giovedì 29 ottobre 2009

Trivial

Butto un occhio velocissimo al sito di H&M e vedo le scarpe che il famigerato marchio Jimmy Choo ha disegnato per la nota casa svedese di abiti e accessori low cost (è, in pratica , l'Ikea del vestiario). Le scarpe Jimmy Choo sono diventate famose perché in "Sex and the City" riuscivano a procurare alle protagoniste orgasmi più intensi, indossandole, rispetto a tutti quelli che potevano offrire i protagonisti maschili che via via si avvicendavano nel cuore, e nella branda, delle belle. Quindi, come è noto, le donne amano gli uomini e ne hanno giustamente bisogno, però in fondo al cuore amano di più le scarpe. Del resto ogni uomo potrà confermarlo, se guatate una ragazza come se voleste trapassarla (con lo sguardo), lei di solito vi tiene d'occhio di sguincio, perché comunque ci vede a 360° ed è ben felice che la osserviate, però nel frattempo guata a sua volta le vetrine. Riesce a vedere nel vetro voi ed i vestiti, o le scarpe, ed è nel suo paradiso privato.
L'unica cosa che mi perplime ("perplime" l'ho sentito l'altr'anno dalla bocca di una mamma che mi doveva ammollare il pargolo per un po' di babysitteraggio, ma il mio evidente spirito instabile e sarcastico l'ha ovviamente perplessa. Da quel momento quando voglio fare la sciureta sussiegosa, uso questa parola bellissima che mette in crisi l'interlocutore) è la forma delle scarpe Jimmy Choo, tagliole tacco dodici che ti fanno slittare la spina dorsale di un buon dieci centimetri in avanti, ti abbassano la dotazione di serie di altri dieci e ti mettono in lista per una safenectomia veloce veloce. Son la fine del mondo a patto che tu le tenga sul comò per la gioia degli occhi o decida di esporle alla Biennale di Venezia. Le modelle che le indossano peseranno 40 chili, non hanno il problema dell'ondeggiamento del grasso corporeo che tende a zavorrare qualsiasi essere umano vagamente normale (tipo, una persona che mangi sulle cinque volte al giorno, esclusi gli spuntini). Falciano la notte nei loro abitini di raso, con tutte quelle striscette di pelle nera che, in perfetto stile sadomaso, incidono la carne dando tormento ed estasi. E tutti sappiamo che se c'è una parte del corpo che può fare un male becco quello è il piede, pieno di ossetti e nervetti. Ovvio che le modelle vanno da un taxi all'altro e probabilmente ne prendono uno anche per andare in bagno, quindi non sono mortali come noi che ci maciniamo 1,4 km dalla stazione a Piazza Ferretto e ritorno ogni benedetto mattino che Dio manda in terra. Ti voglio vedere a farlo con le Jimmy Choo e le sporte. Senza contare che verrei alta come le ragazzone che frequenta l'ex presidente di una grossa regione del centro, non diciamo quale.
E poi come faccio a portarle con i calzettini a righe? Non vorrete mica che vada in giro scalza che così poi mi si vedono i pennotti al primo colpo di vento?
Potrei uscirci la sera, certo, ma già in macchina rischio di andare a sbattere guidando con le Lotto, figurati col tacco ondivago, metti che mi struffa la frizione e il primo muretto è mio.
E poi non resterei in piedi dritta a lungo, mi servirebbe un porta-Vanessa al quale appoggiarmi, e non posso stipendiare troppa gente.
Comunque, nella remota ipotesi che questo tizio, Jimmy Choo, abbia mandato un paio di scarpette anche a Mestre, domani me le provo, costi quel che costi. Non avrò speso neanche un soldo, ma vedere le commesse ridere fino a schioppare (non appena avrò riacquistato la stazione eretta) avrà dato ancora una volta un po' di senso a questa mia stupida, inutile vita.

10 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ahahahahaha :-D bellissimo, Vale!!!
Mi permetto di segnalarti una piccola "etimologia": il verbo "perplimere" credo sia stato introdotto dall'esimio esperto di cinematografia "de' pppaura", Rocko Smitherson-Corrado Guzzanti, nella leggendaria trasmissione "Avanzi" :-)
E ti chiedo a mia volta lumi sull'identità-significanza di due bellissimi termini da te usati: i pennotti e struffare :-)

Visir ha detto...

Il piede è una parte nevralgica dell'uomo, figuriamoci della donna!
Sorvolando con plastica agilità sui feticismi, il gossip ci informa che personaggi famosi ne sono grandi estimatori.
Tarantino per esempio, cui dedica spesso al piede primi piani nei suoi film e si dice, arrivi addirittura a scegliere le protagoniste delle sue opere appunto dai piedi.
Sorvolo anche sui casi patologici come Imelda Marcos (moglie del defunto dittatore delle Filippine) che si mormora abbia più di 350 paia di scarpe. Stipate in un armadio apposito. Quest'ultimo penso assomigli (visto i prezzi) ad un caveau di una banca svizzera.
Un’altra curiosità, le donne di rango nella Cina premaoista erano costrette alla crudele usanza di fasciare i piedi per evitarne la crescita. Questo comportava una deformità permanente e in alcuni casi l'impossibilità ad una deambulazione autonoma.
Era, a mio modesto parere, una pratica di sottomissione come l'infibulazione africana o il chador arabo.
Anche la Fisiatria ci istruisce come tutta l'architettura del corpo poggi su queste meravigliose fondamenta.
L'arco plantare sopporta durante la corsa un peso che può arrivare sino a 250 kg. Un vero miracolo di ingegneria biologica.
Certo anche la scarpa è un simbolo, un marchio, uno strumento.
Scarpe per il tennis, per la formula uno, per la montagna, per la guerra.
La storia dell'uomo si potrebbe leggere dalle sue scarpe.
Perfino un imperatore romano, Caligola, aveva preso il nome da un tipo di scarpa chiodata in uso ai legionari.
Ricordo però che una volta a Goa in India incontrai un vecchio che vendeva libri usati nella sua capanna/negozio sulla spiaggia: Sami era il suo nome.
Aveva 80 anni ed era splendido. Praticava un poco di yoga ma tutte le mattine, mangiava una volta il giorno e sorrideva sempre.
Mi disse che in vita sua aveva messo le scarpe solo due volte, quando si era sposato e al funerale della moglie. Probabilmente le avrebbe indossate anche al suo funerale, ma non era sicuro, forse le avrebbe regalate.
Forse vivere scalzi è meglio che vivere calzati? Fosse pure in una Choo da mille dollari. Se lo domandassimo a Sami risponderebbe solo con una risata.

Vanessa Valentine ha detto...

Dunque, Gilli, i "pennotti" sono il tipico fenomeno detto "pelle d'oca", tipo se uno ha freddo o si spaventa (versione veneta). Se togli tutte le doppie, ovvero "penoti" è anche meglio...:))))
Struffare lo uso io e non credo ci sia nella lingua italiana (ma lo sappiamo che le lingue sono belle proprio perché produttive..) e indica in genere un movimento brusco, tipo una scivolata, o della mano o del piede (però, visto e considerato che la parola la uso solo io potrei anche barare e darle qualsiasi significato mi venga in mente:))))
Adoro Guzzanti e credo che userò perplimere ancora più intensamente. Splendido, e grazie!

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, il tuo amico Sami, santone/sciamano/filosofo aveva capito tutto, e a lui mi inchino. Camminare scalzi, per esempio nell'erba morbida, è un'esperienza mistica. Siamo fatti per quello, costringerci dentro al cuoio o alla gomma è una violenza. Se lo facciamo è perché, a differenza di Sami, non camminiamo sulla materna rena ma tra gli scaracchi in città (o forse abbiamo meno anticorpi di lui comunque, boh).
Resta il fatto che le scarpe sono erotiche, come tutto quello che imprigiona. Gli stivali, per esempio: come non pensare che sono l'oggetto più sexy del mondo? Gli uomini si girano a guardarti anche solo se hai degli stivali col tacco alto, sobriamente in jeans e maglione. Chissà, sarà il passo da valchiria, sarà quell'aria noli me tangere, però gli stivali ti fanno sentire proprio una stragnocca. E sono più comodi delle Choo (che peraltro non ho visto, da H&M, pazienza. Prima o poi la gente troverà sexy anche le Crocs).:)))
(Tarantino è affascinante proprio perché sembra avere una dozzina di perversioni, il feticismo del piede sembra quella meno grave).;)

Visir ha detto...

Devo darti ragione, quando dici che siamo innamorati delle nostre catene. E se ci imprigionassero solo le scarpe sarebbe già un piccolo paradiso, questa esistenza.
Lo sono invece molto di più le abitudini, i preconcetti, le false convinzioni e l'identificazione.
Memorabile è la risposta di Morpheus a Neo nel film Matrix.
"Vuoi la verità? Eccola: tu sei uno schiavo. Vivi in una prigione, in una cella, una cella senza sbarre, senza mura, senza odore. La prigione della tua mente".

Credere di evadere è già chiaro sintomo di rassegnazione alla detenzione. Non a caso si chiamano “di evasione” tutte le cose che divertono.
Ma per non essere troppo quaresimale posso dirti che gli stivali intrigano, specialmente se il portamento è come dici tu: da valchiria.
Quando si vede una femmina camminare, dritta come una principessa, che avanza fra la folla anonima con passo slanciato e agile, pare un felino che si fa largo fra l’erba alta della Savana; Si resta come dire: ammaliati.
L’immagine avviluppa per un attimo la fantasia di un uomo in situazioni inenarrabili (almeno in questo post) per poi lasciarlo, ahilui! In balia dei latrati dei propri ormoni famelici.
Le crok però no...Sono al di là del bene e del male, fanno evaporare tonnellate di testosterone in un nanosecondo.
Meglio la sana nudità, allora.

Vanessa Valentine ha detto...

Sugli stivali, Visir, bisognerà scrivere, e presto.
Sono una categoria dello spirito, e ti fanno sentire davvero una dea (oltre a donarti 8 cm più o meno, portandoti a fissare le fronti di uomini anche piuttosto slanciati, i quali, come se se ne sentisse il bisogno, tendono a tagliare la corda di fronte all'ennesima amazzone presunta castratrice). Insomma, sono un'arma a doppio taglio.
Sulle crocs (abominio che tende a colpire le coppie, lui azzurre e lei rosa, il massimo dell'orrore) ci metto sopra una lapide di travertino.
Incenso smodatamente invece "Matrix", film bellissimo (anche se munto all'inverosimile con i sequel) e misteriosamente veritiero.
Tra l'altro, il look degli attori era la fine del mondo (niente crocs sul set, se non ricordo male. Qualcosa vorrà pur dire).;)

Visir ha detto...
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Visir ha detto...

Non so se avete mai notato che le donne alte piacciono generalmente agli uomini bassi ma ricchi.
Una sorta di ostentazione del potere del dio denaro che permette di sfidare le leggi naturali delle proporzioni.
Paiono così affermare: "Mi compro la cavallona e ci vado pure sopra", questo sembra il messaggio subliminale trasmesso.
Personalmente, proprio perchè di buona stazza, preferisco le "veneri bonsai". Diciamo che sono più "maneggevoli", e chiedo anticipatamente scusa per il tono sciovinista del discorso che è volutamente in stile "maschiale", direi.

Commentando invece Matrix mi trovi un solidale sostenitore, almeno per il primo.
I temi trattati in questo capolavoro (fatte salve le scene di cassetta) sono molteplici e profondissimi.
La capacità di una libera scelta: pillola blu o pillola rossa?
Il tempo come percezione soggettiva.
La realtà propria di quelle percezioni e le interpretazioni che ne sono date.
L'intima corrispondenza fra mente e soma e l'interdipendenza dei destini. Infine la sincronicità, ovvero la relazione fra psiche e accadimenti.
Potrei scrivere molto, ma non lo faccio, sulla critica feroce che è rivolta ai miliardi di vite inconsapevoli che, appunto perchè inconsapevoli, godono dello spettacolo pensando: "Che strano film, però bello", quindi tornano a pascolare sereni sino alla chiamata al mattatoio.

Carvando verso discorsi più ameni riconosco che la moda dark rappresentata nel film è fantastica. Curiosamente in contrasto con la realtà stracciona dei protagonisti all'interno della storia del film.
Quando i nostri eroi entrano in Matrix sono messi giù -da paura- come si usa dire adesso.
Bastassero le pistole e qualche chilo di semtex per liberare la nostra mente saremmo tutti dei piccoli Buddha, beh! Forse dei budini. :))

Vanessa Valentine ha detto...

Gli uomini bassi e ricchi amano anche le macchine grosse e lunghe. Anche gli uomini alti e ricchi, e alti e poveri, e alti e bassi e ceto medio. Amano tutti la macchina grossa, lunga e veloce). E qui mi fermo. ;)))))
La statura di un uomo è comunque interna, per me, la crescita corporea a volte è solo un dono casuale di un destino frettoloso, che dà e prende.
Con sciovinismo femminile dico allora che gli uomini "bonsai" sono spesso agguerriti e motivati, divertenti in modo devastante e molto concentrati sul mio divertimento, cosa che apprezzo enormemente.
Gli uomini alti sono scenografici, lo ammetto. C'è la spinta six feet tall, è genetico cercarsi il partner alto per figliare, ma direi che ormai i geni non ci fregano più, anche se verranno figli bassini pace, basta che siano svegli.
Da vecchia smaliziata dark dico che il look total black, cattivissimo e occhialuto di Matrix ha fatto epoca (il nero slancia, smagra e non fa vedere lo sporco).
Da buddista part time approvo e plaudo senza riserve alla messa in scena della realtà come non la conosciamo.
A volte è sufficiente uscire da noi per pochi secondi, vederci con gli occhi assoluti dei senza tempo, capire la presa per il culo cosmica, come direbbe Bukowski. Tornare dentro la buccia sorridendo, mentre il grosso dell'umanità combatte per un parcheggio.
Non esiste la soluzione perché non esiste il problema.
Qualcuno confermi al mio neurone segretario che è stato Duchamp a dirlo. C'è un mucchio di casino, nell'archivio.:))))

Visir ha detto...

Le caratteristiche fisiche sono, come quasi tutto del resto, soggettive.
Dipende dalla percezione interiore che ognuno ha di se.
Ricordo con un sorriso quando nel film Frankenstein junior, il famoso chirurgo (Gene Wilder) chiede ad Igor se vuole essere liberato con un operazione dalla gobba.
La risposta lapidaria del simpatico deforme è: "Quale gobba?".
Ridiamo tutti, certo, ma di noi stessi.