mercoledì 4 marzo 2009

Shopaholic&Cousin

Settimana di gran fermento, questa, apparentemente passata a fare niente, come mio costume, ma di grande lavorio interiore e cerebrale...
Martedì io e la Magnifica (ovvero la mia cugina preferita) ci siamo viste in centro per un giro spirituale ma non solo. Mi spiego: dovevamo pranzare insieme da tempo immemorabile, e finalmente avevamo anche l'occasione di passare dal Santo, in basilica, per una benedizione "alleggeritrice" in relazione a magagne varie (e insomma, un luogo sacro fa sempre bene allo spirito, no?, ti ripulisce dai pensieri negativi, e così via).
La Magnifica è apparsa all'orizzonte, girato l'angolo da via Zabarella, e la prima cosa che ho visto è stata la sua sciarpa fucsia che rendeva tutto il mondo attorno pallidino e sciatto. Le ho scaricato nella borsa i tre mattoni (leggasi libri) che avevo portato in gita apposta per lei,e così gravate come sherpa nella tormenta siamo andate a mangiare in un bel caffè tranquillo in via Roma, a ciacolare. Quest'attività a me e alla Magnifica piace immensamente, visto che la conversazione in genere tra noi scorre fluida e placida come un fiume d'estate. Ci rimpalliamo date, film, facce d'attori e pensieri, come se i cervelli fossero collegati con una miriade di cavetti, e i neuroni cantassero in libertà.
Ed è stato un torrente di parole, mentre andavamo verso il Santo guardando le vetrine, fermandoci a comprare collane e cosine deliziose, guardando tutto e parlando di tutto senza perdere mai il filo come le donne sanno fare (abbiamo i due emisferi cerebrali che lavorano a pieno regime, si sa, e potremmo financo aggiungere un paio di impegni, lavorare a maglia, fare un origami, eccetera eccetera).
A me il Santo di Padova è sempre piaciuto: è immenso, coloratissimo, pieno di voci sommesse, con angoli strepitosi anche dopo secoli, con milioni di persone che cadono in deliquio di fronte agli affreschi e alle sculture. Ecco, se devo dire in quale modo io mi raffiguro Dio, posso solo dire che lo vedo nel talento degli esseri umani, nella loro ostinata ricerca del bello, nella bontà, in un compositore tedesco sordo come una campana che scrive l'Inno alla Gioia (non si può ascoltarla e non piangere, secondo me, c'è talmente tanta bellezza e forza dentro, incredibile che l'abbia scritta un essere umano solo).
E poi la Magnifica mi porta in un angolo, dove c'è un frate simpatico, con i capelli brizzolati e gli occhiali che ci dà la benedizione, e io mi sento bene, come se un peso mi venisse levato dalle spalle...suggestione? Può anche essere, siamo così complicati che possiamo pensare di tutto, ma questo è quello che sento in questo momento. La Magnifica mi porta a vedere anche i tre chiostri dentro al Santo ( e io pensavo ce ne fosse solo uno!), adoro i chiostri, sono così freschi, silenziosi, puoi stare lì a pensare e a guardare la gigantesca magnolia nel mezzo, vecchia di duecento anni, verde e scura ed eterna, benevola come tutti gli alberi, rilassata come un monaco zen.
Insomma, c'è da stare lì un sacco di tempo, ma poi ci ricordiamo che siamo anche donne in carne ed ossa, vive e vegete e che il mondo è la nostra ostrica.
Ed è un putiferio di negozi.
Entriamo da Lush e i nostri nasi vanno in crisi, è tutto tattile, sensoriale, colorato. C'è tutto quello che io desidero da che son viva, saponi, sciampini, cremette, ballistiche che nella vasca esplodono, gelatine che ti lavano sotto la doccia...
E poi Feltrinelli, il Tempio pagano al quale noi due ci votiamo da sempre, sacerdotesse del culto cartaceo. Il profumo della carta, il fruscio delle pagine, e ci piace tutto, e vorremmo leggere tutto, e il mio sogno è restare chiusa dentro una notte, tra i libri, per un'orgia letteraria che potrebbe fondermi i neuroni come burro.
Le piazze di Padova cominciano a riempirsi per il rito dello sprizzino serotino, così la porto in una caffetteria e ci beviamo le cioccolate fumanti, sempre ciacolando.
Ci conosciamo da così tanto tempo, e ci vogliamo un mondo di bene, siamo così simili, ci capiamo profondamente. E' da augurare al mondo intero di avere cugine così, da regalarle al mondo intero, corredate da un bel fiocco. Magari fucsia.
Quando la saluto, salgo sul tram, pieno come un barile di sardine ciccione. Però sorrido e ciacolo con un signore pigiato nella calca con me, e poi parlo con una ragazza rumena che mi ha pestato per sbaglio il piede e non la finisce più di scusarsi. E mi vengono quasi le lacrime agli occhi quando dice quanto è dura di questi tempi, con la gente che la schizza come la peste, in una sorta di apartheid padano (questa donna parla quattro lingue, vive in Italia da undici anni, e si paga tutte le tasse, ed è incazzatissima con i suoi connazionali, ma ci incolpa pure di avere la mano troppo leggera - non lo sapevo, ma in Romania se un tizio ruba una gallina si becca due anni, urca, mi sembrano oggettivamente troppi, e glielo dico).
Mi piace così tanto conoscere altre vite.
Torno a casa, e il mio divanone rosso mi accoglie, come un braccio saldo attorno alle spalle.
E' stata una di quelle giornate belle, perfette, piene come pesche, vellutate.

6 commenti:

Gillipixel ha detto...

Questo è uno dei tuoi brani più belli da quando seguo il tuo blog, ossia da quando esiste :-)
Bellissimo!!!

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie!!!
era meglio se al posto di Isla Fisher pigliavano la Magnifica e me! Sparagnavano pure sul compenso!

Gillipixel ha detto...

ahahaahha :-) vero, VaneVale, te e la Magnifica siete già due dei miei personaggi letterari preferiti...Isla Chi?
:-)))

Vanessa Valentine ha detto...

A presto su questi schermi!!!
La Magnifica e la VaneVale nello Yorkshire (raccontando di un viaggio bello bello fatto da due gentildonne italiane...);)
Wait for!

Unknown ha detto...

http://papino.diludovico.it/?p=635 anch'io qui scrissi di padova, ma tu con questo bellissimo post fai una meravigliosa pubblicità alla tua non-città!!!! bacioni a pioggia. a presto.

Vanessa Valentine ha detto...

Bacioni, Mammina!
Passa da queste parti, presto farò la torta al doppio cioccolato.
Ti avvertirò!
;)