giovedì 11 giugno 2009

La Vanessa Presidentessa

Ci ho messo un po' a riprendermi, lo confesso, dalla kermesse elettorale. E non tanto per i risultati, ché più o meno ce li aspettavamo tutti, sia da una parte che dall'altra. Quanto per la mia nomina a presidente di seggio, che mi è piombata sul capo mercoledì 3 giugno, quando un gentile messo ha notificato a mio padre il foglietto con il sontuoso stemma della Corte d'Appello, precipitando così il genitore in un vortice depressionario quale non si vede nemmeno sulle cartine del colonello barbone che legge le previsioni del tempo. Mio padre è, letteralmente, impazzito. Mi ha chiamato due volte sul cellulare mentre ero in tribunale, facendomi morire di paura causa improvvisa disgrazia su larga scala, e quindi sapere che la Patria aveva chiamato e che io rispondevo sì mentre qualcun altro più furbo aveva detto no mi ha rilassato di botto. Non mi sembrava tutta questa tragedia farmi tre giorni di seggio, e vabbè se mi fregavano anche il sabato sera, ne ho passati tanti a guardare il muro...
Ignara, mi sono sorbita una pallosissima lezione sull'essere presidente sì, no, percome e perquando, di due ore, alla fine della quale disegnavo ragnetti sul foglio e ricostruivo a memoria tutta la trama di "Lost", cosa che tendo a fare quando il tedio si fa insostenibile. La pretesa era che imparassi a essere responsabile di una cosa della quale fino al giorno prima conoscevo solo molto vagamente i dettagli. Insomma, mi sentivo un amministratore delegato pronto ad entrare in azione, ventiquattrore lustra, qualche termine inglese e molti benefits. Idee di dove mi trovassi o perché, zero.
Meno male che il seggio si trovava in una frazione di Mira tranquilla, con gente simpatica, tutti si conoscevano, e i due della Forza Pubblica ci hanno anche portato i panini col salame de casada, gli elettori erano tutti tranquilli (a parte un matto che non voleva votare con la matita, ma elettronicamente, e una spersa che è rientrata in cabina e non usciva più, così siamo andati a ripescarla...), pochi giovani che non hanno alzato il culo dal letto nemmeno domenica pomeriggio alle sei per votare mentre una novantottenne è arrivata in seggio col bastone, da sola, e ha detto "mi voto!", tutta orgogliosa, che carina, con i capelli bianchi e la camicetta della festa a fiorellini.
La domenica è stata davvero pesante, però, dalle 7 del mattino alle dieci di sera, e poi lo spoglio, col segretario che diceva, ben che vada schiodiamo alle 4, oddio...e invece siamo riusciti a fare tutto entro l'una e poi a portare i pacchi in Comune. Quando ho iniziato lo spoglio ho pensato che, stanca e a stomaco vuoto, sarei finita lunga distesa e rianimata a schiaffoni bipartisan dai rappresentanti di PD, Pdl, Lega e Rifondazione, e invece meno male che sono una roccia e posso attingere a insospettate doti di resistenza. E leggere i voti è stato fico davvero, me la sono tirata alla grandissima, con quello del PD che mi faceva ridere. Sono stata salomonica e ho contestato un paio di voti, alienandomi le fazioni a sinistra e a destra. Quindi direi che è andata bene.
Il lunedì mattina ho dormito fino alle 11, sperando che i miei mi svegliassero almeno all'una, con il tempo per docciarmi e mangiare prima dello spoglio delle 2, e infatti il mio papà è stato ligio e perfetto. (Il venerdì avevo dormito da loro e per tutta la sera mio padre mi ha "allenata", a suo dire, preparandomi a tutti gli scenari più agghiaccianti riguardo alla mia impresa di presidente, con tutte le evenienze più inquietanti, i problemi, le rogne, e ovviamente non è successo niente).
Lo spoglio delle provinciali è stato veloce, cominciava di nuovo a fare caldo, la scuolina era di mattoni e cemento, il solito fornetto per cuocerci i bimbi (ma perché non fanno scuole bio, belle fresche e verdi? Coperte di edera, con l'acqua...ma sempre sti casermoni orrendi che ad entrarci ti senti morire. E meno male anche che con il mio sederone non ho sfondato neanche una delle seggioline di legno, sembra incredibile che non abbia fatto manco una crepa nella seduta.
In tre giorni ho visto e parlato con tanta di quella gente che ho voglia di prendere in affitto una baita ai piedi della Marmolada per tre mesi di romitaggio. Erano tutti simpatici ma ad un certo punto dici, azz, non ce la faccio più, siete troppi. Pensa cosa deve essere votare a Tokio!
Il bilancio è stato comunque positivo, a parte la bronchite che mi ha passato il segretario e che mi svuota i polmoni anche in questo momento. Ah, mi sono fatta anche un paio di giorni di influenza, e soffro di stress post traumatico, son dieci notti che faccio il sogno ricorrente dello spoglio delle schede, ne manca sempre una, o ce ne sono cento in più, o l'urna prende fuoco. Spero che la cosa passi.
La cosa più intelligente l'ha detta il solito vecchietto coriaceo che c'è in tutti i paesetti, quello che viene in bici a vedere lo spoglio perchè "lui è un cittadino, e sapere le cose è un mio diritto", gridando come un matto perché è sordo come un intero campanile.
Mi prende in disparte e mi fa, vedi, una volta qua fuori c'era tantissima gente che veniva a vedere i risultati, e come si picchiavano! allora sì che c'era passione, la gente ci teneva. Sui tavoli c'erano solo tre mucchietti di schede, i rossi, i bianchi e i rossi più chiari. Adesso guarda...qua fuori ci sono solo io, un povero vecioto, e la dentro avete venti mucchi differenti di schede... ti sembra abbia un senso?(Tutto questo detto in dialetto veneto, la resa in italiano ha fatto perdere molto dell'esprit originale).
L'ho guardato ammirata.

9 commenti:

Visir ha detto...

Esercitare la democrazia sembra, a volte, faticoso come conquistarla.

Sic est, fuge multitudinem, fuge paucitatem, fuge etiam unum. Et vide quod iudicium meum habeas: audeo te tibi credere
(E’ così, evita la massa, evita I pochi, evita anche il singolo. Vedi quanto ti stimo: oso affidarti a te stesso). L.A.Seneca I sec. D.C.

Arianna ha detto...

Io ho votato a Mira, ma c'era un presidente nel mio seggio..e una ragazza molto simpatica con un orecchino infilzato nella lingua e uno nel sopracciglio!
Anche io una volta sono stata scelta come scrutinatrice: mai più. Avevo una presidentessa petulante e tignosa come può esserlo solo una ex maestra andata in pensione a 36 anni! Odiosa proprio. Sempre belli i tuoi post!

Ary

Gillipixel ha detto...

questa cosa che sono sempre meno quelli che vogliono occuparsi dei seggi elettorali, fa molto riflettere...
in ogni caso, per fortuna che ti sei sacrificata un po' anche per noi, Vale...altrimenti ci saremmo persi questa tua nuova bellissima perla narrativa :-)

Arianna ha detto...

Sai cosa mi ha schifata più di tutto della mia esperienza ai seggi?
Che la prof baby pensionata e il marito di lei erano presidenti di seggio da anni, non si erano persi una votazione che fosse una.
E mica si spostavano dal comune di appartenenza, eh no loro lo facevano, il presidente di seggio, a due passi da casa, sia mai!
Insomma sembrava quasi che il posto spettasse loro di diritto come in diritto lei si sentiva di dare ordini a destra e a manca.
Se la democrazia non si palesa in queste pur minime cose, figuriamoci ai piani alti cosa combinano...
Bella la citazione di seneca!

Galatea ha detto...

Ben tornata, ben ristabilita, ben tutto. Ora, cara mia, che sei sopravvissuta alle elezioni, preparati perché la prossima prova è la cena di classe... ;-)

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, grazie davvero per la citazione!Affidarsi a noi stessi mi sembra quanto mai l'ultima salvezza (ma poter contare sui pochi ma buoni altrettanto vitale...)

Vanessa Valentine ha detto...

Arianna, che bello! Una concittadina!:))))
Ho sentito anch'io storie su feudi elettorali passati da padre a figlio, da coniuge a coniuge, etc etc...Del resto è risaputo che funziona molto anche sulle simpatie politiche che variano da comune a comune...ad ogni modo è saltato all'occhio che in tanti avevano pochissima voglia di sbattersi per tre giorni per tre lire, però è anche vero che è un dovere e lo salti solo per validi motivi...insomma, mi sono trovata lì per caso, non è stato male, chissà se avrò un'altra occasione, comunque è stato un successo, etc etc...
La mia filosofia è che le cose impreviste presentano comunque un lato buono, sempre.
Ah, e grazie per i complimenti!

Vanessa Valentine ha detto...

La cosa migliore, Gilli, è stato il discorsetto dell'anziano elettore, una vera sagoma. E poi tanta gente simpatica, ragazzi giovani che si sono fatti in quattro per star dietro a tutta la baracca, e davvero per pochi soldi. Ma hanno ammesso che nella politica credono davvero, e io ho voluto prestar fede al loro idealismo...

Vanessa Valentine ha detto...

Galatea, io tremo solo al pensiero delle foto che metteremo su facebook, mostrando tutto l'impietoso lavoro di escavo del tempo.
Possiamo sempre fare una contro-cena di classe, tirando il pacco e andando a mangiare per gli affari nostri, magari un bel piatto di trippa al K2...;)
Facciamo in modo di vederci prima di metà luglio, ok?
Sbaciot