domenica 22 gennaio 2012

Del sushi (ancora) e della sua leggiadria


Ne sono sempre più convinta: sushi, sashimi, rotolettini microbici di pesce e zucchine, fettine minuscole di tonno che paiono costatine adatte alla Barbie e fritture di sei pezzetti sei di verdure e gamberoni - mi sono sparata anche parte del guscio, per l'inedia - sono cibonze adatte a modelle con problemi alimentari che non devono zompare in giro per lavoro, pulire casa, ingozzare di fosfolipidi un cervello ghiotto e ad elevate prestazioni intellettive.
La cucina giapponese è esteticamente una schioppettata ma ve la potete tenere, datemi il vassoio di sopressa, i tortellini col ragù, le lasagne onte che piangono miracolosamente besciamella, l'arrosto con le patate di mia madre, tutte belle tociose di vino e sughetto.
Perché l'estetica e la leggerezza vanno bene, ma a me non piace niente dormire a stomaco vuoto.
Se voglio estetica e leggerezza, vado a vedermi una cattedrale.
E poi mi sparo la porchetta.

16 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ahahahhahhahah :-) inutile dire che ti stimo più che mai, Vale :-) e aggiungo solo: spotty conferma alla grande...creede dice infatti, che sta per "e ttte creede!!!" :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, avresti dovuto vedermi oggi: piattazzo di bigoli con ragù di prosciutto e piattone di prosciutto d'anatra...questo sì che è mangiare.
E mi sento una piuma!:)))))))
Ah, e coppa di mousse yogurth e frutti di bosco.
Non voglio negare i meriti e le virtù della cucina nipponica, ma magnar xé propio n'altra roba.:))))))

Gillipixel ha detto...

Evvai Vale!!! :-) questo sì che è parlare :-) Guarda, anche io ammiro tantissimo la cultura giapponese, ho visto quasi tutti i film di Kurosawa, per dire, mi interessa conoscere quel mondo da noi così lontano sul piano spirituale ed esistenziale, ma quando certi argomenti s'impongono, mi arrendo subito all'istante :-)

Forse i loro piatti andrebbero provati là sul posto...chissà...intanto, nel dubbio, bigoli al ragù di prosciutto sono l'argomento più esplicativo possibile :-)

Vanessa Valentine ha detto...

E' venuta l'ora di dirlo con voce stentorea, Gilli: se non ti piace mangiare giapponese, NE HAI TUTTO IL DIRITTO!
Io intanto metto su il ragù di anatra.:)))))

s|a ha detto...

Non fa una piega, a parte qualcuna nel giro vita.

Vanessa Valentine ha detto...

Soglia, il corpo è fatto per essere usato e goduto, altrimenti che ce lo teniamo a fare?;)))
Viva le pieghe al giro vita, tipo gli anelli degli alberi. Più ne hai e meglio hai vissuto!

Visir ha detto...

La tua opinione (come quella di tutti) è necessariamente limitata alla tua esperienza e non sarebbe male evidenziarlo..

Ho vissuto in Giappone per un mese è sono riuscito a ingrassare sette kg.
Non sono un esperto gastronomo ma certo una buona forchetta e con una certa esperienza della cucina giapponese.
Ho potuto così apprezzare durante il mio soggiorno nell’isola di Honshu una varietà e una qualità rare nella preparazione del cibo.
Considera che il mercato ittico di Tokio è il più grande del mondo, senza parlare del manzo di Kobe che risulta in assoluto la carne più pregiata e più costosa.
Elementi che dovrebbero far riflettere su un paese che non lascia quasi nulla al caso (a parte le centrali nucleari).

Quando si commentano fatti oggettivi sarebbe utile tenere sempre presente le fonti, documentarsi e magari non sbilanciarsi troppo.

Dare un giudizio superficiale sull'arte culinaria del Sol Levante è come giudicare la cucina italiana avendo mangiato solo la pizza di Westfield Fire & Stone a Londra, non trovi?
Nulla di male ma perchè esporre il fianco ai tuoi lettori attenti.

Altrimenti strappi un sorriso bonario di sufficienza perchè si imita Salgari che mise le tigri in Africa perchè non si era mai spostato dalla veranda di casa.

Vanessa Valentine ha detto...

Perché di esporre il fianco ai miei lettori attenti non me ne straciccia un tubo.:))))))))
Se mai andrò in Giappone sarà per l'arte, quelle bellissime leggende su mostri e fantasmi, per l'atmosfera generale.
Quel che prendo in giro, caro Visir, è la milanesità modaiola del cibo giapponese, poi divampata anche nelle remote province dell'impero, non tanto per cattiveria verso i giapponesi e la loro cucina, poareti, quanto per una mia inveterata, proletaria abitudine a mangiare nei ristoranti e ad uscirne con lo stomaco pieno. Anche in quelli fighi di pesce, per dirla in parole vanessiane, alla rovina del portafoglio. Il cibo giapponese è bello, scarso e caro, e la cosa non mi piace. Andare al giapponese fa figo ma non sono disposta a preferire la fighitudine a scapito della panza piena.
Poi, la gente dei suoi soldi fa quello che gli par.
Onestamente pur in un ristorante medio buono (a Padova ce ne sono da duecento euro a botta, se una coppia vuole far serata...con quei soldi mangio a sbregabalon in locali stellati)ovvero adatto alle mie depauperate tasche, i gusti nello scarso ciotolino esteticamente bellissimo ma orrendamente esiguo sono gira e rigira sempre quelli. Il piccantino, il sesamino, il crudino, se non tocci la salsa di soia, la quale ha deleteri effetti gonfianti, almeno su di me, il sapore è elegantemente sciapino.
E le mie opinioni rispecchiano quelle di amici veneti, molisani, romani...il giapponese è uno status symbol, e io di solito me li attacco.
Perdono la pretenziosità nelle persone, tratto umano che presenta una carica di irresistibile comicità, non sono disposta a tollerarlo nella sacralità pagana del cibo.:)))))
Il giorno che vedrò i giapponesi mangiare a manetta cibo gustosissimo, naturalmente, accetterò la pubblica gogna e il di tutti ludibrio.:)))))))))

Jenny ha detto...

Non sono all'altezza dell'autrice di questi succulenti post (anzi: a quando la foto di uno di quei tuoi piatti paradisiaci grondanti sugo?)ma sento di aggiungere questo. Un caro amico giapponese, di Tokyo, di una certa levatura pubblica anche, ogniqualvolta viene a trovarci si rimpinza della cucina della zia 8e tu puoi immaginare cosa) e nonsialza da tavola prima di arrivare al pericoloso limite di rottura pareti intestine. Non solo: invia chili e chili di pasta, sughi, oli, e ognibendiddio. Non si sogna minimamente di parlare della natia cucina. Nei suoi soggiorni italiani non ha trovato uno, dicasi uno!, dei posti che da noi si gloriano di servire originale cibo nipponico degno di sedervisi e assaggiare nemmeno l'anipasto. Insomma un motivo ci sarà .... Eppoi questa saccenza...chi è stato veramente in Giappone non ha imparato nulla di quel modo di porsi al mondo?!

s|a ha detto...

La "milanesità" nella tua accezione va presa in giro sempre, per principio.

(niente, non riesco più a commentare da wp)

Vanessa Valentine ha detto...

Magnifica, un mese in Giappone credo non basti per acquisire la compostezza nipponica...rimane latente la caciaronità italiana, piuttosto, temo.:)))))))
L'amico del Glorioso, se non ricordo male, ha snobbato anche i quotati ristoranti patavini, dicendo che erano gestiti tutti da coreani (e sappiamo che tra i due popoli non scorre esattamente buon sangue storico).
Posso capirlo se affonda denti e stomaco nel lussurioso pasticcio della zia, nei maccheroni pasticciati, dentro ai quali perdere i sensi è un obnubilante attimo, negli arrostini, nei brasati...sniff, basta, mi sto commuovendo.;))))))
Urge post proustiano sui maccheroni pasticciati della zia.
Pensa che l'altra sera agli amici che si ingozzavano (?? sarcasmo et ironia) al giapponese non facevo che ripetere, ci devo portare mia cugina, così pigliamo per i fondellozzi i camerieri sussiegosi e ridiamo di quello che non c'è nel piatto. Scenetta alla Sordi.
E poi sugo di lepre in trattoria.
Cheschetuddì??:)))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Sono d'accordo con te, Soglia, anche se è come sparare a dei pesci in un barile.
Disapprovo le cucine che non ti permettono di sporcarti le mani.
Il cibo è intellettuale giustamente nell'ideazione, ma poi per forza deve diventare senso e sesso. Viscera.:)))))
Il cibo giapponese è frigido, ecco.:))))))))
Spero che wordpress smetta di fare i capricci, magari stanno soltanto trabattando un po' per cambiare qualcosa.
Qua ci manchi, è chiaro.;)

Visir ha detto...

Si può sorridere dei comportamenti degli altri, in questo caso una certa arroganza supportata dal portafoglio e dalla voglia di apparire (che non trovo appannaggio dei milanesi ma assai diffusa nel mondo e anche, guarda un po’, nel triveneto dove una ricchezza notevole non è spesso accompagnata da una cultura largamente diffusa).
In ogni caso se voglio ridere veramente preferisco guardarmi allo specchio. Magari potresti provare anche tu?

Forse non mi sono accorto di questi scivoloni di cattivo gusto meneghini che tu elenchi pur vivendo in un’altra città. Ti faccio solo notare che tu invece vivi una in una regione dove si parla il dialetto e purtroppo molto spesso solo quello.
Per libera associazione mi ricordo il mio portinaio che affermava convinto: “Sono ignorante e me ne vanto!”. Un atteggiamento che ho sempre trovato bizzarro.
Prima di puntare il dito forse non è meglio vedere se l'unghia è pulita?
Se proprio vuoi ergerti a giudice di bon ton guardati intorno e magari troverai molto da commentare.

In ogni caso credo che dovrò imparare a scrivere con maggiore diligenza perchè non mi riesco proprio a far capire da te.

Dolce Vivì tu sposti, mi sembra, ogni discussione sul personale, non è un errore certamente, ma forse un po' riduttivo, non trovi?
A te non piace la cucina giapponese, ma di quale cucina parli?
Di quella vicino a casa tua, naturalmente.
Sei un'esegeta della porchetta ed è una cosa molto simpatica, naif, ma il mondo culinario orientale è un pochino più grande, mi pare.
Già questo dovrebbe darti la misura del tuo sguardo.

In buona sostanza dico semplicemente che ne sai poco e se vuoi scrivere di questo non c'è nulla di male.
In fondo lo fanno tutti...perfino io. :)

Vanessa Valentine ha detto...

Non rido soltanto guardandomi allo specchio, trovandomi una ragazza ben stagionata e dispettosa...rido anche per le mie battute, a dire il vero.
Ti confesso, Visir, che tutto quel che dici viene compreso, fin troppo bene. Soltanto che non viene preso da noi con la dovuta sacralità che ti aspetteresti.
Hai mangiato in Giappone bene, benissimo,ok, e allora? Se sei là mangi giapponese per forza. Te lo fai pure piacere.
E parlo da persona che mangia anche i sassi, si badi bene.
Non mi piace l'atteggiamento che circonda il cibo giapponese, quell'aria da carbonari che hanno i tocciatori di wasabi in salsa di soia, sostengo la povertà dei sapori nipponici hic et nunc.
Resto dell'idea che i ristoranti giapponesi siano posticini chill out, trendy e fighetti, oriente all'acqua di rose, l'oriente omogeneizzato ad uso e consumo proprio di quei veneti dialettali che pur abbondano, pur sempre migliori dei veneti pseudocosmopoliti, ignoranti come la fanga, che vanno al giapponese perché fa figo.
Almeno posso prenderli per il derriere?:)))))))
Tu sei pieno di idiosincrasie: non si capisce perché le tue debbano essere ascoltate perché sai quel che sei e quel che vuoi, ridi di te stesso e ironizzi, etc etc.
Perché noi cosa credi che facciamo?
Con la differenza che per noi non è una cosa seria, non siamo costantemente sulla difensiva per niente e non ci arroghiamo mai il diritto di concionare su vita, destino e balle varie.
Più che sui piedistalli, ci piace stare col sedere sull'erba.
Prova, è una bella sensazione.

Visir ha detto...

Purtroppo vivo in città e se volessi dell'erba potrei solo chiederla a qualche spacciatore.

Quel poco che rimane del manto naturale è ad uso e consumo dei cani.
Anche se mi crescesse la coda e le orecchie e avessi così accesso a queste aree simil-boschive il rischio di sedermi (accucciarmi pardon!) sulle deiezioni di altri canidi rimarrebbe altissimo.

E' vita dura per noi poveri abitatori della metropoli pare ovvio, ma è proprio così.

Curiosamente adotti il plurale (maiestatico?) per citare i miei difetti; In tal caso ti dico che mi conosci poco, altrimenti ne elencheresti molti di più.

Poi ratta adombri bucoliche atmosfere che farebbero da contrappunto ai miei sepolcrali e savonaroleschi rimbrotti.
Non ho idea se mi prendi troppo sul serio o per quella parte che, come dicevano gli antichi, la schiena cambia nome.
In ogni caso sto al gioco perchè il tuo commento è simpatico e ben scritto.
Tanto mi basta, e mi accontento di poco, dunque.
Non sono forse anche io come te (voi?)un'anima semplice?
Un bacione.

Vanessa Valentine ha detto...

Lascia stare l'erba secca e preferisci quella ancor verde e tenerella, ribadisco, ce li avrete i parchi in città, metti il tuo regale sedere per le terre e la prospettiva cambierà. In meglio.
Se ci sono padroni responsabili, le deiezioni vanno nel cestino. Abbi un po' di fede anche nella municipalità, Visir, cribbio.
Se quello che scrivo ti fa contento a me va bene, basta che la pianti di dirmi cosa devo fare...:)))))))))))
Savonaroliano, sepolcrale, grouchesco, rompianimelle di un Visir.
Che omo dificile ti xé.:)))))))))