giovedì 14 luglio 2011

Luglio in quel di Poultryville

Luglio col bene che ti voglio, vedrai non finirà...
Quelle belle canzoni che ascoltavo da piccola, alla radio, mentre la Mama cuciva di tutto pedalando furibonda sulla vecchia Singer. Come "Estate", che ho ricomprato su ITunes, canzone struggente che fa, tornerà un altro inverno, cadranno mille petali di rosa, la neve coprirà tutte le cose, e il cuore un po' di pace troverààààààà...odio l'estate....mi piaceva da morire, specialmente la parte sull'inverno e i petali di rose, già all'epoca mi era chiaro che preferivo passare buona parte dell'anno con su il golfino piuttosto che sudare come una cinghialetta tutto il tempo.
Perché è questo che si fa a Poultryville e in buona parte d'Italia almeno da dieci giorni.
Quel bell'anticiclone africano con i suoi 40° si mescola all'umidino della verde nostra pianura ed ecco gli svenimenti, le gambe gonfie, la gente che affolla il pronto soccorso.
I Poultryvilliani non fanno un plissè, tanto si svegliano alle cinque a.m., danno da mangiare ai galli che strepitano, danno l'acqua ai pomodori e alle zucchine e poi si rintanano in casa, o sotto le pergole, o ciacolano col vicino. Sono sempre lì fermi ad un cancello e chiamano Bepi!Beeeppppi!!!!!!vien fora, gò da domandarte na roba. Dopodiché nasce un concilio di sette ore durante le quali Bepi viene interrogato, rispettivamente, su: a) bruchi neri che divorano le piante,b) l'abbaiare sinistro di un cane perdurato tutta notte,c) le ultime news sulla cognata di Marietta e d) se i pulcini di Gino stan venendo su bene.
Se tu passi di lì perché stai andando a prenderti il pane e il giornale vieni coinvolta nella discussione con la scusa che sei nuova ma ormai dopo dieci mesi sei quasi dei loro e sei portatrice di un'opinione fresca e spassionata. Vieni messa al corrente, inoltre, riguardo a tutti gli ultimi sugosi gossip del paese, il che non guasta mai.
Tutto questo mentre il sole delle nove già comincia a batterti sul cranio come un batterista pieno di coca fino agli occhi, le cicale gorgheggiano il loro nevrastenico canto, la gramigna da savana ondeggia padrona del territorio e le stradine di cemento si perdono nei campi.
Le rose soffrono nelle aiuole.
I colli sono sempre blu e minacciano tempesta.
Quando esco per due commissioni finisco sempre per essere sequestrata dalla conversazione di qualcuno che ha voglia di ciacolare. Visto che ciacolare, in definitiva, lo potrei fare di mestiere, aderisco con entusiasmo alla cosa. Vado in chiesa e trovo il prete (ciacola), in panificio e trovo una vicina nuova (ciacola e poi caffè, da me o da lei, a volte ci scappa il giro al mercato), in posta (ciacolissime), in edicola (ciacole con l'edicolante, o il padre di lei), torno a casa che il sole è una pallocchia dispotica e non ho combinato una mazza. Mi sento in colpa.
Poultryville, poi, ha quei bei ritmi lenti e campagnoli di una volta, per cui la gente in effetti non ha fretta, una volta che ha comprato due cose in macelleria e tirato su due pomodori dall'orto....perché correre, la terra non scappa.
Quello che non fai di mattina ti aspetterà anche nel pomeriggio, non ci sono meeting o briefing o braistorming qui. Mai sentito nominare roba del genere.
Se ti incrociano tre volte ogni volta ci scappa il saluto, o il sorrisetto, o la battuta.
Sarebbe una bestemmia non salutare l'unico essere umano che incroci in una strada assolata, di pomeriggio. Logico.
Alle due, poi, pisolano tutti. E' l'ora della siesta, in giardino fa troppo caldo e l'unica matta che esce alle tre sono io (con i cani pazzi e gli inglesi, come dice il proverbio). Le aie sono deserte a parte i mici che pisoccano all'ombra tutti distesi lunghi come se fossero fatti di gomma fusa, li chiamo e loro alzano appena la testa e aprono un occhio lento, per disinteressarsi di me un secondo dopo. Tartufotto (il nome vero non lo so, io lo chiamo così...), il beagle dei vicini, mi lascia giocare con le sue orecchie vellutate e cincionare il suo naso umido finché non gli viene una botta di caldo, fa snuff! e mi pianta al cancello, correndo sotto il portico, salvo aspettarmi quando torno e meritarsi altre carezze, guardandomi con quei suoi occhi gentili e severi.
Le galline di Poultryville di pomeriggio si arrampicano sui rami di pino per stare fresche, vederle è davvero uno spettacolo. E corteggiano civettuole i galli impomatati d'orgoglio, maschi che non sanno di essere stati esautorati.
Per fortuna di notte si dorme, lasciando tutto aperto vien su un bel venticello dal mare e abbiamo anche un usignolo che l'altra mattina ha fatto un concertino sopra le nostre teste. Che canto incredibile, così ricco, melodioso, complesso. Sei sveglia ma ne vale la pena. Milioni di merli, passeri, uccellini di tutti i tipi, ti fanno da sveglia appena il sole fa l'occhiolino.
Il cielo del mattino è bianco, in questi giorni l'aria calda spinge ed entra come un ospite maleducato appena socchiudi la finestra.
Luglio è luglio, al solito, né buono né cattivo. Diciamo che è sempre un rompiballe, con il suo tempo pericoloso, la sua lunghezza, le sue acque stagnanti.
Con luglio ci vuole pazienza.
I miei concittadini mi vengono incontro, commentando le notizie del telegiornale, al solito cataclismatiche...
Xè caldo, xé normae. Xè luglio.
Dei filosofi.


12 commenti:

Anonimo ha detto...

In una vita parallela ti avrei fatto la corte, perché sono rari i post tuoi che leggo e che non mi facciano pensare ma guarda te la Vanessa, i suoi gusti, il suo approccio alla vita... Ieri mi hai fatto andare direttamente su Amazon a comprare una raccolta di Bruno Martino, era da tempo che dovevo farlo, ma sei stata la causa scatenante. "Estate" è talmente bella. Ma parliamo di luglio invece: se va avanti così spero finisca invece! Ieri sera, ore 11, temperatura percepita 30 gradi, umidità 80 per cento... Alle 8, al bacaro solito, ci siamo fermati al primo giro, una cosa inaudita, ma faceva troppo caldo e l'afa e l'alcol non è che vadano d'accordo. La mia pressione sanguigna in questi giorni? Quella di una canocia.

Gillipixel ha detto...

Vale, che bello :-) Ovunque si posi il tuo sguardo, si levano soffuse nuvolette di poesia :-)

Anche io ho sempre sofferto l'estate, soprattutto quando il caldo è mordace e rompiglione :-) Da qualche tempo però cerco di trovarci fuori le cose belle che pure sa dare, e vedo che una ricetta simile la segui anche tu :-)

Mi è piaciuta un sacco la descrizione dei mici spaparanzati, "come di gomma fusa" :-) rende molto l'idea della plasticità pigrosa dei cari felinotti domestici :-)

Poi ho ritrovato molto delle atmosfere del mio paese, in questo tuo racconto...anche se io sono meno ciacolista :-) mi piace tanto immergermi in questa lentezza, laddove essa ancora si conserva :-)

Che il Cielo ti benedica, cara Vale, la tua scrittura è sempre un lenitivo eccellente per l'animo :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Caro Soglia, non posso che arrossire!!:)))))E' bellissimo ritrovare i propri gusti e atteggiamenti negli amici di blog!
Sono contentissima di essere stata lo scatenamento emotivo che ti ha portato all'acquisto delle struggenti e delicate canzoni di Bruno Martino...mettono dentro alle persone ancora così tante belle sensazioni, dopo decenni, che non mi stupirei se continuassero a comprarle anche i nostri bis-bisnipoti, quando se le potranno caricare direttamente nel midollo grazie alle usb di cui l'umanità sarà dotata.:)))))
Forse le estati erano più fresche, una volta (non mi pare, ma con l'età diventa tutto romantico), forse si era più pazienti, chissà.
Meno cemento, anche.
Luglio a Venezia, poi, deve essere davvero cattivo...per quanto i bacari siano oasi dolci ed allettanti mi sento di consigliarvi, come avete fatto, solo un giretto di beveraggi...stramazzare in mezzo al campiello non è il massimo...
Bone le canocie...mi hai fatto venire voglia di farci un sughetto (ma sarà meglio aspettare i mesi con la "r", son più cicciotte.)
Canocia, canocia, canocia. Esiste una parola più bella? :))))))))
Io la sera metto i piedi bollenti nella bacinella con l'acqua gelida.
Un paradiso in terra.
;))))

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, tu sei un meraviglioso ottimista, più di me, perfino!:))))))
Una cosa bella dell'estate è anche questo strano cielo verde ad ovest che scorgo adesso dalla finestra, con un vento che mi spintona insolente e la promessa della pioggia (spero), senza disastri...e le cene con gli amici, in terrazza, con le candeline, il mare profumato di notte e i mattini con la rugiada che ti inzuppa i piedi.
:))))))
E i mici sono belli sempre, in tutte le stagioni...è la campagna ad essere fantastica, in definitiva, non la si ama mai abbastanza...;))))))

Anonimo ha detto...

Ho fatto una pasta con le canoce l'altra settimana che non ti dico, più peoci gratinati (ricetta di famiglia) più peoci saltai.

Canoce e bagigi forever! :)

Vanessa Valentine ha detto...

Canoce e bagigi!
Oltre che essere un saluto pieno di gioia di vivere e di ottimismo, potrebbe essere anche una ricetta (in cucina mi piacciono i smissiotti).Proverò. Ci saranno dei post cucinieri.
Boni anche i peoci, in tutte le salse e consuetudini.
Un uomo che sa cucinare bene bisogna metterlo su Ebay, mi va via come il pane...;))))))))

Anonimo ha detto...

A dire il vero anche una donna che sa cucinare, ormai e purtroppo, andrebbe via come il pane su ebay.

Il captcha di questo commento, e a proposito di donne: bionsee. hahaha.

Vanessa Valentine ha detto...

Notevole bionsee...piacerebbe a Gilli, anche, noi veneriamo il lato chiaro della Forza di Blogger, traendone spesso illuminazioni zen...:))))))
E' ben vero che troppe donne prediligono le diete al sugo di canocie...tristessa.
Stringiamci gli uni agli altri e resistiamo.:))))))

Gillipixel ha detto...

Vale, Soglia, da non veneto, ma simpatizzante, vi chiedo un aggiornamento riguardo le ultime fantasmagoriche parole che avete usato :-)

Bagigi lo so già :-) e credo di aver capito anche "smissiotti" :-) vuol dire forse "miscugli"? Se è così è assoltamente una parola meravigliosa :-) dalle mie parti si dice "misturotti" :-)

Invece mi sfuggono le canoce e i peoci :-) Illuminatemi :-)

Bagigi a voi :-)

Anonimo ha detto...

Gilli, hai ragione: le canoce sono le cicale di mare, e i peòci sono i mitili, le cozze insomma. Smissiotti l'hai imbroccata. Ciao!

Vanessa Valentine ha detto...

I peoci come nome fanno impazzire anche i miei amici romani...:)))))gli sembra impossibile che chiamiamo pidocchi una roba così buona.
Misturotti è bellissimo, Gilli!
Evviva il pandialettismo cosmico!

Gillipixel ha detto...

Vale, Soglia, grazie mille per il puntuale aggiornamento inter-vernacolare che mi avete offerto
:-)

Peoci è simile a come si dice qui pidocchi...ci potevo arrivare, ma non l'avrei mai collegato ai mitili :-) da noi si dice "piöc", con la "o" dieresata :-) ci sono certe parole nel dialetto di qui che a pronunciarle a vote si rischia la slogatura delle lingua :-)

A proposito, spotty dice dowlxdza :-) dev'essere una parola in dialetto kirghiso, è credo significhi "ammira la leggiadra donzella in riva al fiume che si accinge a sciaquare i panni nello sciabordante e cristallno rollio acquoreo"...c'è da dire che questi kirghisi hanno il dono della sintesi sillabica :-D

Ciao Vale, ciao Soglia...viva il pandialettismo cosmico e sempre bagigi!!! :-)