martedì 29 gennaio 2013

Il trionfo di Bacco


Come si fa a non prendere in biblio un libro con una copertina così? E con un tema simile, le recensioni sui vini et similia che Jay McInerney, uno di quegli scrittori che leggevo al liceo mentre il prof di matematica spiegava, beatamente persa tra le sue ragazze allegrotte e sfacciate e le sue mille luci di New York?
Questo libro è una beatitudine, ho gli occhi stanchi ma adesso me ne vado di nuovo su in divano a leggere, perché nella vita so fare solo questo, ma lo faccio maledettamente bene.

11 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ahahhahaha :-) Valeeee :-) quando dico che sei una "GRANDE", non lo dico così tanto per dire: lo dico perché è proprio vero :-)

Vanessa Valentine ha detto...

:))))) l'hai letto, Gilli? E' fenomenale...a McInerney piacciono i rossi tosti, e come biasimarlo?:)))))))
Giuro, della copertina sono davvero innamorata.:))))

Gillipixel ha detto...

Non l'ho letto, Vale, ma questa è una segnalazione sensazionale, della quale ti ringrazierò sempre :-) conto di procuramelo appena possibile
:-) copertina fortissima, vero...

I rossi tosti sono la quintessenza della vinità :-) a mio avviso...

Raramente le ragazze li apprezzano, di solito sono più indirizzate verso i vini dolci...però per me i vini dolci (a parte alcuni nobilissimi liquorosi) si possono a stento chiamare vini :-)

Se ti piacciono i rossi arcigni :-) sei ancora più grande :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Sono contenta, Gilli...buona lettura, allora, e buone degustazioni!:)))))
Poi mi saprai dire!;)))))

Visir ha detto...

Sono un po' stupito dalla lettura compulsiva della leggiadra Vivì.
In un'età che dovrebbe vederci più come maestri che come alunni affamati ancora di novità.
Personalmente leggo poco per i vostri standard o almeno da quello che si intuisce dalla vostra conversazione.

Amo soprattutto i classici e tralasciando la filosofia non posso credere che siano vissuti geni come Kafka, Camus, Marai, Conrand e altri, ma in particolare i grandi romanzieri russi: Dostoevskij, Čechov, Tolstoj.
Che affreschi di personaggi sapevano stagliare su carta di poco conto! Padri di personaggi profondamente e poderosamente descritti come sculture che sorgono vivide da semplici fogli.
Lo spessore psicologico dei tanti uomini e donne raccontati era scalpellato da mani così abili che ne facevano intravedere l'anima.
Ed è paradossale visto che tali protagonisti sono nati dall'immaginazione.

Penso che se devo dare a qualcuno il mio ascolto, e con esso il mio tempo, che sia almeno una persona che racconta cose di valore.

Degli scrittori moderni e in particolare dei contemporanei viventi quasi nessuno supera la mediocrità a parte forse Chuck Palahniuk e pochi altri.
Non certo per delle mancanze nella prosa, ormai di buon livello grazie ai corsi di scrittura creativa ma più che altro per i contenuti.

Ci si affida allora alla copertina, al titolo intrigante per generare quel interesse che tanto entusiasma fra i molti anche la nostra cara amica.
Sorrido pensando che giudicare un quadro dalla cornice appare oggi il modo migliore per capire l'arte.

Se poi benignamente, sorvolassi su questa facile critica cui la nostra "semper gaudia" presta il fianco, mi chiedo quale contenuto possa darci un libro sui vini? Ammesso e non concesso che non sia solo un espediente per raccontare altro.
Che dunque la gradazione alcolica voglia istruirci e indicarci un altro tipo di spirito? .
Se fosse dunque un mero racconto sulla degustazione enologica avrebbe lo stesso valore di una mappa della metropolitana quando si vuol gironzolare per una nuova città...Non molto di più.

In questo caso forse, come in molti casi invece certamente, si confonde il bene con l'utile. Il bello con ciò che è in voga. L'amore con la passione capricciosa.
L'uomo (ahimè) con ciò che possiede e per cosa appare.

Visir ha detto...

Per libera associazione cito un saggio di 1500 anni fa.


"Più ti dai importanza e più la verità si allontana.
Sminuisciti, dunque, rimanda la tua anima ai suoi bassifondi, essa non è che una iena affamata.
Un giorno fai il gradasso, un altro giorno il santo eremita, a seconda del tempo.
Finché ti resterà un briciolo dell'assurda vanità che ti spinge ad alzare il tono quando faresti meglio a tacere, mille montagne ghiacciate ti separeranno da Dio.
Resta vanesio, soddisfatto di te e sarai considerato, nel mondo delle anime nude, come un nemico della vita.
Abbatti le pareti della tua prigione e anche nel cuore delle notti più buie sarai vestito di luce.
Il diavolo è in te, sappilo. Non appena dici -io- si fa vivo."

(Abu Bakar)

Gillipixel ha detto...

@->Visir: i grandi del passato che citi, caro Visir, sono indiscutibili maestri, probabilmente inarrivabili, titani immensi...l'anno scorso mi sono letto tomi capitali, che mancavano nel mio carniere di lettore, ed il godimento intellettuale che ne ho tratto, l'arricchimento, sono impagabili...mi riferisco a Guerra e pace, Anna Karenina, l'Odissea e L'Iliade...è vero: paragonati a certe opere moderne, hanno una potenza che si può rinvenire solo in certe altre espressioni dell'arte del più lontano passato...che so, la cappella Sistina, il fregio di Fidia per il Partenone, l'ara di Pergamo...

Però non disdegno certi grandi contemporanei: Philip Roth, Milan Kundera, Mario Varga Llosa, Paul Auster, Ian McEwan, David Foster Wallace, Haruki Murakami...il tempo a disposizione per leggere, rispetto alla potenziale mole di libri leggibili di ogni epoca, è molto limitato, per cui convengo sul fatto che una selezione accurata del "leggibile" rappresenti un criterio quasi d'obbligo...

Ma a volte, almeno a mio parere, un po' di leggerezza non guasta...sempre che si tratti di "leggerezza intelligente"...non
voglio dire che ci si debba piegare ad ogni vaccata immaginabile :-) anche nel saper scegliere la "leggerezza intelligente", ci vuole un notevole senso di discernimento...

Attualmente, ad esempio, mi sto leggendo una micidiale trilogia di Fantozzi :-) nella sua semplice demenzialità, sa raccontare tantissimo di certi aspetti del nostro vivere contemporaneo...

Preciso però, che nel frattempo, mi sto gustando al sommo grado della goduria culturale, anche un eccelso tomo del filosofo Umberto Galimberti, "Psiche e tecne", una delle letture più belle che mi sia mai capitato di fare...è vero, scegliere un quadro dalla cornice è un azzardo eccessivo, nonché insensato...ma certe volte, vale la pena perdere un po' di tempo per andare a ravanare negli interstizi: vi si possono trovare sorprese inaspettate :-)

Ciao Visir :-)

Visir ha detto...

@ GP.
Pur paradossale e pecoreccio Fantozzi e stato scritto da un Paolo Villaggio in gran forma.
Ho letto qualche sua intervista e un suo artico e devo dire che parla e scrive molto bene.

Sono ancora d'accordo con te sul disimpegno intellettuale almeno ogni tanto e credo sia per quello che Dio ha fatto la televisione.

Ormai la tv ha preso il posto delle librerie per tante persone e ha preso il posto anche di quei libri che molti non avrebbero mai letto in vita loro.

Personalmente imparo un sacco di cose da Dicovery e tutti i canali dedicati alla natura, la scienza e ai documentari su Sky.
Vi è un nuovo canale "Sky arte" che è veramente ben curato e presenta l'arte nelle sue forme più inusuali e rendendola molto interessante.
Certo manca l'esperienza fisica ed emozionale che il contatto diretto con una vera creazione artistica né è il senso stesso dell'opera, ma non potendosi permettere di girare il mondo in lungo e in largo per godere di tanti capolavori sparsi sulla terra resta una alternativa che come diceva mia nonnna "E' meglio che un dito in un occhio". ;)

Vanessa Valentine ha detto...

Se c'è una cosa che non penso potrò mai essere è proprio la maestra che sa già troppe cose, Visir.
Preferisco sapere di dover imparare ancora tanto.
Che gusto ci sarebbe a vivere, sennò?
Che me ne farei della mia onnivoracità?:)))))))
Sono una gaudente gaudiosa...e beh, mi piace.

Vanessa Valentine ha detto...

Caro Gilli, un po' di tempo fa ho letto anch'io Fantozzi narrato da Villaggio e l'ho trovato ben scritto e divertente. Farsi sedurre dai libri è la stessa cosa che farsi sedurre dalle persone...finché succede ed hanno quel potere su di noi perché stare tanto lì a spaccarsi la testa?
Certo, siamo autorizzati a saltare a piè pari i libri noiosi.
Naturalmente, possiamo farlo anche con i tipi noiosi...;)))))))
Visto che siamo anime legate da affinità elettive, ti leggerai davvero con gusto quell'epicureo di McInerney...le sue avventure nel mondo dei vini sono davvero seducenti.
E poi ti verrà una gran sete!:))))))))

Visir ha detto...

Una cosa che ho capito è che il processo di apprendimento e più profondamente, di conoscenza è paradossale.
Le cose migliori si incontrano e non si possono cercare. Si impara tanto soprattutto insegnando. Il nostro livello di incompetenza determina così la necessità di qualificarci.

Non parlo della conoscenza accademica e supponente di dati presi per veri senza una personale verifica, ma del processo di condivisione con ciò che è esperienza di vita.

La realtà è l'unica vera maestra in questo assurdo vivere.
Ci mostra cos'è distruggendo le nostre illusioni a scalpellate sui denti.
Come animali capiamo solo la frusta.
Se questo non migliora la nostra condizione miserabile almeno ridimensiona la nostra infinita presunzione.

Vuoi una sinesi del nostro divenire?
E' una risata: Folle, di gioia o di disperazione che sia.
Lascio ad ognuno la propria risposta.