giovedì 1 marzo 2012

Squola

Eccomi, resuscitata al quarto giorno...
Sono stata chiamata per fare la supplente, in una media di un posto vicino a Poultryville, ovvero New Village. Ogni giorno prendo su la Ibizetta grigia e via per le stradine di campagna e i paesetti ameni, i chilometri non sono tanti, l'orario è buono ed era il tipo di offerta alla quale non si può dire di no.
Mi occupo del sostegno, il che significa che sono il jolly da usare nei momenti più disparati: quando i miei tre alunni sono malati vengo messa a fare di tutto un po' con i ragazzi stranieri, perlopiù cinesi, pieni di buona volontà e silenziosissimi, i quali però purtroppo fanno una fatica tremenda a imparare l'italiano (e ti credo, non sarebbe facile per nessuno, al posto loro).
Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, mi rimetto in gioco per tutto come loro e infatti gli chiedo di spiegarmi le cose perché ho bisogno di capirle bene anch'io. Tipo oggi, con le equazioni, mi è tornato il sudore freddo dei dodici anni (per un attimo ho pensato, mio Dio, è un incubo? ancora??).
Per fortuna, riesco a mettere una pezza su tutto.
L'ambiente è tranquillo, io sono sempre cauta e con le orecchie aperte, gentile e sorridente e alzo la voce solo se c'è troppa confusione. Per ora mi stanno a sentire, forse solo perché non mi hanno ancora inquadrato bene. Alzo lo sguardo e vedo i loro occhietti indagatori su di me, poi continuano a guardarmi e allora mi acciglio e loro abbassano lo sguardo. Un po' come si fa con i cagnetti, in definitiva. Il principio è lo stesso, questi qui però parlano. Mamma, quanto.
La scuola è una dimensione a sé. Nel momento in cui sei dentro, puoi scegliere varie attitudini.
L'essenziale è che i piccoli non sentano la paura o è finita. Hanno la deprecabile tendenza a rispondere, ma quello è un problema educativo generalizzato. In realtà, bisognerebbe educare i genitori, dar loro una bella svegliata. Non sono cose nuove per nessuno, immagino.
Eppure i ragazzini sono svegli...hanno questi cervellini che girano troppo velocemente e hanno domande su domande. E i programmi sono gli stessi, barbosi, di trent'anni fa. Hanno libri più belli e interattivi, ma il metodo è antico e muffoso e mi annoio pure io, come loro.
Sono pietruzze lucenti sul fondo del fiume, bisognerebbe saperli levigare senza snaturarli.
Perchè per essere brillanti sono brillanti. Hanno certe intuizioni.
Inutile dire che li trovo commoventi.
E poi la primavera è schioppata fuori, fa un gran caldo e io ho sempre un gran mal di testa, come tutte le volte che mi tocca svegliarmi presto. Per fortuna il venerdì mattina dormo e vado su solo di pomeriggio, per aiutarli o una cosa del genere.
Per ora mi sto divertendo, poi si vedrà.
Almeno per un po' di mesi sono occupata, col censimento ero a spasso, quindi.
E poi dicono che noi gggiovani siamo mollaccioni, bamboccioni, dormiglioni...ma cambiassero loro mestiere ogni tre mesi, in posti nuovi e con cose nuove e sconosciute sempre da imparare.
E poi vediamo come si sentono.
Meno male che sono giovane dentro, eheh.

60 commenti:

Gillipixel ha detto...

Vale, sai sempre descrivere ogni cosa che ti accade con una grazia immensa :-) che bello...

In bocca a tutti i lupi possibili :-) per questa tua nuova avventura, che come vedo, ma non avevo dubbi, hai già interpretato soprattutto dal lato umano ancor prima che professionale :-)

Non farci caso più di tanto alle equazioni...sembrano cattive, ma in fondo in fondo, sono delle bonaccione anche loro :-)

Jenny ha detto...

Vero Vale....sentono l'odore della paura questi spiritelli! ma sanno anche darti delle sensazioni positive: te l'assicuro. Il tempo e le matinate con loro te lo confermeranno!
So...HOLD ON PROF!

Visir ha detto...

Un mio professore diceva: "Io vi promuovo, ma è la vita che poi vi boccia". Un commento amaro ma spesso profetico.
Che la scuola non insegna a vivere è evidente. E'un ambiente protetto rispetto alla società. E' come allenarsi in palestra per un combattimento sul ring e poi lottare in strada per la vita o la morte. Cambiano tutte le prospettive, quando non ci sono altre regole se non vincere.

La responsabilità enorme di un educatore non è dunque di trasmettere la conoscenza ma l'amore per lei. Instillare così il germe della curiosità in ogni encefalo con cui viene a contatto. Questo virus per giungere a compimento deve essere inoculato nel modo giusto e per ogni persona va fatto in modo diverso.
Trasmettere l'entusiasmo per il sapere e il gusto di capire con la propria testa sviluppando il ragionamento critico non si può trasferire se non si è infettati a propria volta.
Una febbre che divora a volte, ma che ci rende più puliti come dopo una sudata copiosa.
E' una grande responsabilità ed è immensamente faticoso e difficile.
Non stupisce che tanti insegnanti appaiono così scoglionati.
E' altresì vero che insegnando si impara, è questo non è un luogo comune a patto che lo si faccia veramente.
Paragono il ruolo di maestro (nel senso più esteso del termine) al lavoro di una guida alpina. Una guida che conosce la strada per la vetta ma che deve scegliere sentieri diversi adatti a chi lo accompagna. In questo è la sua abilità. Se arriverà solo alla cima avrà comunque fallito.

Le menti giovani cioè quelle che non sono ancora completamente intorpidite dalla stupidità della falsa conoscenza sono meravigliose. In loro vi è la luce della grandezza dell'essere umano che, però ahimè è spesso spenta in nome dell'omologazione, dell’adattamento alle consuetudini e alle leggi di una società folle.
Troppo spesso si chiede agli allievi solo di rimandarci l'eco delle nostre follie cui diamo il valore di verità oggettive. Non si sviluppa dunque il metodo per apprendere limitandosi a esser certi che le conoscenze sono a disposizione. Ci si accontenta così delle risposte dimenticando che la cosa importante sono le domande.
Così il nodo della questione risulta essere semplice ma non facile da dipanare.
Come ho già scritto bisognerebbe far capire ai ragazzi ciò che dovremmo aver capito noi stessi in prima persona e cioè che per attraversare questo infuocato deserto che è la vita bisogna saper riconoscere la strada non solo guardando avanti ma guardando oltre, e soprattutto che quando si incontra un'oasi non bisogna mai mancare di bere.

Visir ha detto...
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Vanessa Valentine ha detto...

Eheh, Gilli, mi fanno davvero paura, le equazioni...la collega me le rispiega e io, boh!:)))))sarà meglio che mi dia una letta per conto mio.
Scusate tutti, piuttosto, se rispondo un pochetto in ritardo ai vostri commenti, ma ci sono stati alcuni problemi tecnici...:(((
Ogni mattina, quando arrivo a scuola, ho il magone ansioso (Oddio, che mi faranno, che mi diranno...)
E poi, in compagnia dei piccoli, che fanno un casino immenso ma sono anche tenerini, mi diverto e li sto a sentire.
Hanno così tanto bisogno di protezione e di ascolto...sono anche abilissimi manipolatori dell'adulto, chiaro, e devi stare attenta a tutto quello che dici perché ti fanno le pulci anche sui pensieri.
Quando vogliono, hanno dieci orecchie.
Nel complesso, per ora, mi piace.
Anche quelli di terza, immensi e già più minacciosi, in fondo sono bambini.
Sono tutti comici nati.:))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Magnifica!:)))))
In effetti non pensavo che sarebbe stato così divertente...quando cercano di estorcermi la traduzione in inglese durante il compito, alla faccia della loro insegnante che me li ha mollati per cinque minuti, sono irresistibili.
Si mettono con le mani giunte e fanno, per favore, Prof! ci dica che parola è! cosa le costa!!:))))))
Poi ti racconto.;)))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, hai centrato il problema: la scuola resta un fenomenale momento di creatività e costruzione, se sai farlo bene.
Difficile che i pargoli se ne facciano qualcosa di Carlo V o di Mendel, resta il fatto che cerco, almeno ai miei, di trasmettere un po' di entusiasmo, visto che sono bambini con qualche difficoltà e bisognosi di autostima e affetto.
Hanno luminose intuizioni che apprezzo e dalle quali prendo la freschezza mentale che mi serve...per fortuna il mio cervello funziona più come quello di un quattordicenne che come quello di un adulto.
Per ora mi sono mescolata al branco e loro mi vedono come una bizzarra via di mezzo tra l'adulto e l'adolescente...almeno non sono una minaccia.
Cerco di insegnargli qualcosa divertendoli, più di così non si può fare.
Poi, certo, in mezzo c'è qualche diamante grezzo...in quel caso sì che è bello spronarli a dare il meglio.
Certo, se i genitori fossero educatori migliori, tutto filerebbe liscio.:)))))

Salazar ha detto...

Ma guarda!, siamo diventati colleghi!
Si, i miei alunni hanno vent’anni più dei tuoi, ma sempre bambini sono.

Invece non sono d’accordo con Visir: che la squola non insegna a vivere non è evidente. Tutt’altro.
La scuola insegna a vivere in un mondo migliore di quello che poi si trova fuori, ed è qui che sta il dilemma: si deve cambiare la scuola in peggio o il mondo in meglio?
E comunque per la lotta in strada qualsiasi allenamento è sempre meglio di nessun allenamento.

Visir, ma a scuola avevi anche dei professori ottimisti, o solo di quelli che ti toglievano la voglia di qualsiasi cosa subito e non se ne parlava più?

Salazar ha detto...
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Salazar ha detto...
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Salazar ha detto...

Scusa Vivì, ma per pubblicare e dimostrare di non essere un robot, non è che si potrebbe scrivere qualche parola in meno dei Fratelli Karamazov: quattro volte sono stato rifiutato e due accettato a mia insaputa.

Vanessa Valentine ha detto...

Pare proprio di sì, Salazar!
Ti dirò, insegnare ai ventenni mi sembra al momento un'oasi, i dodicenni sanno essere leggermente sfiancanti...se non avessero quei loro visetti adorabilmente assassini e canagliotti e non mi facessero ridere con battute assurde, la convivenza sarebbe ben dura. Probabilmente hanno paura dei prof maschi, notoriamente meno pazienti e più urlatori, e si fanno coccolare di più dalle prof femmine, più mamme...il mix di blandizie e minacce pare sortire qualche effetto. Stiamo a vedere.
L'unica cosa che stango con severità è la rispostaccia, non l'ho mai sopportata.:)))))
Del resto, mi ricordo com'era la mia classe, a quell'età: brigantesca.
In effetti, avevamo più timore degli adulti...
Comunque insegnare è bellissimo. Non facile, ma bello.
E vale sempre la pena insegnare a migliorarsi (e ad essere anche ottimisti, sì, che non fa mai male).)))))))))
Il New Deal delle parole farlocche non piace molto neanche a me...si impianta anche con la sottoscritta, spero tu riesca a commentare sempre, malgrado tutto!;))))

Vanessa Valentine ha detto...
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Gillipixel ha detto...

Credo che la squola, come tante altre dimensioni ed espressioni umane che posseggono da qualche iperuranica parte un loro aspetto ideale irraggiungibile (come accade alla stessa democrazia, per fare un altro esempio molto alto), vada accettata ad ogni modo come lo strumento "meno peggio" per ottenere scopi educativi...

Dove si può, è giusto tentare di migliorare il più possibile, affidandosi a persone esperte, ecc. Ma non serve a nulla invocare e fare riferimento a presunte dimensioni ideali: l'uomo sa dar vita soltanto a dimensioni limitate e precarie, difettose: può farlo al meglio delle sue possibilità e dell'impegno, ma per il fatto di sapere che il suo operato non sarà in ogni caso mai perfetto, non deve rinunciare fin dall'inizio a misurarsi con il problema...almeno, così a me pare :-)

Niente...ora vado a dimostrare di non essere un robot :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, hai ragione...anche secondo me bisogna provare e provare, a costo di prendere a testate il muro, questo verrà giù.
Dopo l'ordalia di stamattina (quattro ore di supplenza di fila):))))) sono più che mai certa che i genitori italiani, non tutti, chiaro, ma molti, abbiano drammaticamente toppato e le conseguenze sono manifeste: la maleducazione dei ragazzi è tangibile e spessa.
Anzi, l'assenza di educazione.
Bisogna ripensare la scuola, i programmi e l'insegnamento. Mancano proprio le basi.
L'impegno, così, diventerebbe meno vuoto e frustrante.
Non vorrei piombare nel Visirpessimismo pure io, però bisogna darsi una mossa.:)))))
A scuola anche i genitori, in banco assieme ai figli e vediamo come va.
Eheh...fantascienza!;))))))
PS: non devo solo dimostrare di essere un robot, ma anche di aver conservato le diottrie, 'ste parole sono scritte malissimo.

Visir ha detto...

Precettrice Vivì, non sono sicuro che fare "l'amicone/a" con un alunno sia una strada tutta in discesa.

Risulta agli occhi di un ragazzo un atteggiamento pavido e anche falso. Generalmente si blandisce qualcuno per fregarlo e questa è una lezione che ogni essere umano impara quasi subito nella vita.
Parimenti la scelta del metodo si presenta anche nell'educazione dei figli, ma in definitiva in tutti i rapporti umani.
Non bisogna, a mio modesto parere, né essere buoni né cattivi: bisogna essere veri; Rapportarsi con tutti da persona onesta, schietta e senza paura di sbagliare, perchè in fondo si sbaglia sempre e si fa sempre giusto, a volte perfino nel medesimo istante.
E' lo spirito che da senso alle azioni mai viceversa.
Quindi per dirla in altre parole: è lo spirito o l’energia senziente che deve guidare gli eventi sul piano materiale.

La nostra autenticità (che deve essere conquistata) è, fra le tante tappe da raggiungere, nel liberarci dalla massa enorme di cazzate superflue che in ogni istante cercano di ficcarci nella testa. Liberarsi dall’ipnosi di massa dei dati senza riscontro oggettivo, ed evitare l’insorgere di ogni pensiero parassita non funzionale al nostro intento liberamente costituito autonomamente in noi stessi.
E’ un discorso lungo ma che casso immediatamente, aggiungo solo che questo percorso di emancipazione è il solo che dona quel carisma che può trascinare gli altri.

Il problema è che se non si conosce questa autenticità cosa mai si può dare?
Solo nozioni morte e ammuffite; Un parziale riflesso di una fotocopia di un atto falso.
E' un fragile baluardo la cultura o la conoscenza scolastica nel duro lavoro di chi vuole proteggere l'intelligenza creativa e che, con una certa ambizione, si prende la briga di educare.

Purtroppo si parte già con il piede sbagliato lungo questo sentiero formativo imponendo la scuola obbligatoria.
La scuola dovrebbe essere libera, anzi, un onore, cui aspirare rispetto al lavoro senza preparazione.
Costringendo i giovanissimi alla cultura né si svilisce il suo valore intrinseco.
Ciò che non è liberamente scelto come può divenire un reale merito?
E' come non peccare per paura dell'Inferno, che virtù avrebbe un'anima del genere agli occhi di un Dio?

Tornando alle cose di questa terra penso che la strada percorribile di una buona educazione sarebbe indirizzarla perlomeno in vie personalizzate, un modello difficilmente sostenibile economicamente, meglio spendere i soldi per le armi e i progetti di ponti mai costruiti sullo stretto di Messina.

A questi personaggi di spicco che lesinano sulla conoscenza dovrebbe essere presentato il conto di quanto realmente costa poi l’ignoranza.

In ogni caso, nella mia esperienza di vita, ho imparato quasi solo dai calci nel culo e certo mai dalle carezze, ma forse è perchè sono un po’ stupido e con un forte retaggio spartano cui fatico a liberarmi, un modo certamente anacronistico di vivere questo particolare momento storico che pullula di (come direbbe il poeta) -mezze minchiette morte-.

ross ha detto...

Se ripenso al mio percorso scolastico ,non finirei mai di ringraziare... la mia maestra Rosa delle elementare che mi ha accolta come una figlia..RIcordo la carta geografica con un disegno dove trovare monti, passi, laghi ... a 7 anni non capivo ,ma lei è stata comprensiva e ha fatto quel che ha potuto.Alle medie , nulla .Alle superiori .Ringrazio lA Proff di filosofia ,mi ha passato la voglia di scoprire, di ragionare ,ha valorizzato la parte più nobile del mio cervello, credo L'INTUIZIONE ... lei me lo diceva; sei un intuitiva . Ringrazio il mio proff di matematica che ha cercato di passarmi il rigore , la pianificazione ( cosa difficile per me che sono una mente intuitiva, disordinata, ..MA?)Ancora oggi lotto per essere più pianificante, precisa e infatti ho iniziato un percorso lavorativo che mi richiede questo... la sfida riguarda ciò che non si ha , dove si sente la carenza.Ringrazio la proff di latino e storia.In una sua interrogazione a sorpresa sul risorgimento mi aveva lasciato parlare a ruota libera . IO non avevo studiato nulla , impegnata forse il pomeriggi precedente a pomiciare con un fidanzatino o forse a studiare chimica. Con i ricordi della lezione spigata in classe, ho rinventato i fatti storici .... ricordo le facce sgomente dei compagni che controllavano il libro, cercavano fra le pagine.... ciò che dicevo io ..la proff non fiatava e mi ascoltava ,ferma come una statua. Poi con un solo cenno della mano mi ha fermata e mi ha detto. " S.se non conoscessi la storia TI CREDEREI!3..... Anche questa è scuola.L'anno scorso per il 150 esimo anno dell'unità d'italia ,mi sono andata a rinfrescare quel momento storico e ho ricordato con grande piacere la proff .... tranquilli in pagella in storia avevo 6 o 7 ... aveva fatto media con un'altra interrogazione. E le versioni di latino??che meraviglia...da 2del primo compito in classe ero passata a 8.Una versione di CICERONE con una serie di domande , una musica . La mitica proff aveva ,aprendo il registro, declemato la serie di voti a tutta la classe 2, 3 , 5 6 e infine 8... insegnando a me e all'intera classe che l'impegno e la voglia di ricominciare, il non abbattersi, il non mollare mai può dare grandi risultati...è diventato un paradigma della mia vita .. bisogna sapere dove investire le proprie(grazie Gilli) energie .Ringrazio il proff di chimica che aveva insistito molto sulle ossido riduzioni... in una selezione mi sono trovata da bilanciare propio 2 ossido riduzioni che avevano alzato molto il mio punteggio... ho superato la selezione .IO auguro a tutti di trovare proff come i miei. Che non hanno esitato a darmi cattivi voti, ma anche grandi soddisfazioni . Come succede propRio nella mia vita ... Ricominciamo a ringraziare e non solo pretendere .....

Salazar ha detto...

@ Visir
”Purtroppo si parte già con il piede sbagliato lungo questo sentiero formativo imponendo la scuola obbligatoria>”
E il passaggio prima e quello dopo.


Sembra cosa tratta dal Giovanni Papini di “Chiudiamo le scuole”, ed era il 1914, e Papini diceva un gran bene della guerra e un gran male delle scuole: “Ma cosa hanno mai fatto i ragazzi, gli adolescenti [...] che chiudete tante ore al giorni nelle vostre bianche galere [...} nell’età più bella della vita e di compromettere per sempre la freschezza e la sanità della loro intelligenza?”
E ancora “[...] (la guerra) leva di torno un'infinità di uomini che vivevano perché erano nati; che mangiavano per vivere, che lavoravano per mangiare e maledicevano il lavoro senza il coraggio di rifiutar la vita.”
Idee serpeggianti, subdole, che i futuristi ed altri hanno ribadito fino a creare quell’humus pre-fascista che, evolvendosi, ha portato alla seconda guerra mondiale e ai suoi 50 milioni di morti.
Poi Papini si è pentito, ribaltando tutto e rivedendo tutto, chiedendo scusa per quello che aveva scritto, ritrattando i suoi scritti, e di nuovo agendo nella maniera più estrema: il ritiro in convento.
E anche tu Visir, in quello che scrivi, prima affermi una cosa e poi la ribalti, la ritratti, non con la stessa violenza e fatalità di Papini, naturalmente, ma non riesco a trovare un barlume di nesso logico che vada dall’inizio alla fine del tuo intervento, o almeno fino alla metà.

Sempre da Visir:
Tornando alle cose di questa terra penso che la strada percorribile di una buona educazione sarebbe indirizzarla perlomeno in vie personalizzate.”
Mai sentito parlare di “Reggio Emilia approach”? Il metodo di insegnamento usato nelle migliori scuole del mondo e inventato in Italia, a Reggio Emilia appunto?

PS: La stranezza è che, un uomo con idee così orride e deprecabili (e fra l’orrido e il deprecabile ci metto pure il convento) come Giovanni Papini, sia stato capace di scrivere uno dei racconti fantastici più belli dell’intero ‘900 italiano, un’opera fragile, delicata, dolcemente triste e piena d’amore per la vita: quel vero gioiello che è “Il giorno non restituito”.

ross ha detto...

GRAZIE SALAZAR!!!

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, ti assicuro che da "precettrice" (orrore!!) non mi spaccio di sicuro per amicona...sono troppo svegli, i piccoli, a 12-13 anni, per fregarli.
Mi son venuti vicino, da animaletti curiosi e affettuosi, dopo avermi vista severa e dispensatrice di note.
Adesso sono sicura, pur tra mille difficoltà, che mi staranno a sentire perché riesco ad interessarli, pur trattandoli a volte da pecoroni.
Vogliono rispettare chi merita rispetto, la cosa ormai la devono scoprire e mettere in pratica "solo" i genitori.:)

Vanessa Valentine ha detto...

Vero, Ross, mi ricordo i professori bravi e severi, dai quali ho imparato nozioni ed educazione (perfezionata, diciamo, ho genitori tuttora rompini...;))) )
Mi ricordo il professore di lettere del liceo, il quale mi disse, timida patologica che a momenti non guardavo nemmeno in faccia la gente e mi moriva la voce in gola, vedrai che ad un certo punto parlerai, devi scoprirlo solo tu.
E, naturalmente, non sono più stata zitta.;))))
Un insegnante bravo c'è sempre, e non solo per insegnare.

Vanessa Valentine ha detto...

Salazar, il racconto di Papini andrò a recuperarmelo, magari in qualche antologia di mio padre...le tue segnalazioni cadono sempre a fagiolo.;))))
La scuola obbligatoria è necessaria, le guerre direi mai.
Resto dell'opinione che i metodi andrebbero un po' svecchiati, che modelli "nuovi" potrebbero funzionare meglio, scrittori più recenti e, in effetti, più vicini alla nostra sensibilità.
Confesso la noia mortale per autori del '700 piuttosto stagionati.
Il problema principale è la concreta impossibilità dei ragazzi di capire un testo scritto, temi da seconda elementare, a parte rarissimi luminosi casi.
Leggono poco, zero.
Bisogna tornare ad appioppargli un libro a settimana, e poi farglielo sputare con le buone o con le cattive.
Leggono solo Moccia e sinceramente la cosa mi fa piangere...:((((((

Visir ha detto...
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Visir ha detto...
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Visir ha detto...

Caro Salazar, non conosco Papini e conosco poco il futurismo di Marinetti e gli altri che hanno simpatizzato con quel regime totalitario italiano che ha portato tanti lutti nella storia della nostra patria.

Quindi non ho proprio idea se ringraziarti per il confronto o chiarire il mio pensiero che trovi illogico.
Nel mio modo di vedere questo strano “sambodromo” che chiamiamo esistenza partorisco spesso una visione, non credo insensata ma paradossale.

Il valore di una moneta si stabilisce guardandone le due facce, altrimenti si rischierà di aver per le mani un falso credendo di possedere chissà quale ricchezza.

Trovo quindi il pensiero di quel tal Papini perfettamente logico (nella logica degli antagonismi che si sostengono a vicenda armonizzandosi) e la sua tardiva ritrattazione solo dovuta alla convenienza di tirare a campare in un clima politico e sociale cambiato dalla tragedia della guerra mondiale.

Non sono però un fautore dei regimi né dei conflitti armati, nemmeno come la selezione naturale dei più coglioni.
In guerra spesso ci finiscono i più sani e idealisti. La migliore gioventù di una società per certi versi.
Parlo non per far prendere aria ai denti ma per esperienza vissuta, in quanto ho visto con i miei occhi cosa significa un conflitto e ti garantisco che ti passa la voglia.

Se dovessi esprimere cosa è stata per me quella esperienza dovrei solo raccontarti una storia.

Sono partito giovanissimo volontario per il Libano (tanto, tempo fa mi sembra ora) nella cosiddetta "missione di pace" italiana.
Un vero eufemismo visto che il mio periodo di ferma è stato un’altalena di: noia e terrore. Ti assicuro poi che i mezzi di informazione non ne hanno dato affatto la misura.
Un giorno fummo inviati in soccorso di un pauroso attentato avvenuto ad una caserma Americana (270 morti circa) operato da un camion Kamikaze che allora era, se mi si passa il termine, una vera novità.
In ogni modo giungemmo sul posto insieme con altri già sul far della sera.
Uno scenario apocalittico apparve ai miei occhi che non conoscevano quasi nulla della vita, avevo da poco finito la scuola ed ero poco più che maggiorenne, sapevo andare in discoteca, rimorchiare una ragazza ma del resto che conoscevo?
Ricordo che camminavamo in perlustrazione tra i detriti e le macerie in fila indiana a distanza di tre metri l'uno dall'altro in modo di evitare di morire tutti assieme nel caso uno di noi avesse attivato un ordigno inesploso o fosse stato colpito da un cecchino.

Man mano l'oscurità divenne completa ma continuammo nel nostro itinerario. Quando il primo della fila trovava un morto avvisava chi gli stava dietro sottovoce e così via in una sorta di macabro telefono senza fili.
Ecco, se dovessi sintetizzare quella esperienza direi che per me la guerra è oscurità nera con solo una voce sommessa che rimbalza nel buio, una voce terribile in sordina che ripete la stessa parola come i tasti di un telegrafo: cadavere! Cadavere! Cadavere!
Capirai che sono cose che ti cambiano un pochino le prospettive.

Vita e morte, così è il nostro divenire, siamo sempre chiamati a conciliare un paradosso.

Non ho idea però se ho risposto. :)

Visir ha detto...
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Visir ha detto...

Amico Salazar, leggo ora con colpevole ritardo il tuo primo post.
Quindi rimedio rispondendoti in ordine inverso.

Creare in noi una frattura fra ciò che è e ciò che vorremmo è naturale ma schizofrenico.
Solo vedendo il mondo per quello che è possiamo avere speranze reali per cambiarlo, se anteponiamo invece la nostra personale filosofia utilizziamo in definitiva già una lente distorta che invece di avvicinarci al problema lo travisa.

Ecco perchè dico che la scuola non prepara alla Vita, La Vita, infatti, è più grande di qualunque nozione e spesso ci fa prima l'esame per poi spegarci la lezione.

Così è per l'esempio dell'allenamento al combattimento sportivo e quello per la sopravvivenza che avevo suggerito.
Non vorrei apparire supponente ma in entrambi i casi nominati parlo di esperienza vissuta che, come ben saprai, cambia talmente le informazioni a disposizione che non è solo un altro continente ma proprio un altro pianeta.
La tecnica è in definitiva per un guerriero solo un punto di passaggio mai un punto di arrivo.
Ci si allena tanto e duramente non per divenire forti ma per superare la paura che è in definitiva l'unico ostacolo nella lotta ma ancor più nella vita.
Paura di cosa? Paura della sofferenza alla quale si riducono in sintesi tutte le paure umane e non certo alla paura della morte che non conosciamo e possiamo solo immaginare al peggio come un nulla indifferenziato che ci accoglierà.

La forza ci fa combattere dunque, ma solo il nostro spirito ci può far vincere. Una vittoria soprattutto su noi stessi che mette in secondo piano il risultato oggettivo, a volte accidentale.
Comprendiamo la misura del nostro spirito nella fatica, nel tormento, nel dolore, nella disperazione ma sopra ogni cosa nella solitudine. Se qualcuno dice diversamente per me è solo marketing.

Quando questo tormentoso parto giunge al termine si arriva magari alla chiarificatrice conclusione che noi siamo più grandi di qualunque sofferenza; Questo ci farà forse accettare con serenità e dignità la fine, non c’è altro. Dando però un senso nuovo ad ogni istante del nostro vivere.
Altrimenti ci aspetta in fondo a questo corridoio d’anni ingombro di futilità e illusioni solo la conclusione inevitabile (come Kafka faceva dire al protagonista de: Il processo) di morire come cani.

Salazar ha detto...
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Salazar ha detto...

Caspita Visir, ma quanto scrivi?
No, non credo tu abbia risposto: il pezzetto di Papini sulla guerra era lì solo per inquadrare la personalità di un personaggio che aborriva la scuola. Null’altro.
Il vero soggetto del contendere era – ed è - la scuola: obbligatoria?, inutile?, solo un premio per pochi eletti?, o cos’altro?
Hai discusso di massimi sistemi, caro Visir, ma di scuola si o scuola no nulla ho letto.
Ma pensa!, se la scuola non fosse obbligatoria, se la scuola fosse un premio per pochi eletti, questa nostra conversazione non avrebbe luogo perché molti di noi – o forse tutti noi – sarebbero analfabeti, o quasi, ma di certo incapaci di imbastire un discorso scritto bello rotondo. O anche spigoloso.
Io, da parte mia, di certo sarei in montagna, un ingenuo pastore preoccupato per la prossima ventura transumanza, nella mia spelonca assieme alle mie pecore e al mio cane Argo, fedele negli anni.
No, Argo no: non potrei sapere che Argo era il cane di Ulisse.
Allora assieme al mio cane “Gu”, che mi sembra un nome abbastanza analfabetico.

PS: aiuto!! Bisogna fare qualcosa contro questa dimostrazione robotica. Mi sta stressando!

Gillipixel ha detto...

@->Vale & Salazar: cara Vale, ho visto che Salazar si lamenta (e a ragione...) della molestia del nuovo spotty :-) se ti andasse di eliminare la parole di verifica, ti dico sotto come si fa...io l'ho eliminato: il vecchio spotty era un simpaticone, ma questo qui sembra il suo nipotino petulante: è odioso, non ha più senso :-) Ad ogni modo, fai come ritieni meglio...

Ecco la procedura per eliminare le parole di verifica:

1)prima di tutto, bisogna entrare nella “parte operativa” del blog usando la vecchia visualizzazione
2)se la vecchia visualizzazione non è attiva, si va sulla barretta blu in alto, si clicca su "entra", oppure su "design" (se sei già col collegamento attivo)
3)nella pagina che si apre, in alto a destra c’è l’icona di un piccolo ingranaggio: se si clicca sopra, scende una tendina, da cui si sceglie “Vecchia interfaccia di blogger”
4)una volta dentro la bacheca (vista nella vecchia visualizzazione), dove ci sono i tasti “nuovo post”, “modifica post”, ecc., si clicca su “impostazioni”
5)nella serie di tasti “generale” (“pubblicazione”, “formattazione”, “commenti” ecc.) si clicca su “commenti”
6)entrati nella pagina di opzioni per i “commenti”, la penultima voce in fondo alla pagina dà l’opzione di eliminare le parole di verifica: dove c’è la domanda “Mostra la verifica parole per i commenti?”, spuntare “no”

Fatto :-) spero di essere stato chiaro :-)

Visir ha detto...

La scuola come libera scelta non è necessariamente per pochi eletti, ma per chi desidera la conoscenza.

Fatto salvo le basi necessarie per poter esprimere e formare una propria opinione, ovvero le basi indispensabili perchè il nostro sistema politico democratico possa funzionare efficientemente.

In un caso e nell'altro queste ipotesi non sono attuate, la prima perchè la società non è veramente desiderosa di una libera conoscenza; Nel secondo caso, invece, per gli stessi motivi. :)

Massimi sistemi a parte alla maggior parte delle persone piace semplificarsi la vita complicandosela poi in definitiva con assurdità di ogni tipo.
Ad altri, pochi, piace complicarsela per infine semplificarla.

L'educazione in fondo dovrebbe insegnare che non è una buona regola cavarsi gli occhi per non aver paura di guardare i burroni.

Ma anche questo è solo accademia...

Vanessa Valentine ha detto...

Salazar, ovviamente sono dalla tua parte.
Una scuola per tutti è una delle grandi conquiste dell'umanità, peraltro non ancora garantita per tutti (e infatti viene desiderata dove non è un diritto, negletta dove viene data per scontata).
Fatta bene o fatta male, poi, è questione di persone: e qui bisogna scendere nel dettaglio, caso per caso, farsi l'esame su di sé e per sé.
Si può essere colti ma non bravi insegnanti: ci vogliono l'empatia, la pazienza, il rigore. La modestia di dire: ragazzi, insegnatemi quello che non so.
Visir ama la filosofia e, appunto, i massimi sistemi.
Diciamo che più che sporcarsi le mani preferisce sporcarsi l'anima, e nemmeno più di tanto.
Lo conosciamo, ormai, ho allievi molto somiglianti a lui.:)))))
Hanno tanto bisogno di attenzione, sono ragazzi.;)))))))))
E non bisogna mai, mai stancarsi di spronarli.
Bisogna scolpirli, pezzetto dopo pezzetto, non ad immagine dell'insegnante, ma alla meravigliosa immagine di quel che diventeranno, donne e uomini migliori.:))))))

Visir ha detto...
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Visir ha detto...

Perdonate tutta la logorrea di cui soffro ultimamente, devo aver preso freddo al pancino.
Nel caso saltate a piè pari i miei commenti.

Mi sono venute in mente un paio di cose al seguito dei quesiti di Salazar: scuola si, scuola no, chissà? Ma, però...

Non sempre è facile replicare laconicamente a domande che meritano un discorso articolato non è come rispondere ad un interrogatorio di polizia fra un ceffone e l’altro legato ad una sedia.
Evito, come la gonorrea, il moderno sistema manicheo di esprimere una posizione senza darne un’esauriente spiegazione.
Non siamo mica al Bar dove una persona tifa Inter e una Milan e all’amor non si comanda.

Un dubbio però volevo suggerirlo.
Non sono così sicuro che la formazione delle masse a forza di programmi ministeriali vada di pari passo con la crescita dell’uomo, con la sua saggezza e l'arte che riesce ad esprimere.
.
Infatti, la storia antica (dove non vi era la scuola dell'obbligo, mi pare) ha regalato menti eccelse come Socrate, Epicuro, Seneca sino a Nietzsche e grandi scrittori come Tolstoj, Dostoevskij, Kafka e Arthur Schnitzler. Per non parlare dell'arte e della scienza.
Non mi sembra che Leonardo sia stato all'università?
Oggigiorno invece chi abbiamo?
Vogliamo fare un confronto obbiettivo?
Perderemmo prima di cominciare.

Non sono nemmeno sicuro che questa discussione non avrebbe luogo, almeno in quel mondo preistorico cui tu Salazar, releghi i “senza scuola”.
Se tu, ami la conoscenza in un modo o nell'altro avresti trovato il modo di conoscere. Non ti pare? Così come prima di noi, illustri sconosciuti del loro tempo, senza studi certificati, si sono dati la pena di scoprire quello che è stato scoperto e che lascia attoniti ancora oggi i nostri contemporanei.
Come hanno fatto? Erano intelligenti! Semplicemente più di noi perché non sono stati inebetiti da una omologazione scolastica.

Sul fatto poi che saresti stato meno felice con le tue pecorelle e Gu, il tuo cane, invece che vivere la vita che vivi mi viene da chiederti: Ne sei proprio sicuro?
Non voglio fare, del tempo che fu, l’avvocato…Sono già abbastanza odiato così, ma non sarei così assertivo sulla buona organizzazione della nostra attuale società.

Come diceva un mio amico giapponese: “La conoscenza senza saggezza è solo un carico di libri sul dorso di un asino”.

E con questo mi ricollego a tutta la tiritera sui massimi sistemi fatta nei miei sproloqui precedenti.

Se dietro ad una nozione non vi è saggezza, esperienza e merito cosa mai può valere veramente?

Mo' taccio però, finalmente.

P.S. Carissima Vivì, ci credo che tu sostieni l’opinione ordinaria del valore della scuola attuale…ci compri il pane! :)))

Salazar ha detto...

Ma guarda!, se non è questo il caso di dire “molto rumore per nulla” quando mai lo sarà?
La vuoi e la chiedi la scuola obbligatoria, caro Visir, infatti dici: ”Fatto salvo le basi necessarie per poter esprimere e formare una propria opinione, ovvero le basi indispensabili perché il nostro sistema politico democratico possa funzionare efficientemente.”
L’università non è “scuola” nel senso più profondo. Si, è scuola perché insegna dellle cose, ma quelle cose riguardano una professione ben precisa, una specializzazione in un campo delimitato, e questo accade solo quando il tuo background scolastico precedente te lo permette: la famigerata scuola obbligatoria.
Infatti, non per nulla, l’università non è obbligatoria.

Che la scuola non fosse obbligatoria nei felici tempi passati che ci hanno dato tanti geni è un misunderstanding. L’obbligo non era una legge dello Stato ma una pratica, una routine di famiglia: se nascevi ricco, oppure in una famiglia di letterati, oppure ancora in una famiglia di ricchi letterati, erano i genitori che ti obbligavano a dotarti di una istruzione, per quanto basica fosse. Per i poveri c’erano cose più incalzanti a cui pensare, tipo mettere insieme il pranzo con la cena.
Lo Stato ha semplicemente allargato questa routine a tutti i bambini.

L’esempio di Leonardo non calza. Leonardo era un genio assoluto, uno su un miliardo di persone, parlando di scuola obbligatoria parliamo di schietto quotidiano, parliamo della normalità di bambini “normali”.
Per quanto Leonardo sia stato il figlio di un notaio, quindi figlio di persona colta e ricca, e se anche non fosse stato il genio qual era, ma un bambino “normale”, un minimo di istruzione se lo sarebbe sciroppato ugualmente.
In più, se non sbaglio, Albert Einstein, la scuola dell’obbligo se l’è sciroppata tutta (e per giunta cattolica, povero piccolo), e anche lui era un genio da uno su un miliardo.

E per finire cito il bel racconto "Young Archimedes" di Aldous Huxley: l’emblematica storia di Guido. Bambino povero, figlio di braccianti toscani, analfabeta, genio matematico mai andato a scuola, che a soli sei anni è in grado di dimostrare il teorema di Pitagora, non nella maniera di Euclide, ma nel suo personale modo più “naturale”.
Morto a soli sette anni perché troppo povero e troppo intelligente.
Pensando a Guido, una domanda: quanti grandi uomini, quanti pensatori, quanti scienziati in più avrebbe avuto l’umanità se la scuola fosse stata da sempre accessibile a tutti, se tutti avessero potuto esprimere le loro possibilità al massimo?

Visir ha detto...
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Visir ha detto...

Il genio sfugge alla previsione, sia della Natura, sia a quella dei programmi scolastici.

Mi viene però da chiedere, se i tempi che ci hanno preceduto hanno sfornato tantissime menti brillanti, mentre, il nostro attuale così poche, non è forse che il sistema adottato non favorisce il loro sviluppo?
Sarebbe una legittima domanda da porsi con onestà.

Se il sistema scolastico diffuso producesse veramente sviluppo e benessere e favorisse l’habitat per la crescita dell’intelligenza come mai abbiamo più problemi dei nostri nonni? Come mai queste menti brillanti, lo ripeto, diminuiscono? A fronte poi di uno sviluppo demografico esponenziale.

Nel 1400 la popolazione europea era di 70 milioni di abitanti, quella mondiale 350 milioni e conosciamo il numero delle menti che si sono distinte, oggi siamo nel mondo 7 miliardi e 200 milioni e quante ne abbiamo?
Capirai, Salazar che c'è qualche cosa che non quadra.

Se seriamente ci interroghiamo sul modo di sviluppare le capacità latenti in ognuno allora il nostro sistema educativo è quanto di più lontano ci può essere, a mio modesto parere.
Capacità latenti che sono relative all'intuizione, alla soluzione di problemi utilizzando logiche differenti e quello che con maggiore estensione è chiamato il "pensiero laterale".

Il sistema è sbagliato nella struttura e per come si pone nei confronti di chi è interessato alla conoscenza.
Prima bisognerebbe far insorgere la domanda in un bambino e poi guidarlo senza violenza verso la ricerca della SUA risposta. Confrontando i modelli logici adottati e sviluppando in lui la visione da punti di vista diversi. Tutto questo in un clima di libera scelta che altrimenti svilisce qualunque entusiasmo che è la base di una ricerca vera.
Di fatto si fa proprio l’opposto. Almeno nelle scuole ordinarie.

Sostengo questo supportato da prove inoppugnabili, mi si perdoni l'enfasi da tribunale.
Test di selezione di manager rampanti per incarichi al vertice evidenziano che la proporzione di quanti di loro utilizzano il cosiddetto "pensiero laterale" sono nell'ordine del 1%, mentre bambini in età prescolare arrivano a percentuali record del 70%.
Questi sono dati oggettivi e non sono i parti deformi della mente egocentrica di Visir.

Lo studio rende stupidi?
Non esageriamo, ma forse il modo di studiare e quindi di conoscere che è per definizione "rendere già noto un dato sconosciuto" è in qualche modo molto inadeguato.

Tale situazione è volutamente determinata.
Non è un caso che gli attuali sistemi educativi ufficiali sfornano idioti sapienti, ciò è funzionale al controllo delle masse e al mantenimento dello "status quo" e dell'egemonia di quelle dieci famiglie che detengono la ricchezza mondiale e quindi il potere sul debito. Un essere pensate in maniera autonoma è un virus mortale per il controllo politico.

Ecco perchè affermo che non sarà possibile costruire una società migliore se non scardinando dalle fondamenta il sistema formativo che ha prodotto uomini e donne che sono i pilastri su cui poggia questa costruzione folle e iniqua.

Viceversa è inevitabile un’estinzione di massa è non lo dico certo io ma i dati delle proiezioni demografiche ed economiche. Basta aver pazienza e il tempo mi darà ragione (amarissima consolazione però).

Un albero si giudica dai frutti.

Se guardiamo ai frutti del nostro sistema non possiamo che comprendere la necessità di una nuova piantumazione se gli innesti fatti su questo albero non saranno operati in maniera totalmente nuova.

Salazar ha detto...

Occhei, Visir, hai ragione.

Visir ha detto...

Guarda che lo conosco anche io quel detto: "La ragione si da ai fessi".

Per me era un semplice scambio di opinioni non volevo mica farti cambiare lavoro.

In ogni caso visto che sono una persona educata ti ricambio il regalo con un altro proverbio:

"Chi sa: fa. Chi non sa: insegna". :)

Salazar ha detto...

@Visir
Che la ragione si da ai fessi non l’ho detto io, l’hai detto tu. Ti ho dato ragione, si, ma cos’altro potevo fare leggendo una simile risposta?
Riassumo e commento il tutto, questa volta senza mezze misure o gentilezze.
Nell’ultimo intervento ho riportato che:
1) Stiamo dicendo le stesse cose, quindi molto rumore per nulla.
2) Stralcio e riporto il paragrafo in cuoi dichiari che un certo livello di conoscenza è indispensabile alla nostra società? Diciamo la stessa cosa, di nuovo.
3) Ribadisco che parlo di scuola obbligatoria: insegnare ai bambini l’abbicci e uno più uno fa due, e non la teoria delle stringhe. E che Leonardo non calza perché parlo di bambini “normali”, non di geni.
4)Ribadisco che non mi riferisco all’università, che non è obbligatoria.

In più, in un post precedente nomino il “Reggio Emilia approach”: un metodo di insegnamento molto personalizzato, che mette il bambino al centro del proprio programma di apprendimento lasciandogli molte possibilità di scelta. Cosa - le possibilità di scelta - che tu teorizzi in vari punti dei tuoi interventi, in special modo nell’ultimo, evidentemente non sapendo che i tuoi desideri scolastici sono già stati messi in pratica.
Non esistono solo i programmi ministeriali italiani nell’universo conosciuto, esistono anche scuole che funzionano benissimo: cerchiamo di uscire dal nostro piccolo mondo antico.

Nonostante tutto questo in risposta mi hai rifilato un polpettone di concetti impiallacciati, idee tutte lavorate sulla tangente del detto e del non detto, senza prendere una posizione qualsiasi essa sia: a cominciare da quel arnese stantio del “lateral thinking”, oppure tutto quel fiorire di massime impersonali e riprese chissà dove, tipo “Il genio sfugge alla previsione, sia della Natura, sia a quella dei programmi scolastici.” Che meraviglia!
Ma il massimo è stato: “Un albero si giudica dai frutti.” La mia (non) compianta zia Mafalda non avrebbe saputo fare di meglio.

Eppoi spacci luoghi comuni tipo “non ci sono più le mezze stagioni” come verità colata: non è vero che nel 1400, o nei secoli adiacenti, c’erano più “geni” che oggi. Quanti geni di quei secoli ricordi?, 20, 200, 2000 (più di 2000 non erano sicuramente).
Bene, secondo l’AAAS (American Association for the Advancement of Science) solo nel campo scientifico al massimo livello universitario, nell’alta tecnologia e nella ricerca avanzata operano nel mondo poco meno di sei milioni (6.000.000) di persone. E non prendono in considerazione gli artisti e chi opera nel campo umanistico.
Occorre farci su la matematica per scoprire quanti zeri dobbiamo mettere dopo la virgola della percentuale “geniale” delle due epoche?
O forse un genio antico era più geniale di uno moderno solo perché era antico?, la teoria eliocentrica di Copernico è forse più geniale della teoria del bosone di Peter Higgs, che ha più di ottanta anni ma è ancora vivissimo?

Ma è tanto difficile, in una conversazione, dire esattamente e direttamente quello che si pensa, e cercare di rimanere - almeno un poco – dentro all’argomento della conversazione?
La doamnda è ed è sempre stata: scuola obbligatoria per i bambini si o no?
Esempi di risposta esaurienti: si, voglio che i bambini – tutti – studino ed abbiano un minimo di cultura, malgrado la scuola – come tutte le istituzioni umane – sia imperfetta.
No, voglio che i cuccioli di uomo siano tutti un branco di analfabeti.
Che poi lo stramaledetto “genio” lo cerchiamo fra quei sei milioni di cui sopra, che è tutta un’altra discussione.
Punto.

ross ha detto...

Il visir da bravo narcisista riesce sempre a catalizzare l'attenzione su di se.TRASFORMA un tavolo di discussione ,pardon il divano di Vanessa in un ring.
Caro visir si vede che hai imparato a forza di calci nel culo(parole tue)e tendi ancora a ricercare questa modalità di apprendimento(come mi sento pedagogista).è una coazione a ripetere(Come mi sento psicoanalista).
Ma stavolta sul ring hai trovato un peso massimo puncher, un pugile completo,che con la sua tattica ,in una bella combinazione di colpi da ochei( scritto cosi perchè tu capissi bene.Ti ha dato la possibilità,caro visir ,di ritirarti dignitosamente )ti ha messo cappa o(KO)
Valeeeeeee!!! portami la cassetta del pronto soccorso, betadine, acqua ossigenata, zaffi, cerotti, ago ,filo.
Il ferito è grave.Dobbiamo suturare davanti e anche dietro(come mi sento medico chirurgo da campo di battaglia)

ross ha detto...

Vale, non perdere tempo a cercare l'anestesia. Il visir è primo di coscienza e ci starà per qualche tempo .E non t'impressionare quando cucio!!, è come cucire il pollo ripieno, la consistenza è quella. Come mi sento cuoca.

Vanessa Valentine ha detto...

:))))))) eheheh...Ross, che cattivella che sei.
;)))

ross ha detto...

Tranquilla Vale,visir è un guerriero.Un gattone randagione .è un ragazzo di spirito.è abituato al dolore,alla fatica,alla disperazione e pure alla solitudine.Nel tuo blog è accolto e si sente considerato sempre.
IL problema è che non trova risposte alle sue domande.E mi chiedo : è un misantropo non convinto o un filantropo pentito?

ross ha detto...

"Homo sum,humani nihil a me alienum puto"
"Sono un uomo ,nulla che sia umano mi è estraneo"
So che condividi questa frase, il tuo blog è ricco di humanitas.
Con il visir vai oltre ed eserciti la caritas
Io ho solo schietta, sincera, autentica humanitas.

Visir ha detto...
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Visir ha detto...
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Visir ha detto...

Rispondo brevemente per quanto mi è possibile.

Alla signorina Ross.
In linea generale penso che le diagnosi da psicoterapeuta della domenica siano sempre un po’ azzardate.
Nel particolare direi che un minimo di pudore nei giudizi sarebbe auspicabile, se non doveroso, fra persone che aspirano ad una conversazione intelligente.
Difatti io scrivo di me e di quello che penso, non mi permetto di giudicare gli altri, al massimo mi confronto con le loro opinioni ed è proprio, suppongo, del modo di vivere in maniera corretta il rapporto dialettico.
Si giudica spesso perchè non si sa capire, è una semplice regola cui dovremmo tutti prestare attenzione, e forse perfino tu.

In ogni modo penso che ogni volta che esprimiamo un giudizio su una persona non facciamo altro che proiettare il nostro mondo su quanto ricaviamo dall'altro.
Così nel voler spesso rinchiudere nel contenitore della nostra mente un modello (il più delle volte banale) le molte sfaccettature di un altro, in realtà mostriamo solo la dimensione della nostra prigione mentale.

Questo per darti se ti aggrada qualche piccolo spunto di riflessione. :)

A Salazar: La tua articolata risposta richiederebbe un commento cui non è facile aderire.

Personalmente parto da due semplici constatazioni che mi paiono logiche.
La prima, il mondo diventa più complesso e problematico, cioè le persone oggi hanno più problemi di 20 anni o 50 anni fa.
Il sistema educativo generalizzato (quindi non prendo in considerazione piccole realtà che non influenzano significativamente la nostra società globale) ed esteso a quasi tutti non forma persone in grado di dare risposte migliori ai problemi che da sempre attanagliano l'uomo, anzi.

La seconda, in diretta conseguenza della prima è: Vale la pena generalizzare ulteriormente un sistema che ha prodotto persone che complicano una situazione già disastrosa?

Per inciso, non è credibile né corretto trasferire la responsabilità di un sistema endemico di scolarizzazione errata sulle spalle dei singoli insegnanti.
Poiché questi insegnanti per ricoprire quel ruolo devono per forza aderire ai modelli proposti dal sistema.
E' un circolo vizioso che non può essere migliorato ma solo sostituito.

Quindi dico no alla scuola obbligatoria, almeno a questa scuola che forma idioti sapienti.

Non sarebbe ragionevole pensare che essere un “poco malato” sia meglio che essere “molto malato”, quando l'obbiettivo dovrebbe invece “essere sano”.
Infine, mi si perdoni la piccola polemica, ai tuoi giudizi taglienti sulle mie frecce semantiche, proverbi, motti, citazioni o per l’uso dei detti popolari della mia portinaia (la signora Maria), sorvolo con plastica agilità e preferisco conversare per argomenti piuttosto che con giudizi.
Mi perdonerai se cito la mia portinaia ancora (che è mio personale guru) che dice sempre, quando pulisce le scale con la ramazza “Più una persona sale in alto e più quelli che stanno sotto gli guardano il culo”.

Grazie a tutti per la piacevole chiacchierata.

ross ha detto...

E TUTTA LA CLASSE RIMASE IN SILENZIO DOPO LA CAZZIATA DEL PROFF VISIR.

Salazar ha detto...
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Salazar ha detto...

Non si risponde ai post per vari motivi.
Perché non interessati a farlo, perché i post sono giudicati poco interessanti o proprio banali, perché non si ha tempo o voglia, perché i concetti espressi non possono essere presi in considerazione neanche per ridere. Perché si pensa che rispondere non valga la pena, che “the juice isn't worth the squeeze”, come direbbero gli estimatori di lingue esotiche.
La tua risposta ultima, caro Visir, ha centrato alcuni di questi obbiettivi, forse tutti, e non avevo nessuna intenzione di rispondere.
Ma poi due pensieri si sono messi a girare nella mia testa: la cognizione di quella nuova, strana patologia ormai diffusissima nei blog chiamata “Sindrome dell’ultima Risposta”, i sintomi della quale portano i contaminati alla convinzione che chi ha postato l’ultima parola automaticamente vinca la disputa. Idea quantomeno falsa, che non mi va di assecondare.
E, secondo motivo, molto più importante, lo spaccio di notizie o fatti palesemente falsi che non posso lasciare senza correzione, soprattutto pensando agli altri frequentatori di questo blog.

Ecco un falso: ”Il sistema educativo generalizzato (quindi non prendo in considerazione piccole realtà che non influenzano significativamente la nostra società globale) [...]”.
Suppongo si parli del “Reggio Emilia Approach”, comunemente chiamato anche “the Approach” o REA. Il REA non è una “piccola realtà”, è un metodo di insegnamento inventato da Loris Malaguzzi (medaglia d’oro della Repubblica italiana alla memoria per meriti culturali conferita dal Presidente Cianpi nel 2001) nella provincia di Reggio Emilia sul finire degli anni ’40 e da li si è sparso in tutto il mondo nei seguenti settant’anni.
Per spiegarlo in poche parole, se il metodo Montessori ha trasformato quelli che all’epoca erano considerati “uomini di piccole dimensioni” in bambini, quindi delle entità diverse dagli adulti, il REA ha trasformato i bambini in “persone”, delle entità con proprie capacità di decisione.
Dall’Europa, agli Stati Uniti (le scuole private USA nominano il REA sulla loro brochure), al Giappone passando per il Sud America è impossibile dire quante scuole lo applicano direttamente, non esistono riscontri numerici nella pur vasta letteratura riguardante il REA (o almeno non ne ho trovati), ma si parla di milioni e milioni di bambini, e in questi ultimi anni l’Approach del geniale ma misconosciuto Malaguzzi si sta velocemente diffondendo in Cina, e lì di bambini ce ne sono veramente parecchi.
Cosa più importante però è l’effetto indiretto, la nuova concezione che il REA ha portato nella pre-scuola e nell’educazione primaria, il concetto di “scelta del bambino”. A spizzichi e bocconi ormai tutte le scuole del mondo applicano parti o aspetti del REA, a volte senza sapere che si tratta di metodi e concetti tolti da un contenitore molto più vasto. Esempio: moltissime scuole della città dove vivo hanno un atelier di arte o simili dove fanno smanettare i bambini, ma pochi insegnanti sanno che i vari “atelier” sono stati introdotti dal REA e ne sono parte integrante.
Quindi, Visir, sarebbe meglio non giudicare cose che non si conoscono. Come tu stesso dicevi.

Invece, sai cosa ho fatto oggi pomeriggio?, sono uscito di casa ed ho rivolto le due seguenti domande alle prime dieci persone che ho incontrato:
A) Vuoi essere sano? Risposta: si.
B) Preferiresti avere il raffreddore o l’epatite? Risposta: il raffreddore.
Statistica ben povera per numeri, ma infinitamente più ricca, reale e ragionevole della tua massima: ”Non sarebbe ragionevole pensare che essere un “poco malato” sia meglio che essere “molto malato”, quando l'obbiettivo dovrebbe invece “essere sano”.

Infine, devo dire che le citazioni della tua portinaia mi appaiono veramente oscure: sinceramente non ho capito chi sale e chi scende, a chi si riferisce e perché, e di chi è il culo. Ma da vecchio incallito insegnante noto che “persona” è femminile, e che quelli che stanno sotto “le” guardano il culo.

Salazar ha detto...

Ma che male ci hanno fatto i robot?
Voi compilatori di blogspot lasciateli entrare per favore, che la nostra vita di postatori sarà più facile!
Scusa le cancellazioni, Vivì, ma la dimostrazione anti robot mi prende la mano.

Gillipixel ha detto...

@->Salazar: affrancarsi dalla schiavitù robotica SI PUO' :-) chi robotizza avvelena anche te, digli di smettere :-)

Ecco la procedura per eliminare le parole di verifica:

1)prima di tutto, bisogna entrare nella “parte operativa” del blog usando la vecchia visualizzazione
2)se la vecchia visualizzazione non è attiva, si va sulla barretta blu in alto, si clicca su "entra", oppure su "design" (se sei già col collegamento attivo)
3)nella pagina che si apre, in alto a destra c’è l’icona di un piccolo ingranaggio: se si clicca sopra, scende una tendina, da cui si sceglie “Vecchia interfaccia di blogger”
4)una volta dentro la bacheca (vista nella vecchia visualizzazione), dove ci sono i tasti “nuovo post”, “modifica post”, ecc., si clicca su “impostazioni”
5)nella serie di tasti “generale” (“pubblicazione”, “formattazione”, “commenti” ecc.) si clicca su “commenti”
6)entrati nella pagina di opzioni per i “commenti”, la penultima voce in fondo alla pagina dà l’opzione di eliminare le parole di verifica: dove c’è la domanda “Mostra la verifica parole per i commenti?”, spuntare “no”

Visir ha detto...

Rispondo nell'ordine, ma solo per educazione non per aver l'ultima parola o vincere una disputa che non sapevo di contendere.

A Ross:
Non capisco il tuo commento, mi spiace.
Forse, volevi domandarmi: "Che ore sono?"

A Salazar:
Tu citi il "metodo Reggio-Emilia" che non conoscevo e non conosce quasi nessuno (l'ho chiesto a dieci persone per strada e non ne sapevano nulla).
Questo sistema misconosciuto dunque cambierà il mondo?
Può darsi, che ti devo dire? Speriamo, visto come vanno le cose.
Fino ad allora la scuola normale resterà, secondo me, una fabbrica di idioti sapienti.

A proposito dei tuoi giudizi sul mio modo di esprimermi come ti ho detto non sono interessato ad alimentare la polemica, perchè non è funzionale ad una discussione serena e obiettiva.

Se tu sei un "figlio" del metodo che esalti allora penso non sia un gran metodo però, se alla fine ti porta a cavillare su di me e non ragionare sugli argomenti che sostengo per eventualmente confutarli.

A proposito del tuo sistema di indagine statistica (che ho provato a adottare rivelandosi un fallimento) la domanda che hai rivolto a quelle brave persone è stata mal posta.
Infatti, tu prospetti una situazione transitoria (la malattia) cui chiunque auspica per se stesso una sintomatologia lieve.
Diversa è invece la condizione di vita; Essa è una condizione stabile e ci accompagna per tutto il tempo a nostra disposizione.
Come dicevo la condizione umana è naturalmente propensa a godere una vita sana (fisicamente, emotivamente e mentalmente) e non una vita "poco malata" a fronte di una vita "molto malata”.
Accontentarsi di stare poco male quando si può con una buona organizzazione “stare bene” è un atteggiamento stupido e codardo.

In ogni caso la mia era una sorta di allegoria cui bisognava intenderne il senso e non applicarla alla lettera come le istruzioni di montaggio di un mobile Ikea.
Mi sembra strano che una persona di cultura come sei tu scivoli su questa buccia di banana tanto piccola.

In merito alle citazioni della mia portinaia ti confesso che anche per me a volte hanno un sapore oscuro. Nel caso ti metterò in contatto con lei per eventuali delucidazioni sui suoi sibillini vaticini.

Ti ringrazio invece e molto per la segnalazione della mia svista grammaticale che mi permetterà in futuro di evitare un errore.

Cito istintivamente la signora Maria (è più forte di me) che ogni tanto mi dice: "Ricorda, si può imparare qualche cosa di buono anche dal più ordinario degli uomini".
Però, non mi chiedere perchè mi è venuto in mente. :=)

Un abbraccio a tutti e grazie ancora per la simpatica discussione.

ross ha detto...

"Eccomi,risuscitata al quarto giorno".Comincia cosi "SQUOLA"di Vanessa e poi 50 commenti.I primi 3 tranquilli , poi il visir."la scuola non insegna a vivere"Gli educatori dovrebbero istillare il germe del sapere ecc.
Vero!è quello che cercano di fare molti insegnanti .Fidati .Lavoro con loro. tutti i giorni ( tranne la domenica quando faccio l'analista).Facciamo del nostro meglio:aggiornandoci,incotrandoci. I problemi sono tanti e noi non siamo perfetti ( hai ragione gilli).Ma siamo autentici ,questo si.Malaguzzi ,lo conosciamo..il REA ha trasformato la mentalità scolastica persino l'archittettura della scuola.
Ma le affermazioni di visir ....
è vero che l'attuale sistema educativo(obbligatorio) ufficiale sforna idioti sapienti che è funzionale al controllo delle masse? e che tanti insegnanti aderiscono a questo modello?
ross:la portinaia del visir

ross ha detto...

Visir,tante cose vanno male in questo mondo.Lo sappiamo ,lo sappiamo in tanti . Ma attenzione a non gettare via il bambino con l'acqua sporca.Sono sicura che la signora Maria lo conosce questo detto popolare
un caro saluto

Salazar ha detto...

Non ti adombrare ross.
Visir non merita la tua sincerità.

Grazie della spiegazione anti robot Gilli, neanche Asimov avrebbe spiegato meglio. Però, per mettere in pratica tali operazioni dovrei hackerare il blog di Vivì: cosa assai agevole per me, ma a quel punto, con un brivido, verrei a conoscere tutti i piccoli segreti raccapriccianti di Vanessa Valentine.
Meglio di no.

Gillipixel ha detto...

@->Salazar: ehehehehe :-) il mio non era un invito all'hackeraggio, Salazar...non intendevo dire che fosse tuo compito srobotizzare il mondo e questo delizioso angolino virtuale di cui siamo ospiti :-) era solo per ricordare alla nostra cara amica Vale che, se vuole, può debellare il robotismo dal suo simpatico salotto a noi così caro :-)

Un saluto asimoviano :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Scusate se mi sono un po' persa per le lande nebbiose dalle mie parti, eccomi qua, un po' atterrita dal profluvio di commenti.
Da che parte comincio? Mah. Proviamo così.:))))))
Visir: inutile ribadirlo, sto dalla parte di Salazar. Scuola dell'obbligo forever and ever, sarà una barba e cattivi insegnanti educheranno piccoli robottini obbedienti, ma la pubblicità fa peggio. E gli insegnanti bravi aiutano i timidi a diventare blogger spudorati ed estroversi compagnoni.:)))))))))
Quel che conta è l'empatia e la comunicazione, si passano per osmosi da insegnante ad allievo.
Ross: già ti ho detto che mi piaci un mucchio, qui ribadisco le mie posizioni.;))))))
Salazar:ho seguito le istruzioni di Gilli in maniera forse un po' creativa ed ho disattivato i robottini saccenti sparaparole a vanvera.
All'inizio non riuscivo più a commentare nemmeno io, probabilmente li ho fatti incazzare...:))))))
Fatemi sapere se la cosa perdura, mi dispiace se siete impazziti o altro per via di tutta la faccenda.
Dannati robottini.:))))))) e non ti preoccupare, Salazar, se vuoi hackerare la baracca fa' pure, al massimo scopri che mangio i wafer intinti nella maionese indossando calzini a righe viola e senape. Niente di troppo grave, credo.:))))))))))))
Gilli: che dire...thanks! Sempre gentile e al servizio delle bloggheresse come me, impeditelle raquanto...eheh.;))))))))

Gillipixel ha detto...

Grazie a te, Vale, per aver accettato con la tua consueta simpatia la freddezza dei miei suggerimenti :-) Anche io ho dovuto togliere spotty, anche se a malincuore...era diventato supponente e arrogante :-) insultava gli ospiti...un vero disastro, ormai era peggio di HAL9000 in Odissea nello spazio :-) una volta era molto simpatico, inventava paroline fantasiose e ci regalava divertimento...ma adesso non si poteva più sopportare :-)