giovedì 4 febbraio 2010

Vamos Avatar, companeros!

E così siamo riusciti a vedere il film, con il cinema discretamente pieno ma per fortuna non le code kafkiane del venerdì o del sabato...e prima c'è scappata una spuntinata messicana, con salse eccellenti e pesantissime e strapiccanti. Sergio, Antonella e Luciano, il fratello di Sergio, ci hanno raggiunti un po' più tardi (Luciano era stato dall'oculista e aveva ancora le iridi larghe come centesimi, penso che il film l'abbia visto in 4D...).
Ho scoperto che anche Luciano ha il mio rabdomantesco dono di trovare i portafogli; al proprietario è andata bene che un gruzzoletto così ciccioso l'abbiamo beccato noi. L'ha smollato a Stelio che ha gestito la spinosa situazione con l'abituale perizia. Tutto è bene quel che finisce bene...
Dunque, il film.
Su Film Tv ho letto un sacco di considerazioni interessanti, con le quali mi posso anche trovare d'accordo. Ho sentito dire anche che qualcuno ha iniziato a manifestare la "sindrome Avatar", ovvero trovano la realtà banale e schiacciante e avvertono un senso di frustrazione e insomma un magone della madonna, se raffrontata la vita di tutti i giorni con le meraviglie del pianeta selvaggio. La trama non vale la pena di raccontarla perché basta pensare a Pocahontas o Balla coi lupi e ci siete: l'uomo bianco che arriva da scettico e infiltrato e poi scopre che gli Altri hanno ragione e lui torto e la sua vita di prima era uno schifo e adesso invece rinasce e molto meglio così.
Giustamente a Cameron interessava poco la trama e le sfaccettature caratteriali: se volete vedere queste cose meglio che vi recuperiate Rohmer. Il fallimento degli uomini, ormai inglobati nelle macchine e che causa delle macchine e della costosa tecnologia fra centocinquant'anni andranno probabilmente a zonzo per il sistema solare a depredare risorse nascoste, una volta esaurite quelle terrestri, è innegabile. E poi ricorda la sicumera "bianca" di chi vuole portare medicine o istruzione a gente che stava benissimo fino ad un momento prima (prima di essere contagiati da virus nuovi o avvelenati da coperte contaminate...) e aveva la sua cultura, diversa, certo, ma non per questo inferiore solo perché prettamente orale e "pagana".(Non mi dilungo sulla violenza di ogni singola cultura, chiaro, la materia è più complessa di come la tiro via io). Ho comunque sempre pensato che il fardello dell'uomo bianco fosse solo la sua idiozia.
Certo, il mondo nuovo è spettacolare, e le tre dimensioni fanno sentire sensorialmente sospesi (specie all'inizio, dentro all'astronave), ma credo che l'avrei percepito lo stesso, anche con la visione tradizionale. E' un di più, credo.
E' ovvio che da subito si fa il tifo per il popolo bluette a strisce, con lineamenti felini (avrei preferito la pupilla verticale, ma forse il risultato sarebbe stato più inquietante, chi ha gatti sa di che parlo), con il loro corpo sinuoso, sensuale, animalesco. Ti viene quasi voglia di avere la coda...ti secca averla persa, un po' di tempo fa. Un popolo di cacciatori che chiede perdono all'animale ucciso, come i nativi d'America (Na'vi suona come la contrazione di "native"), in segno di rispetto per il suo valore e il suo sacrificio, con tutto ciò che di solito manda gli antropologi al settimo cielo: i riti, il totem, il culto della Dea Madre. In questo caso il pianeta è un sistema di interconnessione di ogni singola parte con il tutto, un sistema intelligente, neuronale, che comunica (la treccia di capelli che maschi e femmine possiedono alla fine ha un filamento come dna, da intrecciare a quello simile degli animali selvaggi che accettano di essere domati e cavalcati, sentendo così pensieri e sensazioni gli uni con gli altri). E' un rapporto con la natura appunto sensuale, di compenetrazione, di empatia e compassione. E' un sistema che non lascia nessuno solo o indietro. Il corpo a metà del marine protagonista, con le povere gambe atrofizzate, sogna l'unica realtà desiderabile, la corsa, la potenza, la libertà del whitmaniano corpo elettrico, e l'unico mondo possibile in cui vivere. Gli stolidi militari che "vogliono essere a casa per cena", non ceneranno più, intrappolati nell'estensione macchina, pesante e inibente. Mi sa che Cameron è un pacifista con la pistola.
I sopravvissuti faranno un mesto ritorno su di un pianeta morente, in barba ai colonialismi di ogni epoca, in barba a tutti quelli che hanno sempre pensato di avere tutti i diritti e tutte le scusanti.
La spennellata new age è fluorescente, comunque.
Giustamente, si può dire che i Na'vi saranno l'umanità del futuro, quella vera, che percepisce ("io ti vedo", detto a quelli che amano, suona come "vedo dentro di te", ti sento), tornata ad un'età simil-preistorica ma non per questo inferiore. Un po' come se il Dream Time degli Aborigeni fosse finalmente arrivato.
Una cosa divertente, che mi ha colpito, è stato vedere che a Cameron non fregava niente di come saremo vestiti tra 150 anni...ancora camicie bianche, cravatte, canotte e cargo pants? E' ovvio che dei corpi umani non gli interessava niente, il cuore era tutto per i micioni di due metri e mezzo, pudicamente coperti da perizomi a prova di tornado.
Del resto, a chi non piacerebbe essere un gattone grande e grosso, che scopre i denti e soffia se qualcuno lo minaccia? Oh, ragazzi, se mi piacerebbe...
Eh, sì, c'è in giro questa "sindrome Avatar". Mi sa che il contagio è facile.

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Grazie, Vale, di esserti sacrificata per me :-) siccome non andrò a vedere il film (...o almeno così credo) mi sono gustato questo tuo bellissimo racconto, che non era in 3d, ma come al solito ha saputo andare a stanare dimensioni ben più preziose :-)

Riporto una super-vaccatona sentita in radio, nella trasmissione 6 1 0 (sei uno zero) di Lillo e Greg...
Trailer cinematografico:
L'avvocato: "...ingegnere, sono desolato, abbiamo perso la causa..."
L'ingegnere: "...Nooooooo, avvocato, noooooooo...così lei mi rovina!!!..."
Avvocato: "...Sono proprio costernato, non so cosa dirle..."
Ingegnere: "...Nooooo, che dramma...e ora cosa faccio?..."
Avvocato: "...Però...ora che ci penso: potrei rivolgermi al TAR..."
Ingegnere: "...Ah, va al TAR?..."
Voce fuori campo:
AVALTAR: NEI CINEMA :-D ahahahahhaahhahahahaha

Ciattl dice la verifica blogspot...sarà un commento alla freddura? :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, la parola di stasera è "toloro", sembra un personaggio giapponese di miyazaki!Splendido:)))))
Riguardo a Lillo e Greg posso solo dire: :)))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))
I loro trailer sono uno dei motivi che possono tenere una persona viva e scalciante sulla terra, per quanto la vita possa arrivare a fare schifo. Sono strepitosi!, e questa chicca che ci regali è una delizia! Grazie!:))))))
Divertentissima!!
Hai visto che va di moda farsi l'avatar con la propria faccia? (oh, Gesù, han fatto vedere Corona in versione bluette e ho sperato che gli sgnurk (il nome vero non me lo ricordo più ;))))), gli uccellacci che i personaggi cavalcano nel film, se lo magnassero e risputassero l'orologione d'oro e i tatuaggi, e basta. Però sono proprio una sadichetta perfida perfida...:))))))