mercoledì 19 ottobre 2011

Tira vento e piovono orsacchiotti








Gita domenicale un zinzino più in là della porta, giornata bellissima.
Grande consolazione a metà settimana, quando si deve cominciare col giro del censimento degli edifici, con poche idee e tutte confuse. Oh, mamma, speriamo bene...
Con la Magnifica e Stelio a visitare la mostra a Villa Pisani a Strà, quella sui paesaggi d'acqua veneti dell'Ottocento, piccolina ma stupenda.
E il parco e la villa...wow. Sono ancora senza parole.
Mi ricordo di averla visitata più o meno trent'anni fa, con i miei, avete presente quella sensazione, mmmm, questo posto io l'ho già visto, tutto emerge dalla nebbiolina cerebrale e le sensazioni familiari, quel senso di riconoscimento che ti fa dire, questo posto è un mio amico. Beh, così.
Anche se il tutto cominciava ad essere un po' troppo autunnale, le rose erano poche e sfiorite, l'erba secchetta e verdastra, l'aria frizzantosa di bora e gli alberi si piegavano giù, giù, come penitenti sotto Pasqua.
Siamo state alla Ghiacciaia, quella specie di edificio piccolino sopra al montarozzo d'erba, con sotto la grotta dove tenevano in fresco la roba da mangiare quando non c'erano gli Indesit No Frost. Mi sono accucciata davanti alla grata d'accesso ed arrivava un'arietta umidina e gelata...brrrr.
Poi abbiamo visitato l'Orangerie con tutte le piante di agrumi, e le serre piene di piante grasse e di altre già messe a dimora, un posto così bello, mesto e silenzioso. Quanto mi piacerebbe avere due stanzette in mezzo al parco! Che meraviglia poter fare il giardiniere là in mezzo, non aver altro pensiero in testa che la cura delle piante e dei fiori e poi una cenetta frugale, un caminetto, un libro e a nanna presto. Almeno per un mese. Poi si vedrà.
Ho fatto anche qualche foto, ce n'è una della galleria col roseto, le rose sono andate ma mi ci vedo lì a passeggiare, con la crinolina che tira su tutta la ghiaia, ad annusare quelle lussureggianti signorine profumate di paradiso (altro che la versione di plastica che si compra dal fioraio), ad aspettare l'amato al quale mi lega una relazione clandestina e che purtroppo non si farà vedere perché non vuole più compromettermi - dannazione! Che posto romantico.
Ma il pezzo forte di tutto il parco è il famoso labirinto.
Tu entri abbastanza spensierata pensando che in capo a cinque minuti sarai sulla torretta in mezzo. Col cavolo. E' complicato entrane ed uscirne, quella volta l'hanno fatto proprio benino (la Magnifica mi ha detto che giocavano a perdersi in mezzo e quello sulla torretta dava indicazioni su come risolvere il rebus. Beh, non c'era la tv, una volta).
Noi ridevamo come matte, cercando di arrivare prima di Stelio, facendo cordate con altra gente e sbagliando puntualmente, finendo dentro vicoli ciechi a ripetizione. Io bofonchiavo, la prossima volta mi porto dietro il decespugliatore, la Magnifica ridacchiava e ci sentivamo già abbastanza spompate (ragazzi, non era meglio vedersi la mostra prima, quando avevamo le gambe fresche?)
Quando ne abbiamo avuto abbastanza del labirinto, soprattutto quando siamo riusciti a venirne fuori, abbiamo visitato la villa e aaahhh, ooohhh, che meraviglia. Ma davvero.
Che stanze, che tappezzerie, che affreschi. Quando si arriva alla sala da ballo, quella altissima e tutta dipinta da cima a fondo, ti crollano le ginocchia. Mi sono afflosciata sullo strategico divanetto giallo e sofficioso e ho lasciato che la Sindrome di Stendhal mi sbatacchiasse a dovere. Peccato avere solo due occhi per contemplare tanta incredibile bellezza.
Tutta quell'arte, quell'armonia, prodotte con pazienza, dedizione, accuratezza.
Roba da deliquio, da estasi.
Per tutti quelli che si chiedono affannosamente, cosa faccio domenica mattina, cosa faccio domenica pomeriggio? vi rispondo, andate a vedervi un museo, una villa, un castello, una pieve, quello che vi pare, ma andateci, guardate tutto quello che altri prima di voi hanno prodotto con sacrifici e passione, godetevelo perché è anche vostro, pensate alle vite che vi hanno preceduto e che in fin dei conti non sono state poi così diverse da quelle che viviamo noi.
Siamo tecnologici e possiamo visitare tutti i musei del mondo dal computer, seduti alla scrivania. Ma di persona, lo sappiamo, sono mille volte meglio. Vuoi mettere?
Ciliegiona sulla torta Foresta Nera, la Magnifica mi ha regalato il Paddington Bear, l'orsacchiotto col cappello e l'impermeabile piuttosto famoso in Inghilterra, un orsetto morbidino da sbaciucchiare (metterò le foto, così si capirà meglio). E la mug con sopra dipinto sempre quel suo musetto adorabile. Ovviamente, è diventata la mia mug preferita per i primi tè autunnali...:)
Beh, che belle le gitine fuori porta, anche se brevi, anche se ventose.
Quel che conta, si sa, è sempre la compagnia.;)

22 commenti:

Visir ha detto...

Ci sono poche cose che ci differenziano dal resto del genere animale.
Stazioniamo eretti e a parte i pinguini non mi sembra che altri adottino una postura così scomoda, almeno abitualmente.
Cuciniamo il cibo.
Vediamo talvola il tg di Emilio Fede, ehm! Sì insomma quella cosa lì.
Però, il dato più significativo nell'uomo, a mio modesto parere, è la ricerca della bellezza.
Sola questa ricerca, peraltro futile e temporanea ci affranca dalla sofferenza che permea questo penitenziario globale in cui ci tocca vivere (?) nella attesa di percorrere il miglio verde.

Così la bellezza in tutte le sue forme, naturali e artistiche, ci riscatta per un attimo dalle meschinità di questo porco vivere e getta il suo fulgore additandoci un panorama più ampio, una grandezza libera finalmente dall’egoismo.
Non solo ci distrae da noi stessi, ma ci regala un assaggio di quanto potenzialmente potremmo essere. Non stupisce che alcuni di fronte a lei si commuovono o si sentono male.

Ricercare in ogni attimo della propria vita la Bellezza (e gli dono la maiuscola che se la merita) ci accosta al divino e alla perfezione cui l'uomo anela e talvolta raggiunge, ma solo per un attimo...che, il più delle volte, vale una vita intera.

spillo ha detto...

Semplicemente meravigliosa Villa Pisani, hai descritto benissimo l'incanto che si prova, e come non essere d'accordo con Visir sul
potere della bellezza? L'immenso salone è opera di Giambattista Tiepolo, da solo il soffitto, in collaborazione con il figlio Giandomenico le pareti (mi pare! vado a memoria). Chiunque abbia tenuto in mano un pennello sa che gestire un dipinto di quelle dimensioni è un'acrobazia immane, se poi si pensa che è stato dipinto a piccoli pezzi (le "giornate") con una delle tecniche che perdonano meno (l'affresco)... ma lì tutto è perfetto, equilibrato, con una forza e una leggerezza da lasciare a bocca aperta. Era semplicemente IL MIGLIORE, almeno il miglior _pittore_ di sempre, anche se probabilmente non il miglior _artista_ (figurativo). La fama di "superficiale" che lo perseguita è assolutamente ingiusta: era uno straordinario "creatore di mondi".
Roberto Calasso ha scritto bellissime pagine su di lui, gli ha reso finalmente un po' di giustizia.
Ok, basta! (si capisce che mi piace Tiepolo? :) )

E che dire del labirinto? Lo sai che il guardiano ci ha rivelato un trucco per arrivare a destinazione a colpo sicuro? Vuoi che te lo riveli? Non prima che tu mi dia l'ok, mica voglio rovinare l'incanto senza il tuo permesso... :)

Jenny ha detto...

Foto di una vera British...!E...vogliamo proprio sapere il segreto del labirinto? Non so...tu?

Gillipixel ha detto...

Vale, questa volta mi avvalgo della facoltà di commentare pigramente :-) mi sono gustato il tuo scritto delizioso come sempre, ho letto con interesse i bellissimi commenti di Visir e di Spillo, ho apprezzato la sagace chiosa della Magnifica, che giustamente si chiede se i misteri non sia meglio ogni tanto goderseli come tali, senza per forza volerli sempre svelare...mi unisco alla di Lei considerazione anche riguardo alla tua inglesità :-) che riesci sempre a far sbucare fuori in qualche modo dal tuo argomentare :-) e per stavolta ti saluto dichiarandomi, su suggerimento di spotty, "parknolu", che se non vado errato è come certe popolazioni della micronesia definiscono certi componenti della loro società più propensi ad un blando parassitaggio...com'è che si dice da noi? Parasubo? Peravulo? :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, secondo me sono gli animali a prendere le distanze da noi, proprio non vedendo il tg di Fede....:))))))me lo vedo un gatto, a leccarsi la zampetta e a guardare la tv, pensando, ma che barca di fregnacce!:))))))))))Agli animali non la si fa.
La bellezza ci fa compiutamente ultraumani, direi divini, visto che nella perfezione dell'Energia che fa cantare il mondo vedo l'intelligenza della bellezza e la bellezza dell'intelligenza...o come diceva un poeta famoso, Verità e Bellezza, Bellezza e Verità...:)))))
Il bello che mozza il respiro e piega le ginocchia, non solo il bello che attira il corpo e la spinta riproduttiva ma quello più sottile, che fa innamorare l'anima, è il fine ultimo della nostra vita. Cercarlo in attimi brevissimi e perfetti è, secondo me, l'unico modo sensato di vivere. Il resto è un tetro riempitivo.:)))))))
Diciamo le stesse cose, amico Visir...che splendidi animali siamo, così complessi, dolenti, godenti, ad occhi spalancati sotto le stelle!

Vanessa Valentine ha detto...

Spillo, la Magnifica aveva detto Tiepolo, io ho avuto l'indecisione che mi ha fregato...tu ratifichi il tutto!:)))))
Quando un'opera d'arte ti mette in quello stato di incantamento, con la mascella che fa blong e ti casca e tu resti a contemplare per un tempo senza fine la Bellezza che ti circonda (nella nostra Italia controversa, per fortuna, ce n'è a pacchi e pacchetti), nient'altro importa. Quella splendida, magnificente sala ha visto la Storia passare, ha visto dame e cicisbei amoreggiare, ha visto dittatori francesi, austriaci e italiani e ha fatto spallucce, completa in sé stessa, proiettata in una nicchia protetta, perfettamente finita e assoluta. E' il potere della bellezza, quello che fa di essa la cosa più desiderata, sempre. Perché irraggiungibile, inarrestabile. Personalmente è un potere che mi fa sospirare un "ah" di sorpresa, di gioia, di incredulità. E' un piacere, come tale me lo godo di gusto.:))))))
E per quanto riguarda il segreto del labirinto...:))))io sono tutta orecchi, non so se la Magnifica se ne tirerà fuori, ma io i segreti li voglio sapere, sempre!;)))))
Per la prossima volta!

Vanessa Valentine ha detto...

Magnifica, adesso scatto le foto di Paddy e poi le metto!
Perché sono così inglese??
Grazie, grazie, grazie ancora!!!!:))))))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Parknolu suona come un divieto di sosta micronesiano, Gilli!:))))))
Non ho idea di come sia il traffico nelle isole, ma mi son sempre sembrati dei posti tranquilli, niente ztl...;)))))
In realtà la Magnifica sa che sono curiosa come una scimmietta curiosa e che non resisterò al segreto del labirinto...se Spillo sa qualcosa, lo faremo cantare come un usignolo!:))))))))))
Hai ragione, i commenti sopra sono davvero gustosi, da leggere e sgranocchiare come i nostri bagigi preferiti. Non lo dico spesso perché non voglio che si pensi che faccio un po' di piaggeria, ma leggo e rileggo i vostri commenti con un piacere totale, siete persone così intelligenti e piacevoli che dovrebbero clonarvi e vendervi, per rimpolpare questa società tristanzuola e asfittica!;)))
Non vi ringrazierò mai abbastanza di esistere!!:)))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Verità è bellezza...ho dimenticato l'accento.
I quadratini rossi del bieco censimento hanno avuto la meglio sulle mie retine.:(((((((
E anche forse un po' di birra...:))))))Pardonnemuà.

spillo ha detto...

E allora, ecco il "segreto" del labirinto!

[SPOILER SUL LABIRINTO ON]

Per il labirinto di Villa Pisani, e per tutta una classe di labirinti, è sufficiente "appoggiare" una mano sulla siepe e procedere senza mai staccare la mano, seguendo meccanicamente questa regola. Non importa quale mano usi, farai due percorsi diversi ma arriverai comunque a destinazione. Tutto ciò è effettivamente meno poetico, ma se cominci ad indagare il come e il perché, scopri una matematica (si tratta di topologia) piuttosto bella (ho fatto qualche ricerca dopo essere stato a Villa Pisani, prima francamente non mi ero mai interessato alla questione). La "strategia" che ho spiegato funziona per tutti i labirinti che in topologia si dicono "semplicemente connessi", significa in sostanza che la siepe non ha "isole", cioè qualunque parte della siepe è collegata al perimetro esterno del labirinto. C'è una spiegazione molto elegante, ma non so se è il caso di annoiarvi con queste cose.
Per i labirinti "con le isole (oppure se non sai a priori di che tipo di labirinto si tratta) devi usare una strategia più complessa.

Funziona sempre così: la logica e la scienza ci rubano alcune meraviglie, ma ce ne restituiscono altre. Se lo scambio sia vantaggioso non saprei dire, distinguerei il verdetto caso per caso.

[SPOILER SUL LABIRINTO OFF]

Per quanto riguardo la british-itudine della nostra ospite (ospitante), faccio rilevare che le è sfuggito il nome della casetta sopra alla ghiacciaia: "coffee house"! (sarebbe stato meglio "tea house", lo ammetto). Chissà se il nome è dell'epoca...

Vanessa Valentine ha detto...

Spillo, quello che hai scritto è assolutamente affascinante! mi piacerebbe saperne di più, stai sicuro che quando mi racconti le cose non mi annoi per niente!:)))))
La tua prospettiva "matematica" mi piace moltissimo...la proissima volta che visiteremo Villa Pisani, io e la Magnifica, faremo tesoro dei tuoi consigli...
E grazie anche per la definizione della Coffee House, è così carina e raffinata... in effetti Tea House mi piace di più, a me e alla mia cuginetta carissima ricorda Betty's, e York, ma...devo ancora narrarne, lo so.
Adoro quando fate contenta la mia inglesitudine!;))))))))

spillo ha detto...

Ok, la spiegazione che riporto non è farina del mio sacco (ma non ricordo in quale sito l'ho trovata). Immagina di essere in una stanza circolare, fissa due punti (partenza e arrivo) sulla parete: devi andare dal primo al secondo. Se appoggi una mano alla parete e procedi, arriverai con sicurezza a destinazione. Ora immagina che le pareti siano flessibili, che possano piegarsi, deformarsi, introflettersi ed estroflettersi, fare circonvoluzioni e protuberanze. Devi solo evitare che queste protuberanze si stacchino dalla "madre" (faresti un'isola), e che si tocchino o sovrappongano. Se le deformazioni hanno forma opportuna puoi ottenere un labirinto, che sarà semplicemente connesso (senza isole) proprio per la modalità di costruzione. La parete si è solo deformata, probabilmente allungata, ma percorrendola tenendo la mano appoggiata si arriverà comunque al punto di destinazione, come prima. Un labirinto tipo villa Pisani è semplicemente una stanza con le pareti tutte spiegazzate! Banale, vero? :)
Puoi fare delle prove con un filo chiuso ad anello.

Apprendo sempre dai vari siti che la nascita della topologia ha una storia divertente e "nobile" (purtroppo certe cose all'università non te le raccontano, malgrado ad "analisi I" ci abbiano fatto sudare le proverbiali sette camicie sulla topologia). A Königsberg ci sono (o c'erano) due isole collegate alla terraferma da sette ponti. I cittadini si chiedevano: è possibile percorrere i sette ponti una sola volta, tornando al punto di partenza? Eulero analizzò il problema e dimostrò che non era possibile, ponendo le basi della topologia (e guastando forse il passatempo preferito dei cittadini di Königsberg? Possibile...).

http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_dei_ponti_di_K%C3%B6nigsberg

Ora ho esagerato, però... :)

Vanessa Valentine ha detto...

Grandioso, Spillo!:)))))))sei stato chiarissimo (averne avuti di insegnanti così, eh, ragazzi? mica come certi professori soporiferi che hanno funestato il mio liceo...)
Non vedo l'ora di ripercorrere il labirinto di Villa Pisani e altri che troverò, sono così affascinanti e soprattutto godibili perché ne conosci il segreto...Spillo, io adoro sapere le cose, scoprirne i segreti e la storia. Puoi venire qui tutte le volte che vuoi, raccontami tutto e io ti ascolterò sempre ad occhi e orecchie sgranati...;)))))))

spillo ha detto...

Occhio: per villa Pisani garantisco (l'ho provato, a meno che nel frattempo non l'abbiano cambiato), per gli altri labirinti non è detto che la strategia funzioni, magari sono della tipologia "con isole". Se giri a vuoto per... un po' troppo tempo, ti consiglio di cambiare strategia, probabilmente sei incappata nella tipologia sbagliata di labirinto, oppure hai calpestato... le orme dell'orco, che costringono il viandante a girare in tondo per tre giorni e tre notti... :) (forse questa spiegazione era più bella)

Visir ha detto...

L'esempio del labirinto analizzato sulla scorta della scienza topologica da Spillo è sicuramente interessante.

Per estensione questi principi logici ben si applicano alla realtà che percepiamo.
Spesso ci impegoliamo in situazioni complicate non riuscendo a dipanare questa matassa del vivere che assume via, via, sembianze di un gomitolo inestricabile.
Un vero nodo gordiano.

Tra i principi della PNL (programmazione neuro linguistica)vi è la possibilità, tramite il linguaggio, di cambiare la nostra prospettiva degli eventi, rendendo più chiara la nostra visione.
Una visione necessaria per sapere da dove veniamo, dove siamo e dove stiamo o vogliamo andare.

Continuando nel parallelismo labirito-esistenza appare chiaro come il cielo di primavera che un universo fenomenico ritorto su se stesso genera una confusione nel nostro incedere.
Questa conversione non solo è innescata dalla differente prospettiva soggettiva che ognuno ha della sua vita, ma anche dal confluire di esistenze diverse in un’interazione di fenomeni e eventi correlati nel medesimo spazio-tempo (peraltro anch'esso fluido e relativo).

Talvolta è necessaria per tracciare una rotta una visione dall'alto, in altri casi è necessario procedere "per fede" accostando la mano a quel continuum che definiamo esistenza per seguirne i bordi tortuosi sino ad un’auspicata e auspicabile uscita.

Questa sembra essere una condivisibile soluzione per il nostro divenire, se non ché non vi è continuità nell'esistere.
Si muore e si rinasce in ogni istante, ma è anche vero che l'attimo passato determina il successivo. Questo è, di fatto, un paradosso che non può essere conciliato con la razionalità ma compreso solo grazie alla percezione.
Una percezione più ampia e di tipo non ordinario che spazia su piani differenti che coesistono nello stesso momento, eterno ed inesauribile eppure sempre rinnovato, nuovo e fresco.
Ora finisco che sta svanendo l'effetto del Prozac.

Visir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Vanessa Valentine ha detto...

Scusa se rispondo al tuo commento in ritardo, Spillo, ma da quando è arrivata la gattina in casa, tra pappe e medicine è come avere tre gemelli....:)))))))))))
Non sapevo nulla del calpestare le orme dell'orco, vado a vedere subito che dice Guggolino al riguardo.
A 'sto punto penso che faremo un giro a breve a Villa Pisani per testare la tua soluzione!
E anche per rigodercela un altro po'. O aspettiamo una delle prossime mostre!:)))))

Vanessa Valentine ha detto...

Ben venga il Prozac se ti fa argomentare così, Visir!:))))))))
Secondo il mio modesto parere, la vita è semplicissima: non mi interrogo sul suo perché, se sia una spirale, una retta o un cerchio.
Mi piace perdermi in essa come in un variopinto mercato esotico, annuso tutte le spezie, accarezzo tutte le stoffe. Il mio approccio sensoriale e goderecciamente ottimistico mi fa apprezzare anche le sensazioni più difficili, consapevole che ce ne saranno sempre, perché la vita, al tempo stesso, è una eterna rottura di scatole.
Allora diciamo che è un labirinto senza soluzioni ma almeno presenta la certezza che prima o poi ne uscirai. Meglio poi, ovvio.
Però insisto nel dire che è così semplice e piacevole, se presa nel verso giusto...è quando la vuoi piegare ai tuoi desideri che ti morde la mano.
No?;)))))))

Visir ha detto...

La vita è semplice, ma non è facile, dolce Vivì.

Alla fine la domanda cui un uomo deve rispondere è solo una cioè cosa lo tiene con i piedi attaccati al marciapiede, quando arriva il treno della metropolitana.
Per alcuni è la cena che aspetta a casa, per altri la paura della sofferenza e dell'ignoto, per altri ancora l'infinito stupore che è generato alla vista di questo caleidoscopio multiforme che è l'esistenza.
Basta domandarselo e rispondersi con sincerità però, non "alla cazzo".

Mi pare ovvio poi che il sole non scalda il culo tutti i giorni allo stesso cane.

Vanessa Valentine ha detto...

Se il cane dorme col culo per aria e in un posto soleggiato, sì.
Io lo farei.:))))))))))))))

Visir ha detto...

A dormire con il culo per aria si rischia molto, anche se è un posto soleggiato.
Fossi in te ci penserei su prima di farlo, ma come dicevano i nostri padri: "De gustibus non disputandum est".
:)

Vanessa Valentine ha detto...

Correrò il rischio...:)))))) pur di godermi un po' di sole.