lunedì 23 settembre 2013

Al Truman Village!

L'idea è venuta alla Magnifica, un po' di tempo fa. Una visitina di fine estate in uno di quei templi moderni, gli outlet, sempre pieni zeppi di gente nei fine settimana, con le code e le persone a girare in tondo per un parcheggio, con le autostrade bloccate dal casino. Visto che in genere ci muoviamo per trovarci a metà settimana confidavamo in una certa pace e possibilità di muoverci senza finire sommerse nella carne altrui.
La Batwingo ha fatto il suo dovere (la mia Seat un po' meno, mi era crepata all'improvviso al semaforo di Countrywolfville, di strada. Poi, per fortuna, a parte un brividino al ritorno, è filato tutto liscio. Mah. Del resto, quando le guido io le macchine tremano di paura) e ci siamo ritrovate di fronte a quello che sembrava un cimitero dai muri color pastello e la chiesina col mini campanile. La Magnifica ha confermato che era quello il posto, con un parcheggio semideserto a disposizione.
Ci siamo prese la piantina per orientarci un minimo e ci siamo date al pazzo windowshopping. Sbigottendo dopo tre minuti, di fronte alla bruttura di certe cinture ed ai loro prezzi folli. Tanto per dirne una (non citerò gran firme o gran modelli, ci capisco troppo poco. Le mie considerazioni sono puramente estetiche, prendetele per quello che sono, le farneticazioni di una che compra vestiti all'Oviesse perché costano poco, vanno in lavatrice e non hanno troppi fronzoli e picandoli - che aborro) troppo nero, troppe pelliccette (ancora? ma basta!), troppe robe scomode e da farti stare tutta la sera immobile perché non sai come sederti o se i tacchi faranno crac e il tuo culo si spalmerà sul pavimento tra il ludibrio generale.
Come al solito, abbiamo deciso di buttare tutto in caciara.
La presa per i fondelli del commesso Prada (ammesso che si possa accoppiare una parola tanto plebea come "commesso" a quella "deità" quale è considerata Prada, ma non saprei in quale altra maniera chiamare qualcuno che mi fa provare scarpe o mi mostra vestiti, in qualunque parte del mondo io vada) a mio modesto avviso dovrebbe diventare disciplina olimpionica. Ne vedremmo davvero delle belle.
Ebbene sì, lo confesso, non abbiamo resistito. Spiantate, con i gilettini da prime frescure settembrine, jeans rigorosamente Oviesse e sneakers che hanno visto lontani giorni migliori (io) e look sobrio con pashmina salva collo elegantemente drappeggiata (Magnifica) abbiamo varcato la soglia di Prada per essere accolte subito da un giovinotto bello come un bel dio e tutto azzimato che ha fatto scendere, levitante, un bigliettino nella mano della Magnifica. Le battute cazzone mi si affollavano nella strozza, sgomitando per uscire tutte e tutte insieme, incasinate. Tipo: 'mazza, appena entrata e già ti dà il numero di telefono! Che posto! Che classe!! Finendo con lo scegliere: cos'è? il numero della lotteria? Magari alla fine vinciamo pure una borsetta! Naturalmente, abbiamo riso sguaiatamente tanto da attirare lo sguardo dell'eterea commessa che ci ha fatto sentire come due scolarette riprese a cicolare in fondo alla classe. 
E insomma abbiamo visto le cose che vendevano nel negozio, non dissimili dalle cose che si vedono nelle riviste di moda e che sinceramente spesso trovo scomode, assurde e financo orride, diciamolo.
Ma io non sono una fashionista, ripeto. Dello status me ne faccio poco, mi sembra il cugino povero della personalità.
Mi ricordo che ghignavamo senza ritegno.
Uscendo lei mi fa, e del numeretto che me ne faccio, adesso? E io, ridallo al ginetto, qua. E lei glielo ha cacciato nella zampa elegante, lui ha fatto "arrivederci", con glaciale eleganza noncurante ed ha guardato la mia povera, incolpevole borsa presa da Pittarello (un amore, verde smeraldo) con l'occhio di chi dice, ma che picchio entri qua dentro, poveraccia, te e la tua borsa della mutua. O almeno credo che gli occhi dicessero questo.
Ammetto che da Burberry abbiamo rosicato un pochetto, abiamo ancora negli occhi le borse viste a Leeds, e l'amore per London, eccetera. Per Burberry posso fare un'eccezione, è british, quindi raffinato sempre e comunque. Diciamo che in questo caso il sacrificio di un mese a croste di formaggio e cracker smolfi si può fare. Bisogna avere anche degli obiettivi nella vita, che diamine. Mica si può fare i funghi sulla schiena restando col culo appiccicato al divano tutto il santo giorno. O si?
La cosa bella era la sensazione data dal nostro vagolare in questo villaggetto sintetico: sembrava davvero di essere nella città del Truman Show, tutto lindo, pulitino, educato, incolore. Un luogo cinematografico, un fondale di Cinecittà, un non luogo. Come gli aeroporti, gli alberghi. Wisteria Lane.
Uno spendificio lussuoso dove trovi i vestiti firmati che ti piacciono e che non ti mettono a disagio. Perché disagio? Perché non devi star lì a pensare a quello che gli altri pensano di te. E cosa pensano di me? E chi lo sa. Non bene, di sicuro, comunque. Specie se mi vesto da peocioso. Se invece sono tutto tiratino ed elegante non mi devo preoccupare di niente, i vestiti sono lì a parlare di me. Con le ragazze, con i ragazzi. Sono quel che sembro e più non dimandate. Anzi, non me le fate proprio le domande difficili perché non mi piacciono.
E' inutile star lì a colpevolizzare i vestiti. Loro, se potessero parlare, direbbero: ma noi siamo solo trama e ordito! Non è colpa nostra se è la vostra vita a mancare di una trama! Fin qua arriviamo, al resto pensateci voi. E come biasimarli.
Fosse per loro, non si prenderebbero sul serio di sicuro. Siamo noi che li mettiamo su di un piedistallo perché, ammettiamolo, la superficie è più facile da gestire, non c'è niente da scavare, niente fatica.
Cosa fai, allora, quando ti senti intrappolata in un villaggetto tipo bolla di sapone? Cerchi un appiglio con la realtà, esatto.
Davanti ai nostri occhi si è materializzato il negozio della Lindt...che dolce miraggio. In tutti i sensi e per tutti i sensi.
Cataste di cioccolatini, pilastri di tavolette di tutte le cioccolate che l'ingegno umano ha potuto partorire, un bar ove servivano caffè su tazzine pavimentate di crema nocciolosa e cioccolosa, con gianduiotto gudurioso a fianco, e pistacchiotto così dolce da creparti di carie all'istante lo smalto. Il piacere, il piacere. Così sincero, brutale, semplice. Il piacere della dolcezza, dell'infanzia, del tempo che non conosce la sottigliezza dell'eleganza a tutti i costi perché predilige la bellezza dell'essere sé stessi ed in sé stessi. Come i bambini, belli sempre e comunque, anche quando li travestono da mini adulti fighetti e problematici, eppure restano bellissimi lo stesso, per fortuna.
Saltellavamo tra le pile di cioccolata come due matte, comprando sapori meravigliosi (e la pancia ringrazia). Alla commessa abbiamo detto che il suo era il negozio più bello di tutta la baracca, l'unico che valesse la pena visitare. A momenti si commuoveva.
Non paghe ancora di caciara, abbiamo mangiato in una specie di Brek.
In fila con giapponesi, russi e cinesi spendaccioni abbiamo continuato a fare casino, facendo ridere anche le ragazze dietro al bancone (ci hanno gratificato con una mestolata in più di gnocchi e farro...e poi dicono che fare le buffone non serve!)
Adoro le ciacole a pranzo con te, Magnifica. E in generale. Sei il negozio Lindt della mia vita. ;)
Non è stato male tornare nella città normale, quella viva, con la gente trasandata e piuttosto autentica, gli sputi per terra, le cartacce, le macchine che tirano le cuoia ai semafori, le magliette dell'Oviesse.
Mi dispiace, Prada, son fatta così. Ti tocca cercarti un'altra che porti le tue scarpe strambe.


4 commenti:

Jenny ha detto...

Cara cugina blabla....per fortuna noi, al contrario degli abitanti del Truman village di outletiana memoria, e sappiamo che un Truman village VERO, esiste, in maniera più o meno velata attorno a noi, possiamo strappare il velo, la "quinta" e filarcela via. Il commesso imbalsamato invece è lì...e mi domando con sospetto e terrore come potrebbe scatenarsi al di fuori di quell'ambiente...
Anyway...mi hai commosso. Spero ripetere ancora una visita del genere...meglio se cioccolatosa.

Gillipixel ha detto...

Le spedizioni Vale-Magnifica sono sempre molto divertenti, nonché istruttive :-) questi outlet sono luoghi di meditazione notevoli, in effetti...lì ti vien da pensare a come l'uomo si è ridotto, e anche a come l'uomo non possa forse più fare a meno di ridursi, inglobato come nel grande ingranaggio del Trangugia & Divora Universale :-) il buttarla sul cazzeggio è uno dei divertimenti più belli del mondo :-) lo pratico spesso con molto profitto anche io, con i miei amici, soprattutto quando ci troviamo a frequentare luoghi paradossal-post-moderni :-) è proprio vero: una delle ultime armi che ci rimangono è sempre l'ironia, cara, vecchia, dolce ironia :-)

Questi outlet, già sono un inno alla vacuità moderna...ma perché, mi domando, si accaniscono ed infieriscono, rincarando la dose e facendoli somigliare anche al villaggio incantato del dal gran grullo rimbambito? :-)...mah...

Vale, ti annuncio che intendo fondare la Confraternità degli Estimatori dei Cracker Smolfi :-) ahhahahhahha...è un termine bellissimo :-) e poi i cracker smolfi sono un alimento simpatico, molto vissuto e bohemien :-)

Bacini inlet :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Magnifica, un pensiero rivolto anche ai commessi "ingessati" di tutto il mondo modaiolo...vi vogliamo bene comunque, ragazzi. Lo sappiamo che è dura. Anche per voi. Hold on!:)))))))
Quello che ha folgorato con lo sguardo la mia incolpevole borsa Pittarello non è mai entrato in un negozio della catena...come non amare quelle robine di similpelle che ti si sfaldano tra le mani dopo due mesi precisi d'utilizzo.? Ma, oh, giuro, sono due mesi d'amore intenso!:))))))))))
Il mondo è il nostro outlet, Magnifica.;)))))
Appena metto le mani sulla cioccolata arancia amara e cioccolato al latte, ne compro venti chili. Anzi, 40. Venti per te e venti per me...:)))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, gli outlet sono i gran templi del Narcisismo, l'unica religione che durerà e metterà d'accordo tutti nel giro di un secolo. Offre il paradiso in terra, concilia il qui e ora buddista con una redenzione pretapportè. Oppiaceo come tutte le colleghe religioni, vuole sempre di più. Unica grana.
E' vero, l'unica salvezza è l'ironia, il distacco, il velo tra noi e le cose. Nessuno mai potrà impedirci lo sghignazzo, qualsiasi cosa accada.:)))))))
La libertà di gustarti i Cracker Smolfi non te la potrà mai togliere nessuno...noi siamo esattamente così, cracker dimenticati sul fondo della borsa, stazzonati e stanchi, ma indomiti. E' una grande filosofia di vita...:)))))))