martedì 27 marzo 2012

Scrittori belli belli e coccolosi

Stamattina mi sono ritrovata per le mani un'ora buca, da gustare ghiottamente nel tiepidino dell'aula professori.
Visto che se non ho un libro nella sportina di stoffa mi sento male, mi ero portata da casa "Il caso dei libri scomparsi" di Ian Sansom, il signore che si vede nella foto, vicino al pulmino Wolksvagen e al cagnetto fulvo, con sullo sfondo un bel villaggio, immagino, irlandese o inglese.
Di solito in libreria faccio incetta di cose nuove, oltre ai due-tre volumi che conosco e per i quali appunto in libreria ci sono finita e mi ci sono persa.
Le avventure sono quelle di Israel Joseph Armstrong (call me Israel...) un bibliotecario sovrappeso e occhialuto che si ritrova a Tundrum, in una zona sperduta dell'Irlanda del Nord.
Non vi posso dire molto altro della trama perché ho appena iniziato a leggere e poi sempre stamattina mi sono messa a ciacolare con la prof di religione, perdendomi un pochetto e divagando, com'è giusto.
Però vi scrivo solo queste poche righe.

"Aveva letto troppi libri, questo era il guaio di Israel.
I libri l'avevano rovinato, gli avevano coagulato il cervello, come la panna lasciata fuori dal frigorifero in un pomeriggio d'estate, o le uova col burro sbattute troppo a lungo. Era stato fin da bambino un amante della lettura. Il più piccolo di quattro fratelli, Israel era di quelli che cominciavano a leggere senza che nessuno se ne rendesse conto o lo notasse, a cui piacevano i libri senza che i genitori intervenissero, che in tenera età era passato a opere non frutto dell'immaginazione a un ritmo straordinariamente serrato, che prima dell'adolescenza leggeva Jack Kerouac, che a sedici anni già conosceva gran parte dei grandi autori francesi e russi e che di conseguenza aveva maturato un animo intelligente, schivo, appassionato e sensibile, pieno di sogni e di idee, con un vocabolario molto ampio, ma di scarsa utilità pratica.
Nutriva aspettative altissime, ma aveva una conoscenza minima della realtà."

E' quel che ho sempre pensato: i libri sono la grande consolazione della vita, la riempiono e, anche se non sembra, tengono lontana la fine.
La vita passata a leggere è tempo ben speso.
E poi guardate che tipo buffo è lui, eheh.
Poi vi dirò come procede.






2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Bellissimo, Vale, in questo libro il ritratto del ragazzino che fu :-)...è l'adolescenza ideale di ogni bibliofilo, pigroso e un po' asociale...mi ha ricordato qualcuno :-) il problema per certe persone è che si finisce per rimanere sempre così :-) ogni riferimento a qualsiasi Gilli o a qualsiasi pixel reali è puramente voluto :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Problema??:)))))
Dai, Gilli, meglio pigri amanti dei libri o tipi alla Jersey Shore?? (brrrr).
Il libro comunque è proprio divertente...il protagonista è un impiastro coi fiocchi, molto buffo.
Non gliene va dritta una!:)))))