lunedì 22 febbraio 2010

Sfaccende domestiche

Giorni di corsa e ventosi, però belli (almeno fino al momento in cui si va in stampa).
Mi è saltata fuori questa fame tremenda, campanello d'allarme della primavera, quindi mi sono messa ai fornelli e ho tirato su un bel casotto di piatti e pignatte sporchi, però anche i biscottini agli agrumi, una carriola di peperoni grigliati (facili, però finiscono in un amen) e involtini di indivia col prosciutto e il formaggio ubriaco - a stento, trattenendomi, ne ho ingollato tre, dieci minuti fa...Insomma, appetito.
Sono anche riuscita ad eliminare la pila immonda di giornali che pencolavano in salotto, adesso mi restano solo 50 numeri del Venerdì di Repubblica da selezionare, casomai mi fosse sfuggita qualche notizia ghiotta, o ricetta o articolo sulla natura. Dubito però di farcela stasera, infatti sono sinceramente arrostita dal sonno, gli occhi bruciano come se le palpebre scartavetrassero andando su e giù, meglio se mi faccio un impacco e via sotto la trapuntona.
Venerdì abbiamo fatto un salto all'Ikea, malgrado il diluvio da film noir che veniva giù, e finalmente ho trovato anche le formine per i biscotti a forma di alce, oh, gaudio! La prima volta non c'erano, l'ikeista mi aveva detto che non le tenevano e io, sull'orlo delle lacrime, ma le ho viste sul catalogo!, perché non ci sono?, amareggiatissima, mi sono rovinata il pomeriggio. E adesso invece le ho trovate, ci sono l'orsetto, la volpe, lo scoiattolo, il riccio, la lumaca e l'alce, appunto, un capolavoro di arte stilizzata. Sono così taglienti che un bambino impeditello potrebbe farsi male, meglio se le usano i grandi. Il biscottone a forma di alce ha un'estensione di 10 cm quadrati, è un po' complesso da maneggiare, in genere la testa si stacca, o una gambetta o le corna, ma in fin dei conti chi se ne importa, basta rimuoverlo dalla teglia con cura.
I biscottini con l'arancia e il limone erano comunque troppo buoni per questo mondo e infatti non ce ne sono più...
Andando al lavoro ascolto i Franz Ferdinand con l'ipod nuovo, mi godo il Ruggito del Coniglio via radio e guardo stupefatta le gemme delle rose, verde scuro e bordò, tracotanti, spensierate. I cespugli sono pieni di fiori gialli, l'erba è ogni giorno più forte e ostinata.
Il vento freddo sembra non fare effetto a nessuno.

4 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ehehehhehe :-) questo breve scritto è così perfetto nella sua grazia che non vi si può aggiungere commento niuno, Vale :-) mi affido solamente alla saggezza di blogpsot, che mi suggerisce una piccola esclamazione di gioia narrativa: bundah :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Bundah! caspita, è una parola perfetta!!:))))))
Qui invece salta fuori allym, aglio latino, metallo incompleto?, mah...in blogspot c'è la spirale mistica, il senso della vita, e mi sa che per questa scoperta ci attendono onori e gloria, Gilli...:))))
Niuno...:))))))), splendido.

Gillipixel ha detto...

Zitta, zitta, zitta, eccolo ancora Vale!!! :-D Stavolta mi dice joismo :-) Perfetto per definire il tuo stile:
"...Professor Aso-Rosa, come scrive la Vale?..."
"...Beh, direi che lei si pone a pieno titolo nella corrente neo-moderna del joismo..." :-)

Sai che a volte mi fa persino paura? Sembra quasi posseduto questo blogspot :-) Ci dev'essere però dentro un folletto buono, un misto di anima felina e un po' caciarona :-)
Ah, ehehhehe, niuno è un retaggio del mio antico innamoramento per il Decamerone, a mio avviso uno dei testi più belli di ogni epoca e uno degli inni più alti e vibranti alla goduria linguistica :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Ah, ah, caspita!! pure una corrente!:))))
Concordo comunque, joismo è un termine molto valido per rendere la voglia matta d'esistere di noi umani (sometimes...);))))
Adesso blogspot mi dice "caddi", suona un po' menagramo, ma in definitiva non devo andare alle Termopili, quindi vado sul sicuro...;)
può essere davvero che un membro del Piccolo Popolo viva qui, nel maelstrom di blogspot, e che cerchi di portarci con lui...
Il Decamerone è una di quelle letture da liceo che uno poi non vuole più vedere nemmeno in foto e invece la cosa è sbagliata, perché di sicuro lo si apprezza di più da grandi. Senza contare che la lingua italiana "stagionata" è una melodia, purtroppo ben lontana dal granfratellese che imperversa nell'unica realtà conosciuta oggidì, la televisione (almeno dal mucchione selvaggio di una maggioranza oscura e confusa).
Che dici, Gilli, portiamo la luce, come due messaggeri celesti, e andiamo a fare un corso su Decamerone e Divina Commedia agli insipidi televisivi? Ah, sarebbero soddisfazioni...:))))))))