domenica 30 novembre 2008

La Vanessa va alla serata di gala

Al solito, sapendo che sabato sera mi aspettava una gran soirée con abito da gran gala, venerdì pomeriggio mi sono ridotta a girare come un'ebete per Mestre per lo shopping dell'ultimo minuto, sotto la pioggia ostile e con raffiche di vento determinate a distruggermi. Ma un discorso per volta.
Ci sono impegni che ti colgono impreparata (specialmente se impreparata ci sei nata) malgrado la mia non più verdissima età (non sono neanche da imbalsamare, ma non ho ancora appreso come abbinare le scarpe con il vestito, tanto per dirne una...) e quindi di venerdì ho coinvolto nelle ricerche del vestito ficherrimo la mia amica Lulù, con il suo bel pancione di sei mesi, e dopo un sandwiccione in un pub accoglientissimo rispetto alla bufera che imperversava lì fuori abbiamo girato per negozi trovando il niente (o almeno, non il Valentino cangiante e fiammeggiante nel quale mi vedevo avvolta mentre scendevo un ipotetico scalone di marmo, tra l'ammirazione muta e generale. Anche perché pensavo di riuscire ad accaparrarmelo per un massimo di ottanta euro, e questo vi spalanca lo scenario del mio cervello, ovvero un deserto con i cespugli che rotolano).
Mentre questa povera ragazza incinta iniziava ad accusare le prime fitte nelle zone basse e giustamente disertava, tornandosene saggiamente in seno alla famiglia, io rimbalzavo come una palletta da un posto all'altro, mentre il panico montava. Per far prima, mi immergevo e riemergevo dai negozi seminuda, tra un cambio e l'altro. E niente.
Salvo ricordarmi in extremissimo, di un bel vestito lungo fino ai piedi, blu elettrico, proprio da red carpet che la Mama mi ha confezionato sette anni fa, per il matrimonio di una cugina acquisita. Evvualà! Campane a din don dan!
Vestito che giaceva dormiente in un cassetto e che, una volta stirato, era proprio una sciccheria.
Così, con trepidazione, dopo prove su prove in stile Sanremo (incluse le scarpette col tacco, acquistate circa due ore prima di uscire e che si sono ampiamente vendicate per la mia cialtronaggine, mordendomi segretamente il ditone tutta la sera), siamo riusciti ad arrivare fino in Prato della Valle e traballando (io) ad entrare nel mondo dorato delle associazioni che organizzano le serate di beneficenza. Beh, caspita, che spettacolo.
Le signore con abiti di raso scollati, schiene nude, pellicce (orrore! il mio cappottino spelacchiato di h&m aveva paura di finire mangiato...), i signori in abito scuro, incravattati stretti stretti sul pomo d'Adamo e tutti tirati eleganti tra colonne di marmo, luci, stucchi e ori.
Però la serata è stata divertente, la gente era simpatica e tutti si erano dati un gran daffare per organizzare la cena ( il menù comprendeva piatti polacchi, devo dire un tipo di cucina piuttosto alternativa. Buona, ma peculiarissima. Non mi ha convinto del tutto un antipasto a base di grasso di maiale da spalmare sul pane. Eh, mi sembrava di sentire la mia aorta, "ma checcacchio, tanto valeva continuare a fumare, se poi dovevo finire come un tombino ostruito..."). C'è stata pure la lotteria, tanto per cambiare non abbiamo vinto niente (nonostante una spettacolosa aspirante Miss Polonia staccasse con le sue preziose manine per noi biglietti a profusione) ma ormai eravamo pieni di vino, birra e vodka fino agli occhi e potevamo vincere anche un soggiorno premio al santuario della Madonna di Cracovia ed era perfetto uguale.
L'atmosfera da tombolata in famiglia, malgrado figure autorevoli quali consoli e assessori, ci ha messo tutti di buonumore. Ci si sentiva a casa, insomma, ben satolli e rilassati.
Ci ripensavo, tornando a casa sotto una pioggia matta e arricciacapelli (su questo argomento, temo, verterà uno dei prossimi post), guardando la città scivolare lucida come vinile: quante vite conosciamo, quante ancora potremmo conoscere e da queste farci prendere la mano, farci portare in giro. Solo perché è la cosa più divertente da fare nelle notti di pioggia.
Quando il tuo stomaco borbotta "fa presto a parlare lei, il lavoro sporco tocca sempre a me."
E il ditone tira un sospiro di sollievo quando finalmente svelli le scarpe e precipiti sul divano, travolta dalle emozioni della serata e dal mal di schiena.

11 commenti:

Gillipixel ha detto...

grande dono è saper vedere il mondo con ironia :-) chi si prende troppo sul serio rimane anni luce lontano dalla verità :-)...mi è piaciuta tantissimo la scelta del vestito della mama :-) è bello come sai mettere poesia anche nel sollievo del ditone :-) sempre bravissima!!!

enne ha detto...

Lo stesso vestito dopo 7 anni? Che culo, ragazza mia. ;-)

Unknown ha detto...

accipicchia, alla serata di gala!!!! wow!!! vorrei tanto vedere una tua foto in abito da sera blu elettrico...anche se con jeans e magliettina a righe fai comunque la tua bella figura!!!! ciao, un bacio.

farlocca farlocchissima ha detto...

ho avuto male ai piedi leggendoti! in realtà ricordavo un matrimonio preceduto esattamente dallo stesso rituale, con scelta infelicissima di scarpa e ancora più folle del vestito lungo con spacco e decisamente sbagliato per il ricevimento in terrazza con sole di fine estate inclemente fino al tramonto... giuro che però mi riuscii pure a divertire :-)

Gillipixel ha detto...

esco un po' dal seminato e riprendendo un tuo commento sul mio blog (al quale come mio solito ho risposto in ritardo, sorry :-) ti segnalo, se non la conosci già, un'evoluzione del buffo nome "devoto-oli", che in uno dei nuovi dizionarietti più piccoli è divenuto "devotino" :-) lo volevo comprare solo per quello :-)

Galatea ha detto...

Sei sempre fenomenale.

Vanessa Valentine ha detto...

Mammina, sei un'adulatrice spudorata...per starci nel vestito non ho mangiato due giorni...;)
e i jeans sono quelli stracomodi di h&m...
Bacci!

Vanessa Valentine ha detto...

La Mama sarebbe felicissima di sentire che i suoi bizzarri sforzi di sartoria sono tanto apprezzati...;)
Però, Gillipixel, devi credermi quando dico che il vestito era comunque leggero e faceva un freddo becco...

Vanessa Valentine ha detto...

bislacca, il vestito è stato fatto a suo tempo perché potesse contenere il poco come il tanto... e adesso ce n'è di più, ringraziando la Madonna, come direbbe Montalbano...:))

Vanessa Valentine ha detto...

Galatea, tu meriti un pranzetto alla magione di marzapane! Quando vieni?
Baciot!

Vanessa Valentine ha detto...

Io i matrimoni d'estate li abolirei, Farlocca! Infatti fa così caldo che fatichi a mangiare ( e ti rovini la parte più divertente, oltre a vedere gli altri sbronzi marci, ovvio...)
E adesso ho delle scarpette strette strette che sogno di perdere come Cenerentola inseguita da un battaglione di principi... ;)