domenica 21 novembre 2010

La sagra dell'ovvio: Ormoni e noia, ovvero come ho fregato lo spleen

Cosa c'è di più bello, in una domenica di pioggia battente, coi piedini riscaldati dal pavimento caldo caldo, i giornali fruscianti sul divano, la tv spenta e il profumo di tè, cosa c'è insomma di più magnificosamente allettante del dolce far niente cerebrale della sottoscritta che ticchetta con le sue ditine sulla tastiera? Ovvio, niente.
Pensavo l'altro giorno alla totale assenza del concetto di noia nella mia vita.
Ero in bagno e stavo lavando le magliette nella vasca, detersivo profumato, acqua tiepida, la schiena un po' curva e dolorante, una pila così di roba da lavare a mano.
Come spesso mi capita, mi sono alzata e ho guardato fuori dalla finestra, il solito cielo grigetto e smorto di novembre, né da uova né da latte, come diciamo da queste parti. Un cielo che muoverebbe pensieri suicidi in un mucchio di gente. E mi sono messa a pensare a un sacco di cose, ad episodi della mia vita, affastellati, disordinati (incasinati come tutti i miei pensieri, come penso capiti anche a voi, associazioni libere, eccetera), la distrazione al potere, concentrazione assente. Il mio cervello ha una manopola che sa girare solo lui e sceglie i canali che vuole. Fine.
E mi è venuto in mente che da un sacco di tempo non provavo più quella fitta di fastidio, quella pastoia di vita che mi teneva salde le caviglie e mi diceva, stai qui!, mentre in realtà volevo correre da un'altra parte. Tipica sensazione della gioventù. Facevo fatica a rimanere nello stesso posto per un tempo più lungo dei dieci minuti canonici di pazienza, tipici.
Avevo sempre questa bramosia di fare qualcosa, di vedere qualcuno, di essere da un'altra parte.
Ero, insomma, inquieta.
Annoiarsi è la forma suprema di inquietudine, non ti va bene niente, tutto è uguale a tutto, che barba. Hai un cricetone dentro che ti rode l'anima, chiamalo spleen, chiamalo come vuoi. Lui gira sulla sua rotella stupida e tonda come la noia, ti guarda con i suoi occhietti annoiati e ti dice di fare qualcos'altro, che quello che stai facendo non ti piace più, che devi cambiare tutto.
Una sensazione orripilante.
Mi guardavo allo specchio e mi ero indifferente - mai avuto problemi con l'aspetto fisico, era quello che era, non meraviglioso, ma che ci potevo fare? all'epoca un' adolescente media poteva essere racchia senza essere messa a morte o al bando dalla società, non come adesso, che se sei bruttina meriti la rupe Tarpea. Però volevo andare in un altro luogo. Se viaggiavo avevo nostalgia di casa. Se ero a casa, volevo novità. Che strazio.
L'unica spiegazione plausibile albeggiante nel mio cervellino acquoso è stata quella ormonale.
Per forza. Avevo tutti questi ormoncini incasinati, buffi e bulli che uscivano da tutte le parti, unica ghiandola in forma di persona. Quando sei più incasinata di messaggi di un ufficio postale sotto le feste, per forza non sai cosa vuoi e sei inquieta. Tutta colpa dei maledetti ormoni, se mi annoiavo e mi sentivo infelice, o tristissima (tempo: 2 secondi), o alle stelle perché Il Brufoloso mi aveva sfiorato la mano (per sbaglio, ma io sapevo che in realtà mi amava alla follia), o nel baratro di dolore perché non mi avevano mandato in onda quel bel film inglese che aspettavo da tre giorni (ma pensa te, adesso non me ne frega niente di niente dei film che fanno, il bello di invecchiare è che tutto sembra uguale a tutto, e purtroppo lo è e lo sai).
Spendiamo i milioni in psicanalisi (oddio, ci sono anche i casi gravi, mi rendo conto, al solito generalizzo) e dimentichiamo che siamo solo un becco Bunsen pieno di roba in ebollizione, e che prima o poi la reazione finirà.
E i miei disperati che mi dicevano, non ti capiamo più! beati voi, io non mi sono capita mai!
Ora, spero di avere ancora in corpo un mezzo etto di ormoni, davvero ( a occhio e croce, direi che ci sono buone speranze) però ragazzi, sul serio, che liberazione.
Magari siete maschi e non capite bene, vi sentite sempre pimpanti e pieni di forza e di peli, un po' incazzati ma siete sempre stati così, quindi. Ma per noi fanciulle non piangere più per l'ostrega, non avere voglia di uccidere se uno usa lo strofinaccio buono per asciugare i coltelli tagliuzzandolo è una vittoria. Ovvero, siamo sempre in grado di arrabbiarci, ma è come imparare a guidare bene, sappiamo quando si preme il freno e quando si corre, la macchina non fa più quel che le pare. Siamo, in poche parole, equilibrate.
Ops, scusate, sto parlando a titolo personale, ancora una volta. Dimentico che è una fase che arriva per tutte, ma con tempi diversi.
Al varco sogghigna la menopausa che mi sta dicendo aspetta e vedrai, pirlotta.
Tutto questo vano sproloquiare per dire che me ne sto sul divano a fare nulla, ad annoiarmi ma che è una gran bella sensazione, che sto lì a guardare la mosca sul soffitto e le sorrido, non so nemmeno bene perché, in fin dei conti nessuna di noi due ha molto da dire, e stiamo bene anche solo guardandoci negli occhi.
E forse anche per dire che abbiamo pensato che esistessero l'inferno e il paradiso, ma forse, in fin dei conti, sono sempre esistiti solo gli ormoni, fin dalla notte dei tempi.
Ma da un punto di vista letterario, sono noiosi da morire, se li racconti.

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Vale, posso assumere questo tuo scritto come manifesto assoluto della saggezza pigra? :-)
Mi sono gustato ogni sillaba, e anche se dal mio punto di vista maschile di certo non posso capire fino in fondo tutto, ci ho trovato cose molto vere, perchè sono unisex :-)
Il mio indice di superamento della soglia della noia, sta forse nel modo in cui mi sono accorto di considerare la domenica adesso...lo trovo sempre un gran bel giorno di me.da :-) ma se un tempo subivo la domenica, mi schiacciava, adesso ci passo attraverso con più ironia, addirittura certe volte mi gusto la sua noia, o perlomeno la fronteggio a viso aperto :-)

gli "...ormoncini buffi e bulli..." mi hanno fatto sorridere con incanto :-) hai sempre delle invenzioni narrative stupende :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Tranquillo, Gilli, lo "sbattiemento domenicale" è un classico del malessere dell'umanità tutta...e almeno lì, colpendo anche gli uomini, gli ormoncini testoni c'entrano poco.:)))))
L'unica è annegarlo nel beato ozio divanesco, in una bella McFarland gelata, nella manutenzione della moto o nello scrostamento del calcare dalla doccia...:)))))
Il punto è: che emozione viene a sostituire la noia, se la noia non esiste più? Ci deve essere per forza un'emozione che ne prende il posto, a livello emotivo/cerebral/fisico.
Io ho trovato questa rilassatezza in me, e vorrei che anche altri esseri umani potessero usufruirne perché, vi assicuro, è un gran bel stare. Mi piace che la gente stia bene.
Suona un po' come una conquista da meditazione trascendentale, chissà, il nirvana è un divano e tutto l'amore del mondo?;))))))))