sabato 1 giugno 2013

Ossessioni libresche

Toh, un sabato di primavera luminoso e asciutto! Che sorpresa!!
Meno male che posso aprire un minimo le tende da sole nuove di pacca, pensavamo di aver fatto un acquisto quanto meno incauto. Mai la classica spiera di sole, soltanto pioggia, acquazzoni, grandinate e umido costante. Da un lato non mi lagno del tutto, zanzare zero per ora e sonni al calduccio...d'altro canto una leggera brezza tiepida non nuocerebbe al mio umore e alla serotonina in generale.
Sarà quel che sarà, come si dice.
Torino e il Salone sono stati quel che mi aspettavo, una meraviglia costante: dovevate vedere la mia faccia appena sono entrata ed ho cominciato a girare per i padiglioni, già pieni di gente. La bocca aperta, un'espressione di ebete beatitudine, un diffuso senso di benessere e rilassamento, quello tipico che mi prende quando entro in libreria o in biblio, ma su scala gigantesca. Book fields forever.
E finalmente mi sono fermata a chiacchierare con gente orrendamente simile a me, allo stand di Astoria ho trovato un ragazzo dolce e gentilissimo, laureato in inglese pure lui, e siamo stati una vita a disquisire su Stella Gibbons e la Fattoria delle Magre Consolazioni e tutti gli altri autori e autrici misconosciute che questa gloriosa casa editrice rimette in vista.
Che gioia sfrenata passare due giorni, ore volate via senza che me ne accorgessi, accanto ad Accarezzatori Compulsivi di Copertine della Adelphi, ad Annusatori Patologici di Libri Neri Pozza, ad Estimatori Estetici di Elliott, a Veneratori di Autori di Guanda, in mezzo a libri e libri, a pile, a pacchi, a sacchi. Certe volte così tanta gente che restava solo un corridoietto per muoversi, talmente cico cico che non si respirava. C'erano anche gli stand con gli e-book, un po' più disertati. Il grosso palpava, sfogliava, restava in piedi lì, immattonito nella bolla trasparente della lettura, un mondo quieto di gialli Polillo in villaggi di campagna, saggi Il Mulino, libri di cucina che pareva di toccare le burrate e le salse di acciughe, gente ignara di altra gente che ti urtava mentre camminava leggendo e ti faceva traballare ed in risposta otteneva un scsss, dgntt, bofonchiato da una parte remota di cervello, tutto il resto assorbito nella malia della lettura. I libri sono sensuali, ti toccano e vogliono lo stesso trattamento.
A Torino, poi, ho mangiato benissimo, ho assaggiato il bonet, ho girato il centro di sabato sera sotto una pioggia torrenziale, che città elegante e bella. Austera con tocchi di frivolo.
Quante risaie ho visto, dal treno! (il viaggio lunghetto, da Verona a Padova pareva non arrivassimo più).
In stazione alle undici e mezza di notte un po' in guardia tutti e due, vista la vicinanza col solito Boulevard delle Coltellate, in realtà tutto pacifico e silenzioso come appunto gli amati villaggi inglesi, visto che si erano accoltellati il pomeriggio prima in Via S. Fermo, quindi c'era un po' di bonaccia criminale.
Qui il tempo passa lento, si studia e si legge molto in inglese; a Torino mi ero portata per il viaggio in treno "Il libro dell'ignoranza", "Watching the English", grandioso, di Kate Fox, un saggio davvero godibile sull'inglesità e "Il destino di Hartlepool Hall" di Paul Torday, incautamente, a mio avviso, paragonato dalla critica a Wodehouse. ma quando mai?, sono proprio due cose avulse. Piacevole, sì.
Certe volte mi rendo conto di ammorbare la gente con le mie pare sui libri, pensando solo ai libri, parlando solo di libri (in alternativa, parlo solo di telefilm...), insomma, mi sento come una di quelle persone che chiacchierano sulle panchine da soli perché l'interlocutore sventurato è scappato senza che se ne accorgessero. O almeno è la fine che, penso, farò.
Poi però mi torna in mente anche tutta la gente che nella mia vita mi ha rotto le animelle parlandomi del loro noiosissimo lavoro, annoiandomi a morte con la storia della cognata bastarda, con le storie ereditarie o con i capricci dei loro pargoli e penso, 'na volta par omo a cavalo del musso, toh.
Trad.: un po' per uno non fa male a nessuno.
E' il patto sociale, no?;)

2 commenti:

Patrizia Mandanici ha detto...

Quest'anno non sono andata al Salone del Libro, al contrario dell'anno scorso, ma davvero non so come fai a mantenere l'entusiasmo nonostante la presenza di tanta folla, per me è stancante oltre ogni limite!
Mi hai incuriosito con Stella Gibbons, prima o poi la leggerò (ma in ebook :)
Sono curiosa di conoscere le tue passioni per i telefilm, ultimamente ne ho visti di davvero belli tramite la rete (e mi dispiace, ma non ho Sky e comunque quelli in chiaro me li dovrei sorbire doppiati, e ormai non riesco più).

Vanessa Valentine ha detto...

Beh, Patrizia, è facile: sono un'entusiasta patologica!:)))No, in realtà per me era tutto nuovo ed eccitante, la città e i libri e la gente, quindi mi sono semplicemente accodata e via andare. Quando ci sono di mezzo i libri divento un agnellino di pazienza...
Ti consiglio di cuore tutte le pubblicazioni di Astoria, sono rossi, piccolini e libri graziosissimi.
Per quanto riguarda i telefilm penso proprio che ti convenga continuare a spulciare la rete e gli appassionati, io sono molto pigra (si sa) e li vedo sui canali Rai e Mediaset doppiati e in replica continua..a mia discolpa posso dire che ne vedo troppi e che la mia attenzione è un caso di DDA da anziana...:))))))
Un salutone!:)))))