lunedì 22 agosto 2011

Quello che gli uomini invidiano

Ho già parlato del fascino dei cinema d'estate, quelle belle sale semivuote, fresche e frusciose di vestimenti leggeri, meno gente rompipalle e solo i determinati che si vogliono godere un film in santa pace. Una volta era il deserto, in estate, dal punto di vista della programmazione, adesso per fortuna c'è più ciccia al fuoco, anteprime, repliche, cineforum, schermi in piazza ( e se smarmitta il motorello ti perdi il dialogo clou, ovvio).
Quando arriva il sabato e non ci sono impegni pregressi è bello decidere all'ultimo il film sfogliando il giornale - tanto i film li sceglie sempre la donna, come diceva il compianto Truffaut. Ti metti un paio di jeans e la canotta, nemmeno ti trucchi perché tanto te ne starai al buio e poi dritta a casa a farti un cocktail dei tuoi che segano le gambe, altro che spritz acquoso. Ogni cerimonia è bandita.
Ho visto di recente, e gradito, "Le amiche della sposa". Un po' di tempo fa avevo commentato "Una notte da leoni" sul tipico viaggio tutto fra maschi da addio al celibato, aggiungendo che sentivo una puntina d'invidia per certe esperienze.
I lungimiranti produttori di Hollywood mi hanno probabilmente sentito e hanno messo sul piatto di noi signore, fruitrici paganti di cinema, l'equivalente all female.
Ci sono due amiche per la pelle, una delle due si sposa. La trama, all'osso, è tutta qua.
La nubenda chiede all'amica di farle da damigella d'onore, tutta la tiritera dell'organizzazione del matrimonio, le feste di nubilato con i regalini, la scelta dei vestiti per la cerimonia, insomma tutto lo sbattimento da repertorio che farebbe fuggire alcune (ehm) ma rafforzerebbe la determinazione di altre. La migliore amica si chiama Annie, è una biondina più verso i drammatici quaranta che non verso i trenta, ha una relazione con uno strepitoso beota che la utilizza di tanto in tanto come bambola gonfiabile respirante, facendosi bastare il poco che passa il convento. La sua vita non è andata come pensava, ha aperto una pasticceria ma la recessione gliel'ha chiusa dopo poco, il moroso si è dileguato, tanti uomini all'orizzonte non se ne vedono, vive con due inglesi macchiettistici e sociopatici, fratello e sorella (lui è quello di "Little Britain", il pelatone, grandioso), ha un precario lavoro in un negozio di gioielli che dovrebbe vendere sogni e amore, abbattuti dal cinismo spinto della ragazza.
Il matrimonio dell'amica potrebbe essere una cosa buona e positiva in mezzo ad un'esistenza alla deriva, vissuta comunque col sorriso sulle labbra, bisogna dirlo. Annie ha una notevole verve comica e si incastra in un miliardo di situazioni imbarazzanti, uscendone sempre da strampalata fallita. Come non amarla?
Annie parte impegnandosi ma incappa in uno scoglio non da poco: la sua amica ha una vita di amicizie e relazioni nuova di zecca la cui regina indiscussa è la perfettina giovane signora, moglie in seconde nozze del boss del suo fidanzato. Costei prende la sposa sotto la sua ala esautorando Annie la quale, caparbia e competitiva, si mette in moto innescando scene comiche a ripetizione e facendo deragliare il film da commedia rosa tutta buona sentimenti a goliardata femminile.
Ebbene sì, in questo film le donne svaccano. Molto.
Non sono nemmeno parenti alla lontana delle eteree Sex and the City ladies, ben pradate e dolcegabbate benché predatrici sessuali. Queste qui fanno cose indicibili. Il sesso è solo uno degli aspetti.
Queste ragazze vanno nell'atelier figo per scegliere l'abito da sposa e i vestitini delle damigelle ma ci vanno dopo che Annie le ha portate in un pidocchioso ristorante brasiliano della straperiferia. Il povero atelier viene messo a ferro e a fuoco con scene che non si vedono neanche in guerra. Il bagnetto tutto ori, marmi e stucchi è meglio incendiarlo dopo il loro passaggio, si fa prima. La sposa scappa in strada e contamina orrendamente causa intestini traditori il vestito vintage, e temo anche irreparabilmente, afflosciandovisi sopra.
Una caporetto.
La nostra eroina, accecata dalla gara contro Lady Perfettina, ne combina più di Bertoldo. Visto che è anche una gran cialtrona, va in giro coi fanalini dietro rotti e viene fermata dalla polizia, pure. Paradossalmente è la cosa migliore che le capita perché il poliziotto è un ragazzone molto buono e molto ingenuo che ammirava le sue torte fin dal tempo del negozio. Solo che lei è troppo presa dal pirlotto con la macchina ganza (la lascerà sul ciglio della strada, alla fine, con le parole "non sei più la mia terza!". Che dolore, quando si piantano uomini così). Ce ne vuole prima che si accorga che quell'altro è meglio, come in genere fanno le donne, non tutte, invero. A tante piace la strada in salita e rotolare di culo giù dal burrone. Le più avvedute sanno dove si trova l'ascensore dal principio. E lo usano.
Il film è una commedia, quindi va a finire bene. Ed è un film americano, quindi c'è dentro sempre il pistolotto morale sulla bellezza dell'amicizia femminile, giustissimo, c'è dentro il sentimento, ok.
C'è dentro anche una strepitosa ragazza paffuta che catalizza molta azione comica, personaggio forte contro le avversità che finisce col dare una bella scossa ad Annie, che recupererà con l'amica dopo la classica frattura. Scatologica, aggressiva, trainante.
Le donne possono essere anche così, umane, in fin dei conti. Creature che più che discendere dal cielo e statuine da piedistallo preferiscono infangarsi con la vita e i suoi pantani. Indomite nella sfiga, pronte alla fuga e al ritorno, dopo tutto. Anche le perfettine dal capello liscio e dalla voce flautata meritano la salvezza, la promessa di un cocktail tutte insieme, dopo la tenzone, senza vincitori e vinti. Anche loro con le debolezze da eterna seconda, i figliastri che ti odiano, la tua vita una bella finzione.
L'amicizia femminile ha quell'aspetto di dolce ritorno al materno, sempre, verso qualcuno che ti accoglierà e ti amerà per quello che sei, tutte le volte che scapperai senza una meta.
Come ritrovare te stessa, migliore.
Al solito, spremo la lacrimetta inclinando il viso verso la spalla del mio coinquilino di bracciolo, preferisco che mi veda lui piuttosto che la ragazza a fianco che ride.
Spunta una lacrima quando Annie si cucina un delizioso pasticcino guarnito da un fiore di marzapane, talmente bello che tutto quel talento mi commuove. Lo contempla per un po', non c'è nessuno con lei per il quale averlo cucinato abbia un senso. Così se lo pappa da sola, sbafandosi un pochetto di panna, lo sguardo triste che hanno a volte le donne, quando sono da sole in una stanza.
Per fortuna noi siamo tante e ridiamo per la sua faccia anche buffa, dimenticando i giorni di pioggia.
Corriamo coi fanalini rotti, aspettiamo il poliziottino ingenuo, se non sono finite le scorte ce n'è uno per ognuna, tranquille.

19 commenti:

Gillipixel ha detto...

Eccezionale articoletto, Vale :-) uno dei miei preferiti di sempre...mi riservo il tempo per commentarlo come si deve :-) perchè ora sono un po' troppo decotto da giornata computeresca...per dirla come mi suggerisce spotty: asonseso :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Ti credo, Gilli, col caldo che c'è...beviti una bella bibita fresca e buttati sotto la doccia, anzi, datti malato al lavoro, ti autorizzo (come tuo nuovo boss, chiaro...:)))) )e sotto la doccia restaci fisso finche 'sta temperatura non passa...

Visir ha detto...

Bastasse un bignè.

Non si può placare il dubbio semplicemente ignorandolo e scvalcare la coscienza per tornare all'immediatezza dell'essere.

Questo i produttori di Hollywood si guardano bene da rappresentarlo.

Gillipixel ha detto...

Vale, come li racconti te i film, non c'è nessuno :-) riesci sempre a divertirmi con un riassunto appassionante e mi viene spesso il sospetto che se poi li vedessi, non sarebbero ad ogni modo all'altezza del tuo narrare :-)

Questa Annie poi...mi ci sono mezzo innamorato :-) mi sono sempre piaciute le persone che lasciano intravedere i loro aspetti più umani, soprattutto se questo succede in modo teneramente involontario :-) se poi si tratta di una donna, la regola è ancor più valida :-)

Credo che la complicità femminile abbia sempre rappresentato un grande enigma per l'altra metà dell'umanità, ossia i maschietti :-) nei secoli, essa ha scatenato le reazioni più disparate: dall'incomprensione, al timore, addirittura sino alla paura...spesso è stata relagata in spazi che cercassero in qualche modo di recitarla (ginecei, harem e simili...), ma alla fine la sua vitalità prorompe sempre, dilaga come un fenomeno naturale inarrestabile :-) forse l'unica cosa che possiamo fare noi ometti e prenderne atto senza cercare di capire troppo, traendone tutte le belle cose che ne possono derivare :-)

P.s.:
Adoro questo inciso:

"....( e se smarmitta il motorello ti perdi il dialogo clou, ovvio)..."

Stupendo!!! :-)

Visir ha detto...

Carissimo Gillpixel, non chiamarmi banale se ti ricordo il grande Oscar Wilde che diceva: “Le donne non vanno capite ma amate”.

Penso che la differenza sostanziale tra un uomo e una donna sia nella coscienza.
L'uomo dispone di una coscienza personale che lo conduce verso la realizzazione dei propri desideri.

La donna invece, ha due coscienze.
Una biologica, della natura, che la destina ad essere portatrice di vita.
L'altra personale come quella dell'uomo che la guida verso la propria realizzazione.
Un essere con una coscienza come può comprendere un altro con due?

La donna vivrà sempre il conflitto fra queste due divinità che abitano in lei, apparendo a volte contraddittoria secondo le scelte che favoriscono ora una ora l'altra.
E' così un mondo a parte cui l'uomo non può entrare, ma osservare se non dalla soglia.

La profondità che tutti gli uomini percepiscono "nell'altra metà del cielo" è insondabile, è carico di arcani e di fascino.
Un enigma al quale releghiamo talvolta l'idea che sia una Sfinge senza misteri, ma solo perchè non sappiamo né possiamo fare in modo che questi segreti ci siano rivelati.

Gillipixel ha detto...

@->Visir: caro Visir, spero che tu non chiamerai banale me, se ti dico che sei un grande :-) In poche righe hai sunteggiato la sapienza filosofica di millenni...i tuoi interventi sono sempre così articolati, da costituire ogni volta un vera e propria “opera aperta”, nel senso Umberto-echeggiante del termine :-)

E’ proprio come dici: le donne non le potremo mai capire…pare che sia stata anche una delle ultime frasi pronunciate da Freud prima di morire: gli era rimasto il rammarico di non aver compreso cosa passasse per la testa delle donne :-)

Non ci rimane che rimanere assisi al loro cospetto, e contemplarne il mistero…in fondo, è proprio in questo che credo risieda anche tutta l’essenza dell’eros e della sensualità muliebre…la faccenda dei corpi è si fondamentale, ma viene solo dopo questo infinito magnetismo arcano sul cui baratro amiamo così tanto farci trascinare…

Concludo con una citazione faceta :-) da una vignetta di Stefano Disegni, ho avuto la conferma di tutto questo: pare che anche i produttori di bambole gonfiabili abbiano ormai raggiunto la consapevolezza in merito…stanno infatti immettendo sul mercato nuovi modelli dotati un dispositivo che non ti consente di spogliarle se non dopo averle portate almeno 3 volte al ristorante :-)

Un caro saluto ed un grazie per le belle cose che scrivi :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, se incontrassi Annie sono sicura che saresti il poliziotto carino della situazione che se ne innamora...il film ha quella bella atmosfera che certi film hanno, ti mettono a tuo agio e poi ci pensi e ci ripensi e ti viene da sorridere.
:)))))
Le donne, come tutti gli esseri umani, hanno lati buoni e cattivi...il fascino è sì misterioso e nascosto, posso capirvi se ci guardate e non ci capite molto.
Vi assicuriamo che di noi non capiamo molto nemmeno noi stesse...
:))))))))
E riguardo ai motorini smarmittoni, che meraviglia i cinema d'estate, con le zanzare, i colpi di tosse, i ventagli delle signore anziane e, appunto, le marmitte che fanno casino proprio mentre ti pregusti il dialogo a fior di labbra degli amanti...e dentro di te pensi, ma porc, proprio adesso dovevi passare, motorino della malora??
:)))))))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, mi associo ai complimenti di Gilli!:))))))
E' vero, le donne hanno una doppia percezione di sé, come se avessero più ruoli da vivere e il tempo stringesse...quindi bisogna fare tutto a velocità doppia, e bene.
Siamo complicate, ma non è tutta colpa nostra.
Non bistrattarmi i bignè...se non addolciamo le nostre vite non ce la facciamo, e non riusciamo nemmeno ad addolcire le vostre.
;))))))

Visir ha detto...

Rubo spazio ai commenti che dovrebbero essere riferiti al blog di Vivì per rispondere a Gilly e naturalmente alla padrona di casa.

Sulla donna è stato detto e scritto tanto.
Ci sono state perfino guerre per il loro amore (vere o presunte che fossero).
Conquistatori che hanno valicato terre lontane con la forza delle armi sono poi caduti ai piedi di donne particolari e sono stati conquistati a loro volta magari da un semplice sguardo.
Non credo sia stata solo lussuria.
Qualche cosa ci sarà di straordinario in queste creature femminee dalla costituzione minuta che riescono a parlare in continuazione.

Come dichiarato in tempi non sospetti sono un predatore cioè uso ogni cosa (anche i blog degli altri) per trarre ispirazione, energia, nutrimento.
Ho bisogno di catalizzatori per tirare fuori certe cose, a prescindere dal giudizio che le persone possono dare su quanto faccio, dico e scrivo.
Mi rendo conto che spesso sono pesante nei miei commenti, magari criptico, a volte addirittura nichilista, ma non scrivo mai tanto per scrivere. Chiedo, però scusa dei miei abusi.

Sono anche contento che qualche volta vi piaccia quello che butto giù (io lo trovo adorabile, ma non sono obiettivo con i parti del mio ego superdotato) e talvolta vi trovo addirittura concordi con le idee che sostengo.
Nella vita reale di solito lascio basiti i miei interlocutori quando parlo schiettamente; Cominciano a guardarsi i piedi e cambiano discorso come colpiti da improvvisa amnesia delle parole che hanno udito. In quei momenti ironizzo con me stesso pensando che sto solamente indossando il mantello che rende invisibili.

Ne dico certo tante ma come si usa sostenere: Anche un orologio rotto, due volte al giorno, segna l'ora esatta. :)))

Gillipixel ha detto...

Grazie Visir, per questo tuo ulteriore approfondimento dell'universo visiriano :-)

Essere sempre d'accordo credo sia impossibile e alla fine dei conti neanche tanti salutare, presumo :-) Una cosa sulla quale tuttavia nessuno potrai mai discordare da quanto dici, è il fatto che "non scrivi mai tanto per scrivere"...questo è sacrosanto, l'ho notato fin da subito, nessuna sillaba esce mai da te a caso o per sparare affermazioni di circostanza...poi si può essere d'accordo o no (molte volte io lo sono...), ma lo spunto di riflessione lo inneschi sempre, questo è ciò che conta...

Inoltre, concordo in pieno: non può essere mai solo lussuria e c'entra molto anche il fatto che sono così apparentemente fragili di fuori, ma fortissime di dentro, fra gli ingredienti della fregatura amorosa :-)

Ed ora, torniamo al nostro lavoro di fedeli commentatori della deliziosa Vivì :-)

Visir ha detto...

Certamente, torniamo al nostro ombrellone. Il sole della ribalta di solito più che abbronzare, brucia. :D

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, ohibò, per noi le avete fatte le guerre! e io che pensavo le faceste per i soldi e la terra...quando si dice fraintendere...eheh.:))))))))))))
La tua strabordante e benvoluta da noi personalità (e scrittura, chiaro, le due cose coincidono)può essere lasciata libera in questi pascoli, deflagrante senza indugio.
Noi non abbassiamo il nostro sguardo virtuale e non cincischiamo o ci diamo alla macchia, di fronte al tuo favellare.
Lo vedi, però, che non sono solo le donne a essere chiacchierine?
;)))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli e Visir, grazie di cuore di esistere, piuttosto!:)))))))))))
Sono anche felice di sentire il dibattito ben articolato di due uomini sul pianeta femmina...dici giustamente, Gilli, che parte del nostro fascino è l'apparente fragilità esteriore (e poi, zacchete, ti arriva la mazzata alla nuca da parte della fanciulla. E' tristemente vero). E io aggiungo che trovo deliziosamente appagante anche il contrario, la forza esteriore degli uomini che si stempera nella loro dolcezza, arrendevolezza e delicatezza interiori, quando si fanno vincere.
Non è splendido pensare che siamo tanto diversi eppure così speculari e compenetranti?:))))))))

Visir ha detto...

Compenetranti, certamente ma quando la serata va bene. :)

Vanessa Valentine ha detto...

Materialone d'un Visir, era chiaro che ci premeva la compenetrazione delle anime....;))))))))))
Sei proprio una birba.

Visir ha detto...

Anima? Non sapevo di averne una?

Curiosamente ho notato nei miei viaggi verso l'Est, dove non esiste la religione di stato e dove la maggior parte della gente è atea, gli stessi problemi, mancanze, miserie e grandezze dei cosiddetti "credenti" che vivono in società pie e spirituali.
Hanno solo meno chiese sfarzose, che d'estate sono un comodo refrigerio alla calura e d'inverno offrono un riparo tranquillo senza bisogno di consumare neanche un caffè.

Come diceva la mia cara nonna: "Guarda quante chiese, mausolei, cattedrali vi sono nel mondo. Ecco, hai visto quanto è grande la paura dell'uomo per l'ignoto".
No, grazie.
La mia anima preferisco farmela e cucirmela su misura se mai un giorno avrò bisogno di ripararmi piuttosto che prenderne una prêt-à-porter. La moda, come la vita, non va seguita ma anticipata cara Vivì.
:D

Vanessa Valentine ha detto...

L'anima è in tutto, Visir...
anche nel compenetrare...:))))))))

Visir ha detto...

In questo caso è meglio avere una anima grande. ;D

Vanessa Valentine ha detto...

:))))))
Mi sembra oltremodo ragionevole...