mercoledì 3 aprile 2013

Brivido e raccapriccio!



Mamma mia, quanta roba da scrivere! Quante cose fatte, viste, godute negli ultimi giorni! Saranno i giorni di pioggia che mi costringono a stare tappata in casa in un vano tentativo di mettere ordine al solito caos con cui amo convivere, a parte fulgide eccezioni (con la Magnifica abbiamo visto la bellissima mostra su De Nittis a palazzo Zabarella, ne riparlerò, senza contare quell'altra che programmiamo, quella sulla Maison Goupil a Rovigo...), chi lo sa. Ad ogni modo, stasera sono più nel mood descrittivo telefilmifero, visto anche che a Pasquetta, con gli amici, abbiamo passato la giornata, in sauna, a parlare di serial e poi anche a cena. Visto gli stravizi dei tre giorni, un pomeriggio di spa ci stava pure.:)
Avvertenza: ho voglia di spoilerare, se ve lo volete vedere siete avvisati, vi rompo le uova nel paniere.
Tutta la gente in foto che se ne sta nell'allegrissima stanzona, incluso il tipo in fiamme a destra, furoreggia in "American Horror Story". Lo seguo di domenica, sul tardi, anche perché oltre a certe immagini brividose ha anche contenuti piuttosto espliciti; tenere duro e restare svegli certe volte è un'impresa.
Dunque, famiglia scombinata da padre bello e sexy che cornifica la moglie con giovane studentessa: la consorte non prende ovviamente bene la faccenda di esser becca e si opta per un radicale cambio di scena. Tutti a Los Angeles acquistando una casa che ha un prezzaccio ridicolo e il motivo c'è: è maledetta, maledettissima, ma così cattiva e perfida che si tiene tra le pareti belli stretti tutti quelli che hanno la sventura di morirci dentro. Al tempo stesso, la casa influenza il comportamento degli abitanti al fine di farli sparare, pugnalare, soffocare e dar fuoco ai congiunti con una foga ammirevole.
La casa provoca un attacco fulminante di bifidus actiregularis solo stando in piedi in giardino a guardarla, in un meriggio soleggiato. Appena si entra manca l'aria anche alla gente di qua dello schermo a lcd, pensa a quelli dentro. Naturalmente la famiglia la compra. Dopo dieci minuti scoprono la tappezzeria in stile "La casa dalle finestre che ridono". Primi dubbi, ma ormai il rogito l'è andà.
C'è una cameriera, Moira, una gemebonda e tremebonda signora dall'aria irlandese con un occhio cieco che si presenta come la donnina della parrocchia agli occhi della padrona di casa, Vivian, mentre il marito, Ben, la vede come una conturbante ventenne in grembiulino e reggicalze. Va da sé, è assatanata di sesso ma soprattutto è un fantasma.
Un fantasma sostanzioso, visto che pulisce e cucina (potere della maison). Ben fa lo psichiatra e prende in cura un ragazzo bello e fragile, Tate (ma che nomi...), trapassato anche lui il quale finisce per innamorarsi della figlia, biondina e dolce nonché problematica (si tagliuzza). E vede la gente morta, ovvio.
La ragazza scopre a metà storia che il fidanzato è un fantasma ma la prende bene comunque e anche la loro prima volta benché ectoplasmica è, tutto sommato, soddisfacente. 
Se non si ripresentasse l'amante di Ben, incinta pure lei, la quale ben presto entra nel club degli spettri di casa e se Vivian non venisse fecondata da uno dei fantasmi che girano tranquilli in modalità Rosemary's Baby si potrebbe dire che la vita tra queste quattro mura maledette non è così male...e invece c'è Constance, ovvero Jessica Lange, che entra ed esce dalla porta come se fosse la padrona (in effetti, ci ha abitato) nutrendo un tremendo interesse per il bambino che Vivian porta in grembo. Tutta la casa ha bisogno del bambino. (Inutile dire che Constance fa davvero paura, non si sa perché.)
I bambini sono uno degli espedienti di maggior successo se vuoi spaventare la gente: in passato un medico suonato praticava aborti nel seminterrato, improvvisandosi Doctor Frankenstein per ricucire l'amato figlioletto con esiti invero discutibili.
Insomma, i personaggi sono un mucchio, e ne spuntano sempre come i funghi. Non si sta dalla parte dei vivi perché incasinati senza speranza e non si sta dalla parte dei morti perché sono proprio come i vivi, pronti a uccidere per rabbia repressa visto che non possono "andare oltre". Un "Tutti insieme appassionatamente" indoor, senza canzoni ma con le coltellate.
I detrattori dicono, è facile fare un telefilm saccheggiando migliaia di temi horror. Vero. Dicono anche che non fa paura ma proprio per niente. Possibile.
Sarà che poi il lunedì sono a casa da sola e la Bagigia non mi è esattamente di conforto visto che continua a dormire in divano lasciandomi sola al piano di sopra. Anzi, una sera si è anche arrampicata sul letto lentamente, strisciando come un vietcong, na paura.
Un po' certe scene, adesso, me le aspetto, in fin dei conti si fa il callo a tutto, anche alla paura più potente...il problema è quando sei solo e cominci a pensare, a immaginare. E lì è finita.
Hai voglia a metterti a compilare a mente un F24, non serve proprio a niente. Parola.

4 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ehehehhee...Vale, certo che avere per casa una pellicciosa con zampotte felpate non è il massimo se si decide di vedere film o telefilm "de pppaura" :-)...questi telefilm, io non ne vedo uno, ma con le tue bellissime sintesi mi sembra di averli visti tutti :-)

'Ste robe horror, se posso appena però le evito...non c'ho già abbastanza pensieri, adesso anche coi 10 saggi... :-) scherzo, lo so che alla fine il meccanismo che fa scattare l'attrazione è esattamente quello: godersi una mezz'ora di storie di guai altrui, e anche grossi, risolleva dal pensiero dei propri :-)

Però l'horror, quando è fatto davvero bene, per me è troppo...mi devo ancora ripigliare da Shining di Kubrick visto 15 anni fa :-) ...pensa te...

E' che poi, mi viene da guardare sotto il letto prima di coricarmi, o da mettermi sotto le lenzuola fin sopra le orecchie...no, no, non è roba che fa per me :-)

Te ne racconto una tragi-buffica, di mie esperienze con gli horror...Quando uscì The blair witch (detto per inciso: una vaccata colossale, però un po' di strizza la faceva...), ebbi la geniale idea di andarlo a vedere una sera, dopo che al pomeriggio mi avevano tolto, con non poco "coinvolgimento emotivo", il dente del giudizio :-)

Oh, tra i postumi della sgaruffata dentistica e le riprese tremolanti del film che mi davano il mal di mare, fu l'unica volta che non me ne poteva fregare di meno della storia e di tutti si suoi drammoni contenuti: l'unica cosa a cui pensavo era uscire il prima possibile da quel cinema fottuto :-D

Però, non posso ogni volta che vedo un film horror, farmi levare un dente del giudizio...me ne rimane solo uno: lo tengo buono se proprio esce un film memorabile :-D

Ciao Vale, cari saluti anche a Bagigia viet-ronf :-)

Jenny ha detto...

Ora mi fai un dettagliato elenco dei tomi dello sfondo................................:))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Eeeehhh, Gilli, ti deve piacere, il genere de paura!:)))))
questo telefilm, ti confesso, lo potresti vedere tranquillamente, non è niente di che...giusto qualche scena sulla quale poi ci macini su...ma è liscio, davvero.
Diciamo che in effetti capisco il tuo malessere da post dente del giudizio + Blair witch...se stai già male fisicamente al corpo non serve un carico di stress in più.:))) Ma sei stai bene, te lo puoi permettere.
Un po' alla volta diventi più resistente. Io preferisco sempre i fantasmi, comunque, zombie e macelleria non mi fanno effetto.:))))))
La Bagi ti saluta! L'unico suo terrore, mi ha confessato, è restare senza croccantini!!!:)))))

Vanessa Valentine ha detto...

E come faccio, Magnifica?? sono tutti coperti!!:)))))non si capisce, temevano di fare pubblicità? sono finti, come quelli dietro Silvio quando parla??:)))))))
Godiamoci il colore, va', meglio così...
Baci ai mici!