domenica 14 novembre 2010

Mozart è un figo

La lettura del giornale la domenica (dovrei dire "dei giornali", spesso mi leggo quello della domenica precedente, e a risalire, arrivando a quello preso il giorno stesso. Notare le differenze sembra il gioco tipico da Settimana Enigmistica) è un piacere sublime, inglese, economico. Fuori il vento di novembre è già un po' dispettoso, il profumo di caffè appena fatto rallegra il salotto, le lampade sono accese e la parete arancione splende e scoppietta come un fuoco dal largo sorriso.
Mi son tenuta da parte per rileggerlo l'articolo su Mozart e quel paese in Nuova Zelanda che aveva qualche problema con i teppisti, i furti e le aggressioni, non so se avete presente.
Orbene, le autorità del luogo han fatto l'esperimento di mettere la filodiffusione in centri commerciali, stazioni e strade facendo andare a manetta Mozart e le sue varie sonate, concerti, sinfonie e compagnia suonando, così, per provare (aveva funzionato sulle vacche, che facevano più latte, e sui bambini, che si calmavano e se prematuri e sottopeso si muovevano meno e mettevano su un po' di ciccia su quelle gambette). E ovviamente avran pensato, vediamo se va anche sulla gente. E infatti.
Le azioni criminose son calate da 77 a 2 (mitico!) rapportati allo stesso periodo, spariti i problemi legati al consumo di droga e alcol (l'ho sempre detto, che te ne fai della coca se puoi ascoltarti il Concerto per Flauto ed Arpa? la droga è un pallido sostituto dell'emozione che la musica ti dona), la gente meno aggressiva, i tipi fastidiosi e violenti volatilizzati.
Le ipotesi sono due: la più dolce e tenera, che Mozart sia riuscito a penetrare nei cuori incatramati di cattiveria di alcuni bruti sciogliendoli e riportandoli sulla retta via (possibile ma non ci metterei le chiappe sul fuoco), la più probabile, che i bruti abbiano detto "che palle! andiamo a fare danni a Kiwitown, qua si muore di noia co 'sta musica classica", passando così la patata bollente alla municipalità della sventurata e vicina Kiwitown. Chissà.
Comunque sia, il salisburghese resiste in vetta ai gusti musicali planetari (batte i pur bravi Beethoven e Bach, e anche loro non sono malaccio, bisogna dirlo, però son sicura che se avessero messo la Sinfonia N° 5 di Ludwig Van l'ottimismo avrebbe stentato un filino ad accendersi).
Mozart, poi, è morto da rockstar, brucia ragazzo brucia, per i suoi tempi. Gli fossero piaciute un po' meno le ragazze chissà, sarebbe diventato anche lui un serioso signore coi basettoni bianchi e il palazzotto in città...quando lo ascolto, ah, tutta quella pace, quell'armonia, quella cascata scintillante di note che ti piovono addosso come pioggia in un bosco. Come se ti infilassero un ago nel braccio, ma senza farti male, e ti spedissero in un paradiso artificiale senza però friggerti i neuroni. Il corpo si rilassa, si mette comodo, lo sguardo si fa profondo e opaco, l'iride si allarga a dismisura, si mangia tutto l'occhio, e tu vedi senza guardare, comprendi e non ascolti più, perché non serve. Mozart parla al nostro cervello antico, a quello piccolo e segreto fatto solo di emozioni, privo di logica e comprendonio, perché ad un certo punto, nella vita, la logica non serve più.
C'è un passaggio nel Concerto per Flauto ed Arpa così cristallino, così puro, come una rondine spensierata che ti attraversa l'anima, dolce ma non stucchevole, semplicemente incantevole.
E' la felicità messa in musica, la gioia di un essere eletto, di una grande anima che acconsente a dividere la propria luce con noi.
Mozart è stato un uomo fatto di luce ed energia e continuerà a splendere per sempre, forse anche per gli abitanti di Kiwitown, un giorno. Nel frattempo, si beccano i sassi nelle vetrine.
Varrebbe la pena tentare l'esperimento anche in Italia, magari durante i dibattiti politici in televisione, tutti lì col sorriso largo e pacioso, peace and love, fratelli.
La gente rilassata, se nel parcheggio il pirla di turno ti sfregia la Fiesta nuova, una stretta di mano e il numero di cellulare per le spese del carrozziere, il tutto con i sorrisoni.
Che bel mondo sarebbe, con tutti i rompiballe che scappano via, o si convertono.
Alla Feltrinelli funziona, ma gente aggressiva nelle librerie di solito se ne vede poca.
A parte a Natale.

13 commenti:

Visir ha detto...

Secondo me se la maggioranza è incazzata ha pure le sue buone ragioni, forse puerili, ma chi può giudicarle?
Anche alle bestie nel mattatoio fanno ascoltare la musica classica, le rende più mansuete prima del colpo il fronte; Così la carne risulta più buona e non è inacidita dall'adrenalina che è scatenata dalla paura.

Personalmente in questo mondo sedato che tu additi come un piccolo paradiso non ci vorrei stare neanche se mi pagano.

E' però, come dice il mio oculista, una questione di punti di vista.
Se l'imperativo è pascolare beatamente sino al momento di "tirar la gambetta", allora tanto vale distribuire gratuitamente il Prozac e metterlo pure nel latte dei biberon.
La maggioranza è così rincoglionita che un pò di sedativo non fa una grande differenza.
Viceversa se si vuole conoscere se stessi, se si vuole vivere pienamente, se si vuole essere vivi, vibranti e ardere di passione e di amore allora bisogna saper vivere anche le difficoltà, le incazzature e la ribellione.

Un essere umano autentico è un meraviglioso figlio di puttana non un eunuco sedato da portare a spasso con l'anello al naso.

Comunque non affanniamoci in un contraddittorio basta aspettare una decina d'anni e il tuo scenario sarà reale. Per quanto mi riguarda: il Paradiso può attendere.

Salazar ha detto...

Non la N°5 di Ludwig van, ma la N°9 di Antonin Dvorak si, quando un imprecisato vicino di casa ha piazzato Lady Gaga a tutta manetta alle sette e mezza di mattina di domenica. Non si capiva da dove arrivassero tutti quegli “ullalla”, ma erano tanto forti da procurare scariche elettriche di sedizione al mio acerbo corpicino ancora coffee free a quell’ora innaturale.
La mia perfidia - non io - ha messo su Antonino e ha piazzato il volume sull’87%.
Hai presente il 4° movimneto?: l’amplificatore si è illuminato come un albero di Natale e la musica vera ha invaso la casa tanto potente e solida, che era come se uscisse dalla bomboletta della panna montata. Mi è persino sembrato di vedere delle piccole onde dentro alla tazzona del caffelatte, ma forse era solo la mia immaginazione. O la mia soddisfazione.
È stata una lotta impari: io avevo molta più manetta del mio ignoto vicino e Lady Gaga i baffoni alla Dvorak mica li ha. Non ancora, perlomeno.
In più, ci vivo o non ci vivo nel nuovo mondo?

Tutto questo, in sostanza, per dare il mio incondizionato consenso al tuo post, a Mozart e alla Nuova Zelanda.

spillo ha detto...

Cara Valentina, siccome condivido completamente l'amore per i Wolfanghi e i Ludovichi (e tutti quegli altri esseri semi-divini che ci hanno dato i più bei doni di sempre), ma non condivido alcuni tuoi punti di vista, ti racconto la mia opinione - non per romperti le scatole, ma per chiacchierare un po' e vedere quanto può essere diversa la reazione delle persone - almeno a prima vista, forse in profondità le differenze si annullano.

Mozart pacifico e rilassante, Mozart che parla alla parte antica del cervello? Mm, non per me.
Pare che la musica sia l'unica attività che mette in moto tutto il cervello, in ogni sua parte. Una musica che si limitasse alla nocciolina sepolta al centro del cervello non sarebbe altrettanto potente.
Un piccolo racconto: nella vita di Mozart ci sono due momenti di "crisi artistica", che coincidono con la scoperta degli unici musicisti che apprezzò e amò incondizionatamente: Bach e Haydn. Il primo lo scopre leggendo le partiture di un appassionato collezionista: si immerge nello studio, fa esercizi, scrive fughe in stile bachiano. Se le ascolti senti un po' di artificio, di fatica, il meccanismo perfetto si è inceppato. Dopo un po' (molto poco, a dire il vero), la metamorfosi: Mozart ha digerito la lezione, è tornato completamente se stesso, ma la sua musica da quel momento sarà intrisa di una meravigliosa polifonia "alla Mozart". Nell'assorbire Haydn direi che è arrivato direttamente al capolavoro, senza prove preliminari, ma in modo non indolore: i sei quartetti a lui dedicati gli costano una fatica terribile, continua a fare correzioni, fino all'ultimo minuto, arriva a correggere le matrici in tipografia.
Perché dico questo? Perché quella musica levigatissima e senza apparente sforzo era pur sempre il frutto di riflessione, di costruzione rigorosa, di una logica assorbita così in profondità da apparire naturale come un sorriso; ma credo che l'ascoltatore sotto sotto percepisca tutto ciò.
Sulla serenità: non so, a me Mozart sembra così ambiguo, cangiante, certo sa essere anche molto sereno, ma non meno malinconico e talvolta tragico: la sua musica è una specie di sismografo, sa esprimere sensazioni opposte anche nella stessa battuta (come questo si concili con una forma così levigata e perfetta è uno dei tanti misteri insolubili).
"Se la gente potesse vedere nel mio cuore, dovrei quasi vergognarmi. Tutto è freddo per me, freddo come il ghiaccio", scriveva alla moglie in cura alle acque termali fuori Vienna. Poi si alzava e componeva il Flauto Magico, l'opera più traboccante di calore che io conosca. Era una personcina complicata, carica di elettricità, e a me sembra che la sua musica sia esattamente come lui.

PS: e avrei da (ri)dire anche sul non-ottimismo di Ludwig Van, ma mi fermo qui! :)

Visir ha detto...

Bel commento di Spillo, alcune "note" su Mozart non le conoscevo, grazie.

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, tu vuoi fare di me una reazionaria che vuole mettere a tacere il caos circostante, trattandomi come una vecchina petulante che ce l'ha su coi giovani...Ma come!
Non credo ti piacerebbe un mondo che ti sfascia la moto o te la frega, in nome del sacrosanto diritto all'anarchia. Io sono per la libertà ma ovviamente soprattutto per il rispetto, in primis degli altri e in secundis di noi stessi. Far sentire la musica classica e non i Nirvana (ottimi, comunque, ma magari assordano un po' se sparati mentre sei lì che passeggi, te li puoi comunque gustare in cuffia, come faccio io) è anche un'occasione per far scoprire qualcosa di nuovo a un sacco di gente - diciamo, far uscire il classico dalla "nicchia" - hai visto mai che gli piace e si appassionano.
La maggioranza ha il diritto di incazzarsi ma non per l'ostrega, diciamo con mezzi democratici. E soprattutto ha il dovere di non rompere niente, a parte le scatole.
Sull'essere umano "meraviglioso figlio di puttana" qualche mia amica, pur avendo amato l'articolo in gioventù, ora avrebbe delle forti riserve.
Io personalmente ho sempre preferito l'artista estroso e libero, timido e gentile. De gustibus...:))))))
Io di eunuchi non ne ho mai incontrati (per mia fortuna ma soprattutto per la loro) ma immagino che tu bazzicando harem a dozzine sia sventuratamente incappato in taluni di questi soggetti...;))))))))
Mi piace questo nostro bisticciare, Visir, sembriamo una di quelle sitcom americane!:))))))))
E, secondo me, il paradiso siamo noi, se raggiungiamo la serenità.
Altrimenti, sono c amari.

Vanessa Valentine ha detto...

Evviva Dvorak, Salazar! E' uno dei preferiti di mio padre, anche, da piccola mi ha tirato su a musica classica, e io gliene sono sempre grata. Per le Lady Gaga c'è sempre tempo.
Certo che il tuo vicino si sarà andato a nascondere nell'armadio, quando scateni l'apocalisse stereofonica non ce n'è più per nessuno, poveretti.
Io in genere sono una persona accomodante ma l'unica per farmi inferocire arrivando financo all'omicidio è svegliarmi la mattina presto (e le 7.30 per me è molto presto), se lo si fa meglio telare nel Nuovo Mondo, in via definitiva.
Spero che il responsabile del fattaccio non fosse il commercialista giapponese, che tengo in grande simpatia.:)))))
Ah, ah, ti immagino seduto al tavolo col caffè che fa le ondine come quando in Jurassic Park il T-Rex si avvicina facendo boom, boom, BOOM!!!:)))))))))))))))))
Di Mozart mi piacciono anche i dolci (a Salisburgo e comunque in giro per l'Austria li vendono, ohimè, sono pallocchie di cioccolato grosse così e tutti le chiamano "le palle di Mozart", ma dimmi te).:)))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Concordo con Visir, Spillo, grazie per quello che ci racconti su Wolfango! (Io chiamerei così il mio primogenito).
Tu descrivi benissimo la tua sensazione nell'ascolto della musica, è vero, io sono purtroppo molto istintiva e viscerale nello scrivere le cose (e manco totalmente di logica o di ordine espressivo, si sarà capito), tutto mi esce dal cervello come la classica acqua che dribbla la ghiaia. Apprezzo moltissimo le persone che riescono ad esprimere tutto così chiaramente, non sto scherzando.
Forse ho fatto coincidere cervello ed anima, cosa che faccio spesso, temo!:))))))))))))
La N° 40 è incredibilmente drammatica, secondo me, e indice di quello che sarebbe potuto essere WAM se la sifilide (tu sai qualcosa sulla sua morte di inedito?? se sì, scrivi tutto, please) non avesse deciso diversamente. Mentre la ascolto mi sembra di vedere sotto gli occhi la fatica del vivere, il classico tirare la carretta, le avversità che costellano di bucce di banana la tua strada...e poi sento quelle note vittoriose, allegre, forti che mi dicono di tenere duro, che tutto si risolverà comunque, in un modo o nell'altro, che la morte è solo una porta come tante.
Sul suo essere una persona complicata, concordo. Ben vengano le complicanze, comunque, se ci lasciano i capolavori.
E' un vero peccato non poter conoscere bene persone così speciali (anche se per fortuna il mondo sarà sempre pieno di creatività, il problema è che te ne accorgi sempre tardi).
Nota comica: sotto la doccia tento di cantare l'Aria della Regina della Notte, facendo pena, perché non ci arrivo. E' uno dei rammariconi della mia esistenza.

Visir ha detto...

Pazientissima Vivì, la mia modesta opinione è che la serenità non è un’attitudine sana per una persona adulta.

Come si potrebbe vivere sereni se si osserva la realtà per quella che è?
Come si può essere beati ignorando la profonda solitudine cui siamo condannati?
Non serve circondarsi di persone, blandirsi con i lussi, stordirsi con i vizi, alla fine siamo sempre perseguitati dall'odore di questa prigione.

Giusto se ce la “contiamo su” e facciamo spallucce, possiamo fare finta (per poco) che le cose sono diverse, salvo poi soffrire, forse maggiormente, quando le nostre illusioni sono spazzate via dal vento gelido della vita.

Certo, ognuno ha la possibilità di disegnare il proprio scarabocchio in questo mondo “eticamante” vuoto, ma credere che per qualche ragione soprannaturale, questo possa significare qualche cosa è solo un'immensa presunzione.

Uomini e donne cento volte migliori di noi sono stati dimenticati. L'esempio delle loro vite spesso frainteso, certamente usato per i fini più abietti.
Poco, pochissimo è forse cambiato nella coscienza delle persone nei millenni trascorsi.

La pretesa evoluzione dell’Umanità non è mai stata altro che propaganda. Basta osservare la storia per comprenderlo, prima si affrontavano gli eserciti, ora si bombardano le case della gente. Ci si inorridisce degli attentati che stroncano una manciata di persone e non si vogliono contare i morti dei cosiddetti raid aerei.

Come se il proiettile di un soldato regolare faccia meno male di quello di uno senza divisa.

Le guerre moderne fanno più morti nella popolazione civile che nei soldati al fronte. Quale è la logica che sostiene questa follia? Qual è l’evoluzione che sostiene un arsenale nucleare che può distruggere la vita su tutto il pianeta per decine di volte di seguito?

Un primitivo dedicava due ore alla raccolta del cibo, ora lavoriamo, quando va bene, almeno otto ore. Dove è l’evoluzione? Viviamo di più, più comodi certamente, ma con meno intensità.
Alla fine dei conti mi pare che non cambi molto, abbiamo aumentato il tempo della vita con una vecchiaia dolente a scapito però, della possibilità di realizzare una fanciullezza e una maturità veramente libera e degna di essere vissuta. Sai che affare!

Nulla sfugge alla falce della banalità che livella ogni altezza, probabilmente anche questo scritto.
Non sarà originale, però almeno è onesto parlarne.

Come si può far finta di star comodi, quando intorno a noi c'è così tanta miseria? Come si fa a illudersi di poter godere di un bel panorama se intorno al nostro sguardo c’è una così desolante piattezza?
Non c’è da intristirsi, ma almeno avere la chiarezza per aprire gli occhi.

In tutto questo marasma il nostro "bisticcio" è percepibile come il rumore di un “ruttino” in un immenso autolavaggio in piena attività. ;)

Non voglio che tu sia una rivoluzionaria, a me basta che scrivi bene, per quanto riguarda la tua vita sono certo che sai sbagliare da sola anche senza i miei suggerimenti...


:)))))))

spillo ha detto...

Valentina, definire senza "logica o ordine espressivo" le tue illuminanti associazioni, le tue folgoranti capriole, è quanto meno understatement, ma vorrei dire autocalunnia. E far coincidere cervello e anima, poi, è il sommo traguardo per chiunque!

Sulla morte di Mozart non sono informatissimo, ricordo che si parlava di problemi renali o tubercolosi, di sifilide non ho mai sentito parlare - so che se ne parla per Schubert, altro sommo caro agli dei... ma perché nascevano tutti allora? Perché l'anno scorso era il bicentenario di Mendelssohn, quest'anno di Schumann e Chopin, l'anno prossimo di Liszt, nel 2013 di Wagner e Verdi ecc ecc (avrò dimenticato sicuramente qualcuno)?Non nasce più gente così? Domanda troppo difficile, ma ti dirò che qualche anno fa ho assistito a dei concerti e una conferenza di Stockhausen (presente l'autore), che considero il più grande artista del '900, pur con tutte le oscillazioni del mio amore per la musica contemporanea. Beh, in quella occasione ho proprio pensato: ecco, è come se avessi Mozart o Beethoven davanti a me...

S'intende che dovete prendere con le pinze tutto ciò che scrivo, vado "a ricordi" sperando che la memoria creativa non faccia troppi scherzi (ma credo di non aver detto troppe scemenze).

Vanessa Valentine ha detto...

Lo sai che i tuoi "suggerimenti" mi piacciono un sacco, Visir..anche se faccio la studentella piccata...;)
Tu metti un sacco di carne sul fuoco, amico mio, e questo blog, temo, non è grande abbastanza per affrontare tutte le problematiche che albergano nel nostro cuore. Siamo troppi, e tutti troppo complicati.
So di non poter rendere felice tutto il mondo, né di poterlo guarire dalle afflizioni, dalle guerre, dalle malattie (preghiamo divinità lontane che ci assomigliano troppo perché la loro esistenza non sia sospetta, ma comunque preghiamo), illudendoci che qualcuno possa aiutarci.
Già agire per il bene e con compassione è un grosso passo in avanti, non essere dei bastardi con la gente attorno a noi è un atto divino.
Un gesto gentile e disinteressato è la dimostrazione che siamo dei anche noi, in piccolo, va bene, ma creatori di piccoli mondi, ognuno a modo nostro.
Sforzarsi di vedere il bello e il bene ( e ce n'è tanto, là fuori) è un metodo, un modo come tanti.
Non possiamo essere tutti eroi però possiamo essere tutti miti, gentili e compassionevoli (se ci riusciamo) Se l'inclinazione ti porta altrove, servono anche le fenici fiammeggianti. :))))))
Il mondo è imperfetto come poche altre cose ma, per Giove, questo non m'impedirà di sorridergli e di abbracciarlo...:)))))

Visir ha detto...

In fondo di che dovremmo mai dispiacerci? Anche Dio ha il suo Inferno...Non ama forse gli uomini?
;)

Vanessa Valentine ha detto...

Caro Spillo, sei gentile e mi foderi di immeritati complimenti come una tortiera col burro!!:))))))))
Tanti anni fa un carissimo amico di mio padre mi prestò un libriccino Adelphi, ma vattelapesca il titolo, figuriamoci (anzi, adesso vado a cercarlo su Google, così imparo a non documentarmi prima), sembrava un saggio/giallo, molto avvincente, raccontava di morti celebri e delle loro strane dipartite. In mezzo c'era anche Mozart, sepolto, diceva l'autore, in una fossa comune insieme a tanti poveracci (l'autore si chiedeva come mai tanta fretta nel seppellire un cadavere celebre, qualche mecenate di buon cuore poteva finanziare una tombetta dignitosa in qualche cimiterino austriaco, almeno per carità cristiana). L'autore diceva che WAM era morto avvelenato dal mercurio, prescritto dal suo medico per curare la sifilide, contratta a causa delle dissipatezze nelle quali indulgeva. Come diremmo noi veneti, el taccòn pezo del sbrego (trad., il rammendo è peggiore della scucitura) ma si sa, all'epoca la farmacologia buttava parecchio sullo sperimentale.
A quanto pare l'hanno seppellito in tutta fretta per evitare domande o problemi.
Concordo con te, sarebbe davvero una fortuna poter vedere da vicino simili "miracoli", ai giorni nostri...
ci sono epoche che producono fiori magnifici e rari, in giardini purtroppo lontani.
Per nostra fortuna il loro profumo arriva fino a noi, grazie al talento di molti che coltivano la bellezza e sanno tramandarla, permettendoci di goderne ancora, per l'eternità (più o meno).
:))))

Visir ha detto...

A maggior gloria di quanto scritto significo solo una breve riflessione ancora.

Viviamo in un periodo storico dove la "mancanza della mancanza" genera quello che Lacan definisce:“l’uomo senza desiderio”; Ovvero la condizione dilagante dell’essere umano moderno che aderisce così supinamente all’esistente.

In una visione del mondo, lineare, l’uomo originariamente scimmia poi barbaro o selvaggio, migliora "evolvendosi" fino a identificare la propria felicità nel confort.
Questa identificazione altro non è che la perdita del legame tra l’uomo e il Sacro, cioè il punto fondamentale per comprendere la successiva perdita di legame tra uomo e uomo.

Questo percorso ci allontana in definitiva dalla comprensione secondo cui esistono un mondo sensibile e uno intellettivo o soprasensibile, o per dirla con Evola: “Rifuggendo la tendenza moderna a ricondurre il superiore all’inferiore e spiegare il superiore con l’inferiore”.

Da ultimo cito le parole illuminate del mio maccellaio che reputo uno dei più grandi guru viventi: "Ce se stà a'sbracà. E pe stà comodi nun se becca a'fregna".

Con questa nota di colore suggello questo quadro fiammingo in chiaro e scuro.