giovedì 10 dicembre 2009

Desperatio casalinghitudinis!


Ebbene, sono tornate, e mi sono mancate. Tanto. Le Desperate Housewives di Wisteria (Hysteria) Lane, la dolce viuzza di glicini e rancori e misteri ora allietano i miei mercoledì, costringendomi a carpiate evoluzioni per star dietro anche a Mentalist e Californication (e uno si può giustamente chiedere, ma questa qui non ha una beata mazza diversa da fare nella vita?e la risposta è, no. Vivo di rendita e non ho ho pensieri - scherzo, magari fosse vero. Ma ognuno si sceglie la droga che preferisce).
Vista in diretta a causa di un momentaneo distacco emotivo del dvd, si è aperta con l'impressione che il focoso idraulico Mike Delfino (ah, i cognomi italiani che non si inventano!tenerissimi) fosse dipartito a causa di un incidente stradale, con Susan (il sogno erotico maschile dolce, svampito, adorabile) che si spupazza un altro giovanottone, e noi giù a pensare, ma che bella coppia erano, si amavano così tanto, avevano avuto anche un bimbo bello come il sole. Sniff sniff.
Bree è diventata una cuoca manager spietata, strafamosa ma che trascura il suo Orson, un Kyle McLachlan con le rughette e con i capelli così scuri che sembra laccato da un carrozziere. Un po' di ruggine comincia a intaccare il meccanismo oliato del loro matrimonio (Bree è un personaggio interessante ma simpaticissima, è difficile).
C'è poi Lynnette con i suoi innumerevoli pargoli, ora cresciuti - sono passati cinque anni, non pochi - il marito cuoco e adorante, lei sempre con un paio di attributi in più del coniuge (si capisce che è la mia preferita, eh?). Un bel personaggio, sul quale si può contare, pur con i suoi alti e bassi.
E poi il colpo di scena finale, con Gabrielle, la focosa sudamericana ex modella, inciccita, con un taglio di capelli imbarazzante, il suo Carlos purtroppo ancora non vedente, e due bimbe decisamente amanti delle merendine e del junk food, irrimediabilmente discesa nella scala sociale. Triste e frustrata.
Come nelle altre serie passate, non manca il lato noir. Edie la Leopardata, la mangiatrice d'uomini, ostracizzata dalle amiche che non ne potevano più dei suoi oscuri tramacci nell'ombra, è tornata con un Ken al seguito, un plasticoso marito dai capelli giallo paglia, gli occhi cerulei e vitrei come quelli delle bambole, e un sorriso da squalo. Un uomo misterioso, gentile ed educato che sotto la cenere dell'urbanità da vicinato cova pulsioni violente e inimmaginabili. La prima ad accorgersene è la vecchia signora McClusky, che vede sequestrato il suo micione, Toby, solo per uno sgarro nei confronti di Edie (ha commentato le sue nuove, dolomitiche tette). La vecchietta va a Canossa, ma riottenuto per vie misteriose il gatto, si mette a smanettare su Internet: quel bel tomo platinato non la convince punto...(va ricordato che la vecchietta, comunque, tiene il cadavere del marito nel freezer...).
La serie mi è piaciuta fin dal principio, per quel suo taglio grottesco, cattivo e senza speranza, a volte. Come se la patina graziosa della vita mostrasse la muffa sotto, l'argenteria di Bree non fosse mai lucida, lo stile di vita americano mostrasse il teschio sotto il lifting ben riuscito. Sempre sorrisi smaglianti, ma tirati, forzati(la voce off dell'amica suicida, che commenta dall'alto le vite delle amiche, funziona ancora. Sembra di vedere il cadavere che galleggia nella piscina, alla Sunset Boulevard, e intanto ridacchia).
Conosco uomini che sono appassionatissimi della serie, e che restano a casa apposta per gustarsela. Sotto sotto saranno innamorati di Susan, ovvio. O di Gabrielle, vecchia maniera. Di Lynnette non si innamora nessuno, chiaro. Bree piace fondamentalmente ai gay. E così ognuno ha il suo.
Ciascuno a suo gusto, come dice George, elegantemente.
Mi sembra oltremodo ragionevole.
E allora godiamocele, in tutta la loro disperazione catartica.

11 commenti:

Salazar ha detto...

Ma guarda!, Housewives no, ma Mentalist e Californication anch’io.
La mono-cultura mono-televisiva del mono-pianeta, the opiate of the masses made in USA. Certo che però gli americani li fanno bene ‘sti serial da quando la tivvù ha gvuadagnato una vera qualità visiva, alcuni sono tecnicamente perfetti: dire di un film di celluloide che ha una regia televisiva ormai è un complimento, non una critica. Anche se la perfezione – si sa – non è bellezza, ma solo perfezione, una noia, a volte.
Sono pigro, e c’è questo sito che mi tiene la contabilità televisiva: elenca tutti i serial che voglio siano elencati, tutti gli episodi belli ordinatini con date e informazioni. Quando è il giorno giusto me li fa vedere in giallo e su quelli vecchi, a fianco, ci scrive cellò o noncellò: così non mi confondo e non penso, che a me piace non pensare.
Tutto questo aggratis lo fa. Si c’è un PayPal nell’angolo in alto con scritto “donate”, e io un giorno mi sono commosso di tanta bontà e ho tentato di mandarci 20 reais brasiliani, ma il signor Pal si è incazzato tanto, voleva dollari, o euro. “Are you kidding me, you little piece of shit?!” mi ha detto. Vabbè, con i 20 reais ci ho comprato una pizza. Peggio per lui.
Ma mi sono perso: volevo dire che il sito tiene la contabilità televisiva e io copio/incollo la lista per vedere se ci sono risonanze:
24
Californication
Castle (2009)
Chuck
Defying Gravity
Dexter
FlashForward
Grey’s Anatomy
House
Life
Lost
Mad Men
The Border
The Mentalist
V (2009)
Warehouse 13
In realtà “Life” è finito da un pezzo e non l’ho ancora cancellato; “24” ho smesso di guadarlo da quando è scoppiata la seconda bomba atomica in California: tutti quei fall-out mi facevano venire sonno; “Chuck” lo guardo solo perché Yvonne Strahovski ha un culo tale che l’UNESCO dovrebbe dichiararlo patrimonio dell’umanità e inserirlo in lista fra il Borobudur e la nutella: si, lo so, non si dovrebbero dire queste cose in presenza di signorine di buona famiglia, ma quando l’arte è arte è arte, che ci posso fare?
In pratica solo con tre non sono in ritardo di episodi: “Dexter”, “The Border” e “House”, tutti gli altri sono più o meno in lista di attesa, e anche “Dexter” mi ha stufato: l’ultimo episodio – proprio ieri – l’ho visto quasi tutto a 4x, comincia ad avere il grande difetto di tutti i serial: quando hanno successo li tirano troppo per le lunghe.
Allora, la risonanza c’è?

Vanessa Valentine ha detto...

Immagino che Housewives sia più una roba da donne, Salazar. D'altro canto, io ho sempre saltato a piè pari 24 o Grey's Anatomy (preferisco i dottori operanti più che amoreggianti), di Mentalist ho già scritto sperticandomi sulla beltà del protagonista (noi fanciulle lodiamo gli occhi o il sorriso, lo sappiamo che l'altra metà del cielo è un filino più prosaica, sometimes), Lost è per me una religione,in compagnia di House e Life (l'attore è nato il mio stesso giorno/mese/anno, come non amarlo?) è bella e zen e chissà se vedremo mai in chiaro la seconda serie (fatta, sì o no? chiedo lumi).
Mad Men lo stiamo aspettando così come V e Castle (sembra interessante), e Mad Men fa impazzire tutti. Su Dexter ho scritto solo cose belle, vediamo che succede nella seconda serie (concordo quando dici che ad un certo punto tutti i serial vanno in vacca, purtroppo, difficile che tengano botta a lungo). Quantomeno era ben sanguinario.
Le mie preferenze vanno al genere giallo, la fantascienza mi piace un po' meno - se non ci sono astronavi fighissime e complicate e gli alieni sono cattivissimi e vogliono ucciderci tutti. Quindi guarderò V, anche perché i Visitors originali li ho mancati(!), quando ero piccina (guardavo poca televisione. Adesso ho pareggiato i conti). Grazie comunque delle dritte, mi cerco tutto per farmi un'idea, e confido, al solito ingenuamente, in Raiset. Pago il canone e faccio la spesa seguendo i diktat della pubblicità, quindi, o Supremi, ascoltate le mie preghiere...;)
Con certe storie viste al cinema (tipo il recente "2012") e le loro sceneggiature fatte con i piedi, per forza ti affezioni ai telefilm...se vuoi che la gente stia a sentire le storie che hai da raccontare, devi farle un minimo sensate e un minimo divertenti, sennò tanto vale. Al pubblico glielo devi, caspita.
E come si fa a dire che siamo pigri? secondo voi stare dietro a tutta questa roba è facile?
:)))))

Vanessa Valentine ha detto...
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Salazar ha detto...

Concordo, Ercole al confronto era un povero pivello in perizoma, altro che rubare il reggicalze di Ippolita, la vera fatica terrificante è tenere i serial a giusta cottura. A volte se mi impunto su qualcosa e voglio mettermi in pari con le 3000 puntate precedenti non mi resta neanche il tempo di andare al lavoro, solo quello di andare dal divano al frigorifero, e viceversa.
E allora non ci vado, al lavoro: cause di forza maggiore.
Credo che il futuro del cinema, ora che la qualità dell’immagine e degli effetti è pressoché uguale, sia proprio nei serial. E credo anche che la grande svolta l’abbia proprio cominciata “Lost”.
Prima, per impiantare una serie in tivvù, si creava una certa situazione, fatta di personaggi e ambiente, dove si inzuppava ogni nuova puntata comunque dotata di un plot indipendente. “Lost” per primo ha usato un plot generale – il famigerato main plot – assolutamente primario nel racconto di ogni singola puntata, relegando ad un ruolo secondario l’episode plot, di solito ridotto a flashback e usato solamente per aggiungere mattoni alla costruzione dell’insieme.
Esempio contrariuo per film in celluloide: il primo film della serie Millennium del tuo Larsson preferito: è pessimo per diversi motivi, ma non sta in piedi soprattutto perché si è cercato di ridurre in due ore, o poco più, un qualcosa che richiedeva ben più tempo per essere raccontato con un certo criterio. A parte il fatto che secondo me hanno tolto dal libro quello che non si doveva togliere e aumentato quello che non si doveva aumentare, se invece ci facevano subito una serie televisiva (cose che forse si farà, corrono voci) almeno il problema del tempo da usare per un racconto didascalico non si poneva. Così come sta uno che non ha letto il libro non ci capisce una mazza.
Prometto che domani, domenica, subito dopo il canonico caffelatte consumato con il ritmo di un santo stilita, ti racconto tutti i misteri di V.
E proprio si: gli alieni sono ultra super cattivissimi e sanguinarissimi, le astronavi una vera figata, ha il ritmo del thriller e la protagonista è Elizabeth Mitchell, la bionda dottoressa Burke di Lost.

Gillipixel ha detto...

Stavolta non saprei entrare nel merito del tema specifico che proponi, Vale, perchè non sono uno spettatore di telefilm e soprattutto non conosco quelli che citi :-)
Ma a parte ribadire che potresti scrivere qui la ricetta della torta sbrisolona ed io adorerei comunque ogni singola tua sillaba :-) mi sono comunque venuti alcuni spunti di riflessione...
Una cosa è che fare un bel telefilm dev'essere veramente un mestiere da gente in gamba, veri artigiani del racconto, che in molti casi sfociano comodamente nel terreno dell'arte...
Un'altra cosa curiosa è che in fondo le regole della ricetta sono antiche come il mondo: il saper raccontare, il saper nascondere quel che va nascosto e rivelare quello che merita, coi tempi e coi modi opportuni, per creare attesa e ricompensa della curiosità tutte ben dosate, ecc...
Da Omero a Scièspir, ai fouiletton ottocenteschi: è una cosa che l'uomo fa da secoli, e con la quale si diverte come un matto, ma mai si è stancato :-)
L'ultima cosa è una precisazione: se non vedo telefilm non è per snobismo di sorta...credo di possedere una cultura pop sufficientmente tollerante e deomocraticamente molto permeabile :-)
Ma come mi pare di aver già detto in altra occasione, sono pigro ad affezionarmi :-) per apprezzare una serie bisogna fare un paio di puntate di affezionamento :-) è un meccanismo fondamentale dei telefilm e delle serie...poi lo adori quasi sicuramente...ma la mia pigrezza la vince quasi sempre su questa fase :-)
Niente, erano solo due cavolate sparate lì a vanvera :-)
Ciao :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Salazar, su Lost avevo iniziato a buttare giù un post ancora quando lo facevano in chiaro su Raidue, ma non mi convinceva e ho sospeso tutto. Prima o poi tirerò le file e canterò le eterne lodi al serial più bello di (quasi) tutti i tempi. Chi avesse altre giuste preferenze, può cazziarmi come vuole...:)))
Riguardo al film sul primo Larsson ho sentito tante voci concordi nel dire che non era certo all'altezza del romanzo (io non mi ci metterei mai a fare una riduzione di una cosa amata follemente a livello planetario, non ne avrei proprio il coraggio).
Attendo però l'eventuale serial, e vedremo se renderà giustizia. Al momento preferisco proiettare le scene del romanzo nel cinemino minuscolo del mio cervello, cosa che ha sempre riempito le mie giornate. A distanza di anni mi ricordo le sensazioni che mi sono state date da personaggi e luoghi e sono felice di dire che costituiscono buona parte del mio tessuto vitale.:)
Di V attendo delucidazioni, anticipi e sviluppi (non spoilerare troooppo, però, please).;)))))

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, potrei fare un post su di un serial che abbia come argomento la cottura di una torta sbrisolona, in 25 puntate...sceneggiatori, l'idea è qua.;)
Scherzi a parte, i gusti sono vari e amare i serial è solo uno dei possibili aspetti tramite i quali l'umana intelligenza dispiega il suo valore. Non penso c'entri lo snobismo, in effetti, non siamo tenuti a farci piacere tutto, sia che si tratti di cultura "alta" che di quella "bassa", popolare, più diffusa (mai stata d'accordo sugli steccati quando si tratta di cervello umano. Il popolo andava a sentire Mozart portandosi da mangiare, smorosando e chiacchierando, ma intanto si godeva musica bellissima, e la stessa cosa si può dire di Shakespeare. Credo che chiunque possa "sentire" profondamente la bellezza del genio umano soltanto se accetta di aprirsi, di capire. La superbia sola è la peggiore forma di sordità.;)))
E comunque lo sai, assolvo in pieno la tua pigrizia...ci mancherebbe!(potresti però pisolare e buttare un occhio al tv, ecco, solo un'idea...;))

Salazar ha detto...

Sai che ti dico, ho fatto un risotto di pancetta, cipolle e mele che mai vista s’era una cosa così a sette gradi sud. E adesso, raggiunta la pace di alcuni sensi, posso scrivere un piccolo compendio sui Serials in television.
LIFE: fatta la seconda serie, di ben 21 puntate: nell’ultima Crews in mezzo all’aranceto... È la terza serie che è un mistero: il main plot non è concluso ma sembra che la NBC abbia cancellato lo show. Su tv.com stanno organizzando una raccolta di firme per portare a buon fine almeno il main plot ma mi sa che Life is dead. Anche a me piace Damian Lewis.
MAD MEN: ho smesso di guardarlo al secondo o terzo episodio della terza serie: la prima era geniale, la seconda bella, la terza due palle.
CASTLE: omicidi e polizia a New York e lo scrittore di gialli Richard Castle ci si infila in mezzo, e “collabora”. Comunque niente di eccezionale, da guardare con grande varietà di generi di conforto a portata di mano ed occhio cadente. Ma si lascia vedere proprio per questo: perché non ha pretese. Cade da solo che tecnicamente è perfetta. Curiosità: Castle in una scena gioca a poker con Michael Connelly, quello vero, quello che scrive di Harry Bosch
V: gli alieni arrivano sulla Terra come sono arrivati in “Independence Day”, come sono arrivati in “District 9”: astronave sospesa sopra alle città. Se mai degli alieni, di quelli veri e parecchio cattivi, decidessero di invadere la Terra e lo facessero in modalità diversa da “astronave sospesa sopra città” nessuno li prenderebbe sul serio. A parte questo scivolone iniziale, il ritmo è quello giusto, gli effetti ottimi e si presenta bene. La protagonista è agente dell’FBI, in opposite con un prete cattolico e i due attori sono bravi. La leader degli alieni, Morena Baccarin, invece è soltanto strepitosa. Uno spoiler piccolo piccolo, che tento si vede subito: gli alieni hanno aspetto umano ma è una seconda pelle, la loro di pelle, quella nascosta dentro, è blu a palline bianche.
É una serie nuova nuova, sono uscite solo 4 puntate e sembra che ritorni a fine marzo.

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie per le accurate delucidazioni, Salazar, ne farò tesoro:)))
di Eleventh hour che mi dici? stasera butto un occhio, se non capotto prima dal sonno (assai probabile).
Si può avere la ricetta del risotto pancetta, cipolle e mele? Suona interessante! Grassie!
Per Life mi dispiace perché il personaggio mi piaceva, e per Castle trovo piuttosto piacente l'attore (il quale, se non vado errando, era il marito della "Desperate" Katherine, la perfettina ora socia cuciniera di Bree(?!)
Un motivo in più per gustarsi i serial, giusto?;)

Salazar ha detto...

Niente di più facile: in una pentola che ti sembra adatta alllo scopo, e che magari s’intona con l’oroscopo della giornata, ci metti dentro olio e burro. Chiaro che l’olio deve essere extra vergine di oliva: trattasi forse di esortazione superflua per l’Italia ma indispensabile in questa terra di oli di cocco. È una precisazione nata da vizio acquisito, quindi. Che poi l’olio di cocco non è male: con quel che rimane delle fritture ci rabbocco il motore della macchina.
Quando il burro ha finito di frizzare dentro pancetta a cubetti e cipolle tagliate a “C”. Puoi mettere la pancetta a cuocere prima o dopo della cipolla a seconda della cottura che ti piace, io metto tutto assieme perché non ho voglia di pensarci troppo.
Poi il riso, a secco, e si mescola bene.
Per il riso nei risotti esistono due rinomate correnti di pensiero filosofico: il cannarolismo e l’arboreismo, la scuola cannarolica da dell’idiota agli arborei e viceversa. Per me vanno bene tutti e due, non so te, ma io prendo il primo oggetto filosofico che mi capita e faccio attenzione alla diversità di cottura.
Quando l’intruglio dentro alla pentola è ben amalgamato ci dai dentro con il brodo e porti il tutto a cottura.
A cinque minuti dalla fine ci aggiungi le mele a pezzetti di uno/due centimetri e il gioco è fatto: quando è pronto aggiungere parmigiano e burro, far riposare per un paio di minuti.

PS: dimenticavo: ci va anche il sale, a volte.

Vanessa Valentine ha detto...

Orpo! Suona promettente!La proverò, grazie per l'idea (qui l'olio d'oliva abbonda, e meno male, lì nella terra che ti ospita, Brasile, giusto?, immagino che reperire gli ingredienti italiani sarà più difficile...però chissà quanti cibi strani ti papperai...)
Io sono del partito dei carnarolisti, i chicchi son più grossi e gustosi e il riso tiene meglio, però è questione di abitudini...sul risotto però, da nordica, non transigo. ha da essere buono senza se e senza ma. Strano ok, ma buono. Molto gustosa la tua descrizione (anche accidiosa, la qual cosa ovviamente ci delizia:))))
Origliando in giro scopro che son sempre più i maschi che si avvicinano ai fornelli mentre le femmine se ne allontanano...ma perché?A parte il vivere da soli che spinge chiunque a imparare un minimo di rudimenti se non vuole trovarsi l'intestino colonizzato dai sofficini, cucinare è un piacere così grande...ragazze mie là fuori, cucinate, per Giove! e soprattutto, mangiate!
Ma sto divagando, al solito.
Meno male che ci sono degli uomini, qui, che tengono alto l'onore italiano ai fornelli. Inventiva e spregiudicatezza, ciò che ci rende giustamente grandi sul pianeta.;))))))