lunedì 8 novembre 2010

Tanto per far vedere che ho studiato Scespir a scuola

Tempi mossi questi, ragazzi.
Il giornale è più avvincente di "Cronaca Vera", anche se non illustra casi di casalinghe vogliose pescate in macchina con l'amante e corcate di botte dalla moglie ahinoi crudelmente cornificata, ormai è difficile inventare cose più deliranti di così (tocca pescare in mezzo ai Darwin Awards, con le loro morti inutili e fantasiose).
Per bilanciare la botta di malinconia serotina (tranquilli, è passata, nubi mutevoli nel cielo di marzo della mia anima), mi son per fortuna potuta gustare (pagato con l'onesto sudore della mia fronte il canone televisivo di Mamma Rai) il Benigni nazionale ospite di Fazio e Saviano.
Come sarebbe bello ridere più spesso del potere distorto e della triste piega che hanno preso gli eventi, in questo paese...come l'immenso Fool cattura e sospende il tempo e le sue crudeltà, distorcendo ciò che è già nato storto, ciò che ha corrotto il reale nella sua natura, in un lento stillare di proibizioni e divieti, mentre l'uomo comune tenta di farsi onnipotentemente divino, fallendo.
Il potere è il buffone, e il buffone è il potere, e la vita non è che un palcoscenico, diceva zio Willy, e noi non siamo che attori, tutti compiaciuti nel recitare le nostre piccole farsesche tragedie.
Il Fool questa sera mi ha fatto ridere, e poi mi ha commosso (Dio, è così facile commuovere la gente, c'è sempre quella porzioncina di bontà e generosità nelle persone, lì a dormire, come una marmottina in inverno, e ad un certo punto si sveglia, chissà, si spera), e ridere è terribile, ridere apre gli occhi e distrugge, il Fool è il Disordine che arriva e fa crollare le mura, niente si salva di fronte al riso, i sorrisi falsi muoiono di fronte al riso autentico perché è giusto che sia così, anche Dio ride, si sa, di noi, di sé stesso, della sua fiducia nel genere umano.
Quando Dio ride le foglie si agitano, e nessuno sa perché.
Le divinità sorridono spesso, ma gli uomini questo non lo sanno.
Si guardano musoni allo specchio e ritraggono gli dei a propria immagine e somiglianza, musoni.
Al solito, gli uomini tirano ad indovinare. Sbagliando.
E io ringrazio Dio per aver creato il Fool, il Pazzo, il Buffone, il metamorfico disordine che è tutte le cose ed è in tutte le cose, col suo vestito di foglie, il Caos, Shiva il distruttore, e tutti quelli che credono in lui.
Se esiste il divino, è un comico.
Lo sa, ma non ha importanza.
Deridiamo la loro aria sussiegosa, piccioni spaesati che non sanno dove andare.
Direi che per stasera col prosecco possiamo chiuderla qua.

8 commenti:

Visir ha detto...

Certamente, ridere è catartico mal che va divertente, e poi?
Sorge spontanea, come un brufolo sulla faccia di un teenager, la domanda.

Noi ridiamo dei potenti che razzolano, ma alla fine tiriamo il carretto e loro invece stanno in groppa mangiando e bevendo a sbafo.

Questi grandi comici (che ritirano premi e fanno le loro esibizioni molto remunerate) ci fanno sentire meglio, ci danno quel senso illusorio di ribellione deridendo i padroni.
Ci fanno credere di essere più furbi di quello che in realtà siamo.
Facciamo gli sberleffi al leone momentaneamente in gabbia, ma il leone resta un leone e noi quello che siamo.
Se lo incontrassimo libero (il leone)il nostro umorismo sarebbe molto diverso.

Ridiamo certo ma di noi stessi, non certo del potere e dell'arroganza che ne consegue.
Ridiamo della viltà che ci fa indignare, ma non cambiare, della pochezza che ci fa pensare solo ai piccolissimi cazzi nostri.

E'un palcoscenico, tu dici, verissimo, ma dove anche l'imprevisto è preventivato.
Questo spesso ci sfugge.
Il ridicolo è usato ad arte per calmierare il popolino, puzzone e ignorante e che tale vuole rimanere, perchè alla maggior parte di noi interessa solo riempire la pancia, divertirsi e non pensare alla vita che si sta sprecando.

Fra frizzi e lazzi si consumano tragedie, la libertà è uccisa in ogni momento sotto scroscianti applausi. Le urla di chi subisce i soprusi sono coperte da una colonna sonora divertente che ci ronza nelle orecchie rendendoci sordi.
Ci scopriamo immuni dall'umano egoismo finché stiamo seduti in poltrona e il giullare di corte e di turno dice quello che tutti sappiamo ma che facciamo finta di non sapere. Messi alla prova sapremmo fare meglio? Siamo così sicuri di avere a cuore quella onestà e altruismo che non sappiamo nemmeno manifestare nel quotidiano e nelle nostre scelte politiche?
Un pianeta di ipocriti questa è la durissima realtà dell'esistenza su questo pianeta.

Vuoi sapere la verità? Ci meritiamo proprio il nostro inferno e alla fine una risata ci seppellirà.

Gillipixel ha detto...

Bellissime considerazioni, Vale, magistralmente centellinate col tuo solito stile prezioso...

Per sommo di paradosso, col passare del tempo mi vado accorgendo di come la comicità sia la cosa più sera esprimibile dagli uomini :-)
Ormai, di fronte ad un qualche attacco di genio di qualche comico veramente bravo, mi accorgo che la risata è alla fin fine la cosa meno importante (anche se imprescindibile, intendiamoci...)...la componente fondamentale mi pare invece lo stimolo dubbioso che si innesca, la messa in risalto di quella stonatura della realtà che solo con l'umorismo può essere stanata...

Un'altra piccola considerazione volante: non è un caso che i popoli più "umoristici" siano quelli che hanno una ricca e secolare storia alle spalle...hanno potuto accumulare un'esperienza lunghissima, circa le cose umane, e per questo sono in grado di mescolare con maggiore sapienza tutte le carte del gioco della vita, facendone uscire ogni combinazione assurda possibile :-)

Ma anche queste che ho detto, non sono cose serie :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, mi sei diventato un pessimista cosmico...:))))
A parte che io non vorrei essere il leone nemmeno se fosse rimasto l'unico animale sulla piazza in cui incarnarsi - ma molto meglio essere gatto, cavallo, airone, delfino..- visto che il potere non mi piace e non mi piacerà mai, non voglio finire nei libri di storia e tutti i soldi e le ville con la piscina se le possono tenere, se voglio vedere cose belle questo paese è pieno di posti meravigliosi in cui si entra pagando un biglietto (per mantenerle, mi sembra giusto) e sono di tutti...sarò fatta male io, ma non invidio nessuno dei potenti, diciamo che alcuni mi incuriosiscono, alcuni mi piacerebbe si dessero una mossa e uno in particolare lo metterei sott'olio, ma queste sono considerazioni personali...;))))
Tutto questo per dire che ci lascino almeno le risate, ben vengano i comici, anche quelli miliardari, purché ci venga lasciata la possibilità di deridere il potere, visto che non vogliamo esercitarlo, ma soprattutto che noi si possa esercitare la libertà, anche di cambiare idea, anche di mandare in galera o comunque in qualche isola lontana i menarosti (leggi gli imbroglioni) che, loro sì, imbottiscono la Storia.
Non pretendo di pensare che l'umanità sia buona o in fase di miglioramento, non sono così ingenuotta.
Ma non credere che si continuerà ad applaudire, non per molto, ancora, almeno.
Gli italiani sono pigri e amano le tirannie comode, ma quando si stancano fanno fuori i dittatori, esattamente come fanno tutti gli altri. :)))))

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, mi viene in mente il popolo ebraico, così come lo racconta Moni Ovadia nei suoi fantastici libri...
Tutti quei pogrom, tutti quei ghetti, le persecuzioni, l'odio...eppure anche tutto quell'umorismo, la capacità di deridere la realtà per aggirarla, per fuggirla, spesso in tutto il suo orrore. E che altro potrebbero/potremmo fare?
Da qualche parte ho letto che il senso dell'umorismo è una forma di intelligenza, non si sa bene perché alcuni ce l'abbiamo e altri no, e non c'entra niente il fatto che uno sia più sveglio di un altro. Esiste, ed è un dono. Avvicina le persone (che giustamente voglio passare del tempo con chi li fa divertire, rifuggendo i tizi seri e musoni, non perché nella serietà ci sia qualcosa di male, semplicemente perché della vita bisogna anche ridere, metterla a fuoco nella maniera giusta, metterla al suo posto).
L'umanità ride, canzona, ironizza da sempre.
Mette in relazione due cose che magari c'entrano poco, e voilà, il miracolo di compie, nasce la battuta.
Ridere è così umano, così divino.
Se penso ai Fratelli Marx, o a Chaplin, mi rendo conto che il potere è niente di fronte alla satira, è appunto un ometto impettito che cammina dicendo, io sono il salvatore del mondo, guardatemi e invidiatemi...e noi potremmo dire, ohohoh ahahah, e perché?:))))))))))

Visir ha detto...

Pessimista? Realista? Sognatore? Sono solo piccole definizioni che non possono contenere le nostre contraddizioni.
Non sarà divertente dirti che più vivo e più mi accorgo che l'umanità sembra sfuggire alla naturale legge dell'evoluzione, ma te lo dico lo stesso. :)

Ho visto proprio ieri un film: Wall Street, il denaro non dorme mai. E' uno spaccato dell'economia delirante che comanda ormai il nostro presente e purtroppo anche il nostro futuro.
La constatazione che ne traggo dall'osservazione di questa vita (non certo dal film) è nichilista.

Non farà ridere nemmeno questo, tanto per rimanere in tema del tuo scritto, ma è ancora così.
Non c'è da deprimersi ma almeno da aprire gli occhi certamente.

Chi non conosce il senso delle proprie azioni non può che soffrire del proprio destino, questo mi pare ovvio.
E così, a mio modesto parere, vale per la politica, per i rapporti umani e da ultimo per il senso che ognuno è chiamato a dare alla propria esistenza. Non in ossequio ad una morale o ad una religione, ma al fiorire della propria natura intrinseca.
Il senso delle nostre azioni però è nascosto nel nostro cuore di tenebra (cit. Lorenz) e far finta che non sia così è solo ipocrisia.

Tu ti descrivi come una persona modesta nel senso di semplice, adusa ai piccoli piaceri, che vive cercando la beatitudine nel tran-tran del tuo eremo immerso talvolta nelle nebbie.
Vuoi raccontarmi che questo pare bastarti? Va bene, diciamo che se talvolta smetterai di dire questa piccola bugia allora io smetterò di dire la verità su quello che leggo. ;)

Penso che la serenità non sia un’attitudine sana in un essere umano adulto ed intelligente.
Rifletterei, se posso permettermi un piccolo suggerimento, sulla tua necessità di descrivere un mondo fatato che in realtà non esiste.
Nel tuo tentativo “nobilissimo” di disegnare un sorriso in chi ti legge, di cosa ci/ti vuoi convincere?
Non che sia assolutamente sbagliato, in linea di principio, ma semplicemente a quale scopo fermarsi lì avendo gli strumenti per andare oltre. Vogliamo venderci la favola ritrita che la vita è una passeggiata nel sole con qualche leggero inciampo? Se così fosse sarebbe carino continuare a rappresentare il paesaggio e parlare del tempo e delle nuvole.

Descrivi con puntuale cronologia la tua vita, ma non parli di chi la vive, tu non parli della tua anima. Allora che senso ha tutto questo impegno di ingegno?

No, cara Vivì, mi ricordi per libera associazione mentale il commento di Aldo Moro nella sua ultima lettera prima dell'esecuzione: "Anche il Papa ha fatto pochino", così scriveva.

Fare "pochino" non è mai bello.

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, è preferibile tenere il dolore per sé, la maggior parte delle volte.
Il dolore è un peso che si porta da soli, sempre.
Sì, per carità, gli amici danno una pacca sulle spalle e ci sono per le rotture di scatole, ma le sofferenze sono una faccenda privata, lo sappiamo benissimo.
La mia vita non è esente dalla sofferenza, ma la tengo sotto controllo adottando un sorriso sereno, diciamo così, in attesa, come tutti, della tegola che mi stecchirà.
Non molto impegno in questo, né ingegno. Semplicemente un'attitudine.
Sono nata pigra e tranquilla, non ho mai visto chiaro il motivo per cui dovrei essere tormentata se non ve n'è ragione.
Non siamo interessanti tutto il tempo agli occhi degli altri, di questo sì che bisogna farsene una ragione...
;)

Visir ha detto...

Che tesora! Non riesco a farti perdere la pazienza neanche con i miei commenti acidi. :))))

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie per il tesora!:))))))))
Sono buonina e pazientina, ebbene sì...;))))))
Anche se a volte sei un po' acidello, Visir, ti metto sulla testa una cucchiaiata di melassa valentiniana, e diventi uno zuccherino anche tu...:))))))))))