Nel film sembra evidente che il corpo ha soppiantato il cervello e quello che dentro il cervello dovrebbe stare:l'anima, la mente. Da contenitore è diventato contenuto, e come tale i fratellini lo demoliscono. Lo plasmano, con bisturi o palestra, lo prendono ad accettate, lo usano per sedute di sesso mordi e fuggi (seguite da jogging ristoratore, come fa uno dopo aver lavorato...), lo alcolizzano. E osservato da un crudele satellite che tutto vede ma poco comprende, ecco il senso della vita. Abbiamo imparato la lezione, se solo avessimo compreso cosa abbiamo fatto.
Il film è cattivo e divertente, da vedere, per realizzare l'abisso e cadervi dentro ma indomiti.
Poi, dopo il film,con gli amici Billo e Alessia abbiamo parlato delle vacanze, che iniziano a suscitare la tenera malinconia dell'autunno, rovesciando addosso i ricordi dei mesi caldi, della splendida cialtronaggine da infradito e sudore che uno si porta dietro quando deve smetterla di giocare e iniziare a pensare con serietà (l'autunno dei nostri propositi, e del nostro malcontento...). Tanta mestizia è stata però alleggerita da crocchette al formaggio e peperoncini verdi, piccanti, che ci siamo fatti per ritemprare il tanto vituperato corpo, hanno straziato il palato ma ci hanno fatto sentire giustamente vivi, e appagati nel nostro sontuoso contenitore.
Nessun commento:
Posta un commento