domenica 14 novembre 2010

Tipiche osservazioni di una vecchia babbiona

Quando una pubblicità ti urta i nervi, bisogna dirlo.
A parte che non sono l'unica ad aver pensato che la campagna Diesel sugli stupidi fosse una fesseria (son venuti fuori articoloni sui giornali importanti, mica pizza e fichi), un bel po' di gente ha pensato che non si sentisse il bisogno di incentivare la cretineria, la si trova a tre soldini il metro, mi sembra.
La pubblicità incriminata (da me) è quella ambientata nel paesaggio postatomico, che già mi fa una tristezza che non ve la sto a raccontare, con tutti questi tizi vestiti di nero e un po' punkettoni (poveri punk, saccheggiati senza ritegno, se l'avessero saputo si mettevano subito i mocassini con le nappine e il cachemerino beige) che ballicchiano una specie di danza tribale guardandosi il polso con su l'orologio come se si fossero persi e cercassero il nord, e la scritta dice "c'è ancora tempo per essere stupidi".
Allora, l'invito può essere anche lodevole, inteso come prendersi una pausa da sé stessi e dalla vita, e ok.
In realtà la natura ha la deprecabile tendenza ad accoppare i suoi figli che indulgano alla stupidità per più del necessario: come a dire bamboli, lo spazio è quello che è, se uno fa il fesso, quella è la porta.
Per questo motivo ho sempre trovato insulso il messaggio "siate stupidi" (prelude chiaramente alla rosea certezza che uno sappia discriminare tra l'essere scemo e non esserlo, ma appunto la previsione è ottimistica, in molti casi). Soprattutto, siate stupidi quel tanto che basta per venire fino al nostro negozio, darci un po' dei vostri soldi per un paio di braghe rotte sul sedere (ancorché di buon taglio, bisogna dirlo) o uno di questi orrendi orologi che avete appena visto in tivù, e poi ve ne potrete anche andare, trendy e cioè uguali a centinaia di altri come voi che hanno recepito il messaggio, la sua sottile controculturalità e la sua accattivante messa in scena, noi sì che siamo ganzi, ci vestiamo come se non ce ne fregasse niente ma in realtà ci frega eccome, e invece no, siamo veramente alternativi e non ce ne frega niente, però guai se ci mettiamo una cosa vecchia o strana, da sfigati. Noi siamo alternativi veri. Tutto chiaro?
Ah, a proposito, facciamo campagne contro l'anoressia e la bulimia, però poi in prima fila mettiamo una pennellona alta un metro e novanta che sarà sui trentacinque chili, col suo alternativo pennacchietto di capelli rosso fuoco, che fa tanto berlinese, e anche lei si agita guardando rapita l'orologio che porta come se si stupisse di tanta bellezza (ho trovato cose di design migliore nelle uova di Pasqua comprate al discount).
Questa è solo la mia trascurabilissima opinione, comunque.
Aridatece la famiglia che fa colazione nel Mulino Bianco, lì almeno gli arredi erano decenti.

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Non ho visto lo spot di cui parli, Vale...magari se mi capita starò attento, ma condivido comunque ciò che dici, dato che è uno stratagemma balordo usato in tantissime pubblicità: compra il nostro prodottino del caxxo, esci dalla massa e fai due passi nella mer...da :-)
E in ogni caso: evviva le donne giunoniche, formose e non perfette :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Più che giusto, Gilli...che du bols le cene con la gente che ti parla solo della dieta...ma che sei venuta/o a cena a fare, allora?Potevi mangiarti uno yogurtino a casa, no? Evviva le donne e gli uomini che amano stare a tavola, abbasso la gente triste che mangia il sedano scondito, bleah!
A noi piacciono le lasagne strapiene di ragù e besciamella!
E che tristezza le modelle coi vestiti sulle riviste...
Sempre ingrugnite...
Tipica espressione da totale assenza di lasagne, nella vita...:))))))
Eh, ma di pubblicità irritanti ce ne sarebbero, Gilli...prendi quella con la saga Belen/De Sica agenti segreti, poliziotti, maestra peccaminosa e papà di alunno...in confronto i film con Alvaro Vitali o col Monnezza sono la Nouvelle Vague...:)))))))))
Ahinoi, poveri noi.