mercoledì 26 novembre 2008

Winter Wonderland

Visto che il sole oggi pomeriggio si è degnato di splendere nella sua faraonica maestosità, sono uscita per un giretto in macchina con la mezza idea di farmi una mezza idea sui regali di Natale.
Ora, sarà la recessione, o crisi mondiale più generalizzata, o il fatto che siamo quasi totalmente nauseati dall'immensa quantità di oggetti che ormai possiedono noi (dai, ammettiamolo, noi siamo uno o una, loro sono migliaia, a questo punto, e possiedono le nostre case) e che anche con le migliori intenzioni il Babbo Natale che dondola e suona il sax Made in China proprio non lo vogliamo sotto lo stesso tetto nostro, manco fosse la Bambola Assassina, cosa resta delle nostre vite? Se smettiamo di essere masticatori e metabolizzatori di oggetti/emozioni/tendenze a getto continuo, che ne sarà di noi? Che saremo? Che penseremo? E soprattutto, come occuperemo i minuti tediosi da qui alla soglia, ottimisticamente parlando, sulla quale quella sagoma di San Pietro con le sue chiavi ci aspetta? E' difficile pronosticarlo.
Quest'anno, poi, visto che parliamo di tendenze, sembra essere di gran moda il non fare affatto il regalo: ci si presenta classicamente "man sgorlando", denunciando una situazione di indigenza ormai conclamata, e ci si fionda sul buffet dell'ospite onde saziare la fame canaglia. Provate, magari funziona, ed è tutto grasso che cola.
Lo so, adesso tutti diranno che noia i soliti discorsi sul consumismo, e sui Natali materialistici, e che aria fritta. Però, scusate, lo dice Bauman e tutti ooooh e aaaah, lo dice una stolta qualunque che gira tra agghiaccianti pupazzi di neve a grandezza naturale (ma scherziamo?? vi volete mettere in casa una roba altra un metro e mezzo che sorride sinistra ed ha una carota al posto del naso?, ah, beh, se siete contenti voi, contenti tutti) e quindi ha torto, ma è tutto così già visto e rivisto e tutti ne abbiamo le tasche piene fino all'orlo di riempirci gli sgabuzzini di vaccate, il che rappresenta il grosso intoppo alla base del consumismo, ovvero che prima o poi realizzi che tutte quelle suddette vaccate con discrete probabilità ti sopravviveranno. Scavando le troveranno, strato dopo strato, e il tuo scheletro lì in mezzo, schiacciato da un immenso, orrendo porta cd a forma di cane. Che morte grama.
E' vero, avendo i soldi, e tanti, uno si può comprare i diamanti (che sono belli, in verità, anche se per tirarli fuori da dove il Signore li ha conficcati, prevedendo le crudeltà che avrebbero innescato, ce ne vuole -  e infatti io penso che se avesse voluto farceli trovare più facilmente li piazzava in mezzo al muschio, come i porcini - però converrete che sono piccoli e graziosi), le cose chic e fighette tipo barche, quadri e libri antichi (ehi! questi sì che sono regali! altro che la biscottiera a forma di cigno!) e allora il Natale prende una piega che poco ha a che fare con le nostre vite normali di gente che normalmente consuma le cose per rallentare il consumo di sé stessa.
Il negozio era carino, luccicoso, c'era pure Barbie Festa di Natale 2008, la bambola più bella mai vista, mi si sono velati gli occhi dalle lacrime (lungo abito d'argento, sorriso smagliante, tiara e orecchini, un sogno), per un attimo la bimba di tanti anni fa ha gridato "hai un bancomat, cazzona! usalo! io la voglio!", ma la parte razionale ha avuto il sopravvento. Poi è passata.
Che devo dire? Avevo un po' di soldi in tasca, ma non avevo voglia di comprare niente. ( A parte la Barbie, s'intende). Sentivo di avere già tutto quello che una donna poteva volere, un po' di felicità, un po' di serenità, un assaggio di cervello. Mi accontentavo di guardare i miei simili che si muovevano, confusi, cercando di far quadrare il bilancio spolpato con il desiderio di far felici le persone a cui volevano bene (o nel caso della biscottiera a forma di cigno, l'odiata cognata) ed era per me il regalone per eccellenza, il fatto che mi permettessero di continuare a guardarli, di continuare a vederli e a sentirli vicini.
Quello, e il pensiero che i saldi di gennaio non sono poi così lontani.

13 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

il vantaggio di avere svariati nipoti e nipotini risiede nel fatto che a natale puoi fare i regali solo a loro, agli adulti, oltre a ricordare la loro, seppur nascosta in quanto ormai vergognosa, fede nel materialismo storico (e quindi che cavolo centra il natale) puoi serenamente regalare marmellate fatte in casa. barbie la compri alla pupa che sarà al settimo cielo :-)

Gillipixel ha detto...

la morale è sempre quella, fai merenda con...ah, no, scusate, mi scattava l'automastismo consumistico retrodatato :-) dicevo, la morale è sempre quella: il senso dell'ironia è una grande arma di difesa e di protezione :-)
Questi articoli "accidiosi" sono sempre molto belli, come una spruzzata di neve che pandorizza il paesaggio umano :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Giuro, niente figli ancora, né nipoti... il sistema è quello che è, ohimé, ma...la barbie la volevo davvero... ;)

Galatea ha detto...

Te l'ho linkato, Vale, è il più bel pezo sul natale mai scritto.

farlocca farlocchissima ha detto...

neanche io figli, ma nipoti sì, la zia è un bel mestiere e se volessi una barbie la comprerei anzi ne prenderei due con la scusa di giocarci con mia nipote ;-) ehm peccato che lei ormai preferisca il basket...

Unknown ha detto...

sono arrivata passando da Galatea che leggo sempre con molto gusto, e vorrei approfittare per darvi un'idea regalo .. un kikoi, tovaglietta africana da utilizzare in mille modi ... al seguente link di una ragazza africana Blogger come voi!

http://schoolforthegirlscourage.blogspot.com/

piero ha detto...

complimenti perchè hai avuto il coraggio di fare la domanda che non si può fare: ormai siamo talmente identificati con gli oggetti che possediamo che mi rendo conto che senza andremmo veramente in crisi. Se veramente questa società del consumo è destinata in una maniera o nell'altra per forza o per sfinimento a finire,come ci troveremo quanto a qualificarci saranno solo le nostre qualità personali le nostre emozioni insomma quello che ci rende umani e non consumatori? Non è una bella domanda da fare prima del Natale e dei cazzo di buoni propositi per il prossimo anno

Vanessa Valentine ha detto...

Galatea, devi lasciarmi l'IBAN, a questo punto...;)
Mi sa che un grazie non basta!
:)))))

Vanessa Valentine ha detto...

Orietta, grazie per la segnalazione, un'idea per tutti!:)

Vanessa Valentine ha detto...

Piero: Natale resta comunque la mia festa preferita, e non ho mai digerito il fatto che la società dei consumi volesse snaturarla. Resta sempre il momento per dire a tutti che a loro ci tieni, anche con una baggianata scema col fiocco rosso e basta. Le baggianate le puoi regalare tutto l'anno! E' questo l'aspetto grandioso!
E frega il consumismo perché ci rende buoni e umani. Ah ah!

Vanessa Valentine ha detto...

" Pandorizza" è entrato nel mio lessico!
Un grazie a Gillipixel e alla Girella (ma adesso è diventata piccolina, e mi tocca mangiarne due...)

Gillipixel ha detto...

Grazie, VaneVale, entrare nel tuo lessico è un onore molto grande...a proposito della girella: è sbalorditivo come l'effetto "età dell'oro" riesca a pervadere anche una dimensione così artificiosa come quella consumistica: gli anni del Carosello, in questo senso, sembrano appartenuti ad una lontana epoca di pace e fratellanza fra gli uomini :-)

Anonimo ha detto...

Sacrificarsi all'ottimismo ...