lunedì 16 aprile 2012

Bambini (quasi) indaco

Dopo una prima illusione di primavera (ma era tutto secco da morire, gli occhietti della Madonna, quei fiorellini azzurri che spuntano per primi col tepore erano tutti flosci, e le zolle di terra si spaccavano da quanto erano secche) è piombato addosso a tutti un signor Vortice Depressionario, alcuni hanno detto anche che arrivava il miniciclone Lucy (tornati a usare i nomi femminili, un po' di becero e sano maschilismo rinvigorisce sempre, nella vita, parlando di cicloni, tifoni e uragani - anche se siamo ben tutti consapevoli che il vero casino, in casa, lo crea l'Uomo). Per Pasqua tutti su con il cappotto, stomaco in disordine, malanni di stagione che ogni anno diventano sempre peggio (mal di ossa, mal di testa, male in genere,uffa). Bei tempi quando al massimo svenivo se faceva troppo caldo per la pressione bassa...
A scuola i ragazzini stanno raggiungendo vette di anarchia inaudite, sono sempre più attaccata a loro e loro a me, durante la ricreazione faccio fatica a scollarmene di dosso un paio, mi tormentano come la mangusta fa col cobra. Ti seguono perfino in bagno, peggio di una ciunga appiccicata alla scarpa da ginnastica.
Sono adorabili, mi fanno davvero morire dal ridere.
Alcuni di loro hanno un senso dell'umorismo e una fighitudine da far impallidire i trentenni, quelli fastidiosi finto-simpatici che tentano l'abbordaggio nei locali.
Quando ti fanno un sorriso autentico, il sorriso del tredicenne che-ti-vuole-bene, ovvero che non sente il bisogno di pigliarti per i fondelli o non ti ringhia contro, sono davvero bimbi luminosi, ancora. A quattordici anni quel sorrisone sparirà, diventerà qualcosa di più adulto, meccanico, cinico, meno spontaneo. Quel loro affetto senza secondi fini, da animaletti, è preziosissimo, è quello che ad un certo punto svanisce e i genitori lo rimpiangono per tutto il resto della vita. Riaffiorerà, ma fra trent'anni, quando i genitori saranno troppo vecchi per trovarlo ancora una volta meraviglioso e fondamentale. E forse forse.
Adoro sedere in mezzo ai banchi con loro, li fa stare più attenti, sono più cauti perché gli scivolo alle spalle come un vietcong e faccio fare loro certi salti...e intanto ascolto la lezione, lasciando che la mente divaghi, verso lidi di tanti anni fa, in un'aula messa male come questa, con libri quasi uguali, programmi identici, identico metodo.
Mi sto documentando su varie nuove tecniche di insegnamento, alcune vengono dall'estero, non so, si potrebbe anche cambiare la didattica, cambiare fa spesso bene.
A quest'età hanno cervelli così ghiotti di notizie e curiosità. A volte il borbottio della lezione ammazza anche me. Con più insegnanti contemporaneamente nella classe, sempre pronti a pungolare i pigri o a distribuire a tutti le idee degli zelanti (le "secchie", si sa, sono solo più curiose degli altri, e vanno avanti per conto loro, piccoli Ulisse compressi nel banchetto), con dvd, computer, colori, schede fatte da loro, tutti in cerchio a guardarsi negli occhi il lavoro sarebbe più spedito. ormai i ragazzi sono diversi, la tecnologia è diversa, l'unica cosa che rimane sempre tetragonicamente uguale a sé stessa è la scuola. Laboratori di teatro, ma fatti bene, da loro. Musica, strumenti, tanti (e non solo il malinconico flautino di plastica - anche se io alle medie, grazie a quello di legno che avevo sgraffignato a mio padre, ero stata nominata Flauto Solista...capirai, gli altri squittivano le scale, io a casa avevo gli spartiti di papà, Smetana, Mozart, Bach, roba facile, ma bellina).
Certe volte mi sento come Jack Black in "School of Rock". Seguite le vostre passioni, dico sempre. Trovarle, è il problema.
Lo stesso problema di mantenere in vita una scuola pubblica che sia istruttiva, educativa e non un mortorio.
Spiego loro, durante un'ora di supplenza, cosa sono i bambini indaco, naturalmente dicono, ma siamo noi!, e io, beh, non esattamente. Diciamo che siete violetto chiaro chiaro.
Naturalmente, nasce un dibattito. A Ballarò non sfigurerebbero, devono solo lavorare un po' sulla dialettica. ma a chiacchiera, ci siamo.
Nel banchetto mi rilasso, penso a quant'è bello essere ormai troppo vecchi per dover ancora imparare tutte quelle noiose battaglie di trecento anni fa, ormai nemmeno gli scheletri ci saranno più, e che senso ha imparare le battaglie, poi, tanto gli uomini si scanneranno sempre, saecula saeculorum. Almeno spieghiamogli perché è meglio andare d'accordo, anche in classe, il che è un primo passo. Che questa mini Onu vada d'accordo, mi auguro, sempre. E' la nuova Italia, multiculturale, colorata, allegra, dispettosa. Fantasiosa, impertinente, affettuosa.
Sono i figli di tutti, bisogna educarli al meglio.
Ci guardano con attenzione, signori adulti, tutto il tempo. Tenetene conto.


15 commenti:

Gillipixel ha detto...

Vale, ripensando ai tempi delle mie varie scuole e sentendo un po' dal di fuori testimonianze attuali, rimango sempre stupito di come il nostro sistema scolastico riesca ancora a formare tante persone in gamba, in Italia...poi leggo un articolo stupendo come questo tuo, ripenso alle tante maestre, professori e docenti conosciuti, che sono stati delle vere e proprie guide per me, dei fari per i diversi momenti della vita, e mi rispondo che alla fine è proprio la bontà del nostro "materiale umano" messo dietro le cattedre a continuare a fare la differenza in positivo, nonostante tutto un contorno strutturale e tecnico spesso non esaltante...

Mi piacerebbe essere tuo allievo e se capitasse di fare un tema intitolato "Parla di una persona speciale", il mio svolgimento sarebbe: "...La mia prof. Vale ama molto i gatti, sarà forse anche per questo che mi piace un sacco..."
:-)

Vanessa Valentine ha detto...

:))))))
Il tema piacerebbe anche a Bagigia, Gilli...eheh...
Forse perché i supplenti hanno meno tempo dei titolari, sono entusiasti e amano le novità e le sfide, hanno tutto da dimostrare, soprattutto a sé stessi, e la strada è tutta in salita...e poi, diciamocelo, se riesci a conquistare i piccoletti (pubblico piuttosto difficile) ce l'hai fatta su tutta la linea.
Tra di loro parlano, commentano gli insegnanti, quelli scamuffi li beccano subito ed è finita.
Arrivano a dirti, grazie per averci trattato male, a volte non lo fa nessuno.
Ecco.
Insegnare è una bellissima esperienza, Gilli, fintanto che durerà me la godo...poi si vedrà, andrò a fare un altro mestiere, immagino, e avanti, sempre.;)))))
Grazie per le belle parole, anche...;))))

ross ha detto...

Il libro di Lee Carrol e Jan Tober, ce l'ho

ross ha detto...

Da anni mi occupo di bamini e bambine con presunta A.D.H.D.,quelli chiamati o mitizzati bambini indaco.Pare che provengano dalle stelle , cambieranno il mondo e annunceranno i bambini cristallo,che salveranno il mondo.
I bambini vivaci sono sempre esistiti. Io preferisco chiamarli ad alto temperamento.Sono vivacissimi, intelligenti,intuitivi,impulsivi,straordinari come tanti bambini,ma umanissimi.
Hanno bisogno di essere capiti, accolti .Sono allergici agli insegnanti rigidi, ripetitivi e senza fantasia comportamentale.
Tu sei una brava insegnante, non perchè scrivi bene o insegni contenuti, ma perchè hai gli occhi che vede questi ragazzi straordinari e agisci di conseguenza. è questo il meccanismo che "cattura " i ragazzi.Tutto ciò non è monetizzabile

Vanessa Valentine ha detto...

Ross, grazie per le belle parole e la stima!;))))))
Mi documenterò meglio sui bambini indaco, non so dirti se nelle medie in cui insegno ce ne siano, non sarebbe male!
In effetti, ogni giorno che passa mi accorgo della loro insofferenza riguardo a certe forme di insegnamento "antiche"...oggi ho letto loro un articolo di giornale preso da un'antologia, sull'incapacità di provare sofferenza nella vita di questi tempi.
Che faccette!, che occhietti!!
Chissà cosa nascerà dal semino di una lezione sciolta, così, fatta da un'oscura supplente...ameranno la lettura? faranno di sé stessi piccoli, curiosi Ulisse?
magari!:)))))))

Visir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Visir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Visir ha detto...

Non ho molto da dire sui metodi educativi scolastici di cui ho già scritto cosa ne penso nella nostra precedente discussione (piacevolissima ma infruttuosa).

Invece trovo curioso il fiorire di queste nuove tipologie umane come i presunti "bambini indaco" o chissà come si vogliono chiamare. Parole catalogatrici cui sfugge “il nuovo Uomo” prossimo a venire.
Un essere che aspetto già da molto tempo considerandomi una sorta di avanguardia, ahimè finita per sbaglio in un fortilizio nemico e circondato da soverchianti forze ostili ho, per mera sopravvivenza, assunto gli usi e i costumi folli di questi strani esseri adottando un mimetismo che in Natura è un ottimo sistema di sopravvivenza.

Attendo dunque i rinforzi che per ora sono ancora nelle nursery e credo non farò più tempo ad assistere alla loro avanzata incalzante, ma non è ancora detto..

Sono per voi foriero di brutte notizie (ma non toccatevi i gioielli con un gesto apotropaico ma inelegante): l'essere umano oridnario non è perfettibile. Non lo è mai stato.
Esso è quello che è, e può solamente apparire diverso a patto di negare la propria natura e mentire a se stesso (abilità di cui gode in larga misura).
Ecco perchè penso che la civiltà di questi uomini sia ormai agli sgoccioli.

La Natura "forse" prepara il posto a un nuovo genere di essere umano, che se non proprio migliore sarà certo assai diverso.
Il sorgere di questo nuovo uomo porterà il vecchio bipede dominato dall'egoismo e privo quasi totalmente di logica obiettiva all'ombra e all'estinzione. E' una legge biologica, se non vi piace prendetevela con Dio.
E' già avvenuto quando l'Homo Sapiens ha compiuto il genocidio dei Neanderthal con una meravigliosa efferatezza scevra da ogni morale.

Auspicate l'avvento dell'uomo nuovo?
Dovreste sapere però che il suo primo atto di edificazione del nuovo mondo sarà il vostro assassinio.

Scherzo…forse.

Vanessa Valentine ha detto...

La vendetta dei robottini sparaparole continua!
Kill kill kill!!:)))))))

Salazar ha detto...

Queste sono le leggende che i Cani si raccontano quando le fiamme crepitano alte e il vento fischia da nord. Allora ogni famiglia si racoglie intorno al focolare e i cuccioli siedono muti, intenti ad ascoltare, e quando la storia è finita fanno molte domande.
"Che cos'è un uomo?" chiedono.
Oppure: "Che cos'è una città?".
O anche: "Che cos'è una guerra?".
Non c'è una risposta precisa a domande di questo genere. Ci sono supposizioni. Ci sono teorie e tante ipotesi dotte, ma nessuna vera risposta.
Nelle famiglie raccolte intorno al fuoco, più di un narratore è stato costretto a ripiegare sull'antichissima spiegazione che non esistono cose come un Uomo o una città, che non bisogna credere di trovare qualcosa di vero in una semplice fiaba, ma che bisogna accontentarsi del piacere che essa vi dà e non cercarvi altro...

Vanessa Valentine ha detto...

Bello, Salazar!:))))
Vero: godersi il viaggio, le parole, il vento.
Come un cane con la testa fuori dal finestrino della macchina.

ross ha detto...

Vale,ripensando ai bambini indaco mi sono venuti in mente i bambini con autismo o con spettro autistico.Nell'antichità l'autismo era attribuito alle fate,che sostituivano i propri figli ai neonati umani,changeling.Poi Kanner,Bettelheim con il famoso libro "la fortezza vuota"e infine la recente teoria della mente,molto ma molto più affascinante delle teoria delle fate.
Quando un fenomeno non è chiaro si tende a fantasticare.
Visir,siamo nell'era dell'acquario?O stai aspettando insieme ai testimoni di geova l'esercito degli angeli e 144.ooo umani straordinari? (Rivelazione)Sei uno dei 144.000?

Visir ha detto...

Cara Ross,
Non conosco l'acquario di Genova, una volta volevo visitarlo ma c'era una fila di 144.000 persone e così preferii mangiare una pizza in un locale nei caruggi.

"Coloro che furono oceani di perfezione e di scienza
e per virtù rilucenti divennero Lampade al mondo,
non fecero un passo fuori di questa notte oscura:
narrarono fiabe, e poi ricadder nel sonno.
Questi che ora son vecchi, e questi giovani ancora,
ognuno ansioso s'affanna correndo alla Mèta;
ma a questo antichissimo mondo, alfine, nessuno rimane.
Andarono. Andremo. Altri verranno. Ed andranno.
Questa gran volta del cielo sotto la quale stupiti viviamo
è come una lanterna, magica d'illusione:
il Lume dentro n'è il Sole, la lanterna è il Mondo;
e noi come forme fuggenti, sbigottiti, passiamo."
Omar Hayyām (ca. 1048-1131)

ross ha detto...

Caro Visir
"Vuolsi cosi colà dove si puote ciò che si vuole ,e più non dimandare"
Il caro amico Dante

Visir ha detto...

Chissà, povero Dante come si sentiva lontano da questo mondo meschino, costretto, nonostante il suo genio e la sua sensibilità eccezionale a mendicare un poco di benessere.

"Quanto sa di sale lo pane altrui", mi disse un giorno con amarezza al mercato fra le cassette di frutta e verdure rincarate di prezzo.

Nonostante secoli di poesia nulla è cambiato.

Talvolta sembra che l'uomo si innalzi di un poco dalla sua condizione miserevole, ma poi ricade sulla terra.
E' solo un piccolo salto, non è mai un volo.

E' curioso che la Natura ci abbia concesso il lusso dell'immaginazione che ci rende Dei e poi ci abbia recluso in un corpo angusto, caduco, fragile sicuramente inadeguato alle nostre aspirazioni e progetti sorti proprio da quella immaginazione. .

L'essere umano è in definitiva un paradosso; Caracolla lungo questo breve corridoio d'anni stretto fra due pareti anguste: la paura di morire e la mancanza di coraggio di saper vivere veramente.

Non conosce da dove viene, non sa dove sta andando, ignora il perchè di ogni cosa, si abbranca a pseudo verità per lenire l'angoscia del mero esistere.
Questa strana creatura è atterrita dalla futilità della vita, della sua (nostra) vita.
Futile, perchè non supererà mai il confine del proprio interesse personale legata alla dissoluzione di tutto dal tempo, solamente cibo per il fagocitante Cronos.

Ergastolani condannati a se stessi nell’attesa di un’esecuzione certa ma inaspettata.

Se mai esiste un Dio che ha dato a noi tutti abbastanza intelligenza da comprendere la pochezza della nostra identità, gli insulsi sogni delle nostre aspirazioni, l'indeterminazione degli accadimenti e la prigione inviolabile della nostra solitudine interiore cioè in definitiva ci ha dato gli occhi per vedere le sbarre ma non i mezzi per evadere; Ebbene, se esiste un Dio così crudele, io non lo voglio amare.

E se mai lo incontrerò farò finta di non conoscerlo.

Saluti e figli maschi.