lunedì 13 dicembre 2010

Le tende, finalmente.

E in un botto è passata anche la settimana della sagra di paese, per qualche giorno Poultryville è stata una metropoli invasa da tante persone (specialmente una miriade di suvvoni che mi hanno costretta a gimkane, io già discretamente impedita di mio a guidare, attentissima a non centrare i paracarri e a dover di conseguenza risarcire la municipalità...)
Ho gustato cose davvero buonissime, la fama di Poultryville si è dimostrata veritiera. Ieri sera, per esempio, si era così in tanti che ad un certo punto ci è toccato alzarci per lasciar posto alla gente che aspettava per mangiare. Tutto molto tranquillo, alla buona, nel senso carino del termine, senza troppi fioretti ma con una ottima organizzazione. Il famoso cappone Poultryville è sì purtroppo perito ma non invano. E i bigoli col ragù...che delizia di pasta, così cicciotta che non riesci a prenderla girandola sulla forchetta, devi fiocinarla come un barracuda.
Ieri abbiamo ricevuto la visita della Magnifica che portava con sé la delegazione suprema, la Mama e il boss Valentine (son contenta, ha detto che la maison nuova è coccola!;) ).
Mia madre ha preso serissimamente l'incarico di confezionarci le tende, ed è tutto un misurare al millimetro e scegliere i colori perfetti (in realtà le tende Brico con gli anelli già pronti le sono piaciute da morire, chi pensava. Abbiamo scelto molto rosso e arancione per scaldare gli ambienti, oggesù, sembro la sciura che c'è su Real Time, quella bionda con le meches da Crudelia Demon...comunque le tende colorate son davvero belline, fanno una luce così deliziosa quando guardi dentro le case). In effetti il salotto sembra un po' meno un accampamento, una volta ripulito da scatoli e strafanti, con i suoi mobilini e gli oggetti che amiamo messi lì in mostra, tutti orgogliosi, lucidati, ripuliti...finalmente liberati da carta schioppettina, rivedono la luce, sembrano felici di essere sopravvissuti all'apocalisse del trasloco, quasi increduli.
Gli oggetti sono vivi in un loro modo speciale, credo. Meritano di essere trattati bene, in fin dei conti li abbiamo scelti perché ci sono piaciuti, per un po' di tempo li abbiamo anche amati, si meritano il meglio, meritano il nostro sguardo ammirato, più spesso che si può.
Bisognerebbe sempre ricordarselo.
Cambiando discorso, arriviamo da tre serate di mangiate che son state la fine del mondo...i gamberetti con le cipolle, su letto di patate e zucca...e il risotto...e il pesce. Questo solo venerdì!;)
E poi sabato...non trovo parole per i tortellini (originali bolognesi! gnam!) e il rotolo di purè (ma più sodo) col radicchio dentro...svaporato in un battito di ciglia.
E domenica, turno dei bigoli sopradescritti.
Non starò a recriminare sul girovita che si fa trippesco...mi cercherò una piscina a gennaio, e cercherò di cagliare i buoni propositi.
Ma per ora è troppo presto.


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