mercoledì 11 novembre 2009

Casalserugo on my mind

E già tocca uscire a metà pomeriggio, piantando lì tutto, ad esempio una cucina disastrosa, pile di roba stirata da mettere via prima che, totalmente rinco, la stiri di nuovo, un bagno da blitz dell'Ufficio Igiene, il bucato mollato alla deriva nella bacinella, i colori che minacciano di tracimare l'uno nell'altro in un'orgia convulsa di tessuti....Il classico casino di un ordinario mercoledì (e il cervello continua a spingere per stare sul divano a leggere leggere leggere e si fottano il mondo e le scelte). Questo è il quadro.
Quindi se telefono e prendo appuntamento con te, ragazzo dell'Immobiliare CasaGanza, non lo faccio perché ficcarsi nell'inferno del traffico delle 5 è la mia mission, lo faccio soprattutto perché mi aspetto che tu mi porti a vedere quel microbuco tutto esposto a nord, piano primo con coppia di gemelle scatenate sopra, 800 euro l'anno di spese condominiali, 185mila sull'unghia, quel che si dice un affarone ( e vi assicuro che c'è stata una scrematura).
E invece no.
Quando ho smollato il mio bel sederone sulla poltroncina nera di pelle scopro che i padroni di casa sono in Tanzania e non torneranno a breve, quindi ciccia con la visita alla casa, però intanto lui mi fa vedere la piantina. Ma te la farei vedere io la piantina, un bel cactus saguaro di due metri, tesoro, ti ci siedo sopra e poi spingo.
Però, visto che sono notoriamente una donna sensibile e civile, sprovvista di palle, sto seduta e ascolto. All'infinito.
Questo è un ragazzo con insicurezze profonde (il petto glabro open air, le unghie mangiate così tanto che la polpa della falange ha avuto la meglio), e il suo sguardo ha una fissità sporgente e inquietante (credo dipenda dalla tiroide, ma non chiedo lumi).
A malincuore (falsa!) gli dico che la terza camera è troppo piccola, serve uno studio, non lo sgabuzzo delle scope soppalcato. Non se ne fa una ragione, mi sa che ha capito che il sale sulla coda di noi allocchi non resterà là a lungo.
E propone, e Casalserugo, può interessare?
No, te lo dico subito, non può interessare. Sarà un comune delizioso, non lo metto neanche in dubbio per un secondo, ma per me è fuori mano, al lavoro ci vado con i mezzi pubblici, non con il Concorde di papino.
E lui, imperterrito, allora ti mostro la piantina e le foto.
Ma anche no!, urla il cervello che si è nel frattempo teletrasportato a casa, ha preparato un Martini con ghiaccio e si sta gustando pagina 114 di "Uomini che odiano le donne". A proposito, questo tizio non mi odierà ma non si può non dire che mi sta remando contro, no?
A questo punto, visto che il mio volto mostra i tristi segni della resa e dello scoramento, un essere umano mediamente sveglio dovrebbe produrre il colpo d'ala, il coup de théatre, il botto che ti pare, per riavermi tutta per lui. Ma no.
Lui smanetta un po' la tastiera e partorisce le foto della casa più brutta che io abbia mai visto: per un attimo mi si stringe il cuore. Questa casa mi sta parlando e mi sta gridando, scappa! salvati finché sei in tempo! Mi sembri una brava persona, non meriti di vivere la tua vita fra le mie quattro pareti (talmente obbrobriose che sembrano tutte a nord, contemporaneamente).
Il terrazzino poggia su di un prato con la pellagra, le finestre sono allietate da inferriate che a Santa Maria Maggiore desterebbero sgomento, le stanze sono pazzescamente buie e anguste, c'è un bagno solo, con mattonelle di un bianco sporco vomitoso (i vecchi cessi dell'autogrill sembrano progettati da Gae Aulenti, a confronto), vediamo, che altro, ah, sì, l'impressione è che in questa casa sia stato commesso un omicidio o comunque mi scatta la sindrome da Overlook Hotel di sicuro e comincerò a scrivere sulle mattonelle del cesso "il mattino ha l'oro in bocca" dieci minuti dopo aver fatto trasloco. E' la casa dei sogni per un serial killer, un angolino delizioso nel disimpegno per tenerci il freezer con la gente a cubetti dentro. In questa casa non ridono solo le finestre, si sganascia tutta la baracca.
Mi dice, la zona è tranquillissima. E falla pure con il casino, penso. Siamo sicuri che non è stata approvata la nuova Ikea di Casalserugo proprio di fronte?
Verrebbe da fare bonk bonk con la fronte sulla scrivania di cristallo, finché non compaiono le prime microfratture. Mie e del tavolo.
Dico frasi educate di circostanza, sì sì, chiamami se hai qualcosa, ci risentiamo di sicuro (so cosa provano gli uomini quando si tirano su la cerniera e ti dicono addio, ah, è così che ci si sente? ragazzi, non è male), guadagnando alfine l'uscita e il salvifico caos del traffico.
In qualche oscura parte del mio bislacco cervello, rido.


8 commenti:

Salazar ha detto...

“Non si era mai considerato un artista ma sapeva di essere un eccellente designer. Invece, non valeva niente negli intrighi e nelle decisioni di policy.”
Così comincia la pagina 115, tanto per tirati avanti con il relax. In più le olive sono sul terzo scomparto del frigo, a sinistra, appena dietro al gorgonzola, solo sposta la bottiglia di birra piano, stando attenta al basilico, non vorrai spolverare l’intero frigo di erbetta, che il tappo lo hai perso la settimana scorsa.
Di olive ce ne rimangono ancora tre e l’acquetta nel vasetto è un po’ giallina, anzi, direi proprio giallona: sempre meglio che comperare una casa a Casalquelpostolì.

Gillipixel ha detto...

"...In questa casa non ridono solo le finestre, si sganascia tutta la baracca..." :-D

Questo è genio allo stato puro!!! Brano F-A-N-T-A-S-T-I-C-O, Vale :-)
Da buon pigro inveterato, sto notando che in questo periodo sei presa nel bel mezzo di una classica peculiarità da pigri: messi alle strette dalle tribolazioni del vivere, diamo il meglio del meglio della nostra ironia pigresca :-)
Speriamo però che 'sta casa salti fuori :-)

Visir ha detto...

Tra le razze protoumane che abitano questo pianeta, la più cialtrona è quella degli agenti immobiliari.
Con modi da Gatto e la Volpe cercano di mettertelo sempre e comunque in quel posto, senza neanche uno "sputazzo", come dice un mio amico con singolare signorilità.
Ho avuto a che fare con loro qualche anno fa.
Non bisogna mai generalizzare, ma con i "piazzisti di case" non si ha tema di sbagliare.
Con quello che ho conosciuto se fossi stato più uomo lo avrei dovuto rapire e poi torturare come nel film "Le Iene", quando Mr. Blonde rapisce un poliziotto di pattuglia.
Memorabile il suo dialogo che sogno di ripetergli mentre legato e imbavagliato si dibatte sulla sedia.

"Allora, io non ti voglio prendere per il culo, okay? Non me ne frega un beneamato cazzo di quello che sai e di quello che non sai. Tanto ti torturo lo stesso.
Comunque sia, non per il fatto di avere una casa.
Il fatto è che mi diverte torturare un agente immobiliare. Puoi dire quello che vuoi, tanto non mi fa nessun effetto. Tutto quello che puoi fare è invocare una morte rapida.. cosa che tanto non otterrai".

Eh si! Quasi, quasi gli telefono. :)))

Vanessa Valentine ha detto...

Dì la verità, Salazar: hai piazzato una webcam nel mio frigo?:)))
Perché semplicemente la vita non ci lascia in pace a leggere sul divano con un Martini, quieti?
Mio Dio, perché?

Vanessa Valentine ha detto...

Macché salti fuori, Gilli, qui continuano a pigliarmi per i fondelli.:)))
Ha ragione la Mama: butta su quattro muri dietro la Mansion Valentine...così poi sì che sono a posto...
tiro su una roba da otto piani, con attico e piscina, tanto poi condonano.
Ih ih.

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, fammi sapere quando ce l'hai sulla sedia, vengo lì con i pop corn, se vuoi lo tengo anche fermo e gli faccio vedere tutte le case di Casalserugo più orrende.
;))))
Se tu fossi un vero cavaliere, tortureresti anche il mio tizio farlocco di CasaGanza...lo apprezzerei enormemente...
:)))))))

Salazar ha detto...

Non è dato di saperlo, il perché.
Ma dopo Larsson puoi leggere “La vita, istruzioni per l'uso” di Georges Perec, magari aiuta.
Avvertenza: visto che Perec è francese ti consiglio di mettere nel frigo un po’ di foie gras e qualche rana. In più, non dimenticare mai che la stanza mancante è inesorabilmente la tua.

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie per la segnalazione, Salazar. Temo però che dovrò fare a meno delle rane (urgh!) che mal sopporto anche da vive e dell'odiatissimo foie gras, antiecologico cibo nato dalla tortura su quelle povere ochette bianche e cicciotte (ne ho mangiato un microgrammo anni fa e l'impressione è stata quella di mangiare il Whiskas del gatto. Mai più, direi. Non sono vegetariana, ma non sono nemmeno crudele).
Meglio riempirsi il frigo di lasagne.
Senza offesa per gli amici francesi.
Riguardo alla stanza che manca sempre, cerco woolfamente quella tutta per me e, visto che la casa la pulisco io, a sto punto, tutta la casa è la mia ostrica;)