Capitano quelle sere in cui sei ospite dei tuoi, e quindi guardi in televisione quello che i tuoi guardano (è il loro salotto, e la loro televisione). A te più di tanto non interessa, se vuoi hai tre libri che ti fanno compagnia, incluse le poesie di Gozzano, che son sempre belle e d'atmosfera.
Il Boss Valentine l'altra sera, così, si è defilato, dopo cena. Si è messo in cucina a guardarsi "Barry Lyndon", sempre un bel classicone, anche se dubitava di riuscire ad arrivare alla fine delle tre ore d'ordinanza.
Con la Mama invece ci siamo arenate in poltrona, in salotto, davanti all'immancabile Sanremo (ebbene sì, mia madre se lo guarda per tradizione, e non sa benissimo perché. Vallo a capire o spiegare, io ci ho rinunciato).
Se fossi stata nel salotto di casa mia avrei di sicuro pescato qualcosa di vagamente interessante su qualche canale digitale di quelli nuovi (mal che vada mi posso sempre consolare col magico, lisergico mondo di Real Time, tutto cuochi, arredamento e stile di vita). E invece ho detto, massì, guardiamolo, non sia mai che poi mi viene in mente qualcosa da scrivere.
Beh, gente, bisogna spremersi davvero le meningi.
Teniamo duro ancora un paio di sere, tra un po' la tortura dovrebbe finire.
L'unica spiegazione che mi do, sinceramente, del perpetuarsi dell'esistere sanremese, è il fatto che bisogna far guadagnare due euri ai sanremesi (sacrosanto). Loro con i fiori, il turismo e le canzoni ci campano. Per altri italiani, questo ed altro. Mi sacrifico volentieri. Quasi.
Lo so, lo diciamo tutti e tutti gli anni: è una noia mortale. Sembrano le partite di tennis se di tennis non te ne frega niente, sembrano le prime partite di curling, sembra il pomeriggio all'oratorio con tanto sole tanti anni fa. Il tempo non passa. Ma davvero.
La Canalis e la Rodriguez sono belle donne vestite elegantemente alle prese con un gobbo demoniaco (e non è Morandi, pora stella). Ci sono lunghi silenzi impacciati mentre si sforzano di leggere le parole di titolo, autori e direttore dell'orchestra e sembra stiano cercando di contare i mari lunari in una sera di foschia. La Canalis ha una grinta da granatiere, secondo me, però c'è gente che mi bastona se lo dico, e allora ritiro tutto. La Rodriguez sembra più sciolta, dovrebbero farle fare tutto in libertà, secondo me c'è da guadagnarci. Ma perché sembra impossibile se una stragnocca pazzesca conduce da sola? Cosa si scatena, l'anarchia? Non è solo il fatto che sia una donna a condurre, è già successo. Ma una donna strabella e in solitario, che parla con la testa, anche. (La Clerici è il sogno che diventa realtà di tutte le mamme e le casalinghe d'Italia, non fa testo. Non parlo del femminile rassicurante, io voglio vedere il femminile fico e padrone del proprio destino all'opera, voglio vedere che succede. Non vallette ma tizie piratesche e piene di dentini affilati).
Morandi è simpatico e spaesato (ma che mani enormi ha!, fa mia madre, in un remake di Cappuccetto Rosso, probabilmente). Luca e Paolo mi son simpatici. Mi son simpatici tutti, anche perché sto per addormentarmi in pace.
Mio padre molla Barry Lyndon e viene in salotto, in tempo per sentire i commenti di mia madre sui coristi (ma guarda quello che parrucchino! tu, col parrucchino, levati il parrucchino!, e quello, pelato!, tu, pelato, mettiti il parrucchino!, andiamo avanti dieci minuti a ridere, è il momento più divertente della serata, pensa te.)
Nel frattempo dei cantanti che non conosco benissimo hanno cantato delle canzoni disperate come la pellagra (ho capito che il Paese non è messo così bene ma 'sta mestizia ci nuoce, poco ma sicuro), canzoni che non saprei ricantare neanche se mi torturano. Mi ricordo solo che erano tutti molto presi e molto tristi.
Con mio padre divaghiamo parlando di vecchi pezzi e di vaccate sui generis. Dopo un po' sentiamo il sommesso russare della Mama che suona come il pollicione verso dell'Auditel (Sanremo meglio dell'indormia, come la chiamava mia nonna, ovvero sonnifero-barra-anestesia). Sono le dieci e un quarto, s'è fatta una certa ora, tutti in branda. Mi sa che è meglio.
Ieri sera invece era la seratona in anticipo di un mese per il Centocinquantone dell'Italia, con le canzoni vecchie ricantate, l'inno e poi c'era Benigni e altre cose che non ho visto perché era anche la serata del briefing condominiale sulle tende e le capottine. Sono stata giù in cortile a chiacchierare con la mia vicina di casa mentre lei si fumava la cicchetta serale, più o meno un'oretta. Quando ci è venuto sonno, ci siamo dette ciao.
Quindi ieri sera l'ho saltato direi a piè pari.
Stasera ho House e sabato piuttosto vado al corso di uncinetto.
Quasi fatta anche quest'anno.
Piuttosto, la prima sera anti-Sanremo mi sono gustata "La duchessa", il film su La7 con Keira Knightley (mangia, tesoro, ti prego, sei una scarpìa), una specie di trisavola della sventurata Lady D (due vite parallele, un marito che si faceva gli affaracci suoi, con menageatruà vitanaturaldurante). Lei si rompe pur tra gli agi, gli ori e gli stucchi e si fa l'amante, però tutti si incazzano come bisce (riepilogando, il Duca poteva avere moglie e amante perché comunque una volta avuto il primogenito poteva continuare a seminare nell'orto della vita come un matto, spaziando tra fantesche e cuoche, mentre se la Duchessa si rotolava tra le lenzuola con un bel giovanotto che l'amava invece no, perché imbastardava il casato, le toccava partorire in campagna e dare via la figlia. Ma che tempi di cacca. Se si incazzava, le toglievano i figli. Se se ne andava con l'amante, le toglievano i figli e distruggevano la carriera politica del suo amante. Che tempi di cacchissima. Meglio adesso, pur con tutto quello che gira). Alla fine le è pure toccato morire prima e il marito si è consolato con la seconda moglie. Mmmm, dove ho già sentito questa storia?
Il film era un po' lento ma non così terribile. Non certamente come vedere Patty Pravo con su la maschera funeraria che il suo chirurgo le ha appiccicato in faccia, ecco.
5 commenti:
Sanremo è veramente un mistero, Vale :-) è uno di quei fenomeni dello spettacolo di una pallosità sconfinata, che tuttavia continuano ad attirare consenso e seguito di spettatori...a mio modesto avviso, lo stesso succede, per il 90% dei casi, con le partite di calcio: sono una pizza micidiale, ma la gente continua ad andarne pazza...boh :-)
Per fortuna che ti sei "sacrificata" per noi, al fine di riportarci questo piacevolissimo articolo :-) Però con le chiose della Mama è tutta un'altra storia, il divertimento è assicurato in ogni caso :-)
I tuoi scritti sono sempre piccole miniere di vocaboli preziosissimi :-)
L'indormia :-D ahahahaha, è fantastico :-) dalle mie parti si dice invece "dormia" :-) dev'esser stata fortissima la nonna :-)
Prosin dice spotty, che è un modo, sempre simil-veneto, di rivedere il celeberrimo augurio di brindisi: invece di prosit, prosin :-)
Viva il femminile fico!!!
Anche io ho The Duchess che mi aspetta da settimane sul comodino..ma che fatica alzarsi, mettere il dvd, io poi sono miope e non la vedo la TV, dovrei sempre star lì a strizzare gli occhi, sai che righe mi vengono,..meglio stravaccati sul letto con un bel libro....
Volevo scrivere "rughe"...
Verissimo, Gilli, la mia fantastica nonna è stata proprio un personaggio...mi dico sempre che dovrei scrivere di lei un ritratto pieno e sontuoso e ogni volta mi blocco, temendo la lesa maestà...mi ci vuole un altro po' di tempo, per decantare il tutto e vederla in una prospettiva distaccata (chissà mai se ci riuscirò).
Tornando ad argomenti più leggeri, Sanremo vale la pena di essere guardato solo in compagnia di mia madre e del suo bislacco umorismo...tutto il resto è noia, canterebbe qualcuno. Trovo buffa tutta la seriosità che ammanta il Festival, come se fosse una liturgia da blindare e guardare da sotto in su, con occhi bassi e reverenti...ma dai!
Già queste ultime mattine, guidando e ascoltando la radio, mi tocca subire tutte le canzoni testè presentate...che du bols. Come voi, immagino. L'unica è buttare un bel cd dei Grateful Dead dentro e guidare sereni con gli occhi fissi all'orizzonte. Ah, mo' sì che va meglio...;)))))))
Prosin per tutti i vostri aperitivi!
(Adesso invece spotty dice inesc, suona molto emiliano-romagnolo, no? ottima parola per descrivere le partenze).
Ma no, Arianna, guardatelo, non è male! beh, magari non quando hai sonno...pure io sono un po' orbiccia, figurati, senza occhiali non vedo nemmeno dov'è la televisione!:)))))))))
E' un film che piace alle donne, le quali si arrabbiano e si identificano. Parola.
Meno male che ci sono in giro donne che non hanno paura delle donne belle, anche perché sanno benissimo di essere belle anche loro.;)))
Perché dovremmo detestare le belle? facciamo squadra, piuttosto.
E no te preocupe per le rughe, non ne hai manco l'ombra...;)))))
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