giovedì 11 marzo 2010

Quando il cellulare va incontro ad una fine prematura

Stasera giochicchio col mio nuovo cellulare, un Nokia rosso come una Ferrari e pieno di bellissime musichette. Ho deciso di chiamarlo Ugo.
Il mio Samsung fucsia stamattina mi ha lasciato a piedi, mentre già maturavo un ritardo di un'ora. A quanto pare è partito il microfono, non si sente più la voce della gente che mi chiama o che chiamo, suona in silenzio come la colonna sonora di un film giapponese, vibra e basta ma tanto non sento le voci, quindi.
Il commesso sembrava il sosia del cantante dei Coldplay, ma una roba uguale uguale, giuro. Controlla nello stipetto magico che hanno sotto e mi fa, eeeh, no, rossi non ne ho, aspetta che vado a vedere di là. E io aspetto, e poi quando è tornato e mi ha fatto no con la testa, io ho messo su il faccino triste che smuove le montagne e spinge la gente a buttarsi nel fuoco e a spostare i pietroni pur di compiacermi (scherzo, magari), ha ravanato ancora un po' sotto il bancone e ha tirato fuori uno scatolino col Nokia rosso, e io ho detto, oh gaudio oh felicità, sollevando i pollici in aria.
Che bellino, che carino.
Adorabile.
Adesso lo metto a nanna, e domani farà il grande debutto.
Ve l'ho detto, per me tutte le cose hanno un'anima.

10 commenti:

Gillipixel ha detto...

Negli ultimi tempi mi sono reso conto che l'acquisto tecnologico-informatico reca parecchia soddisfazione e mette di buonumore :-) proprio per il fatto che ogni cosa possiede un'anima, (ne sono convinto anche io, Vale), e si vede che queste scatolette interattive ne hanno un po' di più, perchè sono gentili e dialogano con noi :-)
va beh, talvolta fanno anche inca...ponire :-) ma basta pronunciare la parola magica suggerita da blogspot, deraires, e ogni strumento tecnologico si sblocca come per incanto :-)

Visir ha detto...

Io pagherei per un cellulare con cui non posso parlare, evitando così di dire tante stupidate.

Che dire poi della mancanza di suoneria: una benedizione.

Poter solo ascoltare, ma non dire nulla, leggere ma non scrivere, percepire ma non udire.
Quale esempio mirabile di arte Zen.

Mi ricordo un mio amico, che è un degno portatore di un vistoso ritardo mentale, il quale un giorno mi regalò una radio.
Naturalmente non funzionante.
Gli chiesi a cosa potesse servirmi, lui disse stupito: E' una radio!

Che grande insegnamento mi regalò.

Salazar ha detto...

Questo blog accetta post fuori tema alle due del mattino di mercoledì? Spero di si. Come spero risponda di buon umore alle domande retoriche fatte alle due del mattino di mercoledì.
Allora: mi sono messo a leggere Mucho Mojo, o perlomeno ho tentato.
A pagina 2 ho notato che le cose scritte mi suonavano conosciute e mi sono ricordato di di averci già tentato, a leggerlo. A pagina 4, invece, mi sono ricordato perché avevo solo tentato e non letto Mucho Mojo e altri Lansdale assortiti: tutte quelle iperboli che usa, una ogni due righe, mi mettevano (e mi mettono) una notevole angoscia. Non chiedere perché mi mettono angoscia, non lo so neanche io.
Morale della storia: Joe R. Lansdale si è guadagnato un banner ecumenico e definitivo e mai aprirò un suo libro in futuro se non per incartarci il pesce. Amen.

Gusti diversi, evidentemente. Però sui gusti uguali posso spiattellare degli spoileroni sulla sesta e ultima serie di “Lost”: ho appena visto l’ottava puntata, “Recon”. Lo sapevi che l’aereo non... e che John Locke prima e anche Sayid dopo sono... e che invece Sawyer prima dell’isola era... mentre Kate, come si sapeva, è stata ed è ancora....
Va bene, va bene, ho capito. Buonanotte.

Gillipixel ha detto...

@->Visir: molto bello l'aneddoto del tuo amico e della radio...l'ho trovato ricchissimo di poesia...

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, deraires è una parola bella ed esotica, una specie di apriti sesamo che a buon diritto potremmo usare per le problematiche tecnologiche (il nuovo Nokia è picciolo picciolo ma fa un sacco di roba, lo adoro:))) ), d'accordo sul fatto che certe volte la tecnologia la spalmeresti sul muro.
Comunque, di tanto in tanto farsi fare o regalarsi una robetta tecnologica non fa male: piuttosto che un vestito fico ma importabile meglio un gadgettino ipermoderno, dico io...poi, a voi la vostra opinione...;))))
Noned, mi dice blogspot stasera. Suona come una negazione da centro Italia, eh eh...:)

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, molto bella la storia che ci hai raccontato, poetica e dolce.:)
Le radio, specialmente quelle vecchiotte, sono anche splendidi pezzi d'arredo ( a casa mia madre ha una Grundig degli anni 70, gracchia parecchio ma funziona, e sì che è cascata per terra una decina di volte), quindi sempre bei regali, l'importante è che siano sentiti e gentili, dico io, questo è quel che conta.
Però dai, i cellulari sono comodi, basta non abusarne. E non credo proprio che tu dica stupidate, suvvia...pensa a quelli che telefonano e fanno la radiocronaca dalla stazione, e tra dieci minuti saranno a casa...quelli che parlano sempre per via dell'horror vacui...quelli che hanno il terrore di stare soli mezz'ora...;)

Vanessa Valentine ha detto...

Salazar, ma le due nostre o le due tue?Qui da me il tuo commento dice 6.13, quindi non ho idea di che fuso orario o Tropico di Cancro o Capricorno la divinità blogspot applichi...beh, ad ogni modo, visto che ti sei appellato al diritto del lettore di lasciar perdere, lascia perdere (lungi da me massacrarti per questo ;) )Lansdale usa un sacco di immagini strane, te ne do atto, e può piacere come no. Angoscia, no, per carità, i libri devono far godere, e basta.
Ti prego, per, non dirmi niente su Lost! :)))))
Mi tocca prendere un Oceanic e venire fin lì per frustarti...:)))))))
Qua ci siamo appassionati a Fringe, piuttosto, vediamo come procede.

Salazar ha detto...

“Fringe”? Ma è roba di due o tre anni fa!
Ho visto le prime tre o quattro puntate poi mi sono stufato perché lo trovavo identico ad “Alias”, infatti è creatura di J. J. Abrams (il dio incontrastato del terzo millennio hollywoodiano), writer e produttore di “Alias”, e anche di Lost, se è per quello. In più la tipa protagonista di Fringe - Anne Something, credo – mica è uguale a Jennifer Garnier.
In questo periodo, anche se non ho molto tempo perché - per mia pura pazzia – a volte lavoro, seguo FlashForward, The Good Wife, Legend of the Seeker, Republic of Doyle, e qualche altro classico tipo “The Border”, “Lost” o “House”. Soltanto.
Però non trascuro il mio amore per la carta: ho cominciato la lettura dell’opera omnia di John Sandford partendo – che cosa eccentrica – dal suo primo libro “Rules Of Prey” del 1989.

Le due di notte ora di qua, fuso orario della Groenlandia, quattro ore più giovane del fuso orario italiano: infatti, quando qui sono le due lì sono le sei.
Ma questa della Groenlandia la devo spiegare, vero?
Vivo a João Pessoa, un milione e 80 mila abitanti e 35 km di spiagge cittadine sull’oceano Atlantico; la città più orientale delle Americhe (ambedue), la seconda più verde del mondo, e questo lo posso certificare personalmente: abito in un quartiere centralissimo ma la jungla spunta da tutte le parti e ci sono sprazzi di orizzonte fatti solo di alberi e palme, nessuna casa. Sull’avenida che porta al centro direzionale trovi questi segnali stradali: “ATTENZIONE! Attraversamento animali selvaggi”.
JP è a otto gradi sud dall’equatore, Tropico del Capricorno, in piena zona torrida, ma, essendo la città più orientale d’America, cade circa nel 35esimo meridiano, in pieno Atlantico centrale; il meridiano che se seguiamo verso nord sfiora le Azzorre e – appunto – finisce in Groenlandia, con la quale condividiamo il fuso orario ma non i ghiacci, e neanche le banane.

PS: dimenticavo, io il cellulare mica ce l’ho. L’ho buttato via appena trasferito in Brasile, assieme alle calze ed altri accessori inutili.

Visir ha detto...

Salazar, le tue precise coordinate geografiche ci indicano un posto pieno di fascino.
L'America del Sud mi manca nelle mie esplorazioni. Il Brasile mi sembra una terra ricca di mistero e di voglia di vivere.
Ti immagino nella tua "fazenda" a vivere i ritmi lenti e melanconici del Tropico del Capricorno raccontati da Henry Miller.
Attorniato da Mama grasse e sorridenti che in certe notti propiziano i giorni a venire con riti della Santeria che evocano gli Orishas.

Goditi questa parte di mondo anche per noi.

Vanessa Valentine ha detto...

Salazar, qui noi che paghiamo il canone Rai e ci ciucciamo la pubblicità comunque vediamo quello che passa il convento, mica si può pretendere chissache.
Fringe sarà anche vecchiotto, ma vediti tu la fiction sulle sorelle Scicolone e poi mi sai dire...mi tengo Fringe cento volte.:))))))
Chiedo lumi sull'autore da te citato, Sandford. Com'è? Come scrive?Grazie in anticipo.
Per il resto, visto che vivi in un posto bellissimo e selvaggio, senza calzini, senza cellulare e senza fiction soporifere della Rai, avendoci fatto ciccare d'invidia fino a diventare di un bel verde smeraldo, a te va tutta la nostra indignazione...;)))))))
Ah, vivere tutto l'anno con le infradito...
Una grattatina a Bianca e ocio agli animali selvaggi.
;)