzo di filosofo ma, senza dubbio, non ti imboressi a veder la gente che inciampa ballando. Non inciampi, non ti diverti, non ti butti nella mischia, non fai a botte, niente occhi neri, niente amicizie.
Come ieri sera, immersa fino alla vita nel fiume della vita vera, a mangiare in compagnia di gente simpatica e fresca, nel senso migliore, stanca e sudata ma felice, rilassata, compiutamente sé stessa, senza finzioni. A chiacchierare di tutto e di niente, mentre le suorine della parrocchia, che cucinavano, ballavano sulla musica di "The Lion Sleeps Tonight". Mi si sono riempiti gli occhi di lacrime, giuro, di una felicità stupida, pura e assoluta, solo a vedere la felicità libera della gente, con i bambini, i cani, le angurie smangiucchiate. Un torrente di amore e benessere che mi ha invaso l'anima, sotto una luna enorme e qualche stella cadente.
Beh, direte voi, probabilmente era l'effetto del Serprino.
Po' esse. ;)

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Sono le piccole epifanie nascoste ed improvvise, Vale :-) inattese, insperate, provenienti da episodi minimi...sono le migliori, commoventi e destabilizzanti persino :-)

L'arte di correre è il titolo anche di un bellissimo saggio di Murakami Haruki sul tema...me lo sono letto con gran gusto, perché mi piace ogni cosa che scrive Murakami, e forse non sono tanto obiettivo, in questo senso :-)

E' bello sapersi divertire con cose semplici, perché l'ingrediente principale del divertimento e dello stare bene non deriva tanto dall'esterno, ma ce lo mettiamo noi, con la nostra fantasia e sensibilità...in questo senso, molto belli e deliziosamente raccontati i tuoi momenti vacanzioli :-)

Ciao Vale :-) Bagigità :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Lo sto leggendo,Gilli! È veramente molto bello. Lui è uno dei miei miti da sempre..certo, io non sono proprio un'artista della corsa..:)))comunque le piccole epifanie sono deliziose, oltre ogni dire..
Bagigia ti saluta!;)))))