Visto che San Valentino è un efficace momentaneo scaccia-crisi per l'economia e come tale finisce per far miseria lo stesso, festeggiamo degnamente a modo nostro questa festa (e va bene sia per chi danza in coppia sia per chi si trova temporaneamente a far tappezzeria nella sala da ballo della vita).
Gli uccellini cantano tra i rami spogli, le prime gemme affiorano e anche se la giornata è sbiava e malinconica, questo non porterà via i sorrisoni dalle nostre faccette.
Le prime pratoline e il tarassaco già si mostrano in mezzo all'erba.
Se vogliamo che la natura riparta, dobbiamo fare la nostra parte, e amarci per far sì che il mondo ami e si ami.
Anche l'amore platonico è ben accetto, chiaro.
L'erba splenderà più verde, dopo.
2 commenti:
D'accordo, Vale...aderisco anche io al tuo manifesto dell'amore :-) per il momento mi metto sempre fra le fila degli allievi di Platone :-) non sia mai che mi accusino di non aver voluto far crescere i fiorellini :-)
Ehehehhehe :-)
"sbiava" :-) è un termine spettacolare di tuoi :-)
Per forza, San Valentino diventa la festa del consumismo! Ma consumiamoci noi, piuttosto, ma d'ammmmoooorrrre!
Ed evviva anche la botanica!;)))))))))
Sbiava indica lo sbiadito, cui somiglia. In effetti è una parola molto bella!
E oggi, 17 febbraio, è la Festa del Gatto!
Molto meglio di San Valentino, poco ma sicuro...;)
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